Pescopagano - LUCANIA / BASILICATA - (VISITA LA LUCANIA)

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Pescopagano

           
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PESCOPAGANO - PARCO RIMEMBRANZA anni 30
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PESCOPAGANO - EDIFICIO SCOLASTICO CON NEVE anni 60
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PESCOPAGANO - 1 - PIAZZA DELLA VITTORIA - NEVE anni 60
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PESCOPAGANO - 1 - PANORAMA anni 60
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PESCOPAGANO - 1 - PANORAMA CON NEVE anni 60
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PESCOPAGANO - 1 - PIAZZA PORTA SIBILLA anni 30
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PESCOPAGANO - 1 - CHIESA DI S. LEONARDO anni 60
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H O M E
PESCOPAGANO


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Paesi limitrofi: Cairano - Calitri - Castelgrande - Castelnuovo di Conza - Conza della Campania - Laviano - Rapone - Sant'Andrea di Conza - Santomenna







Pescopagano è raccolto su una rupe alle pendici occidentali del Toppo di Castelgrande, sorge nel bacino del fiume Ofanto ed è protetto a Nord dalla gola del torrente Guerra. Il nome dell'attuale centro abitato: Pesco-Pagano riflette per gli studiosi quello di Petra-Pagana dallo stesso significato di luogo costruito su una rupe, significato che si amplia nel tardo medioevo; le rinnovate esigenze di difesa infatti lo inquadrano come un impianto fortificato su una nuda rupe con un pagus unito e protetto da questo, secondo una struttura che in Italia meridionale prenderà le forme dell'incastellamento tra il IX e il X secolo a.C. Il Palazzo F. Laviano, sito in via Nazionale e costruito nella prima metà del secolo XIX, è uno dei più originali e pregevoli episodi dell'eclettismo tardo-neoclassico dell'architettura recente. Edificato in un momento in cui il linguaggio architettonico incappava in una crisi di creatività che si protrarrà fino agli inizi del '900, il palazzo presenta un sincretismo di stili e una fusione di antico e nuovo. Ciò nonostante, l'edificio è ben inserito nel contesto ambientale e conserva una posizione egemone nei riguardi dell'edilizia circostante. Si articola con andamento irregolare, su tre livelli ristrutturati all'inizi del '900 e risulta attribuito all'architetto M. Piacentini. Di rilievo il portale d'ingresso e il portone finemente lavorati con modanature in stile e affiancati da finestre rettangolari. Sempre su via Nazionale anche il palazzo Michelangelo Laviano, commissionato da Francesco Paolo Laviano nel XVIII secolo. L'edificio, di sobria e severa architettura neoclassica, si articola su tre livelli. E' caratterizzato dal semplice portale d'ingresso in pietra locale con archivolto strombato, affiancato da piccole luci rettangolari, e dai balconi timpanati in ferro battuto lavorato, e con mensole in pietra locale del secondo livello. Menzione a parte merita l'Abbazia benedettina di San Lorenzo in Tufara, splendido complesso in stile romanico, costruito dai Normanni intorno all'anno 1080 per volontà di Gianata di Balvano. Durante lo svolgimento di alcuni lavori di restauro, in seguito al terremoto dell'80, sono affiorati alla luce i resti dell'antico insediamento medievale costituito da fortificazioni, grance, mulini, abitazioni e gualchiere. Il patrimonio boschivo è di rilevantissime dimensioni: il solo bosco Le Rose si estende su una superficie di 610 ettari. Un ambiente oltremodo indicato per passeggiate naturalistiche.


La cittadinanza attende ancora la ricostruzione della Chiesa madre, che tra alterne vicende e vicissitudini tra le autorità politiche e quelle religiose, non da ancora modo ai fedeli di avere un luogo di culto adeguato.

 

Da visitare:
- Chiesa di Santa Maria Assunta con pregevole coro, opera di Francesco Errico (1822) organo e contoria del ‘700 e dipinti di scuola napoletana del ‘700 e dell’800.
- Chiesa di San Lorenzo, del secolo XIV, con un bel portale in pietra con capitelli e foglie e figure di tipo romanico-pugliese. - Chiesa di San Leonardo con varie tele cinquecentesche di autori ignoti.
- Chiesa di San Giovanni con grande quadro cinquecentesco, raffigurante il Padre Eterno, di autore ignoto e vari dipinti del settecento.
- Chiesa del cimitero con grande tela settecentesca, raffigurante la Madonna col Bambino, del pittore Gian Lorenzo Carbone di Bella.
- Nei dintorni: a circa 2 chilometri dal paese vi sono resti dell’Abbazia di San Lorenzo in Tufara, fondata da Roberto il Guiscardo nel
secolo XI, di cui rimangono rovinate abitazioni .... e la chiesa con doppia fila di pilastri con capitelli di stile lombardo.