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PREMESSA
Nell’alta valle del Basento, dove questo si restringe tra le gole
rocciose prima di immettersi nella piana metapontina, in tenimento di Albano di Lucania (Pz), vi è un antichissimo sentiero rituale che,
serpeggiando fra le balze scoscese per circa due chilometri, si conclude
davanti ad un immane monolito detto la
Rocca del cappello, luogo di culto allo spirito tutelare dei
Neolitici, al quale, in epoca storica, si sovrappose quello pertinente
alle divinità astrali. Nel corso delle nostre prime ricognizioni lungo
il sentiero venne individuato un graffito di significato cristologico
(una comunissima croce latina) sul fianco di uno spuntone roccioso. In
seguito l’Ing. Franco D’ANZI del luogo, ci segnalava altri graffiti da
lui individuati su di una pietra posta davanti ad un antro in prossimità
dello stesso sentiero. Durante i successivi sopralluoghi si
individuavano altri gruppi di graffiti incisi sulle pietre e sulle
pareti rocciose nella stessa area della Rocca del cappello.
Non molto tempo prima altri graffiti erano stati da noi individuati nel
vallone di Sperlonga,
posto fra le ultime propaggini dell’Appennino Lucano, verso la valle
del Sele, interessanti i territori di
Sicignano degli Alburni e Palomonte (Sa), davanti al complesso
cavernicolo a due piani detto
“Grotte della Palomba
“, esattamente sulla parete che va dall’imbocco alla grotta a tre
celle del piano campagna, nella quale sono state trovate due buche
cultuali e la vasca sacrificale neolitiche, al riparo sottoroccia. Qui
lo spazio della parete rocciosa di natura calcarea interessato dai
graffiti misura metri 2 di altezza per metri 6 di lunghezza ed a qualche
metro e mezzo dal piano campagna, tenimento di Sicignano degli Alburni.
Risalendo il vallone di circa trecento metri, sui due blocchi di granito
facenti da piedritto al portale di un diruto mulino ad acqua, posto
quasi alle spalle del santuario basiliano di
Santa Mania di Sperlonga, tenimento di Palomonte, si individuavano
altri graffiti.
Graffiti che, in un primo tempo, li avevamo considerati facenti parte di
quell’arte incisoria che riaffiorò nell’Alto Medioevo e segnatamente
nelle località che già conobbero una espressione preistorica, al fine di
esorcizzare e risacralizzare i luoghi di culto pagano e farli passare
dal culto dei demoni all’ossequio del vero Dio.
Allo stato attuale delle nostre conoscenze e dal raffronto fatto con i
graffiti paleocristiani o giudeocristiani trovati sui mattoni della Santa Casa di Loreto, si ha motivo di credere che anche i graffiti
di Albano di Lucania e del vallone di Sperlonga siano stati eseguiti da
gente avente la medesima ideologia religiosa. |
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