DIALETTO DI SANT'ARCANGELO 


Abbissilà: (Vedi "Allissà").

Abbracáte: Rauco.


Da (bránchos) raucedine; con protesi di "a".
Della "a" eufonica aggiunta all'inizio di una parola (protesi) si trovano vari esempi nei dialetti meridionali, es. "ajéri" per "ieri". 

Abbrucul(j)à: Affollare.

Da (brucos) locusta.
Con questa parola vengono comunemente indicate alcune specie di insetti ortotteri della famiglia acrididi che, in grandi ammassi, si spostano in volo e divorano tutto ciò che incontrano arrecando gravissimi danni alle coltivazioni. 
Forse, nei tempi passati, anche nei nostri paesi, come nella vicina Africa settentrionale, questi terribili flagelli dovevano essere abbastanza frequenti. 

Allérta: Stare in piedi.

Da (aertào) sollevare, stare in piedi. 

Allissà: (Più comune, a Sant'Arcangelo, nella forma "abbissilà". Aizzare. 

Da (lissáino) essere adirato. Confronta anche la parola lissa che significa "furore guerresco" e, anche, "rabbia dei cani"; il verbo "abbissilà" si usa, infatti, soprattutto quando si vuole aizzare un cane contro qualcuno. 

La parola era usata, in questo significato, già nel greco classico. Fra gli altri autori, confronta, a questo proposito, Senofonte, An. V, VII, 26 édeisan de me lìssa tis osper cusin emin empeptócoi (temevano che ci fosse venuta addosso una rabbia come a cani).

Andrác$: Foruncolo, pustola.

Da (anthrax) carbonchio o, anche, carbone. Il termine è usato nella lingua italiana.

Andrasátt$: Usato nella forma avverbiale "all'andrasatt$" nel significato di "all'improvviso". 

Potrebbe derivare dalla radice verbale dram per il verbo trecho che significa "correre"; e, quindi, "di corsa, all'improvviso". 

 

 

 

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