Paterno di Lucania - LUCANIA / BASILICATA - (VISITA LA LUCANIA)

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Paterno di Lucania

           
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PATERNO – 1 - SALUTI DA anni 70
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H O M E
PATERNO DI LUCANIA


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Paesi limitrofi: Marsico Nuovo - Marsicovetere - Padula - Tramutola







PATERNO
Fu costituito nel 1973 staccando la frazione di Paterno dal comune di Marsico Nuovo.

 

Posizione geografica

Posto a mt. 634 s.l.m., in posizione pianeggiante, è delimitato a nord-ovest dai rilievi montuosi di Serra Longa e Serra Mare.

Il territorio, di Kmq 39.25, è attraversato dal fiume Agri e confina a nord con Marsico Nuovo, a nord-est con Marsicovetere e a sud con Tramutola.

 

Etimologia del nome

Secondo alcuni deriva da "Paternicum" che significa "Terra dei padri”. Il Racioppi contesta questa etimologia e fa derivare il nome Paterno da Patria, da cui, nel basso Latino, si ebbe patriensis>patrense>paternese. Per altri deriverebbe dal Console romano Paterno. Una spiegazione glottologicamente più convincente lo fa derivare dalla forma verbale del Lat. Patere, “Essere aperto, aprirsi” + il suffisso –ernum. Quest’ultimo è proprio di luoghi ove si svolge una qualche attività, come Salerno (ove si lavora il sale), Picerno (ove si lavora la pece), Moliterno (ove si munge il latte), ecc. Quindi Paterno sarebbe “luogo ove si lavora all’aperto” e ciò, forse, con allusione all’antico sito della Civita.

 

Dati demografici
Il più antico (ISTAT 1861): ab. 3.629

 

Cenni storici

Nella fase di transizione dall’età della pietra lavorata (Eneolitico) a quella del bronzo, sull’altura della Civita, tra il XIV e l’XI sec., abitarono pastori transumanti appartenenti alla cosiddetta cultura appenninica. Appartenenti allo stesso ceppo etnico degli abitatori di Murgia S. Angelo di Moliterno, attraverso le valli fluviali interne, operarono una serie di scambi con il Vallo di Diano e con la costa ionica. Ne sono testimonianza i rinvenimenti ceramici che associano agli elementi decorativi del Puntinato quelli spiraliformi della cultura greca.

In epoca romana numerosi insediamenti a carattere sparso sorsero nella sottostante pianura e videro la presenza di alcune ville patrizie. Di una di esse sono stati ritrovati i resti in località Aggia. L’abbondanza delle acque favorì il concentrarsi della popolazione soprattutto nel rione "Tempa", dove successivamente venne costruita la Chiesa Matrice.

Le orde saracene che, sul declinare del primo millennio, distrussero Grumentum, costrinsero anche gli abitanti di Paterno ad aggregarsi a quelli di Marsiconuovo e Marsicovetere.

Con l’invasione dei Normanni Paterno risorse come centro autonomo ma annessa alla giurisdizione di Marsiconuovo, di cui ha condiviso le sorti sino all’età moderna. Nel corso del XIX secolo, Paterno fu soggetta a vari eventi calamitosi: epidemia di colera (1837); frana provocata dallo straripamento dei laghi Mandrano e Mandranello (1840); frana di "Pietra Maura" (1843); grande sisma (1857).

Durante il brigantaggio post-unitario numerosi suoi cittadini si diedero alla macchia, organizzandosi anche in bande. Ne ricordiamo solo alcuni dai soprannomi pittoreschi: Aliano Federico (capobanda), Parisi Giuseppe (capobanda, alias Peppullo), Bove Francesco (alias Zucaro), D’Agrosa Raffaele (alias Petenchino), Marsicovetere Michele (alias Naca-Naca), ecc.

Con la prima grande emigrazione (1880-1900) il centro si spopolò di circa 1.500 unità.

Frazione di Marsiconuovo sino al 4 Maggio del 1973, data in cui ottenne l’autonomia amministrativa con L. R. n° 8.

 

Itinerario nel centro antico

All'ingresso del paese, imboccando Salita Tempa la Chiesa e per­correndo via Giardini, si impone alla vista la collinetta del rione Raia dove sorge la Chiesa di San Rocco, ristrutturata negli anni '80.

Percorrendo a ritroso via Giardini, attraverso una serie di stradine e vicoli, si giunge alla Chiesa Madre, dedicata a San Giovanni Evangelista ed elevata a parrocchia, verso la fine del 1700, dal Vescovo di Marsiconuovo Bernardo Maria La Torre. Danneggiata dal sisma del 1980 e riaperta al culto in occasione del Natale 1992, è sicuramente l'emergenza di maggior interesse del paese.

Ripercorrendo via Tempa, fino al successivo incrocio, troviamo Palazzo Arco della Volpe, risalennte agli inizi del XIX secolo, con una  caratteristica struttura ad arco attraverso cui, un tempo, passava la strada che conduceva al rione Chiusulelle.

Proseguendo per via Acquareggente giungiamo alla Chiesa del Sacro Cuore , con una piccola grotta di roccia  in cui è collocata una statuetta in pietra raffigurante la Madonna.

Lasciando alle spalle il paese si giunge in località Pecci Piazzolla dove è possi­bile ammirare la Chiesa di San Bartolomeo e il Palazzo Rautis, con una distensiva e rasserenante passeggiata nel verde.

La chiesa, cappella privata dei Rautis, risale al XIX secolo ed è in uno stato di grave abbandono. Il palazzo, costruito nel 1859 come casino di campagna ha una struttura davvero imponente, con due torrette laterali e robuste mura in pietra.
Poco più oltre è stata edificata negli anni 1975-80 la nuova chiesa di San Bartolomeo.

 

 

La Madonna del Terremoto (o Madonna del Carmine)

Alle ore 21.12’.56” del 16 dicembre 1857 uno spaventoso terremoto colpì la popolazione della Basilicata e delle Regioni confinanti, seminando morte e terrore. Per la Val d’Agri, fu una vera e propria catastrofe.

Gli abitanti di Paterno il giorno successivo, decisero di portare in processione la statua della Madonna del Carmine per le strade del paese. La leggenda narra che non appena la processione giunse nei pressi dell’attuale rione Pantano, la Madonna, di fronte alle case distrutte e ai carri pieni di cadaveri, girò il volto e i suoi occhi versarono sangue.

L’evento miracoloso viene ricordato ogni anno il 17 Dicembre.

 

 

Escursioni consigliate:

Sorgente “Sorgitora” (mt. 980 s.l.m.)

(Strada comunale - km 6.00)

Da via Acquareggente, proseguendo per via Pioniello, dopo un percorso stretto e tortuoso, risalendo le pendici de “Il Monte”, si giunge alla “Sorgitora”.
Sul rilievo montuoso, costituito da rocce calcaree affioranti, esistono fenomeni di carsismo (inghiottitoi).

 

 

(Ricerche storiche, monumentali ed antropologiche di Vincenzo Falasca, Presidente I.R.S.A.B.
< Istituto Ricerche Storiche Archeologiche Basilicata > sede: 85050 Grumento Nova (Potenza), via Maiorino 117/bis.
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