OLTRE LA PORTA
Oltre la "Porta": di qua o al di
là della soglia, del limite che segna (metafora dell'andare) il
punto di partenza di un alto percorso dello Spirito?
Oltre la Porta Santa, da una parte e dall'altra: entrando idealmente
in chiesa, varcandone la soglia, l'avvio - nel nome del Cristo morto
e risorto - di un cammino verso la grazia; uscendo dalla chiesa,
l'atto del farsi pellegrini sempre e comunque sulle tracce del
Redentore, "perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita
eterna".
Da questi significati del Giubileo del 2000, "porta del terzo
millennio", nascono - direttamente o per vie più mediate - le opere
degli artisti lucani che hanno voluto trovare, nell' "Anno di grazia
del Signore", le ragioni di un atto creativo che testimoniasse la
loro partecipazione al grande evento.
Linguaggi diversi, dal figurativo nelle sue varie articolazioni
all'astratto, dall'informale al concettuale, dallo sperimentale al
materico, danno il senso di questa presenza in uno straordinario
fatto di interesse collettivo: di questa interpretazione degli
insegnamenti che vengono dal "tempo del perdono e della penitenza";
di questo "essere nel Giubileo" e tracciare comunque, per quel che
attiene all'insieme degli interventi dei singoli, un itinerario di
fede.
Un complesso di opere, dunque, che - pur nella eterogeneità dei
mezzi espressivi da cui nascono e dalla comprensibilità immediata o
meno dei messaggi di cui sono portatrici - si fa testimonianza di un
modo di cogliere, attraverso i linguaggi dell'arte, lo spirito di un
evento la cui portata tocca la dimensione trascendente dell'uomo.
Tutto questo con le concessioni di taluni all'iconografia
devozionale della tradizione, più o meno moderna, più o meno
rivisitata e, per così dire, "aggiornata", e con un approccio di
maggiore consistenza a modi di esprimersi aniconici o, quanto meno,
più legati a una tendenza alla rappresentazione di realtà interiori,
di idee più che di fatti, anche di quelli in apparenza lontani dai
canoni del dettato giubilare.
Nel complesso degli approcci al tema, poi, dominante la figura del
Cristo, il più alto punto di riferimento per gran parte delle
composizioni che danno vita alla mostra, con richiami diretti,
"fisici", al Salvatore e tutta una serie di rimandi alla sua
passione e morte e alla glorificazione del Dio uno e trino.
Per il resto, una tendenza spiccata al linguaggio dei simboli, così
come vuole - d'altra parte - la natura stessa delle grandi assise
dell'umanità penitente della Chiesa.
"Oltre la porta", parabola della vita e della fede, al di qua e al di
là della linea di confine, nascono forme, segni, colori allusivi,
significanti quella "misericordia di Dio" nella quale - attraverso
la bolla "Incarnationis mysterium" - Papa Giovanni Paolo II ha
indicato uno dei significati di maggiore pregnanza del Giubileo.
Una chiave di lettura certamente non forzata dell'approccio di un
gruppo di artisti lucani, fervidamente operosi, a un tema così ricco
di valenze religiosamente emblematiche, portatore di insegnamenti
morali unici.
Un modo di vivere l' "Anno di grazia del Signore" guardando alla
"porta" - in linea con quanto voluto e per molteplici aspetti
idealizzato dalla Chiesa - come a un luogo sacro "particolare",
varcando la cui soglia si compie una scelta consapevole; si
manifesta un atto di volontà teso a quella "gioia della
riconciliazione" che costituisce la finalità primaria dell'evento
giubilare.
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