PINO GENTILE
 - La Città delle scale
 

- Capitolo V -


Itinerario Turistico

Teatro Francesco Stabile
 

Una testimonianza dello "Stabile" che solletica tanti ricordi...


Nel 1857, per interessamento dell’ intendente Achille Rosica e su progetto dell’ing. Vincenzo Pascale, incominciò l’edificazione del Teatro che da tempo la città desiderava, soprattutto dopo essere diventata, nel 1806, capoluogo di Provincia. L’opera si poté realizzare grazie ad una sottoscrizione diretta di titoli di credito da parte dei cittadini più facoltosi. Fu dedicata a Francesco Stabile, maestro di musica potentino, cresciuto nel Conservatorio di S. Pietro a Maiella di Napoli.

 

A causa del sisma del 16 dicembre 1857 i lavori, da poco iniziati, furono bruscamente interrotti per poi essere ripresi nel 1865 con la revisione del progetto originario da parte degli architetti Pisati ed Alvino. I lavori furono eseguiti da noti artisti provenienti da Napoli e Milano: Luigi De Luise, pittore, dipinse il plafond in cui è raffigurata l’Apoteosi di Pitagora; Carrozza e Masi, artisti milanesi, realizzarono la scenografia; Luigi Cangiano realizzò gli stucchi e le decorazioni. Il Teatro fu ultimato nel 1881 alla presenza dei sovrani d’ Italia, Re Umberto I e la Regina Margherita. Per l’occasione venne rappresentata la Traviata di Giuseppe Verdi.

 

L’edificio fu progettato con soluzioni architettoniche simili a quelle adottate per il teatro San Carlo di Napoli. La facciata si presenta con un frontone triangolare, stemma araldico della città (leone rampante in scudo a sfondo blu e banda trasversale rossa) e tre alpi portali sovrastati da una lunga loggia che dà luce ai saloni interni di rappresentanza. All’interno tre ordini di palchi, il loggione e la platea racchiudono l’orchestra ed il piccolo palcoscenico.

 

Il Teatro "Stabile" come si presenta oggi

Intorno al 1860, il Teatro attraversò una fase di crisi, incominciava a logorarsi per la mancanza di manutenzione. Finalmente nel 1971 venne chiuso per restauri, ma il cantiere fu interrotto dal sisma del 1980. Solo nel 1990, dopo molti anni di attesa, l’edificio fu restituito alla città.

 

Il progetto di restauro, improntato alla conservazione dell’ impianto neoclassico, ha lasciato inalterati l’apparato decorativo, come gli stucchi e le decorazioni del Cangiano, alcuni elementi d’arredo come le appliques ottocentesche e il palcoscenico che conserva ancora la pedana centrale in pioppo, una delle poche rimaste nei teatri italiani. Sono state apportate alcune modifiche strutturali alle scale che però hanno conservato la simmetricità rispetto all’ asse longitudinale della fabbrica. Inoltre, è stata ricavata una saletta al di sotto della platea ed è stata ripristinata la sala situata al piano superiore, in corrispondenza dell’ atrio, e il sottotetto, utilizzato come deposito e spazio per la preparazione delle scenografie.

 

Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Soprintendenza Regionale per i Beni e le Attività Culturali della Basilicata - Soprintendenza per i Beni Artistici e per il Paesaggio della Basilicata - Comune di Potenza - Lions Club Potenza Pretoria -Anno sociale 200l-2002 - Nuova Banca Mediterranea - Gruppo Banca Popolare, Bari

 

 

 

 

Il Re sul palco dello “Stabile”

 

...Fra le nuove opere era il Teatro, danneggiato dal terremoto del 17 dicembre 1857. Nel riprendere i lavori sorse però una lite sull’antico progetto, per cui il contratto con l’appaltatore fu sciolto a danno del Comune. Nel 1856 il Prefetto Emilio Veglio sollecitò una riunione municipale, e v’intervenne anche egli per animare il Consiglio ad abbellire la città, affermando una nuova teoria col dire che “una città per tanto era ricca, per quanti debiti avesse: sicché alla presenza di lui l’amministratore deliberò di completarsi il detto edificio, e l’iniziarsi i lavori della Via del Popolo sul lato meridionale della città, ove erano i luoghi a pendio, sporchi ed abbandonati. Pel Teatro si procedette a nuovo appalto, e se ne affidò la direzione all’ingegnere Bruno, di cui prese nome il nuovo disegno, modificato di mano in mano ed abbellito di prospettiva severa e monumentale per opera, come si disse, dell’Alvini e del Pisanti, architetti valenti e rinomati.

 

I lavori di questo edificio che decora il lato occidentale della Piazza della Regia Prefettura, andarono a rilento per le crescenti spese e per le continue modificazioni, e fu inaugurato, come si dirà, nella venuta del Re Umberto I a Potenza, prendendo nome da Francesco Stabile, maestro di musica potentino, educato nel Collegio di S. Pietro a Maiella di Napoli, il quale dopo le prime prove data al Teatro di S. Carlo e nel Collegio con gli spartiti della Palmira e dello Sposo al Lotto, quasi crucciato del dubbioso esito per intrighi di parte, si ritirò in patria, dilettandosi talvolta di musica sacra e passando le ore di ozio nel Convento di S. Maria. Le sue opere inedite si conservano negli scaffali dei nipoti, i quali dovrebbero darsi pensiero di pubblicarle per dovere di parentela, se non di cittadinanza.

 

il Teatro costò lire 345,129.25 oltre le spese successive; ma forse il costo, a consegna definitiva, sorpasserà di parecchie migliaia il mezzo milione...

 

Dopo vi fu serata di gala al Teatro, cantandosi la Traviata del Verdi da una compagnia del S. Carlo di Napoli venuta per la lieta circostanza, e nonostante i prezzi carissimi di lire 200, 180, 150 per i palchi, e di 25 per i posti di platea, non fu facile avere un biglietto; cosicché a divenire il popolo che paga, fu necessario ripetere lo spettacolo nella sera seguente, e quasi gli introiti corrisposero alle spese fatte dall’amministrazione.

 

La sala del Teatro in quella sera aveva un aspetto aristocratico, splendido e bellissimo per lo scintillio di mille fiammelle elettriche, raffiguranti sull’arco del proscenio la stella d’Italia e la sigla dei Sovrani; per numerosa ed eletta schiera di signore, disputatisi dai palchetti il vanto dell’eleganza, della bellezza e dei brillanti; e per la platea di commendatori, di cavalieri e di ogni gente nastrata, in guisa che pareva di essere in una grande e doviziosa città.

 

Quando i Sovrani entrarono nel palco, la gente si alzò di scatto e proruppe in applausi, cui il Re ed il Principe Amedeo risposero stando per parecchi minuti in piedi con la solita dignità marziale; mentre la Regina, vestita di abito color rosa con pizzi e merletti finissimi e ricchissimi, ed avendo al collo i simpatici filari delle sue perle preziose, rispondeva con le sue grazie ed i suoi sorrisi.

 

Durante i primi due atti, ai quali assistettero i Sovrani, si notò che i Ministri Cairoli e Miceli stavano in piedi in fondo del palco reale, come tanti valletti, sicché per cerimoniale di Corte in quel momento i capi del Governo sembrarono assai piccini alla vista ed al giudizio del popolo, il quale si aveva esagerati concetti della dignità e della potenza dei suoi rappresentanti nel sistema costituzionale.

 

Il breve tratto dalla Prefettura al Teatro la Regina lo fece in carrozza, ed il Re ed il Principe Amedeo a piedi, sia nell’andata che nel ritorno, ed essendosi li per li messe delle tavole sull’umido e fangoso terreno per rendere agevole il passo, il Re camminando a salti, disse a chi gli stava intorno: "non fa nulla, ce la siamo cavata alla meglio!"

 

il teatro fu inaugurato il 26 gennaio 1881.

 

Raffaele Riviello - "Cronaca Potentina" dal 1799 al 1881 - Edizioni Santanello - Potenza, 1888

 

 

 

 

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