CHIESA SAN PIETRO APOSTOLO
La Chiesa Madre, sotto il titolo di San
Pietro Apostolo, risale probabilmente agli inizi del 1600; è a pianta
basilicale a sviluppo longitudinale, a navata centrale, con transetto
trasversale, arco trionfale e presbiterio ad abside.
La chiesa nel 1741 subì profonde trasformazioni strutturali (5): venne
modificata la facciata, si aggiunse un frontone di tufi lavorati in cui
al centro è dipinta l'effige di San Pietro Apostolo, barbato, a metà
figura, che regge nella mano destra la coppia di chiavi, con la sinistra
il triregno e sul capo reca la mitra (6).
Il lato sinistro fu rinforzato da poderosi contrafforti a scarpata
archeggianti, fiancheggiati attualmente dal Corso Vittorio Emanuele
(7).
Sul lato destro è posta la torre campanaria costituita da due ordini di
forma cubica (8) scanditi da cornici, recanti l'orologio e due monofore
in cui sono sistemale le campane (9).
Il campanile fu incorporato in una navata minore aggiunta, il cui muro
longitudinale fu ripartito all'esterno in tre arcate, a cui si
addossarono una serie di abitazioni all'interno in cinque cappelle.
Il portale in pietra, delimitato da lesene, fu ornato da un tralcio di
foglie di acanto a rilievo e poggia su riquadri con fiore centrale
scolpito; il motivo floreale si ripete anche in alto. Sull'architrave
con decorazione a triglifi furono riprodotti a rilievo i simboli di San
Pietro, a sinistra le chiavi incrociate, a destra la mitra (10).
I battenti (realizzati nel 1985) (11) sono in rame sbalzato e formano
sei pannelli, quattro superiori e due inferiori, raffiguranti episodi
significativi della vita di San Pietro Apostolo.
All'interno, a destra della bussola della porta principale, si apre una
porta che immette al campanile (12); accanto è posta su un plinto a
fusto un'acquasantiera a vasca circolare, modanata all'esterno con
decorazione a leggere baccellature incise (13).
Sull'architrave della porta maggiore fu sistemato un organo, realizzato
da mastro Leonardo Carella del Vallo di Novi nel 1753 (14); la facciata
dello strumento è costituita da una cuspide di sette canne di stagno
nella campata centrale e una cuspide di nove canne per ciascuna delle
due campate laterali (15).
L'organo è racchiuso in una bellissima cassa di risonanza, in legno
dorato con prospetto a tre aperture, lateralmente concave, al centro
convesse, delimitate da paraste. La decorazione è costituita da motivi
floreali intagliati che, nelle paraste, sono applicati, e di volute
fogliacee sui margini laterali. Alle sommità, al di sopra della
trabeazione, nel fastigio, è inclusa uno stemma coronato, l'antica
"Arma" di Trivigno: tre pini in campo verde (16).
L'organo è coevo alla cantoria, anch'essa in legno dorato, con fascia
continua ornata superiormente e inferiormente da un festone a motivi
floreali dipinti. Il prospetto è diviso in tre parti: la centrale,
bombata, è costituita da tre pannelli su cui sono dipinte le Virtù
Teologali: Speranza Fede Carità; le due laterali, concave e lineari,
sono divise rispettivamente in due riquadri delimitati da paraste e
inquadrate da cornici a volute; sono raffigurate le Virtù Cardinali:
Giustizia, Fortezza, Temperanza, Prudenza, così disposte:
FEDE
SPERANZA
CARITÀ
GIUSTIZIA
FORTEZZA TEMPERANZA PRUDENZA |
I motivi
decorativi, la forma slanciata della cassa di risonanza, la raffinatezza
dei dipinti e delle decorazioni fogliacee della cantoria, conferiscono
all'opera modi stilistici di evidente derivazione rococò e richiamano
modelli partenopei (17).
Ammirando i dipinti emerge questa profonda e didattica intuizione: come
le sette note musicali formano armonie bellissime così le sette virtù,
se praticate, possono armonizzare la famiglia, la comunità civile, la
società.
La parete destra della navata maggiore fu affiancata dal muro
longitudinale della navata minore, puntellato da due pilastri coevi, per
materiali e per funzione architettonica, in quanto controbilanciano il
peso del lato opposto della navata maggiore (18). Su di essi sono
poggiate due grandi teche in vetro, su alto basamento in legno, che
offrono alla venerazione dei fedeli la prima la statua della Madonna
Addolorata, la seconda la statua di San Pietro, sulla quale è riportata
la scritta: "ADIUVANT GUARINO 1860".
La navata aggiunta fu suddivisa in cinque cappelle con volta a crociera
(19); in esse trovano posto attualmente, sulla testata che ha in comune
la parete del campanile, la nicchia della Madonna Immacolata, il
battistero in marmo policromo, a sinistra del quale è collocata su una
colonnina la statua di San Giovanni Battista.
Nella testata opposta (contro il muro costruito per ricavare dalla
quinta cappella la sagrestia), è l'altare del SS. Sacramento, che ha
come sfondo un grande quadro raffigurante l'Ultima Cena, opera del
pittore locale Vito Luongo; sul lato lungo si trovano la nicchia di San
Rocco e quella della Madonna del Rosario.
Sulla parete sinistra della navata maggiore si apre una piccola porta
che immette in Corso Vittorio Emanuele; seguono, ciascuna nella sua
nicchia, le statue di San Giuseppe, San Vincenzo Ferreri, Santa Lucia e
un pulpito in legno, costituito da una grande mensola di forma
pentagonale che regge una cassa a loggia, sormontata da un baldacchino
di identica forma ornato da cornici modanate che delimitano pannelli
rettangolari con riquadri mistilinei (20).
L'ordine architettonico fu delineato da rivestimenti sagomati a stucco
ricorrenti per tutta la navata, compreso l'arco trionfale, con richiami
anche nelle cappelle e negli archi di destra e sulle nicchie di sinistra
(21).
In alto, tra il cornicione di abbellimento e il soffitto, alternati ad
ampie vetrate, si possono ammirare medaglioni di forma ovale o riquadri
con cornici a stucco centinate, riproducenti le effigi di Evangelisti ed
Apostoli; sul lato lungo sinistro sono riprodotti San Marco Evangelista,
San Giovanni Evangelista, San Giacomo Maggiore, San Filippo Apostolo;
sul lato destro San Matteo, San Giacomo minore, San Bartolomeo Apostolo,
a destra della cassa dell'organo c'è un ovale in cui è riprodotta
l'effige di San Simone Apostolo, a sinistra San Mattia Apostolo (22).
Sull'arco trionfale trovano posto a sinistra San Pietro, a destra San
Paolo, al centro in un ovale allungato e circondato da decorazioni a
volute (in cui precedentemente c'era una Colomba in un nimbo di luce), è
compresa un'iscrizione dipinta di cui restano solo alcune lettere
"...ATUS NOBIS-A ...RO S.S." (23).
I dipinti sono alquanto rovinati (uno è del tutto andato perduto),
ricoprono pitture di buona fattura, forse della seconda metà del 1700,
come dimostrano le figure di angeli, che appena s'intravedono ai tre
spigoli della navata, emersi durante i lavori dell'ultima
ristrutturazione della chiesa, nel 1987.
Il transetto ospita l'Altare Maggiore in legno intagliato, scolpito e
dipinto; al centro del paliotto è presente un motivo cruciforme, ai lati
volute vegetali a rilievo; i cantonali, anch'essi a volute, sostengono
postergali a due ordini.
Le volute e le decorazioni di finto marmo, la forma slanciata
conferiscono all'Altare modi stilistici di derivazione rococò, del 1700
(24). Il Ciborio è chiuso da una portella, recante al centro a rilievo,
un Calice con Ostia raggiante, delimitata da lesene con decorazioni
floreali a rilievo, affiancate da volute e sormontate da un timpano
ondulato, con motivo floreale a rilievo (25).
A esso fa da sfondo un grandioso "fastigio" in ferro battuto, costituito
da una complessa orditura di racemi vegetali e variopinti motivi
floreali, a forma di campanula lateralmente ed a rosone all'interno.
Questo articolato "ricamo" arricchito da numerosissime candele, si apre
a raggiera, recando in alto una corona e incorniciando una nicchia
centrale che nelle solenni "Esposizioni" ospitava l'Ostensorio.
Attualmente invece è stato sistemato un Crocifisso; al di sotto di
quest'ultimo è visibile, purtroppo solo parzialmente, la scritta:
DIONISUS ROMANO FECIT A.D. 1859 A DONO DEL POPOLO ... e ... II.P..TRONE"
(26).
A sinistra dell'Altare Maggiore è situato su una pedana a tre gradini
uno scanno ligneo a tre sedili, montati su una spalliera costituita da
sei pannelli, i tre inferiori con riquadri modanati orizzontali, i tre
superiori con riquadri mistilinei e modanati.
Il pannello centrale è delimitato da lesene con capitelli intagliati,
sormontate lateralmente da triglifi. In alto la trabeazione ha il
cornicione aggettante; la base reca la scritta "Procura del 1961,
pittore Vignola Emilio" (27).
A destra si apre la Sagrestia in cui fu collocato, sempre nel 1700, un
mobile che occupa la parete destra e quella di fondo. La parte superiore
è chiusa da quattordici sportelli con riquadri mistilinei, separati da
lesene sovrapposte. In basso altri sportelli, con gli stessi riquadri,
si chiudono su ampi cassetti adibiti alla custodia degli arredi e
paramenti sacri (75).
Nel presbiterio retrostante il transetto era collocato il coro; sulla
parete di fondo absidata si apre infine una vetrata policroma che
raffigura San Pietro.
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