SANT'ARCANGELO
STEMMA
"S. Michele Arcangelo in atto
di scacciare il demonio che calpesta. S. Michele col consueto guerriero
abbigliamento, Demone convenzionali COLORI DA INCORNICIARE, campo
azzurro puro". (michele
lacava)
NOME
"Attestato in Catalogus
Baronum (aa. 1150.1168) <et in Sancto Archangelo> n° 72, il toponimo si
riferisce al culto di S. Michele, patrono del paese (TCI Ann.)"
(carla marcato, dizionario di
toponomastica, utet)
PROFILO STORICO
"Santarcangiolo, terra in
Basilicata, compresa nella diocesi di Anglona e Tursi. Da Tursi è
distante 12 miglia, e 35 da Matera. Vedesi edificata in una collina, ove
respirasi buon’aria. Nella più alta parte della medesima veggonsi gli
avanzi di un castello. Il suo territorio di una figura, e superficie
molto irregolare, è atto però alla semina, ed alla piantagione delle
virti, e degli olivi. Verso settentrione tiene il fiume Acri, e quindi
gli abitanti coltivano ogni sorta di ortaggi ritraendone del guadagno.
Vi si coltiva pur anche la bambagia, ma non in molta abbondanza. Le
frutta non vi riescono cattive, e specialmente i fichi molto buoni, che
poi seccano per vendergli altrove. Confina con Tursi, Colobrano,
Roccanova,e Senise.
I suoi naturali ascendono a
circa 3700. Nel 1532 furono tassati per fuochi 123, nel 1545 per 154,
nel 1561 per 188, nel 1595 per 350, nel 1648 per lo stesso numero, e nel
1669 per 241.
In questa terra vi è bastante
traffico. Vi si fanno tre piccole fiere, cioè nella nascita di Maria
Vergine, che dura tre giorni, l’altra nel giorno dell’Annunziata, e la
terza nella festività di S. Fortunato fissata nella prima domenica di
giugno.
Tra i suoi cittadini vi è
stata della coitura delle lettere, e taluni sonosi distinti per le loro
buone cognizioni, e a meritar delle cariche. Vantano tre Vescovi cioè
Francesco Fortunato Vescovo di Sansevero, poi traslatato in Nardò, Carlo
Francesco Giocoli vescovo della stessa città, e poi traslocato in
Capaccio, e il terzo Graziani vescovo di Bojano. Si dice padria di
Francesco Michini.
Si possiede dalla famiglia
Colonna, de' principi di Stigliano".
(lorenzo giustiniani-1797)
"L’arma ed il nome non han
bisogno di spiegazione: nulla meno giova ricordare che l’arcangelo S.
Michele era il protettore dei Longobardi, epperò a quell’epoca
agevolmente possa risalir l’origine. Il Lacava afferma poi, ed il
Racioppi nega, sia dessa una delle 12 città ripartite tra 12 Conti
Normanni nelle prime conquiste: ad ogni modo è certa cosa che a quel
tempo era terra di non poca importanza. Appare infatti dal Catalogo dei
Baroni recensiti pel militar servizio sotto Guglielmo il Buono, qual
feudo di 10 militi, dei quali 6 spettanti al dominio diretto, ch’era il
Conto Berteraimo di Andria (ch’avea pur Policoro, Colubraro ecc. in
Basilicata) e 4 ad altrettanti suffeudatarii, che con l’aumento ne
presentarono dappiù del doppio, oltre un gran numero di serventi giusta
il costume. Emerge in seguito dalla carte Angioine, e propriamente agli
ultimi anni di Carlo II, un atto di prepotenza di un certo feudatario di
Santarcangelo, di cui si tace il nome, che, pretendendo di suo diritto
la Chiesa e Badia di S. M. d’Orsoleo, mandò di forza a scassinarne le
porte ed asportarne il meglio che v’era; onde avutosene ricorso dal
Vescono d’Anglona, questi conseguì ordine reale a 12 Nov. 1305, perché
il Giustiziere di Basilicata avesse cura far restituire la Chiesa e gli
altri bene ingiustamente occupati. All’epoca Durazzesca era di Nicolò
Lamarra, da cui passava nel 1390 a Beatrice di Ponziaco, e poi a Carlo
Artus, che nel 1419 lo vendè a Pietro Barrile, la cui Casa a 27 Agosto
1626 ne otteneva il titolo di Principe; ma estinta questa negli Spinelli
perveniva qual semplice feudo alla famiglia Colonna dei Principi di
Stigliano. Per quel riguarda il titolo di Principe per contrario trovasi
passato fin dal 1853 nei Ricciardi, Duchi di Caivano, Marchesi di
Fuscaldo e Conti dei Camadoli.
Circoscr. Civ. ed Eccl. –
E’ or sede di Mandamento con 4703 abitanti del Circondario di Lagonegro
e Diocesi d’Anglona e Trusi: ha Chiesa Parrocchiale sotto il titolo di
S. Nicola di Bari, e la cura d’un Arciprete con altre 4 cappelle e 5
confraternite, poi opere pie riunite per la beneficenza ed istituto di
prestanza. Avev’anche un Convento di Riformati con 4 padri e 3 laici,
oltre i Minori Osservanti in numero di 12 padri e 12 laici, allocati nel
Monistero suddetto d’Orsoleo.
Uomini Illustri.
– Diede i natali a tre Vescovi, Fortunato, Giocoli e Graziani, ed al
rinomato medico Michini". (giuseppe
gattini-1910).
(Ricerche storiche, monumentali
ed antropologiche di
Vincenzo Falasca,
Presidente I.R.S.A.B. <Istituto Ricerche Storiche Archeologiche
Basilicata> sede: 85050 Grumento Nova (Potenza), via Maiorino 117/bis.
Copyright riservato. E-mail: [email protected]
Repertorio
artistico-turistico
Chiesa della Riforma e di San Rocco con un polittico del secolo XVIII,
raffigurante Madonna e Santi, con una pala d’altare ritenuta una delle
più pregevoli opere del tardo seicento in Basilicata, con notevoli
altari lignei e dipinti dei secoli XVII e XVIII, con un crocifisso.
settecentesco, un pulpito pure del ‘700 e perfino con quadri
cinquecenteschi.
Chiesa del convento con dipinti di gusto popolare dei secoli XVI e XVII,
di autori ignoti.
Chiesa di San Nicola di Bari con un fonte battesimale del ‘400 ed
affreschi di Francesco Lanza del secolo XVIII.