RIVELLO
STEMMA
"Leone
coronato gradiente su tre monti, col motto: His armis utitur Rivellum.
Leone e corona oro, monti roccia, base prato, fondo celeste" (michele
lacava)
NOME
Si trova nel Medio Evo anche
rivallus per rivellus, rivulus (piccolo corso d'acqua)
(G. Racioppi).
PROFILO STORICO
"Rivello, in
provincia di Basilicata, compresa nella diocesi di Policastro. E’
nominata città da taluni, ma io non ne ho nessun monumento, anzi in
molte carte dell’archivio della Regia Camera sempre costantemente è
detta terra, come anche Ne' Regj Quinternioni. Se poi in questi ultimi
tempi ottenuto avesse tal grazia, confesso il vero d’ignorarlo del
tutto. Vedesi edificata in una collina, ove respirasi buon’aria, ed è
miglia 8 distante dal mare, e circa tre giornate da Matera. Alcuni la
vogliono edificata da' Velini, ed altri che fosse surta dalla città di
Blanda, il che certamente è un opinare a capriccio, e senza verun
fondamento, o cognizione antiquaria.
La sua popolazione
unita a quella dei due suoi casali denominati Bosco, e Sancostantino,
ascende a circa 3.660. Ne ritrovo la tassa del 1532 per fuochi 381, del
1545 di 448, del 1561 di 546, del 1595 di 651, del 1648 di 665, e del
1669 di 257, essendo ella certamente mancata per la peste del 1656.
Il territorio in
parte è atto alla semina del grano, e de' legumi, e parte addetto alla
piantagione delle viti, il cui prodotto riesce di buona qualità. Non vi
mancano luoghi per lo pascolo degli animali facendosene industria da
quei naturali, i quali vendono altrove l’avanzo delle loro derrate. Vi
si fa molta industria di maiali. Non è scarso il territorio anche di
acqua, passandovi il fiume detto Grande, che si scarica nel mare verso
Aieta, e sonovi delle ramiere, che portano del guadagno alla popolazione
istessa. I loro lavori di rame vendono per le Calabrie.
Questa terra fu
posseduta dalla famiglia Sanseverino. Nel 1500 Federico la donò ad
Antonio di Cardona. Nel 1537 passò alla famiglia d’Aragona per cagione
di matrimonio. Nel 1550 Ettore Pignatelli n’era in possesso. Nel 1576 fu
venduta a Girolamo de Palo. L’università proclamò al Regio demanio, e
l’ottenne il dì 18 dicembre dell’anno istesso 1576".
(lorenzo giustiniani-1797)
"...nome ed origine
comunemente si fa rimontare all’ellenica distrutta Velia, tuttoché
dissita. Non è men vero però, conforme il Sacco, che << nelle sue
campagne si son trovate molte medaglie e statuette di bronzo, e nei
luoghi d’attorno si veggono ancora vestigi d’antiche fabbriche
laterizie, e di un diruto circo >>, che potrebbe piuttosto appartenere
alla latina Cesariana o Cesernia. E’ riportata nel Catalogo dei Baroni
Normanni. A tempi Angioini era Contea ed un suo feudatario, Arrico di
Casa Santasofia, quantunque vecchio, parteggiò per Corradino. Nel 1283
trovasi in potere di Giovanni de Iamvilla, detto pur de Alverniaco ed
altresì de Rivello; ma poscia a non lungo andare tornò nelle mani della
Casa suddetta, ed in seguito in quelle della famiglia Sanseverino. Sullo
scorcio del sec. XV per le divergenze politiche devoluta al Regio Fisco
fu nel 1500 da Re Federico donata alla Casa de Cardona, da cui passò nel
1537 a cagion di matrimonio alla famiglia d'Aragona. Nella metà del
sec. XVI si possedeva dai Pignatelli, ed intorno a cinque lustri dappoi
essendo venduta ad un Girolamo de Palo, l’Università, proclamò al R.
Demanio e l’ottenne con privilegio del 18 Dicembre 1576; ma il titolo di
Marchese rimase acquisito a Casa Brancaccio.
Circoscr. Civ. ed
Eccl. –
Al presente fa parte del Mandamento e Circondario di Lagonegro e Diocesi
di Policastro con una popolazione di 4110 abitanti; ha due Chiese
Parrocchiali (una delle quali fino al 1581 si ebbe rito greco) con due
confraternite e due Monti Frumentari, poi opere pie riunite per la
beneficenza, prestiti e risparmi; ed aveva pure un Convento di Minori
Osservanti con 13 padri e 7 laici.
Cose Notevoli
– Vi fu e v’ha tuttavia l’industria delle ramiere, e le caldaie e gli
altri utensili di rame son dagli stessi paesani portati in giro
dappertutto per la vendita, specie in Calabria.
Uomini Illustri.
– Il M. Domenicano Ant. da Rivello, Vescovo di Melfi".
(giuseppe gattini-1910).
SITUAZIONE
ATTUALE
"Dopo alcuni secoli
di floridezza artigiana, culminata nel XVIII secolo e legata
all'attività di ramai, orafi ed orologiai, che percorsero le vie
d'Europa e delle Americhe (e i cui eredi tuttora operano sparsi in tutti
i luoghi dell'emigrazione lucana), nel '900 Rívello conosce un lento, ma
continuo declino del suo ruolo economico. L'attuale situazione
socio-conomica vede attività agricole e zootecniche residuali,
prevalentemente di integrazione al reddito, pochi esercizi attivi nel
settore commerciale e turistico di modeste dimensioni, un piccolo
settore edilizio ed una disgregazione della popolazione, dispersa sul
territorio, con una crisi di centralità dei paese, centro storico che
pure esercita un notevole fascino su chiunque lo scopra; crisi
drammatizzata dal sisma del 9 settembre '98. Vi è poi un ridotto strato
impiegatizio che opera nella scuola o nel Comune o gravita sui centri
maggiori vicini (strutture ospedaliere, uffici circondariali, ecc.).
Tuttavia idee e
prospettive non mancano: puntando sulla imminente ricostruzione e su un
nuovo piano regolatore, Rívello spera di inserirsi con ottime carte da
giocare (il centro storico, le emergenze artistico-monumentali, le
bellezze naturalistiche) nello sviluppo turistico cui quest'area della
Basilicata è fortemente vocata. L'altra gamba di un'ipotesi di sviluppo,
oltre al tentativo di recuperare una dimensione moderna dell'antica
tradizione artigiana, è rappresentata dalla valorizzazione delle risorse
ambientali in campo agro-silvo-pastorale puntando sulla qualità, in
particolare di alcuni prodotti tipici, come la ormai rinomata, ma quasi
introvabile "soperzata" di Rivello".
(Ricerche storiche,
monumentali ed antropologiche di Vincenzo
Falasca,
Presidente I.R.S.A.B.
<Istituto Ricerche Storiche Archeologiche Basilicata> sede: 85050
Grumento Nova (Potenza), via Maiorino 117/bis.
Copyright riservato. E-mail: [email protected]
Frazioni : San Costantino - Rotale
Da vedere :
Convento di S. Antonio con chiostro ( XVI sec. )
Chiesa Madre di S. Nicola con cripta
Chiesa di S. Maria del Poggio
Cappella S. Barbara con affreschi di epoca bizantina
Cappella di S. Maria del Popolo ( XI sec. )
Il Museo