BIBLIOTECA COMUNALE "G. RACIOPPI"
MOLITERNO

MOLITERNO:
Un paese da scoprire

MADONNA DEL CARMINE

La festa della Madonna del Carmine ricorre ogni anno nei giorni 15 e 16 luglio.
Questa festa è stata istituita nel 1980 per onorare la Madonna del Carmine, protettrice della nuova parrocchia che fa capo alla Chiesa della Trinità. Si celebra con solenni riti religiosi, banda e fuochi pirotecnici, a cui partecipa con devozione tutta la popolazione.

SAN DOMENICO

San Domenico viene festeggiato ogni anno il 4 agosto. E' il protettore di Moliterno e viene onorato con riti religiosi e manifestazioni civili, alle quali partecipa l'intera popolazione. Il titolo di patrono e protettore del paese, nel passato era della Madonna della Assunta, alla quale fu dedicata, anche, la principale chiesa di Moliterno. Con l'avvento dei domenicani, che si stabilirono, dapprima nel convento di S. Nicola in Pantanellis, nel 1860 il titolo di patrono passò a S. Domenico di Guzman. Ciò avvenne in seguito alla donazione del feudo di Moliterno, da parte della famiglia Carafa, ad una famiglia spagnola, imparentata con la famiglia Guzman, cui apparteneva S. Domenico.

LA MADONNA DEL VETERE

La Madonna del Vetere si festeggia ogni anno l'8 settembre e viene onorata con riti religiosi e manifestazioni civili. La Madonna si venera in una piccola cappella, che si erge sul monte omonimo, situato a circa 3 Km a nord di Moliterno. La festa si ripete ogni anno l' 8 settembre, giorno in cui la statua viene portata a spalla nella Chiesa Madre, dove rimane fino alla prima domenica di maggio, quando viene riportata nella sua chiesa extraurbana. Durante i nove giorni che precedono il ritorno al paese, si celebra sul monte una novena seguita dalla celebrazione della Santa Messa e dalla recitazione di alcune preghiere e di canti tradizionali. La festa, che si svolge con grande solennità e partecipazione dei fedeli, si conclude nella tarda serata con musica in piazza e fuochi pirotecnici.

LE ORIGINI

Secondo le notizie ricavate dal manoscritto di Vincenzo Valinoti Latorraca acquisite dallo zio, Angelo Doti; ai piedi del Monte Vetere vi era un tempio pagano, che era stato costruito dai grumentini in onore della dea Diana cacciatrice del dio Silvano, in quanto lungo la strada che conduceva al monte vi erano vaste distese di boschi. Tutta la pendice del monte era circondata da case, osterie ed alloggi che costituivano un piccolo villaggio ed è per questo che quella zona veniva denominata "fabbricata" e "muraglie". La presenza di case dirute e mura di cinta ci fa supporre che in origine ci sia stato un pagus. Nel periodo nel quale si diffuse il Cristianesimo nella città di Grumento, alcuni grumentini, che aderirono a questa religione, sui resti del tempio pagano costruirono una chiesa cristiana che, col passare dei secoli e l'infuriare delle guerre, andò in rovina. Nel 1272, la principessa Odolina, moglie di Oddone I di Brajda, ricostruì la chiesa del Monte Vetere. La sua opera fu continuata da Caterina, moglie di Oddone Il di Brajda, la quale ricostruì anche alcuni fabbricati diruti, situati nelle vicinanze della chiesa e rialzò le mura del parco di cinta, che si dice abbia fondazioni pelagiche. L'8 settembre, in occasione della festa della Madonna, venne anche istituita una fiera. Questa fiera, fu, successivamente, spostata dall'8 settembre al 24-25 settembre e non si effettuò più sul Monte Vetere, bensì sulla collinetta del Seggio, dove nel 1610 era stata fondata, dall'arciprete D. Giovanni Parisi, la cappella di San Francesco di Paola. Dopo il 1806 le rendite e i censi, che appartenevano alla chiesa, con il parco circostante, divennero di proprietà del Comune, sotto la tutela del clero, anche se si mantenne sempre la tradizione di svolgere delle processioni la prima domenica di maggio e I'8 settembre. All'inizio dell'800, la chiesa è stata ricostruita per volere del sacerdote Don Pietro De Nito, con l'appoggio economico degli agricoltori Spina, Petrocelli, Mastrangelo; Galante ed altri. Attualmente all'interno, la cappella è costituita da un'unica navata, vi sono quattro altari in marmo, due a destra, muniti di tabernacolo, dedicati uno a San Leonardo di Limonges, patrono dei prigionieri e uno a San Michele Arcangelo, uno a sinistra, dove era posto un crocifisso che è stato trafugato e uno al centro in legno. Su quest'ultimo altare vi è un grande affresco che rappresenta Gesù in croce e Dio che lo sorregge, tutto circondato dagli angeli, mentre ai due lati sono rappresentati San Giovanni Evangelista e San Pietro apostolo, entrambi rivolti verso Cristo. A destra della porta è posta un'acquasantiera in pietra, che risale al 1601. Sul fondo di quest'ultima si possono notare tre pesci che si rincorrono, uno dei quali ha in bocca un pesciolino più piccolo.

 

 

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