Comune di Potenza - Leadershipt Culturale -
Costruire un progetto culturale in rete,
qualificare sempre più l’offerta culturale, sviluppare e qualificare
maggiormente i processi produttivi, definire un nuovo ruolo culturale della
città di Potenza: è questa la matrice di fondo che ha ispirato fin
dall’inizio l’azione dell’Assessorato alla Cultura, Politiche Giovanili,
Politiche per la Pace e l'immigrazione, presieduto dal dott. Giuseppe
Messina. L’interesse è sulla comunità come ambiente retto da forme di
comunicazioni e valori: reciprocità, gratuità, relazioni non mercantili,
confronto con l’altro partendo dalla propria persona.
“La città che immaginiamo, il suo destino, sostiene
l’assessore Messina, è costituita sia dalla cultura intesa come
socievolezza, stile di vita, moneta spirituale di scambio, sia dal
riconoscimento della differenze come veicolo di identità”.
Al di là dei singoli obiettivi realizzati, ci preme
sottolineare il carattere particolarmente innovativo delle linee di politica
culturale e sociale che emergono dai programmi. Ci riferiamo, per la
politica culturale, alla collana di manifestazioni, ormai con carattere di
continuità, che segna tutte le stagioni della città, mobilitando progetti ed
idee e con una costante attenzione al rapporto tra spazio ed evento.
Il centro storico, i quartieri, spazi da anni
inutilizzati per gli spettacoli, come lo stadio Viviani, hanno costituito
una scena cittadina in cui si sono susseguiti immagini e suoni. Alcuni
esempi possono indicare la linea che si è voluta seguire: la ripresa del
tema dei grandi eventi, con la realizzazione del grande concerto di De
Gregori, Pino Daniele, Fiorella Mannoia e Ron, e la costruzione di un
tessuto connettivo di base, attraverso la promozione di beni culturali
spesso considerati minori, come i libri. Ci riferiamo sia al progetto
Librobus - Biblioteca itinerante, sia al progetto Bookmark - Festa del
libro: l’ 'idea è quella di una riscoperta della tradizione italiana ed
europea della cultura popolare, attraverso mezzi itineranti (dalle “cattedre
ambulanti” ottonovecentesche alle letture in piazza e nei caffè).
Per ciò che concerne le politiche per la pace e
l’immigrazione, grande novità riveste l’istituzione del Centro Immigrati,
Profughi e Rifugiati, la “Città dei colori” aperto al pubblico ed operativo
dal 21 Agosto 2001: in città come la nostra, non caratterizzate
dall’emergenza immigrazione, il Centro si pone come un servizio di qualità
finalizzato alla responsabilizzazione degli immigrati ed alla loro
integrazione piena nella vita della comunità.”
“Mentre si conferma una politica volta a
consolidare attività e d iniziative che ben hanno risposto alle aspettative
della gente, c’è da sottolineare che, gli ultimi mesi del 2002, aggiunge
l’assessore Messina, sono stati dedicati, oltre che a completare la
realizzazione degli obiettivi che ci eravamo prefissati, a impostare alcune
azioni di grande rilievo derivanti dagli accordi previsti nel Patto per la
città, in primo luogo la ristrutturazione e restauro dei capannoni dell’ ex
Regia Scuola Industriale per la costituenda Galleria di Arte contemporanea
(opera prevista nel secondo accordo di programma sui Por) e sul progetto
cultura. Intanto, è stato predisposto un progetto di utilizzazione del
Centro sociale di Malvaccaro quale polo culturale giovanile”.
Progetti per il 2003
Per la stagione culturale 2003, si opererà, in
sostanza, sulla falsariga del riuscito programma dello scorso anno,
compatibilmente con le risorse a disposizione nelle poste di bilancio: un
anno che sembra voler riservare comunque altre piacevoli novità, grazie al
sostanziale impegno dell’assessore al ramo Giuseppe Messina.
L’ assessore Messina ha dato infatti notizia di un
progetto finalizzato alla realizzazione di una struttura polivalente. “La
città di Potenza, sottolinea l’assessore alla Cultura dei Comune di Potenza,
e, se si vuole, anche i centri a raggiera, devono poter disporre di una
struttura polifunzionale.
I giovani del capoluogo di regione, avvertono la
necessità di avere un locale o dei locali in grado di contenere un buon
numero di persone, dove potersi riunire, per dare vita a incontri,
manifestazioni ed iniziative culturali”. “A questo ha pensato la civica
amministrazione di Potenza, aggiunge il dott. Messina, che si è mossa per
tempo. L’idea è stata condivisa anche dal presidente Filippo Bubbico e dalla
giunta regionale di Basilicata che, quando sì trattò di predisporre il “Por”
della città di Potenza, ha tenuto conto della realtà cittadina e di quello
che serve per la sua crescita culturale, sociale ed economica. Puntiamo su
questa opera, tenuto conto della massa di giovani che vengono a Potenza per
frequentare gli studi universitari”.
La città per i bambini
“Città sostenibili delle bambine e dei bambini”, è
il tema della iniziativa intrapresa, dall’assessorato alla Cultura del
Comune di Potenza. Una iniziativa di grande spessore perché, pensare ad una
città a misura di bambino, significa progettare una città migliore per
tutti, ove sia dedicato spazio non solo alle attività lavorative e
funzionali al mondo dello sviluppo economico, ma anche alle necessità di
scambio emotivo con gli altri individui.
Nasce “la città dei colori”
il 30 ottobre 2002 è stato inaugurato a Potenza, il
centro servizi immigrati, profughi e rifugiati, “Città dei colori”.
L’assessore Messina ha spiegato che
“l’Amministrazione ha inteso non solo riservare una particolare attenzione
alla questione immigrazione, ma anche immaginare una città multirazziale
dell’accoglienza e della socialità. Proficua è stata la collaborazione con
la Regione Basilicata. La commissione regionale dei lavori extracomunitari,
infatti, ha approvato il progetto dell’amministrazione e ha deliberato lo
stanziamento di più di 27 mila euro per finanziare l’allestimento del
centro. Al riguardo l’assessore regionale alla sicurezza e alla solidarietà
sociale, Gennaro Straziuso, ha dichiarato che “tanto le istituzioni quanto
la società devono impegnarsi per fare Città. Prima va affrontata la
questione del lavoro e cancellare i motivi di insofferenza per i cittadini
lucani. Solo dopo aver fatto questo passaggio l’integrazione potrà dirsi
piena e gioiosa”.
Caffè...scomparsi e ritrovati
Alcuni caffè del capoluogo regionale hanno
contribuito a fare la storia della città di Potenza, per cui ha destato
sensazione la chiusura del “Caffè Pretoria” (“il vecchio Bar Pergola”),
situato nella centralissima Piazza Maria Pagano e registratosi nell’aprile
2003, al cui posto è sorta una boutique di abbigliamento. Al di là delle
legittime aspettative e dell’autonomia di chi vende e di chi compra, resta
l’amarezza per l’ennesima “cancellazione” di uno dei simboli del centro
storico. Amarezza condivisa dal sindaco Fierro e dall’assessore comunale al
Commercio, Campagna.
Il Bar Pergola (di don Michele Pergola, simbolo
della vita potentina dai primi anni del ‘900), ha alle spalle una storia
centenaria. Viene datato attorno al 1850, infatti, la Taverna “Pergola”,
trasformata, nel corso degli anni, in “Bar Pergola”.
Racconto, testimonianza, chiacchierata. Come si
conviene, intorno ad un tavolino di bar del Centro. E così Potenza, perde il
Bar Pergola, ma ritrova i suoi “Caffe”, grazie alla iniziativa promossa
dall’assessorato alla Cultura del Comune di Potenza e dalla” Gazzetta del
Mezzogiorno”.
Tra “immaginario e memoria” il primo dei cinque
segni: la scrittura. Quella agile, intrigante e sempre attuale, della
psicoterapeuta e scrittrice Gianna Schelotto, scrive Luigia Ierace dalle
colonne de “La Gazzetta del Mezzogiorno”.
Una lucana trapiantata al Nord, che è tornata in
questa terra per raccontare la sua esperienza, il suo vissuto trasposto nel
libro, presentato a Potenza: “Distacchi e altri addii - Quando
separarsi fa bene” ha incuriosito, ha suscitato interrogativi. Tanti,
accanto a quelli del responsabile della redazione di Potenza da “La
Gazzetta”, Mimmo Sammartino, che ha condotto l’appuntamento.
E dapprima in sordina, poi con maggiore intensità
il pubblico è intervenuto ritrovando il gusto del “Caffe”. Genialità e
follia, distacchi e certezze e finanche il tema del distacco in politica,
quando “lasciare la poltrona” costa davvero tanto. Insomma, una disamina
degli addii quotidiani, tra paure e insicurezze, in mezzo ai mali di questo
secolo che Gianna Schelotto riesce anche a precorrere, grazie alla sua
grande capacità di ascolto, di comprensione, di lettura all’interno dell’io
dei suoi pazienti, delle loro storie, dei loro vissuti. Drammi umani piccoli
e grandi che raccoglie, facendone tesoro, testimonianza che possa essere di
aiuto ad altri, senza convincere o persuadere, ricordando sempre che le
“vere certezze sono quelle che vanno cercate mettendosi in gioco”. |