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Picerno

 

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Giuseppina Caivano Bianchini
- PICERNO
 

 Capitolo II
ORIGINI DI PICERNO

In antico questo paese fu chiamato Picierno. Il radicale di questa parola pare ricollegarsi a "pece", mentre il suffisso "erno", che ricorre in molti toponimi di antico conio, esprimerebbe una relazione di lavoro e di luogo. Dagli abeti un tempo abbondanti sui monti circostanti, infatti, si estraeva la pece (16). 
Le origini del paese sono molto antiche. Angelo Bozza suppone che Picerno sia succeduto alla antica città di Acerrona (17). Anche se impossibile una datazione sicura, si può asserire con sufficiente certezza che le sue origini risalgono al II secolo avanti Cristo, così come attestano sia l'esistenza di ruderi e di tombe attribuibili, a quella età, ritrovate di recente nei pressi di Serralta, già Campoluongo e di tre stele esistenti lungo il corso Vittorio Emmanuele. 
Questa altura, a notevole distanza dal centro abitato di Picerno, al quale sta di fronte, oggi raggiungibile per mezzo di una strada rotabile, ha dato un tenue contributo alla conoscenza archeologica della zona 
Nella proprietà di Antonio Caggiano, detto Panesse, anni or sono; in occasione di lavori di scasso, fu rinvenuta " una edicola funeraria di pietra calcarea (m. 0,50 di altezza e m. 0,38 di larghezza) con modanatura in alto a cuspide triangolare con al centro scolpito un busto muliebre ammantato. Il volto della figura presenta un profondo solco causato dal passaggio del trattore. 
Nonostante le gravi mutilazioni, grazie alla forma particolare del manto che dalla sommità del capo scende ad avvolgere il busto, è possibile affermare che la scultura rientra in tipiche rappresentazioni funerarie di età romana, probabilmente del II secolo avanti "Cristo". 
Oltre la stele "altri frammenti di terracotta appartenenti a vasi di media grandezza (olle e pithei) sono stati riportati alla luce in tempi precedenti e custoditi nel Museo Archeologico". 
Da un attento esame dei reperti è risultato che "il materiale usato consiste in un impasto grigio scuro all'interno compattissimo e commisto con impurità naturali, mentre le pareti esterne, con ispessimento verso la base, sono appena lisciate ed hanno subito una cottura uniforme che ha conferito un colore rossiccio chiaro. Le decorazioni di alcuni frammenti al di sotto dell'orlo sono costituite da stretti nastri, tirati a cordoni con impressioni ad intacchi verticali, lineari e circolari". 
Di tanto ci si avvale per ritenere "che i reperti in parola appartengono a "manufatti indigeni, comuni nelle nostre zone, dell'età del ferro"" (18). In tempi posteriori ma abbastanza lontani dal nostro (secondo le voci correnti si tratterebbe di anni poco posteriori al 1000), i picernesi iniziarono le prime costruzioni del proprio paese alla contrada ora detta Piazza Statuto o Porta S. Lorenzo, che allora era coperta da bosco; ma dovettero abbandonare l'idea perché le case furono invase da serpenti, le altre edificate poi nella parte alta del Pianello furono invase dalle formiche. Considerarono ciò come una calamità o un segno celeste e passarono a costruire le proprie abitazioni nella contrada ora detta Pianello: anche in questa zona si verificò lo stesso fenomeno e, perciò, anche di qua emigrarono, passando a costruire le case nei dintorni della chiesa della Pietà. 
Solo successivamente e in tempi più recenti sono state costruite le case anche nei rioni Pianello e Piazza San Lorenzo.
All'inizio del XVIII secolo Picerno, feudo del principe di Marsiconuovo, contava circa 2700 abitanti. Dalle notizie fornite nel giugno del 1735 dal notaio Stefano di Meo (19), cancelliere dell'Università, all'avvocato fiscale della R. Udienza di Matera, Rodrigo Maria Gaudioso, incaricato da Carlo di Borbone di redigere una relazione sulle condizioni economiche della regione, risulta che "la Terra di Picerno situata in luogo montuoso e circondata di fiumi" è un paese molto povero: "non vi è stabilità ma pochissime persone civili. Molti pochi sono inclinati alle lettere e l'altri tutti inclinati a coltivare il terreno che non produce altro frutto se non grano e vino". Il resto della popolazione era "una grossa plebe miserabilissima e campano tutti alla giornata". 
Nel 1735 l'Università aveva "d'entrada annui docati 2700". Sindaco dell'Università era in quell'anno Diego di Meo. Eletti erano Francesco Caivano, Niccolò Capece, Francesco Faraone, Francesco Salvia e Virgilio Tummiello. Ad eccezione del Sindaco, tutti gli amministratori della Università di Picerno erano analfabeti. 
Vi era una sola chiesa parrocchiale dedicata a San Nicola, un convento dei Padri Cappuccini e quattro "abbadie", quella di Santa Croce, quella di San Giacomo, quella del Carmine e quella retta dall'abate Giovanni Aniello Sergio (20). 
Notevole fu l'incremento demografico di Picerno nel corso del XVIII secolo. Nel 1803 contava 4000 abitanti 21. Oggi la popolazione, che nel 1860 era di 4820 abitanti, è di 4966 unità. 


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16 G. GATTINI: "Delle Armi dei Comuni della provincia di Basilicata" 1910. 

17 ANGELO BOZZA: " La Lucania ". Rionero in Vulture, 1890. 

18 Cfr. Relazione Ranaldi, Direttore del Museo Archeologico Provinciale di Potenza. 1964. 

19 Il notaio di Meo rogò in Picerno dal 1714 al 1768. I suoi protocolli si trovano nell'Archivio di Stato di Potenza. Su questo notaio che fu anche cancelliere dell'Università di Picerno cfr. T. PEDIO, "I Notai di Basilicata e i loro protocolli", Bari, Archivio Storico Pugliese, 1964, p. 156.

20 Cfr. T. PEDIO, "La relazione Gaudioso sulla Basilicata (1736)", Bari, Edizioni centro librario, 1964, p. 67. 

21 Mi piace riportare i dati della popolazione di Picerno: a. 1803, ab. 4000; a. 1808, ab. 4163; a. 1810, ab. 4149; a. 1822, ab. 3783; a. 1828, ab. 3647, a. 1831 ab. 4453; a. 1843, ab. 4689; a. 1853, ab. 4957; a. 1860, ab. 4820. Nel 1810, su 4149 ab. 27 erano sacerdoti, 1 galantuomo, 4 dottori in utroque jure, 4 medici, 4 notai, 1 farmacista, 1 agrimensore, 7 civili, 7 orefici, 7 negozianti e 29 artigiani. Questi dati sono in T. PEDIO, "La Basilicata durante la dominazione borbonica", Matera, Montemurro, 1961, pp. 114, 128.

 

 

 

 

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agg. al 30/08/2004

 


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