SASSO
DI CASTALDA
Le sue origini
documentate risalgono all'anno 1068 e successivamente viene citato anche
in alcuni documenti del 1239 appartenuti a Federico II°.
Il suo nome originariamente fu Saxo Forte, cioè sasso fortificato e nel
medioevo fu chiamato Petra Castalda.
Già feudo dei Gaetani che edificarono il Castello alla punta estrema
della rupe, successivamente (1645) divenne feudo dei Minutolo.
Oggi Sasso di Castalda conserva quasi intatto l'originale aspetto
architettonico dell'antico borgo posto ai piedi del Castello semidistrutto
dal tempo e dall'incuria, ed è senza alcun dubbio, il più
caratteristico centro nell'area del Melandro.
Circondato da una suggestiva catena montuosa, Sasso C. confina a nord-est
con Brienza (Km. 6) e dal lato opposto con la splendida zona dei boschi di
Sellata e Pierfaone dove c'è un ottimo richiamo turistico anche per la
presenza di piste da sci ed impianti di risalita di cui anche Sasso di C.
si sta sufficientemente attrezzando per valorizzare al meglio le proprie
splendide risorse ambientali.
Il piccolo ma
caratteristico patrimonio edilizio di cui gode Sasso di C. è arricchito
dalla Chiesetta di Sant'Antonio, opportunamente restaurata, nel cui
interno custodisce la scultura di Sant'Antonio tra Santa Caterina e Santa
Filomena, opera questa risalente agli inizi del 1500.
La
Chiesa dell'Immacolata con portale barocco, presenta sulla porta
laterale della navata sinistra, il Busto di Sant'Emidio risalente alla
prima metà del 1700. Nell'interno sono da ammirare due opere del Pietrafesa (Giovanni De Gregorio detto il Pietrafesa - nato a Satriano di
Lucania nel 1569 e morto nel 1636).
Sasso di Castalda
può a giusta ragione vantarsi di aver dato i natali a Don Giuseppe De
Luca che attraverso i suoi grandi ed indiscussi meriti culturali,
arricchiti dal profondo senso della spiritualità cristiana, rappresentò
nel secolo appena trascorso, una delle menti più elette del popolo di
Basilicata.
Il suo intuito varcò i confini del dettato ecclesiale per accedere in
quello sociale, culturale, artistico, filosofico e perchè no politico.
Alcuni suoi scritti rimangono inediti e quelli pubblicati sono andati
esauriti ma il suo pensiero che ha lasciato segni indelebili nella cultura
lucana, mai potrà affievolirsi perchè sorretto dall'approfondimento
degli storici e da quanti lo conobbero e apprezzarono attraverso le sue
opere.
Michele Ascoli