CENNI STORICI
Francavilla sul Sinni sorse nel XV sec. sul territorio della Certosa di
San Nicola appartenuto al Principe Severino di Chiaromonte. Nel 1420 la
moglie, la Principessa Giovanna, si rivolse con preghiera a San Nicola per
la guarigione del figlio, gravemente ammalato promettendo in dono ai
monaci della Certosa il territorio che vedeva dalla finestra del castello
di Chiaromonte. Il luogo corrispondeva all’antico abitato di Francavilla,
sulla sponda del fiume Sinni, alle pendici dei monte Caramola.. Per grazia
ricevuta, la Principessa mantenne la promessa, permettendo ai Certosini
l’edificazione di una borgata per alloggiare le popolazioni provenienti
dai paesi limitrofi chiamate per lavorare le terre ed i boschi che
scendevano folti fino alla Certosa. La borgata prese il nome di
“Francavilla” perché i coloni erano affrancati dal pagamento dei tributi.
Francavilla sul Sinni rimase sotto il controllo dei Certosini fino
all’abolizione della feudalità. Fra il 1808 e il 1812, la Certosa fu
distrutta dalle armate francesi per mano di Gioacchino Murat, cognato di
Napoleone Bonaparte nella Campagna d’Italia. Dopo l’Unità fece parte del
circondano di Lagonegro e del Mandamento di Chiaromonte. La sua
popolazione, che al censimento dei 1862, ammontava sull’intero territorio
comunale a 3045 persone, era dedita all’agricoltura (biade, olivi, viti
lino, canapa) con una fiorentissima pastorizia e ricca produzione di
formaggi. Storicamente ha sempre fatto parte della Diocesi d’Anglona e
Tursi.
PATRIMONIO NATURALISTICO ED ARTISTICO
Il paesaggio di Francavilla si presenta interessante per l’alternarsi
delle zone montane del Caramola, a sud, e delle medie colline con
altopiani dove lussureggiante è la vegetazione con essenze ad alto fusto
(faggi, cerri, abeti). Nei boschi e nel Parco Nazionale del Pollino è
possibile effettuare escursioni sia a piedi che a cavallo con l’aiuto di
guide: Rifugio Acquafredda (km. 8 su Strada Provinciale 63 e deviando a
destra percorrendo km. 17 sulla strada Comunale); la Sorgente Catusa (5
Km. oltrepassando la colonia montana); la zona di Casa del Conte; la zona
panoramica di Pietra Sasso; la zona geologica della Timpa delle Murge,
costituita da rocce magmatiche formatesi sul fondo marino ed emerse dopo
vasti movimenti tettonici; la Riserva Naturale Orientata del Bosco
“Rubbio”, posta ad una altitudine media di 1250 metri sul livello del mare
sulle pendici del Pollino lucano. Presso il fiume Sinni e nel Bosco
dell’Avena, a soli 3 chilometri, sgorga un’acqua solforosa, chiamata
“acqua fetente”. Altri punti panoramici sono Palladoro, veduta della valle
del Sinni da Piazza Gonfalone, alture del monte Catarozzolo, alture di
Timpa Altosana. In località Piano Lacco è visibile la zona archeologica di
età medievale con probabili resti di insediamenti e strutture fortificate.
Sulla collina, denominata monte Catarozzo insistono ruderi di una fabbrica
medievale chiamata “Castello di Rubbio”. La zona non è stata sottoposta a
campagne di scavo. Attualmente è visibile un’unica cinta muraria di
profondo spessore eseguita in pietre non squadrate di varie dimensioni.
Tre sono i laghi: lago Viceconte (località Avena), lago del Pesce
(località Piano Lacco), lago D’Erba (località Caramola). Il patrimonio
architettonico ed artistico di Francavilla è costituito dal Santuario
della Madonna di Pompei del XIX sec., festeggiata la quarta domenica di
agosto; la Chiesa Parrocchiale di S. Felice e S. Policarpo (protettori del
paese). Si tratta di un edificio del XIX sec., restaurato nel 1957, che
custodisce una grande tela raffigurante la presentazione al Tempio del
XVIII sec., una tela raffigurante la Madonna in trono e Santi, un altare
maggiore ed altari secondari in legno dipinto ad imitazione del marmo
intarsiato del XVIII sec.; la Cappella di S. Antonio del XIX sec.; la
Cappella di S. Giuseppe del XIX sec. con una tela raffigurante la Madonna
dell’Assunta; la Cappella dell’Assunta del XIX sec.; la Villa Padronale
detta “Castello Viceconte”, costruita nel 1886 con centro di azienda
agricola e abitazione privata; la Certosa di S. Nicola, dedicata al Santo
di Bari. Fondata in contrada S. Elania (comunemente detta Fra Tommaso) nel
1395 da Vencislao, conte di Chiaromonte. La Certosa doveva essere maestosa
e magnifica, come appare dall’imponenza delle sue mura, ora diroccate, ed
era la terza nel napoletano, dopo quella di Padula e l’altra di Serra San
Bruno in Calabria. Possedeva numerose ricchezze donate dal Principe
Sanseverino. I Certosini ebbero, in realtà, in dono, dalla Principessa
Sanseverino, tutto l’agro di Francavilla, avendo questa ottenuto da S.
Nicola la grazia per la guarigione del figlio gravemente ammalato. I
Certosini, nel 1420, per concessione della regina Giovanna II, edificarono
la borgata di Francavilla, per alloggiarvi i loro servi e coloni. Il nome
deriva dal fatto che la loro villa era franca da ogni balzello regalizio.
I contadini, sgravati da tasse ed angherie, si affrettarono a popolare il
centro, che nei secoli successivi si ingrandì notevolmente. Soltanto gli
abitanti dovevano pagare la decima alla Certosa, il cui priore protempore
era il barone dei possedimenti. In tempi di carestia i certosini
distribuivano gratuitamente il pane alla popolazione e, anzi, invalse
l’usanza di distribuire ogni anno, dal 6 ottobre, festa di S. Bruno, al 9
marzo, festa di S. Nicola, pane a tutti. La Chiesa, ove non erano ammesse
donne, non era grande, ma sfarzosa e splendida. Vi erano custoditi due
grandi busti d’argento, uno di S. Nicola e l’altro di S. Bruno, fondatore
dell’ordine. Il Convento era opulentissimo ma i Certosini spendevano molto
tanto che spesso erano costretti a fare debiti e, quando fu soppresso, la
Chiesa di Francavilla vantava un credito di 4000 ducati che non riscosse e
dovette accontentarsi. di prendere parati ed arredi sacri. La distruzione
della Certosa fu quasi totale tra il 1808 ed il 1812.
ECONOMIA, ARTIGIANATO E FOLKLORE
È da datarsi al dopoguerra la costruzione d’impianti atti alla
trasformazione del legno. Questi ultimi, sfruttando i fitti boschi di
ceni, faggi e abeti, limitrofi alla città, hanno dato vita all’industria
del legno che è stata la prima fonte economica del paese. Attualmente,
segherie e commercio del legname si affiancano all’antico artigianato
tipico dedito alla realizzazione di botti, tini e sedie. È ancora presente
e riscuote numerevoli consensi l’arte del ferro battuto, come non da meno
è la lavorazione della ceramica e dei cesti, mentre una cooperativa ha
ripreso l’antica cultura del ricamo, diffusissima un tempo tra le donne di
Francavilla. Oltre alla lavorazione del legno, la zona artigianale può
vantare la presenza di prestigiose aziende che hanno industrializzato la
produzione di manufatti per l’edilizia, infissi e meccanica. Negli ultimi
tempi si è sviluppata a Francavilla una certa economia dedita al
commercio, rendendo la città un sicuro punto di riferimento anche per gli
abitanti dei paesi limitrofi, intenti ad acquistare mercanzie di ogni
genere: abbigliamento, abiti da sposa, arredamenti, automobili. Molto
importante è anche la produzione e lavorazione delle olive, infatti, è
ancora possibile visitare alcuni antichi frantoi. Proprio l’olio locale
arricchisce un tipo di cucina fatta di sapori tradizionali mediterranei.
Così, dopo i tipici antipasti, caratterizzati da insaccati prodotti con la
cura di un tempo, è possibile assaporare pasta fresca fatta in casa e
ottima carne di capretto allevato nelle masserie, il tutto accompagnato
dall’ottimo vino rosato locale. I piatti tipici del luogo sono: la
ciambotta (peperoni, melanzane, pomodori e cotica di maiale); zafaren
ammaianet (peperoni rossi essiccati fritti con pastella di farina, uova);
gliommarielli (interiora di capretto e agnello arrostiti); frittet co li
sparij (frittata con asparagi e pezzi di salsiccia); brasciol d’scorz
(braciole di cotica di maiale cotte nel sugo); lagane e fasul (tagliatelle
con fagioli). Tra le manifestazioni religiose e folcloristiche sono da
annoverare: festa di S. Antonio il 13 Giugno, fiera il giorno precedente.
Festa della Madonna del Carmine il 22 luglio, fiera il giorno precedente.
Festa dei Santi Patroni Felice e Policarpo il 10 agosto fiera il giorno
precedente. Festa della Madonna di Pompei la quarta domenica di agosto con
fiera il giorno precedente; un mese prima la madonna viene traslata in
paese e il giorno della festa viene ricondotta la Santuario, posto in
località San Biase, con una processione. Festa dell’Assunta il 15 agosto,
fiera il giorno precedente. La sagra paesana più significativa è quella
del vino, denominata comunemente “A Madonna di Pertusavutte” che si
celebra l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata. Si spillano le botti e si
assaggia il vino. La pratica devozionale dall’offerta dei scigli (piccoli
covoni costruiti con spighe di grano portati in testa dalle donne durante
la processione) in occasione della Madonna di Pompei è decaduta da qualche
anno. Molte altre manifestazioni sono da includere nella rassegna “Estate
Francavillese” che si svolge per tutto il mese di agosto.
da:
Amministrazione Comunale Francavilla
sul Sinni
Repertorio artistico-turistico
Nella chiesa parrocchiale della
Presentazione, al tempio della Beata Vergine Maria si conservano dipinti
dei sec. XVI e XVII nonché una pala, raffigurante San Giovanni Battista,
eseguita dal pittore lucano Francesco Giangrezio da Francavilla, del ‘600.
Nei
dintorni: Sopra un poggio tra la cittadina e San Severino Lucano, ruderi
dell’antica e celebre abbazia basiliana del Sagittario, costruita verso la
fine del sec. X, in cui purtroppo è scomparsa una pregevole statua lignea.
Della badia resta il campanile, mentre il coro, ricco d’intarsi del ‘600,
è stato trasferito nella Chiesa di San Giovanni a Lauria Inferiore.