PINO GENTILE
 - La Città delle scale
 

- Capitolo XV -


LE PRIME ISTITUZIONI SANITARIE NELLA CITTA'

  • L'Ospedale "San Carlo" nasce nel 1810

  • Nuova dimensione con l'elisoccorso

  • Primo trapianto di cornea

  • Successo internazionale per il "San Carlo"

  • Il nuovo reparto di Pediatria

LE PRIME ISTITUZIONI SANITARIE NELLA CITTA'
 

“L’Ospedale San Carlo di Potenza nella storia di ieri e di oggi”, il volume realizzato dal prof. Vincenzo Marsico, pubblicato nell’agosto 1967 per i tipi della Tipografia Mario Armento di Potenza, riapparso in circolazione grazie alla ristampa anastatica curata dall’editore potentino Nicola Bruno nell’ottobre 2002, è la prima testimonianza editoriale del nosocomio potentino, seguita, nel dicembre 1994, da quella pubblicata dagli studiosi Antonio Motta e Vincenzo Perretti in “Potenza, toponomastica ottocentesca”, Edizioni Ermes. Un volume ben articolato e documentato, quello del mai dimenticato prof. Marsico, che parte da lontano, evidenziando il sofferto iter di questa nobile istituzione, che ha dovuto prima fare i conti con l’ingarbugliata situazione sociale e politica dell’ epoca, e, in seguito, con le rovine causate dal secondo conflitto mondiale del 10 giugno 1940. Un racconto appassionante, che trova la sua sintesi nel sottotitolo “8 Settembre 1943”, che è tutto da rileggere.

 

 

 

 

L’Ospedale “S. Carlo” nasce nel 1810

 

Le origini dell’ Ospedale S. Carlo risalgono al 2 ottobre del 1810 quando un decreto del Re del regno delle Due Sicilie Gioacchino Murat destinava il soppresso convento dei Cappuccini, sito nel Palazzo del Castello di Potenza, ad Ospedale Civile.

Allora l’Ospedale disponeva di 32 letti e provvedeva a circa 23 ricoveri giornalieri.

 

Nel 1957 l’Ospedale S. Carlo completava il suo trasferimento dal Palazzo del Castello alla nuova sede di S. Maria, con un a capacità ricettiva di circa 280 posti letto.

 

Negli anni 80 inizia il trasferimento delle attività dalla sede di S. Maria, di Verderuolo e della ex clinica Gavioli, nel nuovo polo di “Macchia Romana”, che attualmente conta circa 1000 posti letto, oltre 2000 dipendenti, ed un bilancio annuale di circa 100 milioni di euro.

 

L’Ospedale S. Carlo attualmente eroga più di 41.000 ricoveri e circa un milione di prestazioni ambulatoriali, ponendosi a giusto titolo tra le principali Aziende Ospedaliere di rilievo nazionale del Mezzogiorno.

 

Molti progressi la struttura li ha realizzati negli ultimi venti anni con l’insediamento di attività chirurgiche di altissima specialità quali la cardiochirurgia e la neurochirurgia e l’acquisizione delle più elevate tecnologie diagnostiche come la Tomogralla Assiale Computerizzata (TAC) e più recentemente, la Risonanza Magnetica (RM) e la Medicina Nucleare.

Il Dipartimento Cardiologico con la Cardiochirurgia e la Cardiologia Emodinamica, una dedicata al trattamento chirurgico delle malattie cardiovascolari, l’altra alla diagnosi ed al trattamento con tecniche interventistiche (angioplastica), rappresentano uno degli elementi di particolare specializzazione dell’Ospedale S. Carlo.

 

Le attività del dipartimento sono completate dalle Unità Operative di Cardiologia Medica e di Cardiologia Riabilitativa e Preventiva.

Il dipartimento di neuroscienze, con la neurologia e con la neurochirurgia, consente di diagnosticare e trattare tutte le patologie del Sistema Nervoso Centrale.

In particolare, la neurochirurgia rappresenta uno dei pilastri del sistema di Emergenza-Urgenza per il trattamento chirurgico dei traumi e degli accidenti vascolari.

 

Il Dipartimento Nefrourologico, con l’Unità Operativa di Urologia, comprendente una struttura di andrologia, la Nefrologia, che comprende una struttura di Emodialisi e la Litotrissia, rappresenta un modello di risposta integrata ai problemi dei reni e delle vie urinarie.

 

Negli ultimi anni le tecniche di litotrissia extracorporea e gli interventi endoscopici sulla vescica e sulle vie escretrici hanno molto limitato il ricorso alla chirurgia convenzionale che così ha potuto evolversi verso tecniche chirurgiche più raffinate ed in particolare nel campo della chirurgia oncologica.

 

Il Dipartimento Chirurgico con le chirurgie specialistiche (chirurgia toracica, chirurgia plastica, chirurgia del seno) e con l’ortopedia, ha saputo interpretare in chiave più moderna il suo molo, superando il modello di chirurgia generalista e puntando sulla superspecializzazione.

L’Ortopedia si è evoluta con le tecniche chirurgiche di protesizzazione delle principali articolazioni e con la chirurgia artroscopica.

 

Il dipartimento onco-ematologico ha guadagnato ampi spazi in campo oncologico divenendo, a pieno titolo, momento di riferimento per l’intero territorio con un’Unità Operativa di oncologia con posti letto di degenza e di day-hospital e con l’Unità Operativa di Ematologia, il Servizio di Anatomia Patologica facente parte del dipartimento, ha lavorato molto specializzandosi in particolare sulle patologie di natura oncologica.

 

Il Dipartimento Materno-Infantile con la divisione di Ostetricia, quella di Ginecologia, con la Pediatria e la Neonatologia ha subito importanti evoluzioni in questi anni, sia sul piano logistico-organizzativo che per la complessità e la qualità delle prestazioni erogate.

Il Dipartimento di Emergenza rappresenta la messa in rete di servizi diagnostici, della Medicina d’Urgenza, della Chirurgia d’Urgenza e della Rianimazione ed è un sistema articolato e complesso che consente il trattamento con successo degli eventi acuti più severi.

 

Le altre Unità Operative come la Pneumologia, la Dermatologia, la Reumatologia, l’endocrinologia, l’Otorinolaringoiatria, la Geriatria, la Medicina, l’Oculistica e le Malattie Infettive, hanno anche loro avuto importanti progressi in questi anni assumendo, in alcuni casi, come per la Reumatologia e la chirurgia Maxillo-Facciale, una valenza extraregionale.

 

In conclusione, l’Azienda Ospedaliera S. Carlo rappresenta una realtà lavorativa di grande importanza per la stessa città di Potenza sia per il ruolo che ricopre rispetto all’assistenza erogata ai residenti della città, sia perché è uno dei pochi momenti di attrazione della città per utenza regionale ed extra-regionale.

 

Il S. Carlo ha compiuto importanti progressi in questi anni divenendo motore di una Sanità sempre più articolata e complessa, contando comunque sulle solide basi di una storia lunga ed importante per la nostra comunità, iniziata nel 1810.

 

 

 

 

Nuova dimensione con l’elisoccorso

 

La sua istituzione prende l’avvio all’inizio del 1980, quando nasce il primo servizio di anestesia e rianimazione che si avvale prima dell’ apporto della dott.ssa Clelia Tozzi, e, in seguito, del dott. Labriola. Nel 1982, intanto, si attiva l’Ospedale Operativo di neurochirurgia, unico nella regione Basilicata, diretto dal prof. Bruno Cucciniello e dal responsabile di anestesiologica, dott. Luigi De Trana.

 

Tenuto conto della difficile viabilità presente nella regione Basilicata, nel 1985, per facilitare l’arrivo in neurochirurgia dei pazienti neuropolitraumatizzati, si attiva il servizio di elisoccorso regionale, grazie anche alla disponibilità della giunta regionale di Basilicata, allora presieduta dal compianto Carmelo Azzarà, con Antonio Potenza assessore alla Sanità. Il servizio di elisoccorso diventa un importante punto di riferimento anche per gli ospedali extraregionali di Polla, Trebisacce, Castrovillari, Oliveto Citra, Bari, limitatamente alle patologie di interesse cardiochirurgico, neurologico e di rianimazione. Le basi di elisoccorso sono localizzate a Potenza, con 18 unità ed a Matera con 10, mentre presso la Centrale Operativa il personale complessivo da impiegare (ciò in relazione alla direttiva della Regione Basilicata dell’11 marzo, che stabilisce gli adempimenti il personale del “118” presso la Centrale Operativa), è di 36 unità. E inoltre prevista un’attivazione graduale attraverso una tempistica per fasi, in modo da rodare la macchina organizzata.

 

È il 1995 quando l’Ospedale diventa Azienda Ospedaliera, con direttore generale il dott. Bruno Pastore. Il primo servizio di anestesia e rianimazione (primario il dott. Luigi De Trana), si incrementa nell’organico che raggiunge quota trenta anestesisti; la rianimazione, invece, passa da otto a dieci posti letto, in attesa di un raddoppio a breve tempo, tenuto conto, sia dell’accresciuta domanda e dell’esiguo numero di posti letto in ambito regionale.

 

Ci sembrano intanto significativi alcuni dati di riferimento: i pazienti ricoverati nel centro di rianimazione nel 2002, sfiorano i 500 ricoveri; mentre si registra l’avvio del “118” affidato alla gestione del dott. De Trana, ma affiancato da un secondo elicottero con base operativa a Matera. Nel 2003 vengono avviati i lavori per il Dipartimento d’emergenza di secondo livello: nasce la medicina d’urgenza con quattro sale operatorie dedicate alle urgenze d’interesse chirurgico plurispecialistico, di provenienza sia intra che extra ospedaliera, la qualcosa risolve rapidamente i problemi per il paziente traumatizzato ortopedico.

 

C’è inoltre da sottolineare che il contemporaneo raddoppio dei posti nel centro di rianimazione, garantirà l’assistenza intensiva post-operatoria a questi pazienti operati, che realizza il modello “trauma center”. L’attività anestiologica si incrementa costantemente, per cui, nel gruppo operatorio centrale, le dieci sale operatorie lavorano a regime.

 

Vengono quindi attivate, per scelta strategica, le unità operative specialistiche di: Chirurgia Plastica (prof. Alberto Scrocca), Chirurgia Toracica (dott. Giuliano Urciuoli); di senologia (dott. Enrico Mazzeo), di Chirurgia Ortopedica maggiore e di traumatologia (dott. Salvatore Accardo). Viene avviata anche la “Day Surgeny” nelle ore pomeridiane, in particolare l’artroscopia di ginocchio (dott. Rocco Romeo).

 

Gli interventi chirurgici effettuati nel 1995 sono circa 4. 500 e, nel 2002, passano a arca 12.000. Nel 2003, prende l’avvio anche il settore materno infantile, con due sale operatorie appaiate alla Sala Parto ed è cosi possibile avviare la tecnica dell’analgesia per il parto indolore.

 

L’elisoccorso di Potenza, un mezzo moderno ed indispensabile soprattutto per la tormentata realtà del territorio lucano, continua ad avvalersi della preziosa opera del dott. Luigi De Trana, direttore del Dipartimento d’emergenza, che, presiede la Commissione Regionale per i problemi anestesiologici e che favorisce l’attivazione dei centri di Rianimazione di Melfì e Policoro, assicurando collaborazione nella gestione, attivando convenzioni mirate. C’ è da registrare, intanto, una notizia che evidenzia l’ ìevoluzione e la costante crescita del “S. Carlo”.

 

 

 

 

Prinmo trapianto di cornea

 

Venerdì 21 marzo 2003, è stato eseguito ad una donna lucana il primo trapianto di cornea nell’Unità Operativa di Oculistica. La paziente, 51 anni, della provincia di Matera, era affetta da “cheracotono perforato”, una patologia ereditaria che causa la degenerazione della capacità visiva. La “nuova” cornea è stata reimpiantata con un unico giro di sutura, con sedici punti, utilizzando un filo spesso circa un decimo di millimetro. È una operazione microchirugica, fatta con l’uso del microscopio. I punti dovranno essere tolti fra un anno. Il rischio di rigetto è bassissimo. Il trapianto è stato eseguito dall’Unità Operativa di Oculistica, diretta dal dott. Giovanni Smaldone. Ne fanno parte gli oculisti Vincenzo Bruno, Marmnella Canosa, Aurora De Magistris, Angelamaria Giorgio, Pasquale Scarano, Giuseppe Verrastro, gli assistenti di oftalmologia, Anna Coviello e Antonio Potenza e l’anestesista Maria Rossi.

 

Erano presenti al delicato e riuscito intervento, il direttore della clinica oculistica di Bari, Carlo Sbornia, e il professor Gianni Alessio, entrambi esperti di trapianti, per dare un apporto all’equipe.

 

 

 

 

Successo internazionale per il “S. Carlo”

 

Nel contesto dell’attività del “S. Carlo”, registriamo, altresì, un exploit del dott. Ignazio Olivieri, nativo di Matera, che vanta un ricco curriculum di esperienze professionali in remautologia acquisito presso l’Istituto di patologia medica dell’Università di Pisa, campo di ricerca spondiloartropatia sieronegativa e Morbo di Bechet, autore di molte riviste scientifiche, direttore del reparto di reumatologia di Basilicata, Ospedale S. Carlo di Potenza e Madonna delle Grazie di Matera.

 

Il dott. Olivieri, e con lui la Medicina Lucana, ha riportato un significativo successo internazionale, evidenziato da un organo di stampa di spessore mondiale.

 

Il numero di novembre 2002 di “Arthritis & Rheumatism”, l’organo ufficiale dell’American College of Rheumatism”, contiene infatti un lavoro scientifico del Gruppo di Studio sulle Spondiloartriti e l’ Artrite Psoriasica, guidato dal dott. Ignazio Olivieri.

“Arthritis & Rheumatism”, è la più importante rivista di reumatologia al mondo ed una delle più diffuse riviste mediche specialistiche in assoluto. Pubblicare su riviste come “Arthritis & Rheumatism”, è molto difficile perché la validità degli articoli è stabilita da esperti di fama mondiale, che sul giudizio espresso impegnano il proprio nome. Lo studio dei ricercatori lucani, che ha per oggetto la dattilite (o tumefazione globale del dito) delle sponidioartriti e dell’ ìartrite psoriasica, è stato eseguito in collaborazione con gli ospedali di Prato, Reggio Emilia e Bologna, grazie ad un contributo finanziario della giunta regionale presieduta dall’architetto Bubbico.

 

Non solo lo studio è stato pubblicato, ma anche una delle sue immagini di risonanza magnetica, esame eseguito dal dott. Enrico Scarano dell’Unità Operativa di Radiologia dell’Ospedale “San Carlo” di Potenza, diretta dal dott. Bruno Lamorgese, è stata ritenuta degna di apparire sulla copertina della rivista. Tale privilegio non era mai toccato a nessun gruppo reumatologico italiano. Pertanto una delle riviste mediche a diffusione planetaria, è circolata per lungo tempo con una immagine di risonanza magnetica ottenuta in Basilicata sulla copertina. Non ci sembra un fatto da poco, in quanto la presenza della testimonianza corale della Basilicata nel mondo è ribadita alla grande.

 

 

 

 

il nuovo reparto di Pediatria

 

Martedì 24 giugno 2003 è intanto nata una nuova struttura in seno al nosocomio regionale. Si tratta del nuovo reparto di Pediatria ubicato al secondo piano del padiglione F 2 dotato di 28 posti letto per la decenza ordinaria 2 posti per il Day Hospital: un luogo nuovo e diverso creato a misura di bambino con un arredo familiare.

 

 

 

 

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