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I CANTIERI Certe sere di fine inverno tornano qui davanti usciti da un viaggio immemore. Ferro cemento polvere di sabbia. Sono di nuovo immerso nelle disarmonie violente degli strappi, di nuovo un ritmo febbrile. Con loro nei giorni del sudore scolpivo l’ineguale disegno d’invenzioni tra sommità di muri e cielo, assenti rimpianto e solitudine. Nel gioco dei contrasti volavano bizzarre figure d’aquila, le imprecazioni sfaldavano lembi di nuvole, forse lamenti d’angeli graffiati da ingiustizie profonde. Tornano qui davanti con il sorriso dell’amicizia... e la voglia immediata si accende di risalire sul più alto dei ponti a ricercare mani rugose e sorte meno amara. |
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