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Donato M. Mazzeo  MASCHITO
Maschito  Storia e Leggenda Verso il Futuro
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MASCHITO
SORGE
COME CASALE
(1541)

In seguito ad un atto di vendita del territorio maschitano da parte dell’Ordine Gerosolimitano Santo Sepolcro di Bari assieme a Gioanni De Icis pure signore del luogo, vergato il 26 settembre 1541, vengono accolti, perché Io ripopolino, numerosi gruppi di profughi dall’Albania e dalI’Epiro, tassa d’ingresso poco meno di mezzo ducato a testa: altri se ne aggiungeranno provenienti da Melfi e capitanati da Zoan Zuzura-Chiucchiera oltre che parenti di Georgino Lapazaj: a quest’ultimo. hìstor!a docet, si deve la costruzione, nel 1570, della Chiesa melfitana di S. Maria ad Nives. Ne resta oggi, come rarissimo reperto antropologico in Melfi, la tradizionale festa delle ‘Panedduzze” della propiziazione che si celebra da sempre 18 dicembre, per meritoria attività di Pro-Loco e Confraternita.

Un’altra cinquantina di ‘fuochi” (nucleo familiare di tre-quattro persone) si ricongiungeranno ai connazionali Coronei, Scutariani, Majnoti.

Epiroti dimoranti in Barile, dopo oltre mezzo secolo, a seguito della vexata quaestìo dibattuta dal giureconsulto dell’epoca, Roberto Maranta* di Venosa. Mentre il sovrano Carlo V e gli stessi re d’Aragona (Ferdinando e Ferrante) memori dei servigi resi loro dalle ardimentose truppe per soffocare rivolte e sommosse, si fecero garanti di una buona accoglienza anche in Basilicata (dai Coronei di Melfi a quelli della terra di Maschito): concessero loro privilegi e franchigie varie, oltre che diplomi di benemerenza.

Agli immigrati di Maschito fu, inoltre, donato un titolo di esenzione fiscale totale nel 1583. Fra privilegi vecchi e nuovi, rispettati ovvero contestati del tutto o parzialmente. un giurista dell’epoca. Gaetano Celani, per rafforzare la sua tesi a favore delle altre comunità del Vulture portava a paragone, nel 1750, le vicine terre di Maschito, ove le famiglie Coronee non corrispondono altro all’Università che la somma di ducati novanta in tre paghe che per aes et libram si distribuiscono fra loro.

 

*(Vds. "Consilia sive responsa" CIII di R. Maranta: sta in "Etnografie e Albanesità" di D. M. Mazzeo (trad. dal latino Carlo Pesacane) Potenza, Centro Studi Siroi, 1987.

 

 

 

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