Sulle pendici del Monte Alpi si erge un borgo antico
che deve il suo nome al santo patrono e alla sua origine
come fortezza bizantina nel IX secolo.
Castronuovo di Sant'Andrea è un luogo pieno di storia e di fascino
che custodisce le testimonianze del suo passato millenario
tra le mura, le torri e i portali in pietra.
Qui si gode di una vista spettacolare sulla valle del Sinni
tra i vigneti, gli uliveti e i frutteti che colorano il paesaggio
e che producono sapori genuini e prelibati.
CASTRONUOVO DI S.
ANDREA
E' una comunità dell'alta collina lucana, nel triangolo
verde della valle del Sinni (Chiaromonte, Senise, Roccanova).
Abbarbicato sullo schienale della Manca, il paese pare
generato dalla roccia che lo sostiene. Il suo stesso nome denuncia origini
latine e il verde, tutt'intorno, mentre tramanda le caratteristiche della
Lucania antica, attenua e nasconde frane e crepacci, segni della
sofferenza e della pazienza meridionale.
Castronuovo Sant'Andrea ha origini antiche ma piuttosto
leggendarie; il nome, secondo alcuni, sarebbe derivato da Castra Nova, gli
accampamenti dell'esercito del pretore Marco Licinio Crasso, che
fronteggiava i rivoltosi di Spartaco, prima che questi morisse sulle rive
del Bradano nel 71 a.C.
L'ipotesi è controversa, ma certamente il nome richiama un castrum,
succeduto ad un accampamento preesistente situato nello stesso luogo o nei
pressi.
I documenti medioevali attestano l'esistenza di un fortilizio denominato
Kastron Nobon (1059), Castrum Novum (Calendario Angioino "1276 -
1277").
Attorno al castello, edificato per resistere ai Barbari, gradualmente
nacque un borgo, cinto da mura solo ad occidente poiché gli altri lati
erano naturalmente protetti da ripide pareti rupestri.
Nel X - IX secolo giunsero, provenienti da Mercurium, i monaci basiliani
che crearono l'unità spirituale e religiosa delle popolazioni del
territorio e costituirono una nuova Eparchia monastica nella valle del
Sinni, quella di Latiniano, che comprendeva l'intera area circostante
Castronuovo con gli abitanti limitrofi di Carbone, Teana e Armento. Ha
assunto l'attuale denominazione di "Sant'Andrea" nel 1863 per
aver dato i natali a Sant'Andrea Avellino, nel 1521, al secolo col nome
Lancillotto.
Enzo Appella
CASTRONUOVO DI SANT’ANDREA
STEMMA
"Castello con tre torri. Castello
e torri color mattone, base terra, campo cielo"
(michele lacava)
NOME
"In una carta greca del 1125 è
già detto come oggi Castrou-nobou".(Giacomo
Racioppi); "Castrum novum in un altro del 1310"
(Luigi ranieri)
PROFILO STORICO
"Castronuovo, terra in provincia
di Basilicata nella diocesi di Anglona, e Tursi; vedesi edificata in un
falso piano rialzato tra due torrenti, e trovasi distante da Matera miglia
40 e 2 da Roccanova. Il di lei territorio confina da settentrione col
tenimento di Sanmartino, da occidente con quello di S. Quirico, e Culvera,
ed a mezzogiorno col feudo di Battifarani. Non è molto fertile, e vi si fa
del lino, ma di mediocre qualità. Non vi manca caccia di quadrupedi, e di
volatili, e vi si veggono pure i rettili velenosi. Inoggi gli abitanti
ascendono a circa 2.220 ed hanno un monte frumentario. Nella numerazione del
1532 quella popolazione fu tassata per fuochi 109, nel 1545 per 159, nel
1561 per 195, nel 1595 per 250, nel 1648 per 126, e nel 1669 per 51.
Si possiede dalla Certosa del
Vallo di Chiaromonte, coll’intera giurisdizione; il di lei Priore protempore
s’intitola barone di essa terra". (lorenzo
giustiniani-1797)
"Etim. e St. – Il nome e l’arma
non han bisogno di spiegazione. In una carta greca del 1125 va parimenti
nomata Castrou-nobou, e l’odierno appellativo di S. Andrea vale a
distinguerlo dall’omonimo dell’Abruzzo Aquilano, nonché a rendere onore ad
un suo paesano. Dalle carte Angioine poi appare essere stata università;
indi divenne feudo della Certosa di S. Nicolò del Vallo di Chiaromonte, il
cui Priore pro-tempore se ne intitolava Barone, ed al presente la famiglia
Messanelli ne ha il titolo di Duca.
Circoscr.Civ. ed Eccl.
– Ora è Comune di 2180 abitanti del Mandamento di S. Arcangelo, Circondario
di Lagonegro e Diocesi d’Anglona e Tursi; ha Chiesa Parrocchiale con un
Arciprede curato, e due Monti Frumentari poi ridotti ad uno, indi anche
questo soppresso.
Uomini Illustri.
– Fu patria di San Andrea Avellino, Teatino; del P.M. Dom. fr. Antonino
Pepi, metafisico, e del letterato Alessandro Giura".
(giuseppe gattini-1910)
SITUAZIONE ATTUALE
"Il Comune è situato a 650 mt.
sul livello del mare, a sud di Potenza, capoluogo della Regione. Le sue
origini sono antiche e forse leggendarie. In una carta greca del 1125 il
centro è nominato "Castra nova", forse dagli accampamenti dell'esercito di
Publio Licinio Crasso che fronteggiava i rivoltosi di Spartaco. Nel 1863
assunse l'attuale denominazione per aver dato nel 1521 i natali a S. Andrea
Avellino. L'abitato, arroccato sui tornanti della S. P. 42, che collega il
paese con la SS 104 e la Sinnica, è circondato da colline, fra cui la "Sella
del Titolo", denominata da Matilde Serao "Grotta verde". Molto interessanti,
per la fitta vegetazione naturale, sono i boschi di Vaccuta e di Magrizzi.
Al turista si consiglia di visitare: la Chiesa Madre (1750-1800), la
Cappella di S. Maria delle Grazie (1600 circa), la Cappella di S. Andrea
(1500) casa natale del Santo, l'ex Palazzo Speziale, la Piazza della civiltà
contadina (opera di Maccari e Consagra) e la Cappella di S. Filippo con
facciata barocca. Si possono effettuare sul territorio interessanti
escursioni a "Fosso dello strittulo" ove c'è una grotta con stalattiti, alla
fontana "Pellegrina" e allo chalet di Sella del Titolo".
(Ricerche storiche, monumentali ed antropologiche di
Vincenzo Falasca,
Presidente I.R.S.A.B. <Istituto Ricerche Storiche Archeologiche Basilicata>
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