Tricarico
Si riconosce da
lontano per la torre Normanna Tricarico, che solo in epoca longobarda iniziò
a svilupparsi sul sito attuale. In epoca anteriore, infatti, esisteva un
centro lucano molto più a est, presso il valico Tre Cancelli dove sono
infatti stati rinvenuti resti di mura risalenti al V-IV secolo a.C.; solo
con la distruzione ditale insediamento cominciò a delinearsi l'attuale
Tricarico, i cui rioni Rabatana e Saracena furono impiantati a seguito
dell'arrivo di saraceni a inizi IX secolo. Ripassata nelle mani di Bisanzio,
conobbe sotto i normanni una seconda espansione urbana verso la zona oggi
occupata dal convento di S. Chiara. Lo spazio intramuraneo tra i rioni e il
castello venne nel tempo colmato di residenze e di chiese; fuori della
cerchia difensiva, della quale si individuano molti tratti e restano alcune
porte (Monte, Fontana, Saracena e Rabatana con le relative torri),
comparvero solo nel tardo '400 edifici religiosi, dove si formarono
intellettuali che diedero lustro all'abitato. Dopo il terremoto del 1654 si
operò più che altro nella ristrutturazione e ricostruizione di edifici
pubblici e privati, contribuendo a tutelare l'impianto storico; opera di
salvaguardia continuata dall'attuale piano regolatore.Molto simpatica è la
festa che si tiene nell'ambito del Carnevale.
Torre Normanna
Risale al IX-X secolo la prima fortificazione, riedificata in epoca
normanno-sveva e restata in uso sino al '600, mentre il resto del castello
cui apparteneva venne trasformato in convento di S.Chiara; di forma
cilindrica e alta m 27, è coronata da caditole e si distribuisce
internamente su quattro piani. Contigui sono, sul lato ovest, una torretta
minore e tratti di spesse mura sotto le quali si stendono cantine ipogee.
Convento di S. Chiara
È la
trAsformazione del castello, operata nel 1337 in luogo di clausura per
fanciulle di alto lignaggio. Per questo e per le modifiche, riattazioni e
ampliamenti operati sino a inizi 800 è andato perso l'aspetto di struttura
fortificata. Alla chiesa del complesso religioso si accede dalla cappella
del Crocifisso, interamente affrescata da Pietro Antonio Ferro intorno al
1611. La chiesa ha un impianto del XII secolo ad aula unica, restaurata nel
1852; nel soffitto a cassettoni è incastonata una tela del XVI secolo
raffigurante l'Assunta; la tela sul primo altare sinistro è di scuola veneta
del XVI secolo, quella sul primo altare destro del ferro.
Chiesa Madre
L'impianto
romanico ha subito parecchi interventi sia in facciata, dove i cantrafforti
presso le navatelle laterali sono aggiunta del XVII secolo, sia
nell'interno, dove gli stucchi barocchi furono eseguiti nel 1777. Nella
prima cappella destra, Deposizione di Pietro Antonio Ferro; nella penultima
cappella, trittico dipinto su tavola attribuito al pittare ZT; nell'ultima
cappella, Trasporto al sepolcro del Ferro. Nel presiniterio, pannelli di
polittico di Antonio Stabile, dipinto murale del XVI secolo e tele del
Ferro.
Arco di Re Ladislao
Ingresso
alla parte più antica del paese e al rione Saracena, è in pietra e risale al
XVI secolo; lo ornano putti, grifi, mostri alati, i simboli degli
evangelisti e, in una nicchia in alto, la trecentesca scultura della Madonna
con Bambino.
Convento di S. Maria
del Carmine
Fuori del centro storico, tu intrapreso nel 1605;
il chiostro fu dipinto da Carlo e G.B. Ferro con scene bibliche, nelle
lunette con storie dell'ordine carmelitano e nei tondi con i santi
carmelitani. La chiesa, a una sola navata, ha un corredo pittorico eseguito
nel 1612 da Pietro Antonio Ferro: sulla parete destra, scene della vita
della Madonna; su quella sinistra, scene della vita di Cristo; nel
presbiterio, scene dal Nuovo Testamento, al centro l'Eterno Padre, i SS.
Francesco d'Assisi e Francesco da Paola, i profeti Elia ed Eliseo; in volta,
la Madonna assunta e le Virtù; sull'altare maggiore, Madonna del Carmine del
1613 e, sulla parete sinistra, Crocifissione e santi (1616).
Convento di S. Antonio di Padova
A metà strada tra il nucleo storico e la moderna espansione e oggi sede di
una casa di riposo fu voluto dai Sanseverino e ultimato nel 1491 grazie ai
fondi della comunità tricaricese, come è scritto sul portale d'ingresso; la
buona biblioteca di cui il complesso religioso era fornito divenne una
fucina di studi teologici. La chiesa ha pianta a due navate, in una delle
quali sono dipinti murali del XVI secolo.
S. Antonio Abate
L'essere costruita come luogo di sosta per i crociati diretti in Terra Santa
giustifica la sua posizione periferica. Risalente al 1123. ha un portale la
scultura policroma della Madonna dell'ulivo col Bambino, prima dedicataria
del luogo di culto.
Tricarico ha dato i natali al poeta
Rocco Scotellaro.
Repertorio artistico-turistico
- Vecchia torre di un castello di origine normanna, costruito da Roberto
il Guiscardo su un antico fortilizio longobardo.
- La “Rabatana” caratteristico borgo saraceno dei secoli XI-XII.
- Palazzi nobiliari cinquecenteschi e seicenteschi con facciata di
pregio, tra cui il Palazzo Aragusto con portale del ‘400, il palazzo ducale
dei Pignatelli di austera architettura, il palazzo Putignano, il palazzo
Caraffa, l’Episcopio ecc...
- Cattedrale romanica del secolo XI, con campanile duecentesco, che
conserva un trittico, raffigurante la Madonna in trono tra i santi, opera di
Girolamo Santacroce (Bergamo 1480-1556).
- Chiesa di san Francesco del secolo XIII con portale gotico che conserva
una tavola, raffigurante la Madonna col Bambino, opera di un pittore locale
del secolo XVI.
- Chiesa di Santa Chiara del secolo XIV con grandioso portale e campana
del 1500, conserva affreschi di Pietro Antonio Ferri del secolo XVII.
- Chiesa del Carmine del secolo XV e torre a campana del ‘400 conserva
affreschi di Pietro Antonio Ferri e dei suoi discepoli.
- Chiesa di Sant’Antonio del secolo XV con portale durazzesco ed
affreschi del pittore locale Giuseppe Sciarra e del frate Ilano di
Montalbano.