POMARICO: (dagli archivi)
L’attuale centro sorse nell'850 d. C. dopo che Pomarico Vecchio venne
distrutto parecchie volte da incursioni saracene.
La scelta del sito non poteva essere più felice (per allora) essendo un
tronco di cono contornato da ripide pendici.
I nostri antenati non dovettero avere esitazioni dato che il luogo potevano
osservarlo direttamente dalle loro abitazioni.
L’etimologia della parola Pomarico significa campo di pomi o territorio
ricco di alberi. Dovevano essere sovrabbondanti le mele sé sullo stemma è
riportato proprio un albero di quella specie. I due pesci dovrebbero
rappresentare i fiumi Bradano e Basento e le lettere P e A quel campo di
pomi già indicato.
In uno stemma risalente al 1806 (dove si legge bene “Pomarico”) è ancora un
albero a campeggiare vistosamente e contenente l’immagine di S. Michele
Arcangelo.
Il Decreto del Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi (7-1-1946) così
stabilì: “D’azzurro all’albero (di pomo) nodrito di verde piantato sopra un
monte di tre cime di verde. Ornamenti esteriori da Comune”.
Fin dall’inizio della dominazione Normanna (1043) Pomarico fu legato alle
vicende della Contea di Montescaglioso subendo anche un po’ le prepotenze
dei reggitori della Contea e di quelli dell’Abbazia dei Benedettini di S.
Michele Arcangelo. Tale dispendiosa contesa ebbe termine nel 1714 e
all’Abbazia toccò quella parte dove si trovava “Castro Cicurio” e che non
deve essere confuso con “Pomarico Vecchio” anche se taluni documenti
potrebbero trarre in inganno.
L’antico centro abitato era raggruppato intorno alla zona che ancora oggi
noi diciamo il “Castello” e “Rione Chiesa Vecchia”; era circoscritto da
solide mura e le due Porte venivano chiuse all’ora prefissata.
Man mano che passavano gli anni gli abitanti dovettero aumentare e Donato
Pasquale in “Cenni cronostorici di Pomarico” dice che nel 1400 era sorto
“Casale dei Greci” (naturalmente fuori delle mura e ospitò i
Castrocicuriensi), nel 1556 “S. Giovanni Battista”, nel 1593 “via Osannale”,
nel 1601 vi era la casa appartenuta in seguito all’Arciprete Michele Rossi
(oggi via Cavour), la limitrofa Piazza (oggi “Vittorio Veneto”) e la Chiesa
di S. Domenico ecc.
Per avere un’idea visiva dello sviluppo urbano raggiunto dal Paese è
opportuno rifarsi all’affresco del 1709 (trovasi all’interno della Curia di
Matera).
I Feudatari che possedettero Pomarico furono numerosi: Guglielmo Braccio Di
Ferro, Roberto il Guiscardo, Rodolfo Maccabeo, Giovanni di Monforte,
Francesco del Balzo (nel 1450 fece costruire la Chiesa Madre, nel 1464 fece
scolpire la statua di S. Michele Arcangelo che oggi si trova sull’altare
maggiore). Dal 1507 al 1521 fu Signora di Pomanico Costanza d’Avalos, venne
qui nel 1514 e il mese di febbraio scrisse al Governatore che fosse concessa
la grazia a Giovanni Francesco (di anni 13, nipote del Capitanio di Pomarico
Antonio Calenda, se vi fosse la remissione. Il ragazzo aveva spinto un suo
coetaneo e questi era morto). Costanza era figlia di Inigo d’Avalos e
Antonietta d’Aquino; prima del 1529 Antonietta donò alla Chiesa di S.
Michele Arcangelo sessanta tomoli di terreno con l’obbligo della
celebrazione di messe per le famiglie d’Avalos, d’Aquino e di S. Tommaso
(suo consanguineo) recitando l’apposita orazione per questo Santo. Cesare
Miroballo fondò la pia istituzione del Monte dei Morti. Nel 1771 Pomarico fu
acquistato da Giuseppe Paolo Donnaperna che mori nello stesso anno. Gli
successe il primogenito Giulio Cesare il quale vendette il Palazzo ai
Massarotti nel 1836. Attingendo dal mio scritto “Dai protocolli dei Notai”
noto una discrepanza e leggo che nel 1775 “volendo il barone D. Filippo
Maria Donnaperna edificare un Palazzo su disegno del Regio Incignere D.
Giuseppe Fulchignoni” (affida a Mastro Nicola Mojana, scalpellino di Padula,
alcuni lavori in travertino; Notaio Glionna Donato, E 55).
Io credo che una importanza rilevante va data ai documenti conservati presso
l’Archivio Parrocchiale e che da adesso in poi costituiranno la fonte delle
notizie qui appresso annotate.
La consistenza del nostro Archivio è stata riportata nella “Rassegna storica
lucana”, dicembre 1985, pag. 67; non credo però che “la vecchia Chiesa
quattrocentesca già dal ‘500 aveva dato segni di cattiva efficienza statica”
(lo era il 1703, continuò ad essere usata fino al 1783).
Oltre a i normali libri prevedibili per una struttura
come la Chiesa vi sono i “protocolli” di alcuni Notai pomaricani e qualche
pergamena:
1473 - Stromento di donatione di una casa palatiata
vicino alla Torre del nostro Castello da Giacomo Zambotta nel Pontificato di
Sisto IV, essendo Arcivescovo Acheruntino e Materano Hennico, et duca d’Andria
e di Pomarico l’Ill.mo Francesco del Balzo
1507 — Vendita di tomola 10 di terre in contrada S. Angelo per D. 3,5 fatta
da Valeriano de Blundo a Domenico di Peruccio.
Qui mi limiterò a trascrivere poche notizie emblematiche
e soltanto per ciò che riguarda la Chiesa.
1519 — D. Pascarello di Pascarello viene nominato
Canonico della Candela nella Chiesa di Pomarico.
1520 — Il Vescovo di Matera, Palmieri, desidera delle pernici e dei “fasani”
e un “banilicchio” di olio perché quello di Matera è “forte ed amaro”.
1575 — Affitto del forno “dei benedettini” per D. 30.
1583 — Il Nobile Claudio Pio deve insegnare il canto fermo e quello figurato
(due volte al giorno) all’Arciprete, al Cantore e a tutti gli altri Clerici,
Preti e Secolari (Carlini 5 al mese per ciascuno).
1584 — Felice Mazziotta dona una vigna, un cavallo e due vacche al figlio
Giovanni Pietro per “essere promosso agli Ordini Sacri” (tale donazione
ritornava al proprietario se l’interessato non raggiungeva lo scopo che si
era prefisso e veniva detto “Sacro Patrimonio”).
1601 — Il Clerico Giovanni Francesco Russo chiede al pittore Pietrantonio
Ferro di dipingere la concezione: un Dio Padre sopra, ai piedi S. Antonio di
Padova col giglio a man sinistra, S. Francesco d’Assisi a mezza coscia con
un crocifisso in mano. Vi devono essere anche i misteri al n. di venti col
suo Angelo.
1602— Il Clerico Pietrantonio Donati viene nominato Cantore e chiede per
grazia” di essere aggregato al Capitolo, di godere della “partecipazione et
voce” (gli viene concesso come cosa “speciale”).
1630— Il Rev. Francesco Bongiovanni, Sagrestano, “non tiene pensiero a far
fare l’Acqua Santa nel dì medesimo di S. Michele Arcangelo nostro Tutelare”
(viene privato della Sagrestia e sostituito con D. Francesco Flores).
1684 — Il giorno di S. Domenico si distribuiscono tomola 1 di pane ai
poveri, nella omonima Chiesa, finita la Messa cantata.
1710— Il 26 agosto muore a Pomarico Ill.mo D. Antonio Miroballo (Padrone di
Pomarico): ha 67 anni e viene sepolto in S. Francesco.
1727 — La mag.ca Giulia Valdevies è tormentata dal Demonio da ben 15 anni:
appena bacia la reliquia del Beato Andrea Conti ne viene liberata.
1733 — L’Arciprete Saverio Giordano annota nel suo diario che: "Il 19 giugno
nacquero due figliuoli maschi uniti fra di loro, benché morti, e circa le
loro membra, avevan due teste, quattro braccia, quattro piedi, solo nel
ventre eran uniti in modo tale, che uno non si poteva separare dall’altro".
1781 — Domenico Maria Morano chiede di poter esigere la decima (si riunivano
in Piazza, si accendeva la candela e si gridava: “Chi vuole prendere in
affitto la X.ma della bombace di questo Rev Capitolo venga che si è accesa
la 2a candela, ducati 12 è stata offerta, chi vuol mettere di più”. Si
dovevano accendere 3 candele).
1802 — Vi è la “Congregazione di Carità”, la “Cassa di Prestanze Agrarie” e
il Monte dei Manitaggi”.
1806 — Il Rev. Francesco Pacilio (Vicario Foraneo) invita i Sacerdoti, i
Diaconi, i Clerici, i PP Riformati (Laici, Professi e Novizi) a prestare
giuramento a Giuseppe Napoleone nella Chiesa Madre di S. Michele Arcangelo:
“Giuro fedeltà ed ubbidienza al Sovrano”. Per coloro che erano ammalati il
giuramento avveniva nelle loro case.
Sempre attingendo dai documenti esistenti nell’Archivio apprendiamo che
Domenica Luca è figlia di Jorgi (albanese), il 6.2.1562 viene battezzato il
primo Michele Angelo (di cognome “Palazzo”). Tra i nomi maschili ricorrono
anche quelli di Frabizio, Caio, Pietruzzo, Romano Cesare; tra quelli
femminili Lucia Lucente, Altadonna, Rosa Contesa, Cecca Pasqua, Sabella,
Altavilla, Chiruzza, Manoletta Cecca, Aducata Nassolia.
Il 1757 è un anno davvero funesto: muoiono ben 368 persone (la media è di
80) tra le quali anche 12 tra Sacerdoti, Sorelle e Conventuali. La nascita
di gemelli è abbastanza frequente a partire dal 1562.
P. Varuolo