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A Natale Tanto tempo fa c�era una tradizione nel mio paese: la vigilia di Natale il padrone di casa prima di andare a dormire metteva nel focolare un grande ceppo di legna che veniva chiamato: �u � cap�t�l�� e si copriva con la cenere. Se il mattino dopo si trovava ancora acceso significava che il padrone si sarebbe trovato ancora vivo per il Natale dell�anno prossimo. Al fuoco si metteva pure �u c�ccarr� perch� il fuoco potesse durare pi� a lungo affinch� il Bambin Ges�, venendo nelle case, potesse trovare il fuoco acceso.
A �Jacc�(a)r�(a)� La vigilia di Natale anticamente i giovani giravano per le strade del paese portando in mano a �Jacc�(a)r�(a)� cio� una grande fiaccola fatta con una pianta �Luc�l� e con altre erbe secche e stoppie legate tra loro. A Jacc�(a)r�(a) era molto lunga. Girando per le strade i giovani indirizzavano verso le categorie dei cittadini benestanti delle allegre invettive tipo: - A Jacc�(a)r�(a) di mezzanott i galantum�n chi pid cott; - A Jacc�(a)r�(a) d�mezzanott tutti i priv�t ca cap rott; Si facevano il giro del paese accompagnati da qualcuno che suonava i "sun" e cos� la povera gente inveiva contro chi stava meglio e che spesso li sfruttava; sfogo che si faceva all�oscuro, come la vigilia di Natale e a Carnevale, quando ci si mascherava, per non correre il pericolo di essere riconosciuti.
Quaremm� La moglie di carnevale. L�ultimo giorno di carnevale � al seguito del marito che fa l�ultimo giro del paese. Piange, si dispera, grida: �Carn�val mij(o), Carn�val mij(o), chiin d pagghi(a) osc(i) sauzizz e maccarun e crai(a) agghia. (Carnevale mio, Carnevale mio oggi salsiccia e maccheroni (cio� abbondanza di piaceri) e domani agli (penitenza).� Carnevale ha contratto molti debiti, � morto arso vivo, non pu� pagare i suoi debiti. � rimasto solo Quaremma con i figli. Allora si mette a filare la lana vicino alla porta e le donne che passavano le chiedevano: �Quaremma che fai ?� Rispondeva: �Devo lavorare per pagare i debiti di quel disgraziato: egli li ha fatti e io li devo pagare �. - Oppure si rivolgevano con queste parole: �Qua remm a vucch tort che fai nanda a sta port�. Ed ella: �A spett a Pasquaredd si m�annusc na r�quttedd, si m�l port bon fazz nu bell cauzon, si m�l port brutt fazz, nu bell carvutt�. (Quaresima bocca torta cosa fai davanti a questa porta. Aspetto la Pasqua per avere un po' di ricotta, se � buona far� una pizza rustica, altrimenti far� un bel buco cio� niente.) A simboleggiare tutto questo si appendeva ai fili dei balconi �Quaremma un pupazzo fatto di lana, di stracci, con i capelli scarmighiati e lo si lasciava dondolare appeso ai fili per 40 giorni.
SIN�GE�A C�P� Un�altra curiosa tradizione, si svolgeva il primo Agosto. Ognuno la mattina presto usciva per mettersi al sole per vedere se �n�gera a c�p�, l�ombra della testa. Se c�era non correva pericolo di morte per tutto l�anno, se non c�era...!!! (ahim�).
Previsioni... del tempo
�I Calend� I nostri vecchi erano ottimi metereologi e difficilmente sbagliavano le loro previsioni. Conoscevano bene la direzione dei venti, il movimento delle stelle, le correnti d�aria. �P�ciond� un povero vecchio saggio di Albano sapeva predire anche le coppie dei gemelli che sarebbero nati nel corso di un anno. �P�ciond� per i nostri vecchi era �un altro profeta� e molte sono le sue predizioni. I nostri contadini, osservavano i fenomeni atmosferici, le correnti d�aria, i venti, sapevano predire l�andamento del tempo nei dodici mesi. Cominciavano ad osservare le condizioni del tempo il giorno 13 Dicembre e l�abbinavano ai mese di Gennaio e cos� fino al 24 Dicembre che rappresentava Dicembre. Il 25 ricordava il Natale, la nascita di Ges�, luce del mondo, centro di ogni tempo, principio e fine di ogni cosa e non si faceva nessuna previsione. Riprendevamo il conteggio, questa volta, alla rovescia il 26 Dicembre che rappresentava Dicembre, il 27 Novembre e cos� via fino al giorno dell�Epifania, 6 Gennaio che raffigurava Gennaio. Confrontando i dati raccolti nei due giorni rappresentanti il mese facevano la previsione... esatta dei mesi. Anticamente anche in chiesa il sacerdote il giorno della Befana, cantava solennemente la �Calende� cio� il succedersi, la data delle varie festivit� liturgiche.
Altri modi di prevedere il tempo I contadini nell�osservare i fenomeni atmosferici per le loro previsioni non tralasciavano l�osservazione dei venti. Cos� oltre alle �Calend� avevano altri giorni prestabiliti da osservare. �A ust � cap d�virn� dicevano gli antichi. Questo detto pu� trovare origine da questo: Osservare il tramonto del sole il 31 Agosto. Se il tramonto era sereno, senza foschia, senza la pi� piccola nube l�inverno sarebbe stato mite. Se il tramonto era nuvoloso l�inverno sarebbe stato freddo.
16 Novembre: �U� Ciri(o) di San Martin � Osservavano i venti che spiravano per l�intera giornata e quel vento o quei venti avrebbero soffiato fino a Pasqua, se la giornata era �nigghilusa� cio� nebbiosa ci sarebbero stati molti frutti, ma poco grano.
�CUMM VANN I IURN DI BRILLANT ACCUSSI VANN FIN A QUARANT �. 1-2-3 Aprile erano i brillanti. Se pioveva in questi tre giorni sarebbe piovuto per quaranta, se non pioveva in questi tre giorni non sarebbe piovuto per quaranta.
U�cirio di PASQUA: Il sabato santo, al momento della �gloria� cio� quando le campane si svegliano per annunciare la Resurrezione di Cristo, mettevano tre candele sul portico della chiesa e osservavano la direzione del vento. Se spirava la �voir� cio� la bora o un altro vento freddo sarebbe stato un anno ricco di grano, se il vento era caldo il raccolto sarebbe stato scarso.
CONSIGLI UTILI
Per la Pasqua: Ricetta della �Pizz� c�ddov� La sfoglia si prepara impastando la farina, con uova un po� di sugna e un pizzico di sale. Il ripieno si prepara: grattugiando la �tuma� (formaggio fresco) meglio se � pecorino o di capra, mescolata con un po� di ricotta. Si aggiunge salame piccante, uova, prezzemolo. Il tutto viene mescolato ben bene. Si stende una prima sfoglia, preferibilmente rotonda, e la si copre con delle fettine di �tuma� poi si mette uno spesso strato di ripieno, a sua volta ricoperto con sottilif ette di �tuma� Il tutto viene ricoperto da un�altra sfoglia. Si congiungono le due sfoglie, facendo dei contorni ricamati. La sfoglia superiore viene spalmata con tuorlo di uova. Il tutto viene trapunto con una forchetta. Si pu� portare al forno.
Contro la tosse Decotto: si mette a cuocere in una �pignata� mezza mela, orzo, fichi secchi, �i scescl� cio� le giuggiole, un po� di malva, camomilla, bucce di mandarino, di mandorle, si lascia bollire fino a far consumare quasi tutta l�acqua. Il tutto si cola, si zucchera e si beve molto caldo.
Antireumatico: �I C�ppitt� Si avvolge una moneta con un pezzettino di stoffa, si lega ben stretta e si forma �u micc(i) �. Si imbeve di olio, si accende e si mette sulla parte dolorante. Si copre con un bicchiere con un bordo molto largo. �U micc(i)� si spegne e la carne riempie il bicchiere. Si toglie il bicchiere quando la carne � tornata al suo posto. Bisogna farne sempre in numero dispari. Assicurano gli antichi che toglievano il dolore. Era un�ottima fisioterapia e favoriva l�afflusso di sangue che al calore alleviava il dolore. |
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