BIBLIOTECA COMUNALE "G. RACIOPPI"
MOLITERNO

MOLITERNO:
Tradizioni Gastronomiche

Formaggi

La lavorazione del formaggio a Moliterno risale ad un'epoca antichissima: infatti, come vuole il - Racioppi, l'etimologia del toponimo Moliterno deriverebbe dal radicale mulctrum che a sua volta deriva da mulgere (mungere) da cui mulcternum che significa, egli precisa, "luogo dove si fa il latte, cioè dove si munge l'armento e si coagula il latte insomma la cascina". É molto probabile che, sin dal primo formarsi del borgo medievale intorno alla torre del castello, i pochi abitanti si siano dedicati, quasi esclusivamente, alla pastorizia e all'attività casearia. Storicamente, però, è noto che solo nel 1700 si trasformò in tecnica organizzata per la cura del formaggio pecorino che rese celebre nel mondo il nostro paese.
Un altro formaggio tipico è il casieddu che è un formaggio di capra che si produce tra luglio e settembre, quando le pecore vanno "in asciutta" e cessa quindi la produzione del pecorino. Il sapore delicatamente aromatico è dovuto al fatto che il latte di capra, già filtrato attraverso le foglie di felce, prima di essere cagliato viene insaporito con un'erba fortemente aromatica che i pastori chiamano nepita (nepitella o calaminta). La pasta del casieddu viene modellata in piccole sfere del diametro di 8-9 cm. che, se vendute fresche, si avvolgono in foglie di felce tenute insieme da un legaccio fatto di steli di ginestra.
Molto usata è la ricotta, soprattutto di capra e pecora.
Noti sono anche il casu muoddu che all'interno presenta dei piccoli "vermi" ed è apprezzato da molti e la ricotta stagionata (ricotta tosta) che si suole grattugiare sui cavatelli, dando loro un sapore molto particolare. Il pecorino si può consumare anche quando è ancora fresco, e in questa fase viene denominato toma. Questa la si utilizza soprattutto nel periodo pasquale nel rustico tipico Moliternese, la cuzzola, ma è anche buona arrostita sulla brace o indorata e fritta.

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