Sant'Arcangelo - LUCANIA / BASILICATA - (VISITA LA LUCANIA)

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Sant'Arcangelo

           
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Banda musicale di S.Arcangelo 1923 circa
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H O M E
SANT'ARCANGELO


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Paesi limitrofi: Aliano - Alianello - Colobraro - Roccanova - Senise - Stigliano - Tursi







SANT'ARCANGELO
 

STEMMA

"S. Michele Arcangelo in atto di scacciare il demonio che calpesta. S. Michele col consueto guerriero abbigliamento, Demone convenzionali COLORI DA INCORNICIARE, campo azzurro puro".  (michele lacava)

 

NOME

"Attestato in Catalogus Baronum (aa. 1150.1168) <et in Sancto Archangelo> n° 72, il toponimo si riferisce al culto di S. Michele, patrono del paese (TCI Ann.)" (carla marcato, dizionario di toponomastica, utet)

 

PROFILO STORICO

"Santarcangiolo, terra in Basilicata, compresa nella diocesi di Anglona e Tursi. Da Tursi è distante 12 miglia, e 35 da Matera. Vedesi edificata in una collina, ove respirasi buon’aria. Nella più alta parte della medesima veggonsi gli avanzi di un castello. Il suo territorio di una figura, e superficie molto irregolare, è atto però alla semina, ed alla piantagione delle virti, e degli olivi. Verso settentrione tiene il fiume Acri, e quindi gli abitanti coltivano ogni sorta di ortaggi ritraendone del guadagno.  Vi si coltiva pur anche la bambagia, ma non in molta abbondanza. Le frutta non vi riescono cattive, e specialmente i fichi molto buoni, che poi seccano per vendergli altrove. Confina con Tursi, Colobrano, Roccanova,e Senise. 

I suoi naturali ascendono a circa 3700. Nel 1532 furono tassati per fuochi 123, nel 1545 per 154, nel 1561 per 188, nel 1595 per 350, nel 1648 per lo stesso numero, e nel 1669 per 241.

In questa terra vi è bastante traffico. Vi si fanno tre piccole fiere, cioè nella nascita di Maria Vergine, che dura tre giorni, l’altra nel giorno dell’Annunziata, e la terza nella festività di S. Fortunato fissata nella prima domenica di giugno.

Tra i suoi cittadini vi è stata della coitura delle lettere, e taluni sonosi distinti per le loro buone cognizioni, e a meritar delle cariche. Vantano tre Vescovi cioè Francesco Fortunato Vescovo di Sansevero, poi traslatato in Nardò, Carlo Francesco Giocoli vescovo della stessa città, e poi traslocato in Capaccio, e il terzo Graziani vescovo di Bojano. Si dice padria di Francesco Michini.

Si possiede dalla famiglia Colonna, de' principi di Stigliano". (lorenzo giustiniani-1797)

 

"L’arma ed il nome non han bisogno di spiegazione: nulla meno giova ricordare che l’arcangelo S. Michele era il protettore dei Longobardi, epperò a quell’epoca agevolmente possa risalir l’origine. Il Lacava afferma poi, ed il Racioppi nega, sia dessa una delle 12 città ripartite tra 12 Conti Normanni nelle prime conquiste: ad ogni modo è certa cosa che a quel tempo era terra di non poca importanza. Appare infatti dal Catalogo dei Baroni recensiti pel militar servizio sotto Guglielmo il Buono, qual feudo di 10 militi, dei quali 6 spettanti al dominio diretto, ch’era il Conto Berteraimo di Andria (ch’avea pur Policoro, Colubraro ecc. in Basilicata) e 4 ad altrettanti suffeudatarii, che con l’aumento ne presentarono dappiù del doppio, oltre un gran numero di serventi giusta il costume. Emerge in seguito dalla carte Angioine, e propriamente agli ultimi anni di Carlo II, un atto di prepotenza di un certo feudatario di Santarcangelo, di cui si tace il nome, che, pretendendo di suo diritto la Chiesa e Badia di S. M. d’Orsoleo, mandò di forza a scassinarne le porte ed asportarne il meglio che v’era; onde avutosene ricorso dal Vescono d’Anglona, questi conseguì ordine reale a 12 Nov. 1305, perché il Giustiziere di Basilicata avesse cura far restituire la Chiesa e gli altri bene ingiustamente occupati.  All’epoca Durazzesca era di Nicolò Lamarra, da cui passava nel 1390 a Beatrice di Ponziaco, e poi a Carlo Artus, che nel 1419 lo vendè a Pietro Barrile, la cui Casa a 27 Agosto 1626 ne otteneva il titolo di Principe; ma estinta questa negli Spinelli perveniva qual semplice feudo alla famiglia Colonna dei Principi di Stigliano. Per quel riguarda il titolo di Principe per contrario trovasi passato fin dal 1853 nei Ricciardi, Duchi di Caivano, Marchesi di Fuscaldo e Conti dei Camadoli.

Circoscr. Civ. ed Eccl. – E’ or sede di Mandamento con 4703 abitanti del Circondario di Lagonegro e Diocesi d’Anglona e Trusi: ha Chiesa Parrocchiale sotto il titolo di S. Nicola di Bari, e la cura d’un Arciprete con altre 4 cappelle e 5 confraternite, poi opere pie riunite per la beneficenza ed istituto di prestanza.  Avev’anche un Convento di Riformati con 4 padri e 3 laici, oltre i Minori Osservanti in numero di 12 padri e 12 laici, allocati nel Monistero suddetto d’Orsoleo.

Uomini Illustri. – Diede i natali a tre Vescovi, Fortunato, Giocoli e Graziani, ed al rinomato medico Michini". (giuseppe  gattini-1910).

 

(Ricerche storiche, monumentali ed antropologiche di Vincenzo Falasca, Presidente I.R.S.A.B. <Istituto Ricerche Storiche Archeologiche Basilicata> sede: 85050 Grumento Nova (Potenza), via Maiorino 117/bis. Copyright riservato.  E-mail: [email protected]

 

 

 

Repertorio artistico-turistico

Chiesa della Riforma e di San Rocco con un polittico del secolo XVIII, raffigurante Madonna e Santi, con una pala d’altare ritenuta una delle più pregevoli opere del tardo seicento in Basilicata, con notevoli altari lignei e dipinti dei secoli XVII e XVIII, con un crocifisso. settecentesco, un pulpito pure del ‘700 e perfino con quadri cinquecenteschi.

Chiesa del convento con dipinti di gusto popolare dei secoli XVI e XVII, di autori ignoti.

Chiesa di San Nicola di Bari con un fonte battesimale del ‘400 ed affreschi di Francesco Lanza del secolo XVIII.