CHIESA DI SANT'ANTONIO
ABATE
La chiesa è certamente
esistente fin dal 1691 (63), situata nel rione Casale; la definizione
più comune è quella di "Sant'Antuon" o anche della ''Madonna del
Carmine".
È a pianta basilicale ad una navata; la facciata è molto severa, con il
portale in pietra delimitato da due lesene terminanti con capitelli e
sormontato da una cornice modanata con timpano modulato spezzato (64),
all'altezza del quale si aprono due finestre ellittiche. I vecchi
battenti sono stati ricoperti di recente da una lamina di rame sbalzato;
in alto a destra è collocata la cella campanaria.
All'interno, al di sopra del portale, è sistemato un piccolo organo con
cantoria lignea.
Sul lato destro è collocata l'acquasantiera in pietra baccellata,
all'esterno (65) seguono due Cappelle in cui trovano posto
rispettivamente la statua di Sant'Anna e la Madonna del Carmine (66)
ospitata in una nicchia marmorea delimitata da lesene e sormontata da
cornice modanata; sul plinto destro è riportata la scritta "Caputo Mario
PZ"; I'altare in marmo policromo porta sullo zoccolo la scritta "A Dev.
Saverio Albano e Carmela Volini e il popolo devoto A. D. 1910". Sulla
stessa parete si apre una grande bacheca in cui è adagiata la statua di
Cristo morto.
Sul lato sinistro altrettante Cappelle ospitano due altari: il primo, in
legno scolpito e dipinto con al centro il paliotto delimitato da
cantonali a volute con motivi floreali a rilievo.
Su due gradini si erge la nicchia di San Michele Arcangelo delimitata da
colonne dorate, tortili superiormente e aventi ai lati un bell'intaglio
a motivo vegetale, che si ripete in alto sull'architrave (67). Il
secondo altare è anch'esso in legno scolpito e dipinto, ha al centro il
paliotto delimitato da cantonali a volute con motivo floreale in
rilievo.
Sui due gradini è presente il Ciborio con portella centinata e al centro
il Calice in rilievo, ai lati lesene con motivi floreali a rilievo
delimitato da volute, in alto una cornice mistilinea (68) e, al di
sopra, si apre la nicchia che accoglie la statua di Sant'Antuono,
dall'aspetto senile, con il bastone del viandante e il campanello,
delimitata da colonne dorate, tortili superiormente, recante ai lati una
decorazione a motivo vegetale intagliato, che si ripete sull'architrave
(69).
I due altari e le relative nicchie risalgono alla prima metà del 1700 e
sono opera di artigiani lucani che riprendono motivi di scuola
napoletana.
Nella prima Cappella si può ammirare anche un olio su tela raffigurante
"L'educazione della Vergine": Sant'Anna reca in grembo un libro aperto
su cui è scritto "ECCE VIRGO CONCIPIET ET FARIET FILIUM, ET VOCABITUR
NOMEN EIUS EMMANUELE", retto da una Madonna bambina, in piedi al centro;
a destra San Gioacchino, in alto, in un nimbo dorato, la Colomba dello
Spirito Santo, ai lati cherubini. A destra si legge la firma del Pittore
Domenico Eletto (1884), a sinistra la dedica "A DEVOZIONE DEI FEDELI"
(70). Il transetto ospita un Mensa in marmo policromo, il paliotto
include una formella proveniente probabilmente da un arredo ottocentesco
esistente nella chiesa (74); nel presbiterio c'è un coro ligneo con
relativa panca che corre lungo la parete absidata; a sinistra infine si
apre una piccola porta che, in passato, metteva in comunicazione la
chiesa con la casa del sacerdote Don Giovanni Angelo Sassano;
attualmente questa apertura è stata chiusa e il vano di passaggio e
stato adibito a sagrestia.
Il soffitto dell'abside è abbellito da un dipinto con cornice a stucco
centinata, raffigurante al centro, in un nimbo dorato, I'Ostia con il
Calice che poggia su tralci di vite, ornati da foglie e grappoli d'uva.
Sulla parete, a sinistra in alto, è sistemata una grande targa in marmo su
cui si legge
"Le offerte raccolte in
America da Luigi Sarli
L'aiuto unanime dei Fratelli
e le pazienti cure di Saverio Albano
Fecero restaurare ed abbellire questo tempio.
A D. 1904 G. P."
Una balaustra in ferro
battuto con apertura centrale a due battenti del 1901, separa il
presbiterio dallo spazio riservato ai fedeli.
Il soffitto, bello nella sua semplicità, è diviso da un arco in due
riquadri lignei che incorniciano tra quattro rosoni rispettivamente le
immagini della Madonna del Carmine (72) e di San Michele Arcangelo (73),
i dipinti a tempera risalgono alla fine del 1700 e s'ispirano a modi
stilistici napoletani; essi prendono luce dalle grandi finestre che si
aprono nelle cappelle di destra.
Sant'Antonio Abate è venerato fin da tempi remotissimi come protettore
degli animali dalle popolazioni dedite all'agricoltura e all'allevamento
ma è anche invocato per scongiurare il fuoco sacro. Le cronache
medievali raccontano infatti di terribili epidemie di una malattia
cancrenosa, nota come "Fuoco di Sant'Antonio"; è probabile che si tratti
di una malattia dovuta all'ingestione di pane o cibi preparati con
farine di segale "cornuta"; si manifesta dapprima con un insopportabile
bruciore interno, poi con la comparsa sul corpo di chiazze nere che
degenerano in cancrena; in genere si prendevano cura di questi ammalati
proprio i monaci antoniani.
La chiesa con il passare del tempo venne inclusa nell'abitato e, nel 1762,
fu ampliata dal sacerdote Don Giovanni Angelo Sassano che in essa fondò
"un Altare seu Cappella", sotto il titolo di Santa Maria del Carmine,
dotandola di vesti sacerdotali, calice e tutti gli arredi necessari al
sacrificio della Santa Messa, e di rendite per assicurare l'espletamento
delle pratiche di culto (74). Il Comune di Trivigno inoltre fece
eseguire lavori di manutenzione nel 1894 e nel 1914. In seguito al sisma
del 1980 si è provveduto a restaurare il controsoffitto ligneo.
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