RUOTI
STEMMA
“D’azzurro ad una ruota d’oro” (GIUSEPPE GATTINI)
NOME
“Il toponimo è attestato in Rationes Decimarum APULIA-LUCANIA (Potenza)
anno 1324 <pro beneficio Roti> n° 2183, <Archipresbiter et clerici Roti>
n° 2197, Racioppi 1876,475 aveva accostato il nome ad una voce rothus,
che ricorre in documenti medievali, con riferimento a “terreno aperto
all’aratro o maggesato”. Ma è una ipotesi da sostituire con quella di
Sabatini, 1963,209, che deriva il toponimo dal personale germanico
(longobardo) Roto (Forstermann 1900, 886) già documentato nell’anno 715
a Siena”.
PROFILO STORICO
<Non ha antica storia, poi scrive il Lacava, ma nel suo agro trovansi
rovine d’antichi paghi>. Nello scorcio del sec. XIV era in potere della
Casa Sanseverino, dalla quale la tenne prima la famiglia Corsaro di
Melfi, indi quella dei Messanelli per le doti di Masella della Salandra
impalmata da Giacomo. A lui seguì il figlio Ruggiero (1471), ed a questi
l’unica figliuola Masella (1481) che sposò Antonello Gattola, onde la
terra passò nelle costui mani, e poi in quelle dei Ferrillo Conti di
Muro. Senonchè nell’inizio del secolo seguente era dessa addivenuta un
feudo disabitato, per cui l’utile padrone di essa per ripopolarla videsi
costretto nel 1511 ad introdurvi una colonia di Albanesi Schiavoni.
Perveniva in seguito agli Orsini di Gravina, agli Scaglioni, ai
Caracciolo ed in fine ai Capeci-Minutolo, che il 17 Nov. 1625 ne
ottennero il titolo di Principe.
Circoscr. Civ. ed Eccl. – Ora è comune di 2963 abitanti, fa parte del
Mandamento di Avigliano e del Circondario e Diocesi di Potenza, ed ha
Chiesa Parrocchiale con la cura di un Parroco, due confraternite laicali
e due Monti Frumentari del Sacramento e di S. Antonio, poi opere pie
riunite”. (GIUSEPPE GATTINI-1910)
“Citata in vari documenti rnedievali, ha origini ben più antiche, come
testimoniato dai numerosi reperti archeologici rinvenuti nella zona e
risalenti a epoca preromana e soprattutto romana. Il toponimo da alcuni
studiosi viene riportato al latino rothus, inteso nel senso di 'terreno
aperto dall'aratro o maggesato', e da altri al nome di persona 'Roto',
di origini longobarde. la sua storia ha seguito quella dei territori
circostanti, assoggettati nel corso dei secoli a più dominazioni e
passati da un feudatario all'altro: possedimento dei Sanseverino verso
la fine del Trecento, fu poi assegnata ai Corsaro di Melfi, cui
subentrarono i Messanelli, i Gattola e i Ferrilio, conti di Muro. Tra il
XV e il XVI secolo accolse una colonia di profughi albanesi, divenendo
poi proprietà degli Orsini di Gravina e dei Capeci-Minutolo, che nella
prima metà del Seicento assunsero il titolo di principe. Dopo
l'abolizione dei feudi, sancita dalle leggi napoleoniche, e la fine dei
dominio borbonico, fu annessa al Regno d'Italia, seguendo le successive
vicende regionali. Tra le testimonianze storico-architettoniche, oltre
alle tracce di mura preromane e di un edificio sacro risalente al IV-III
secolo a.C., figurano la chiesa parrocchiale di San Nicola, ricostruita
agli inizi dell'Ottocento, e una villa romana, in località San
Giovanni”. (PAOLO SPARACI-1998)
CARATTERISTICHE TERRITORIALI E SOCIO-ECONOMICHE
Centro di montagna, di antiche origini, con un'economia basata
soprattutto sull'agricoltura anche se non mancano alcune modeste
attività industriali. I Ruotesi sono distribuiti tra il capoluogo
comunale, che fa registrare la maggiore concentrazione demografica,
numerosissime case sparse e le località Acqua Bianca, Avriola, Bosco
Grande, Caivano, Cesine, Croce, Faggeta, lncasciaturo, Marana, Matinella,
Micele, Porcile, Quartolani, San Giovanni, Serra di Pepe, Taverna Foi,
Toppo di Scioscio, Valle dell'Olmo e Valle in Casa. Il territorio
disegna un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche
molto accentuate, e offre un panorama alto-collinare di indiscutibile
fascino, con estesi pascoli e vigneti, varie sorgenti e rilievi ricchi
di boschi, tra cui un'abetina, con esemplari di abete bianco (biotopo
censito dalla SBI).
Si estende nella parte centro-occidentale della provincia, tra Potenza,
Avigliano, Bella, Baragiano e Picerno. Da questa sua posizione trae
evidenti vantaggi: situata a 23 krn dal casello di Potenza sul raccordo
per l'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, è facilmente raggiungibile
con la strada statale n. 7 Via Appia, che ne attraversa il territorio.
Fa parte della Comunità montana 'Marmo-Platano'. la popolazione si
rivolge prevalentemente a Potenza per il lavoro, il commercio, i servizi
e le strutture burocratico-amministrative non disponibili sul posto.
Nell'economia locale l'agricoltura, pur registrandosi un sensibile calo
degli addetti conserva un ruolo importante: si coltivano ecereali (in
particolare frumento) foraggi, ortaggi, oliveti, frutteti e vigneti, dai
quali si ricava il vino Asprino; diffuso è l'allevamento di ovini e
avicoli, seguito da quello di bovini, suini e caprini. L’industria è
rappresentata da alcune aziende che operano nei comparti alimentare (in
particolare il lattiero-caseario), edile, dell'abbigliamento e dei
materiali da costruzione.
Sebbene registri un significativo movimento di turisti, attratti
soprattutto dalle bellezze dell'ambiente naturale e ai quali offre la
possibilità di gustare i semplici ma genuini piatti della cucina locale,
è poco frequentata per lavoro, in quanto né l'agricoltura né tanto meno
l'industria o il terziario hanno raggiunto livelli tali da consentire un
maggiore assorbimento di manodopera.
Il Patrono, San Rocco, si festeggia il 16 agosto; il Santo viene
ricordato anche la prima domenica di settembre.
Ricerche storiche, monumentali ed antropologiche di Vincenzo Falasca
Presidente I.R.S.A.B. <Istituto Ricerche Storiche Archeologiche Basilicata>
sede: 85050 Grumento Nova (Potenza), via Maiorino 117/bis.
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