Deposizione: con questo tema, caro
alliconografia della tradizione, Donato Linzalata ha scelto di
confrontarsi per trovare, nella figura di Cristo morto, un punto di riferimento altamente rappresentativo di quella Redenzione
alla quale il Giubileo si rifà guardando alla liberazione delluomo dal peccato. Ed è il Cristo deposto
dalla Croce che apre la strada a questo processo di remissione della colpa
prima e della pena temporale in un secondo momento, con lindulgenza come segno del dono totale della
misericordia che diventa per restare allessenza giubilare il
tramite per la totale riconciliazione con Dio.
Linzalata ha, dunque, trovato in questo momento di purificazione il senso di un più generale processo di
rinascita. E, al di là del messaggio che ha inteso lanciare, artisticamente si è proposto alla sua maniera: quella di un
pittore che risente della sua vocazione primaria alla scultura e che ci presenta così una Deposizione di plastica forza,
caratterizzata da un insieme di volumetriche figure tagliate nello spazio (su tutte, naturalmente, quella del
Cristo esanime), ambientate in un contesto di chiara matrice espressionista, con colori dalle violente tonalità per
una composizione di forte impatto emotivo, di te pathos.
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PROFILO:
Donato Linzalata è nato nel 1942 a Genzano di Lucania, dove vive ed
opera. Diplomatosi presso lIstituto Statale di Bari, ha frequentato poi
lAccademia a Napoli alla scuola di Emilio Greco. Ha svolto una intensa attività
come scultore e pittore ed è stato fra i soci fondatori della Libera Scuola di Grafica de La
Scaletta di Matera. Ha pubblicato cartelle di acqueforti a corredo di versi di poeti lucani. Dal
1963 in poi, ha ottenuto premi e altri significativi riconoscimenti alle celebrazioni pascoliane di
Matera, alle mostre nazionali di scultura La stanza letteraria di Roma, di
San Felice Circeo e di Sassoferrato, allOscar dellArte di Mantova.
Sue opere figurano in importanti collezioni pubbliche e private.
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