FESTA Dl SANT'ANTONIO Dl
PADOVA (112)
La festa di Sant'Antonio di
Padova si celebra il 13 giugno nell'omonima chiesa campestre.
Per prepararsi spiritualmente alla commemorazione del Santo taumaturgo
si faceva la "tredicina": dopo che la campanella piccola della Chiesa
Madre aveva chiamato a raccolta i fedeli, questi, insieme al parroco,
salivano dal 30 maggio alla Cappella, percorrendo a piedi le "stretl di
Sant'Antonio" (un sentiero appena tracciato dal passaggio degli
animali). Tutti recitavano il Rosario, intonavano canti in onore del
Santo e, giunti in chiesa, ricevevano la benedizione dopo avere cantato
i Vesperi; nel tempo il parroco Don Vincenzo Allegretti dispose che tali
funzioni avvenissero di prima mattina, quasi all'alba, per evitare la
calura della primavera inoltrata.
Il 13 giugno anticamente il popolo si portava sul posto fin dal mattino
e in allegria, gustando cibi caserecci e vino genuino, trascorreva la
giornata; si celebrava quindi la Santa Messa e successivamente si
cantavano i Vesperi; il Santo veniva portato in processione facendo il
giro intorno alla chiesa, infine il parroco impartiva la benedizione
agli animali presenti sullo spiazzo antistante la Cappella.
Intorno al 1870 la festa probabilmente si articolò in due momenti ben
distinti: il 13 giugno i fedeli salivano alla chiesa campestre di
mattina, dopo la celebrazione della Messa si prelevava la statua del
Santo per trasferirla in paese nella Chiesa Madre. Prima che la
processione si muovesse, tra coloro che volevano avere l'onore di
portare la Statua, veniva effettuata la gara che si rinnovava ad ogni
cambio di portatori; ciò dava luogo a contese e litigi che degenerarono
in veri e propri disordini sia nel 1885 che nel 18964 (113).
La processione, al limitare del paese, sostava, si sparavano i
mortaretti, poi si percorrevano le strade della contrada Casale,
giungendo infine alla Chiesa Madre.
Il 3 settembre il Santo, attraversa ancora oggi in processione il paese,
fra la sua gente che si affida a Lui fiduciosa, il giorno successivo il
popolo ripercorre l'antica via e lo riporta nella Sua Chiesa.
La grande devozione verso il Santo fu manifestata, per circa un
ventennio, in modo particolare e significativo dal Sig. Giovanni
Valluzzi, che era solito condurre il 13 giugno, nello spiazzo antistante
la Cappella, la sua mandria e, a quel vitello che spontaneamente si
allontanava da essa e si avviava verso la chiesa, era consentito entrare
nel luogo sacro e veniva fatto inginocchiare dinanzi alla Statua. I
Procuratori delle feste stimavano il valore dell'animale, il Valluzzi
versava la somma stabilita e il vitello faceva quindi ritorno alla
mandria.
Tutti i fedeli contribuivano alla celebrazione della festa; i
Procuratori durante il periodo della trebbiatura si recavano nelle aie
per raccogliere le offerte in grano, il ricavato della vendita veniva
poi devoluto al Santo. La festa attualmente continua ad essere celebrata
secondo questa tradizione.
Per i trivignesi questo è un appuntamento a cui non si manca, è il
momento del ritorno, si rinsaldano gli affetti e le amicizie, si ritrova
infine la propria identità.
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