CENNI STORICI
SULL'ICONOCLASTIA
La Chiesa nella misura in cui esso è lecito ha
sempre praticato il culto delle immagini sacre fin da principio come
provano i dipinti delle Catacombe senza abusi troppo gravi e quando la
venerazione oltrepassava i limiti interveniva l'Autorità Pontificia.
Invece in Oriente si giunse al fanatismo per le immagini, tanto che se
ne raschiavano i colori per mescerli al vino che si distribuiva ai
fedeli dopo la Messa e si prendevano le immagini per Padrino ai
Battezzandi. Gli abusi quindi erano così gravi che Ebrei e Musulmani
presero a chiamare idolatri e iconolatri i Cristiani. Per reprimerli
l'imperatore Leone III l'lsaurico, usurpando alla Chiesa il diritto di
legiferare in proposito ordinò la distruzione di tutte le immagini nel
726.
Si incominciò con la distruzione di un'immagine di Cristo assai venerata
che stava sopra una porta di Costantinopoli. Il popolo insorse e
l'imperatore rispose con una durissima repressione deponendo persino il
Patriarca Germano che si era opposto. Si oppose anche il Papa Gregorio
II e San Giovanni Damasceno, mentre i Mandati Imperiali rompevano,
raschiavano e demolivano le immagini perseguitando anche i difensori del
Cattolicesimo. Tale devastazione della Chiesa con la distruzione delle
immagini continuò con Costantino Copronimo, finché l'imperatrice Irene
vi pose termine convocando nel 787 un secondo Concilio a Nicea. Ma Leone
l'Armeno riprese la persecuzione nell'815 e continuò fino all'842
allorché l'imperatrice Teodora permise di onorare le immagini nell'843
con una cerimonia solenne l'11 Marzo nella Chiesa di Santa Sofia. Ancora
oggi la Chiesa Greca celebra una gran festa la prima Domenica di
Quaresima. Infine una riflessione non è da tacersi che la lotta
iconoclasta avvantaggiò l'arte bizantina in Italia dove immagini insigni
e preziose si salvarono trafugate dai religiosi (Enc. UTET - Volume VI°
- pag. 1111).
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