Senise - LUCANIA / BASILICATA - (VISITA LA LUCANIA)

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Senise

           
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SENISE - 3 - LARGO S. BIAGIO cartolina anni 60
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SENISE - 4 - CORSO VITTORIO EMANUELE anni 60
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SENISE - 5 - CORSO VITTORIO EMANUELE anni 30
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SENISE - 1 - RIONE S. PIETRO anni 60
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SENISE - 2 - LARGO S. BIAGIO anni 50
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SENISE - 2a - PIAZZA AMENDOLA (p) anni 20
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SENISE - 2 - PIAZZA AMENDOLA anni 20
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SENISE - EDIFICIO SCOLASTICO anni 60
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SENISE - 1 - PIAZZA AMENDOLA anni 20
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SENISE - 1 - LARGO S. BIAGIO anni 60
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SENISE - 1 - COSTUME anni 2000
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SENISE - 3 - CORSO V. EMANUELE anni 50
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SENISE - CORSO GARIBALDI anni 40
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SENISE - 2 - PIAZZA V. EMANUELE anni 50
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SENISE - SALUTI DA anni 20
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SENISE - 1 - PIAZZA V. EMANUELE anni 50
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SENISE - 1 - VALLE DEL SERAPOTAMO anni 10
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H O M E
SENISE


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SENISE - CENNI STORICI

Incerte, numerose e spesso affidate a leggende sono le notizie sull’origine di Senise. Una di queste, vuole l’attuale abitato sviluppato, nei primi secoli del II millennio, intorno al Convento di San Francesco (ex Castello sul colle San Biagio che si prestava meglio ai criteri di difesa dell’epoca) nei cui pressi, assistiti dai frati, si sarebbero trasferiti i sopravvissuti alla peste del vecchio abitato, composto da circa 10.000 abitanti. Tale abitato era ubicato nell’attuale Contrada Visciglio, in destra Serrapotamo ed alla confluenza di questi nel fiume Sinni, ove alcuni suppongono che vi fosse l’antica città greca “Siris”. Di certo la sua fondazione risale al Primo Impero come dimostrano i resti di una villa romana emersi, durante alcuni lavori di scavo in località San Filippo. Inoltre, nel 1916, in contrada Salsa, sono state scoperte tombe contenenti Oro d’età Barbarica conservate presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Noti come “Ori di Senise” dimostrano la presenza Longobarda, mentre successivamente la città fu invasa da Goti, Ostrogoti e Saraceni. Senise fu anche sede Vescovile e luogo di culto e di monasteri di Filippini, Cappuccini, Francescani e Domenicani. Del primo non rimane che il nome alla Contrada; ancora intatto nella struttura originaria e nel chiostro è il Convento dei Cappuccini; aperta al culto è la Chiesa di San Francesco; esistono testimonianze storiche d’esistenza dell’Ordine dei Domenicani. Da segnalare, inoltre, che nel 1860, trecento volontari senisesi al comando di Aquilante Persiani, si unirono a Garibaldi nei pressi di Lagonegro, dando il proprio contributo di valore e di sangue alla unificazione dell’Italia nelle battaglie svoltesi in terra campana. Diverse le interpretazioni sull’origine del nome. Alcuni storici sostengono che il nome, derivando da Sentia (poi Sensia, Senisia) significasse “luogo di spine”; altri dal fiume Siris, detto anche Sinis. Risale al periodo Normanno l’attuale fondazione del centro abitato. Fu allora costruito un primitivo Castello, dipendente dalla contea di Chiaromonte, parte di un complesso sistema difensivo. Dopo l’edificazione, alla fine del XIII sec., del Convento di San Francesco ed il trasferimento del Castello in posizione più elevata, il tessuto urbano occupò l’intera collina formando un triangolo, definito a valle dal torrente Serrapontamo ed ai lati da due profondi valloni, vere e proprie difese naturali. All’interno del triangolo, successivamente chiuso da cinta muraria, dominato dal Castello, dal Convento e dalle Chiese le abitazioni sorgeranno assecondando la morfologia del suolo. Dalla metà del 1500 alla fine del 1800 l’impianto urbanistico di Senise rimarrà pressoché inalterato con una crescita dovuta essenzialmente da sestituzioni edili o da accorpamenti di più edifici. A partire dal XVIII sec. si realizzarono i pa1izzi Nobilizari - Signorili della borghesia agraria e per tutto il XIX sec, e parte del XX l’immagine urbana risulterà caratterizzata da un consistente numero di edifici signorili contornati da un’edilizia minore. Anche nel territorio agricolo, accanto ad un certo numero di masserie, si ritrova un’edilizia povera costituita da edifici ad un piano realizzati con blocchi d’argilla e paglia (ciùciul’) e con copertura a “n’cannizzata” (ordito di canne) a sostegno delle “chianch” (coppi di. argilla cotti nelle fornaci). Oggi la Città vanta una delle Zone Industriali tra le più sviluppate della Basilicata, ed e conosciuta in tutto il mondo per il “Peperone di Senise” da qualche anno con il Marchio IGP.


 

DA VISITARE
Tra le costruzioni monumentali sono da visitare:


- Chiesa di San Francesco (1207), aperta al culto, conserva importanti testimonianze storico-culturali quali: il Portale gotico, un pregevole polittico di Simone da Firenze, datato 1523, un coro ligneo, attribuito ad artigiani del luogo e pertanto unico, un Crocifisso ligneo, un pulpito ligneo, tele, affreschi e statue databili fra il XIII e XIV secolo.


- Campanile della Chiesa Madre, crollato circa un secolo fa in seguito ad eventi atmosferici particolarmente devastanti, fu ricostruito in tutta la sua bellezza da muratori senisesi;


- Chiesa dei Cappuccini, posta a poca distanza dal centro abitato, rappresenta allo stato attuale un interessante esempio della tipologia edilizia dell’Ordine dei Cappuccini;


- Municipio, chiostro della chiesa di San Francesco nei cui corridoi, a piano terra, è raffigurata in affreschi in notevole stato di degrado, tutta la vita di San Francesco d’Assisi. Nello stesso corridoio è presente un affresco di forma triangolare raffigurante la Resurrezione ed un altro affresco, raffigurante una inusuale Vergine Desnuda di Fra Simone da Sinisio;


- Torre Capalbo, anno 1600 in via Cavour;


- Palazzo Barletta, anno 1700 in via Chiesa;


- Palazzo Marcone, anno 1400 in Corso Umberto;


- Palazzo Donnaperna, anno 1200 in L.go Donnaperna;


- Palazzo Fortunato, anno 1400 in via Rinaldi.


A pochi chilometri dal centro abitato, sulla S.S. 653 Sinnica direzione Policoro, negli anni ‘70 è stata costruita la diga di “Monte Cotugno, la più grande d’Europa in terra battuta, con una superficie d’invaso di oltre 20 kmq. ed una capacità di 560 milioni di metri cubi d’acqua, utilizzata per uso potabile e per l’irrigazione di vaste aree lucane e pugliesi. Al variare del suo livello corrisponde una diversificazione del paesaggio: da un ambiente ricco di vegetazione, meta di colonie di uccelli migratori e sede di attività sportive tra le quali il canottaggio (gare a livello nazionale), si passa repentinamente ad uno quasi desertico. Non lontano dal paese, in località Missosero, vi è una sorgente, detta “La Salsa”, con acqua salata utilizzata anticamente per la panificazione. A poca distanza, sulla direttrice Jonica, si trova l’antica città greca di Lagaria (risalente al primo insediamento Greco del V sec. a.C.). Sugli stessi luoghi, pare si svolse una cruenta battaglia nell’800 d.C., fra l’esercito di Chiaromonte (Lucani), di cui facevano parte oltre trecento Senisesi ed i Saraceni che si concluse con la sconfitta e la conseguente cacciata di questi ultimi dalla zona.
 

 

ECONOMIA - GASTRONOMIA - MANIFESTAZIONI
Centro prevalentemente agricolo, con prevalenza nella frutticoltura ed orticoltura. Recentemente sono sorte attività manifatturiere e di ricerca, affermate anche in territorio internazionale. In particolare per la produzione del fungo cardoncello “PLEUROTUS ERINGIJ” e di altre specie micologiche pregiate. Famosa è la coltivazione in modo organizzato e moderno del Peperone che ha ottenuto dalla CEE nel 1996 il marchio I. G. P. (Indicazione Geografica Protetta). Il peperone dolce è fondamentale per la tradizione culinaria della regione Basilicata. Attrazione turistica è anche la buona tavola, accanto all'artigianato collegato all’economia contadina (lavorazione di salici, paglia e attrezzi in legno ed in metallo). Piatti tipici sono: finocchi e fagioli, lagane e porri, licurda (un piatto di cipolle fresche), peperoni crushk, piluiata (erba selvatica aromatica medicinale), fagioli con lo zift, rappasciola (tipico per la festa di S. Lucia), zinn’ con fagioli. Tra i dolci le zeppole, crispe, pastiere e fichi secchi ripieni. Importante è la produzione di formaggio pecorino, nonché di salsiccia e di vini locali di robusta gradazione. Altre moderne iniziative si sono insediate nell’area industriale dove sono presenti attività nel campo della chimica, nella produzione di pneumatici e di macchine operatrici per l’edilizia. Avanzato il moderno artigianato per la lavorazione del legno, dell’alluminio, del ferro, del marmo e della pietra. Feste: San Rocco (Patrono) - 14/15/16 agosto; Madonna di Viggiano -20 domenica di settembre; Santa Lucia con processione religiosa - 13 dicembre; San Giuseppe
- 19 marzo; Sant’Antonio - 13 giugno. Fiere:10 maggio - dei lavoratori; 10 settembre - di San Marco; 12 dicembre - di Santa Lucia. Mercato - il primo e il terzo venerdì del mese. Sagre: del peperone agosto. Balli Popolari: Si perpetua la tradizione di balli popolari durante la festa del Patrono: danze con “ciri” al suono di organetti.

 

    testo di: Terracina Francesco