<< precedente

INDICE

successivo >>

Ceneri di Civiltà Contadina in Basilicata
GIUSEPPE NICOLA MOLFESE

PROVERBI (2)

Capille e guai non feniscene mai. Capelli e guai non finiscono mai.
(I capelli, come i guai, crescono sempre e si rinnovano).
Chi lasse pane e cappe non sape addo' 'ngappe. Chi lascia pane e mantello non sa dove si imbatte.
(Il contadino uscendo di casa deve premunirsi di mantello per coprirsi durante le intemperie e di quanto possa servire per non farlo morire di fame. A volte le intemperie lo costringono a rimanere fuori di casa, all'addiaccio, anche per diversi giorni).
Povera a chi cade e chiede aiute. Povero chi cade e chiede aiuto.
(Nella sventura non si trova aiuto se non con difficoltà).
Chi daie lu pane a llu cane straine
perde lu pane e perde lu cane.
Chi da il pane al cane estraneo
perde il pane e perde il cane.
(Far del bene ad estranei è vano; non solo non si ha riconoscenza, ma si perde addirittura la conoscenza).
Chi jè ricche d'amice jè franche da guaio. Chi ha molti amici, veri amici ha pochi guai.
Ricchezza de figghie ricchezze de sanghe. Chi ha molti figli è ricco di affetto.
Figghie de gatte surice angappe. Figlia di gatta acchiappa topi.
(Chi è figlia di una "buona mamma" anch'essa diventerà una "buona mamma" perché tale è la tendenza).
Chi semmene spine non e dda sci' scauze. Chi semina spine non deve andare scalzo.
(Chi fa male deve temere che altri possano fargli del male, perciò deve premunirsi e fare attenzione).
'O cchiù ricche jè chi sparagne
'o cchiù puverielle jè chi jè spezeche.
Il più ricco è chi risparmia
il più povero è chi è avaro.
(Il risparmio non è miseria, è ricchezza, mentre l'avarizia è miseria).
Se parle 'u merduse
'u granne ha già parlate.
Se parla il bambino
l'adulto ha già parlato.
(Se esprime un giudizio colui il quale ha la merda al sedere perché è un bambino, significa che l'adulto lo ha già espresso).
'U fume e la mala megghiere
cacciane l'ommene dà cheasa.
Il fumo e la cattiva moglie
cacciano l'uomo da casa.
Uommene a vvine ciende a ccarine. L'uomo che è dedito al vino vale tanto poco che con un carlino se ne possono comprare cento come lui.
Na botta a llu cierchie
e 'nnata a llu cumbagne.
Una botta al cerchio
e un'altra al compagno.
(È sintomo di ambiguità; cerca di destreggiarsi tra i due contendenti).
Cunsiglie de volpe dammage de galline. Consiglio di volpe danno di gallina.
(Il consiglio dato dal furbo non sempre è sincero, ma può essere dato per altri fini).
Non te mangia' quando tu hai
non dice quando tu sai.
Non mangiarti quanto possiedi
non dire quanto sai.
(La saggezza consiste sia nell'amministrare i propri averi con discernimento e sia nel non parlare di quanto è di propria conoscenza).
Mala nuttate e figgie femmane. Cattiva nottata e figlia femmina.
(Non sempre è una letizia la nascita del figlio. Quando in una casa nasce la figlia femmina, iniziano le preoccupazioni: preparare la dote, il corredo, etc., senza i quali non potrà nel futuro contrarre matrimonio. In particolare questo proverbio si dice quando un certo lavoro ha richiesto un notevole impegno senza dare poi i risultati attesi).
'U diavele non tene pile
e vaja vannenne zoche.
Il diavolo non ha peli
e va vendendo funi.
Cammisa nette e vendre vacande. Camicia pulita e pancia vuota.
(Chi pensa troppo alle cose esteriori - abbigliamento - è destinato ad essere povero).
Ha ditte tattaranne
arruvene 'u zicche
e miettece 'u granne.
Ha detto il nonno
togli il piccolo (dal posto in cui è seduto)
e mettici l'adulto.
(E' dovere del più piccolo cedere il posto, in senso più ampio, a chi è più grande).
A llu tiembe dó melune
'u curtielle serve a llu patrune.
Al tempo dei meloni
il coltello serve al padrone.
(L'attrezzo che è stato acquistato per un determinato uso, o qualsiasi altra cosa, non deve essere prestato quando al proprietario può servire).
Vene 'u lupe addone 'u vosche
e ssecute 'u cane addonne a mannere.
Viene il lupo dal bosco
e caccia il cane dalla mandria.
(L'estraneo che non ha alcun diritto di occupare un certo "posto", invade il "posto" di colui il quale ne ha diritto).
Na vote a ppedune
a ccavalle a llu ciucce.
Una volta per ciascuno
a cavallo dell'asino.
(Quando si ha una sola cosa in comune bisogna godere della cosa con parità di diritti).
Chiave 'n ginta
e marche 'nda indra.
Chiave legata alla cintola
e "marche" dentro.
(A chi custodisce delle cose senza discernimento, cioè senza prendere tutte le precauzioni, può accadere di trovare al posto in cui si trovavano tali cose, la persona capace di sottrarle).
Bbiate a chi bbone albere s'arripe (o s'appiche). Beato colui il quale si appoggia ad un buon albero.
(Fortunato colui il quale si fa proteggere da una persona che ha buona probabilità di successo, perché al proprio successo è legato anche il successo del protetto).
Sope u cuotte 'u male vellute. Sopra la parte del corpo scottata la parte che bolle male (che fuoriesce dalla pentola).
(Colui il quale subisce una disgrazia, subito dopo ne subisce un'altra).
'U piacere du ciucce jè a gramegne. Il piacere dell'asino è mangiare gramigna.
(Le persone che non hanno cognizione delle cose buone, amano giovarsi di quelle mediocri).
Chi ferre nchiove. Il maniscalco che pone i ferri, inchioda.
(Colui il quale ha il coraggio di dedicarsi ad un'impresa e vi si dedica con passione e diligenza, ci riesce).
Trivíle de cheasa
e gaudio de chiazze.
Tribolo di casa
e gioia di piazza.
(Colui il quale è iracondo, cattivo in casa, è brillante in compagnia, fuori casa).
'A femmene ca non vo' fa' bbene
doppe mangiate 'u fridde la vene.
La donna che non vuole fare del bene
dopo mangiato le viene il freddo.
(La donna pigra ed accidiosa non intende dedicarsi ai lavori domestici che le incombono dopo il pranzo, adducendo che ha freddo).
Zappe de late
petra tagghie.
La zappa degli altri
riesce a tagliare anche le pietre.
(Gli arnesi altrui vengono usati senza cura e, a volte, riescono a dare prestazioni che il proprio arnese, perché usato con parsimonia, non riesce a dare).
Maria Rosa pe fa' a forte
pi 'na botta de cule
ha rutte a porta.
Maria Rosa per fare la forte
con una botta di culo
ha rotto la porta.
Corne? Agurie de cheasa. Corna? Auguri di casa.
(Si dice in senso ambiguo: le corna portano fortuna perché colui che le fa può concedere dei favori a chi le subisce e anche perché le corna, come è noto, si crede portino fortuna).
Jè megghie 'u piette a lle palle
ca 'u viende a Ile spalle.
È meglio il petto alle palle
che il vento alle spalle.
(Le correnti d'aria presa alle spalle sono foriere di malattie).
Chi appigue fuoche cambaue
chi appigue pane muriue.
Chi ebbe fuoco campò
chi ebbe pane mori.
(Il calore è più importante del cibo).
Pane fri-sc-che du juorne
vine vecchie de 'n anne
femmene de quindicianne.
Pane fresco di un giorno
vino vecchio di un anno
femmina di quindici anni.
A puo' cunsa' come vuo'
sembe checuzza jè.
La puoi preparare come vuoi
sempre zucca è.
(La zucca è considerata, tra le verdure, la più plebea; tanto è vero che per dire che una persona è mediocre intellettualmente, si dice che è una zucca. La zucca se la cucini in modo eccellente, rimane sempre zucca).
Femmene 'nda fasce
dote 'nda casce.
Femmina in fascia
dote nella cassa.
(Quando nasce una figlia femmina si deve subito provvedere alla dote per accasarla).
'A 'nvidia t'accide cchiù dà sc-cupettate. L'invidia ti uccide più della fucilata.
(L'invidia può procurarti del male più di quello che ti può procurare una fucilata).
Cosa date
'u diavile si l'è pigghiate.
Una cosa che tu dai
è come se la avesse presa il diavolo.
(Se dai una cosa, non ritorna più).
O lavure so' 'mmane a Dio. I lavori sono in mano a Dio.
(L'agricoltura, come sempre, è esposta agli eventi atmosferici: La buona annata è legata a questi eventi).
O spalle (oppure o sepale) non hanne recchie e sentene
non hanne uocchie e vedene.
Le spalle non hanno orecchie e sentono
non hanno occhi e vedono.
(Molte volte la maldicenza o la calunnia arrivano all'orecchio dell'interessato anche se chi la dice è convinto che non giungerà mai all'orecchio dell'interessato stesso).
Doje cose non ci ane a manca':
salute e pane asciutte.
Due cose non ci devono mancare:
salute e pane asciutto.
(Il contadino ha ritenuto sempre prezioso il bene "salute", perché il benessere fisico gli dava la possibilità di lavorare. Alla salute si aggiunge la proverbiale parsimonia del contadino lucano, il quale spesso si è contentato soltanto di pane e saliva).
L'amice se perdene sembe
o nimice non se perdene mai.
Gli amici si perdono sempre
i nemici non si perdono mai.
Non muri' ciucce mij
c'avene jè ggià semmenate.
Non muri' ciucce mij perché
io la biada l'ho già seminata.
(Aspetta che la biada cresca e solo allora potrai mangiare).
O guaie dà pignata
li sape 'a cucchiare.
I guai della pignatta
li conosce il cucchiaio.
(Non tutto ciò che appare è realtà; solo chi è "dentro" determinate situazioni può conoscerle).
Si caca sembe fora da chease
'nda chease si sende 'a puzze.
Si defeca sempre fuori di casa
perché in casa si sentirebbe il puzzo.
(Le cattive azioni bisogna farle sempre fuori del proprio ambiente).
'A lenze jè lenze
'u chiumme jè chiumme
'u mure jè stuorte.
La lenza è lenza
il piombo è piombo
il muro è storto.
(Si pronuncia quando una persona non sa fare il proprio mestiere).
Cchiù scure dà mezzanotte
non pote veni'.
Più oscura della mezzanotte
non può venire.
(Quando uno si trova all'acme di una situazione tragica non può aspettarsi di peggio).
N chease de pizziende
non mangano stozzere.
In casa di pezzenti
non mancano tozzi di pane.
(Il pezzente è molto più previdente del ricco; per quanto povero, è fornito sempre di un pezzo di pane).
Addonne 'u piatte me puo' caccia'
ma no addonne 'u parindate.
Dal desco mi puoi cacciare
ma non dalla parentela.
Cucche mij valende
vuo' cade' addonne cande.
Cuculo mio allegro
possa tu cadere da dove canti.
(Quando una persona cerca di arrecare male, per invidia, ad un'altra persona).
Diceme a chi si' figghie
e te diche a chi simmjgghie.
Dimmi di chi sei figlio
e ti dirò a chi rassomigli.
(Non sempre il figlio assomiglia ai genitori; se tu mi dirai di chi sei figlio, potrò io giudicare se rassomigli o meno ai tuoi genitori).
Povero! Non ti dísprizza'
Ricche! Non ti gloria'.
Povero! Non ti disprezzare
Ricco! Non ti gloriare.
Chille ca dice 'a mamma a llu fuculare
dice 'a figghie a llu munnizzare.
Quello che dica la mamma al focolare
dice la figlia lì dove si butta l'immondizia.
(I figli prendono esempi dai genitori).
Non tene' cheasa vicine 'u pirtone
ne 'a vigne vicine 'u vallone.
Non avere casa vicino alla casa dei galantuomini "il portone"
nè la vigna vicino ad un posto franoso.
(Avere la casa vicino ai galantuomini o per pettegolezzi o per fastidi, apporta sempre molestie; il giardino vicino ad una zona franosa da un momento all'altro perisce).
Prime che 'u parende curre
'u vicine jè già arrivate.
Prima che il parente arrivi correndo
il vicino è già arrivato (nei momenti di bisogno).
Proverbio di Aliano

Quanne i ave' sij valende
quanne i ada' sij tinende
po' si mette 'a bbona gende
o paghisi picche o paghisi nende.
Quando devi avere sii sollecito
quando devi dare sii cauto
poi si intromette la buona gente
o paghi poco o non paghi niente.
Debito pagate
fantasia passate.
Una volta pagato il debito
fantasia passata.
(Dopo aver pagato un debito, non si ha più alcuna preoccupazione).
Pecura zoppe a llu vade t'aspette. Pecora zoppa ti aspetto ad un luogo stretto.
(Tutti sono "pecora zoppa" cioè tutti possono commettere un errore. In quel caso chi ha il "potere" si vendicherà, nell'ambito del suo potere discrezionale).
Sotto sta mane manghe ngi chiove. Sotto questa mano non ci piove.
(Questo proverbio si accompagna con il gesto della mano: la mano viene disposta, con il palmo aperto rivolto verso la terra, all'altezza degli occhi; l'indice dell'altra mano viene posto perpendicolarmente al palmo della mano. Sta a significare che uno, al momento opportuno, potrà coprire qualche malefatta se la persona merita; diversamente, lascerà che "ci piova" sulla malefatta).
Sopa a ogna cheasa ng'è 'n ermece rutte. Sopra ad ogni casa c'è un embrice rotto
(Ogni nucleo familiare ha qualcosa che si può rimproverare).
Lu frusterielle vaj come lu nigghie
gosce lu vide
e crai ti lu pigghie.
Il ragazzo di un altro paese va come un nibbio
oggi lo vedi
e domani te lo pigli.

(Sul forestiero non bisogna fare affidamento e non dargli niente sulla semplice promessa perché facilmente fugge).

U no t'assogghie 'u si t'attacche. Il no ti scioglie il si ti lega.
(Quando vi è incertezza su qualche obbligazione meglio dire di no perché il si è vincolante).
Prima 'a cammise e po' 'u ippone. Prima la camicia e poi il corpetto.
(Prima le cose che sono più vicine alla carne, che ti appartengono - i familiari - e poi gli estranei).
Allonga 'a via e ritirate a lla chease. Allunga la strada e ritirati a casa
(Le accorciatoie possono essere sempre pericolose).
Tu duorme e 'a sorte te vegghie. Tu dormi e la fortuna ti veglia.
(Se sei fortunato, anche se non sei solerte, attivo, gli affari andranno bene perché la fortuna medesima veglierà).
Cavalle di carrozze
bona giovintù e mala vicchiezze.
Cavallo di carrozza
buona gioventù e cattiva vecchiaia.
(Un cavallo che ha avuto vita facile da giovane, in vecchiaia avrà difficoltà).
Liette stritte cuccate mmienze. Letto stretto coricati in mezzo.
(Nelle cose dove c'è poco spazio, se ti butti al centro lo occuperai sicuramente).
Chi jè timurate da Dio
jè timurate dú munne.
Chi è timorato di Dio
è timorato del mondo.
(Chi crede in Dio e osserva i precetti cattolici trasferisce questo Credo nei rapporti con gli uomini).
'A femmnene non spose 'u ciucce
picché le strazze 'o linzule.
La donna non sposa l'asino
perché gli straccia il lenzuolo.
(La donna sposerebbe chiunque, anche l'asino, se non temesse che con i ferri le strappi le lenzuola).
Quanda vale 'nu cugne dú Monta
non vale Francaville tutte quante.
Quando è ferace un pezzo di terra della contrada Monte
non vale Francavilla tutta quanta.
(Il Monte è un terreno ottimo, granifero; Francavilla, una contrada nei pressi del paese di Sant'Arcangelo ed attualmente suolo edificatorio quindi di valore notevole, ha valore inferiore al Monte. Questo proverbio non è attuale; lo era quando i terreni erano soltanto agricoli).
Scennare sicche massare ricche. Gennaio senza pioggia massaro ricco.
Flubbruaro chiuvuso gregna gravosa. Febbraio piovoso bica piena di grano.
Flubbrare curte e amare. Febbraio corto e amaro.
Quanne jè a Cannelora
'a vernate jè ssute da fora
ma se chiove e tira viende
dà vernate sime 'nda indra.
Quando è la Candelora
dell'inverno siamo fuori
ma se piove e tira vento
dell'inverno siamo dentro.
Aprile chiove e scampe
maggio 'na botta bbone
o lavure vanne a nove.
Aprile piove e spiove
maggio una buona quantità di acqua
il raccolto produce nove volte.
Siemmene quanne vuo'
cà a giugne miete.
Semina quando tu vuoi
perché a giugno mieterai sicuramente.
Cannèla chiare
marze face scennare.
Quando la fiamma della candela è molto chiara
a marzo fa freddo come a gennaio.
Quanne aprile aggrugne
te face scappa' l'ugne.
Quando ad aprile fa tanto freddo
ti fa cadere le unghie.
Maggie urtulane
assai pagghie e picca grane.
Quando maggio facilita i prodotti dell'orto
nel raccolto vi sarà molta foglia e poco grano.
Giugne arrijna munne. Giugno rovina il mondo.
Aguste jè cape de vierne. Agosto potrebbe essere l'inizio dell'inverno.
Acqua d'aguste uogghie e muste. Acqua d'agosto è favorevole per l'ulivo e per la vite.

 

[ Mailing List ] [ Home ] [ Scrivici ]