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V. CUOMO - E. RUGGIERO
PATERNO alla scoperta del proprio ambiente
 

PREMESSA

Poiché il 1987 è stato proclamato "Anno europeo dell'ambiente", noi insegnanti di scienze matematiche delle classi III B, III C, e II B abbiamo deciso di realizzare un lavoro sull'educazione ambientale nelle nostre classi.
Tale lavoro è stato svolto come attività integrativa nelle ore extra-curricolari, da parte di classi parallele che hanno lavorato insieme abbinandosi, lasciando le rispettive aule e seguendo il medesimo iter didattico.
Le classi III B e III C hanno svolto simultaneamente il lavoro, mentre la classe II B lo ha svolto per proprio conto eccetto che per le visite guidate che le scolaresche hanno effettuato insieme.
Gli obiettivi di tale lavoro sono stati:
1) Imparare a conoscere le strutture ed i meccanismi di funzionamento della natura considerati nelle dimensioni spaziale e temporale.
2) Scoprire l'importanza di formulare ipotesi, non per spiegare soltanto fatti e fenomeni, ma anche per organizzare correttamente l'osservazione.
3) Individuare le strette interazioni fra mondo biologico e comunità umane.
4) Maturare il proprio senso di responsabilità nell'impatto con la natura e nella gestione delle sue risorse.
5) Conseguire capacità che permettono un approfondimento autonomo di conoscenze scientifiche ed un controllo sulla attendibilità delle fonti di informazione.
6) Acquistare consapevolezza della continua evoluzione delle problematiche e delle conoscenze scientifiche. Il lavoro è stato diviso in più fasi.
L'approccio è avvenuto con la proposta di un questionario guida che ha permesso ai ragazzi di inquadrare il problema sotto i vari aspetti e con il coinvolgimento di altre discipline.
A noi il questionario ha permesso di raccogliere utili notizie sull'interesse dei ragazzi per il problema Ambiente, sulle conoscenze possedute e gli aspetti del problema da approfondire.
Dall'analisi dei dati raccolti si è ottenuta una conoscenza della situazione generale di Paterno. Sono stati analizzati i vari ecosistemi esistenti nel nostro paese e quindi l'esame della fauna e della flora.
Si è data molta importanza a quella che è la caratteristica del territorio e cioè l'acqua, vista come elemento indispensabile alla vita, presente nelle nostre sorgenti, utilizzata dai nostri abitanti e confrontata con altre acque. Insieme all'aspetto fisico e ambientalistico scientifico, è stato osservato l'intervento dell'uomo, lo sviluppo e le modifiche che questo piccolo centro ha avuto con il passare del tempo, non trascurando gli aspetti etnico religioso gastronomico economico folkloristico, le vie di comunicazione, e i rapporti con gli altri paesi. Per poter trattare in modo soddisfacente il tema proposto è stato necessario chiedere l'intervento dei colleghi di altre discipline, di esperti come l'ufficiale sanitario e il tecnico dell'acquedotto comunale; inoltre sono state necessarie molte visite sul territorio come la visita al Municipio e ai vari uffici; alle fabbriche, al caseificio, alla emittente privata.
Sono state effettuate altre escursioni sul territorio per osservare i vari ecosistemi che hanno permesso di rilevare le varie forme di vita esistenti e gli equilibri biologici presenti; nel corso di queste escursioni è stata rilevata l'esistenza di un ambiente particolare ancora incontaminato e molto interessante dal punto di vista naturalistico e cioè un ambiente acquatico di particolare interesse (un vero e proprio canneto situato nel rione Cerzolla) con poca acqua quasi stagnante, nel cui letto vegetano rigogliose canne acquatiche ed olmi ai bordi del canale, fra le cui radici, depositi e accumuli nidificano specie di uccelli acquatici poco comuni come il tarabusino ed il porciglione, inoltre accanto a questo canneto su alberi di pioppo, sono stati individuati dei nidi di Airone cinerino cosa molto rara per queste zone. A proposito di particolari faunistici interessanti, è da segnalare lungo il percorso del fiume Agri, in località Santino (confine tra Paterno e Marsico Nuovo) la presenza della lontra.
I ragazzi hanno osservato, indagato, interrogato, raccolto dati e quindi compilato tabelle; hanno fotografato i vari aspetti dell'ambiente osservato e tratto le loro considerazioni e le hanno raccolte in questo lavoro che ci auguriamo serva a diffondere la conoscenza sul nostro paese, ad avvicinare i ragazzi alla natura, a far conoscere, amare ed apprezzare tutto quello che il nostro territorio ci offre, quindi difenderlo e proteggerlo dallo sconsiderato intervento dell'uomo. Ci sentiamo in dovere perciò di ringraziare le nostre classi per l'interesse e l'impegno dimostrati, nonostante le numerose difficoltà che si sono presentate, nello svolgimento e stesura di questo opuscolo che essi hanno compilato e dattiloscritto; infatti, si nota che la stesura dei vari capitoli è diversa e chiediamo venia per qualche errore di battitura considerando che i nostri ragazzi sono solo alunni di scuola. Vogliamo inoltre dichiararci soddisfatte dell'esperienza di lavoro con classi parallele perché ha permesso di mettere insieme diverse esperienze, di dividere i compiti, di socializzare e di collaborare alla realizzazione di un lavoro unitario ma d'interesse comune.

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IN FORMA DI INTRODUZIONE

Chi pensasse di scorgere in questo lavoro del Pisani, che opportunamente questa Amministrazione democratica ha inteso ripubblicare in anastatica, una acribia filologica o un ricco e documentato corredo di note o ancora un rigore storiografico, perderebbe di vista il filo della ricerca. Essa non fu pensata come la messa in campo di una opera tesa a riadeguare o a spingere più avanti i metodi e gli strumenti dell'indagine storica e storiografica italiana. Niente di tutto ciò. E del resto non poteva essere diversamente, se solo si osserva, a grandi linee, il clima culturale italiano degli anni '20 e '30 del Novecento. Infatti il regime fascista andava consolidandosi e del pari le scuole storiche italiane e storiografiche del periodo erano ancora intente a mettere a fuoco la natura e le ragioni del primo conflitto mondiale; a tentare, inoltre, di dare una definitiva sistemazione storiografica alle vicende risorgimentali che sarebbero di lì a poco in verità scivolate nella mitizzazione e nella pura e semplice agiografia degli eventi storici nazionali; e, infine, nel partecipare, sebbene con studiosi più o meno acuti, al dibattito teorico degli storici che fecero propria la posizione idealista di una netta distinzione tra scienza e storia.
Or bene ciò che giustifica una siffatta ristampa, e si sa che ogni ristampa sic et sempliciter di un lavoro è impresa ardua e temeraria sia per i mutati gusti dei lettori, sia per l'affinamento e l'aggiornamento degli strumenti storiografici, sia, infine, per gli approdi sempre nuovi a cui pervengono gli studiosi, gli storici e i ricercatori; si diceva che ciò che giustifica una tale operazione è costituito dall'invito che l'Autore, dalla tumultuosa Chicago, rivolge al fratello Vito residente in Italia: "Diffondi tra essi (italiani ed albanesi emigrati negli States, ma anche tra quelli rimasti a Brindisi, n.d.r.), se puoi, queste memorie per ravvivare il ricordo di origine, per rafforzare l'amore alla nostra vetusta madre Ausonia...
In queste poche parole, in questo breve ma sentito invito dell'Autore al fratello, si può agevolmente cogliere, oggi, l'importanza di questa opera. Proprio oggi che il rinnovamento degli studi, la maggiore possibilità di accesso a diverse fonti archivistiche pubbliche e private, stanno mettendo in luce, e a farlo in primo luogo sono gli storici che si occupano di tale periodo, il dramma della grande emigrazione transoceanica iniziata intorno agli anni '80 del secolo XIX e avviatasi alla sua terribile conclusione intorno agli anni '20 di questo secolo che ormai volge al termine. Fu, quello della emigrazione transoceanica, un dramma non solo quantitativo, si pensi all'enorme contributo di forze vive, di intelligenze offerto dalla nostra Regione ai lidi di oltremare, per le cifre che toccò. Fu un dramma che incise nelle coordinate mentali degli italiani che partirono per le lontane Americhe. Un dramma fatto, altresì, di sradicamento dagli affetti; di rotture negli e degli usi, costumi, e mentalità; nella concezione dello spazio e del tempo; nella e della frattura dei codici valoriali e comportamentali. La emigrazione transoceanica spezzò certezze e punti di riferimento; svelò le difficoltà dei nostri connazionali allorquando dovettero apprendere, per esempio, una nuova lingua, essi che non avevano completato il ciclo dell'obbligo scolastico o peggio non lo avevano mai intrapreso.
Oggi gli studiosi stanno scavando fra le pieghe di quel dramma evidenziando in primo luogo la frantumazione dell'asse intorno a cui si svolge la memoria dei gruppi sociali, intorno a cui si muovono i bisogni e le aspettative, per poi sottolineare gli effetti di un tale sconvolgimento prodottosi nella mentalità, nei modi di vita a cui gli emigrati dovettero adattarsi senza però poter conservare tracce, segni o simboli di quanto si era stati costretti a lasciare alle spalle.
Il Pisani, forse con lungimiranza, forse per affetto al proprio paese, sicuramente per conoscenza diretta delle condizioni dei nostri connazionali in termini di identità, volle con questo lavoro provare a riavvolgere i fili della memoria affinché i caratteri propri e originari di un determinato paese non andassero del tutto perduti o smarriti.
Intenzione meritoria dunque quella che spinse Andrea Pisani a dare alla luce: "Questi scritti, conservati gelosamente ed a lungo in fondo alle mie casse" e che "lo accompagnarono fedelmente ...in tutte le peregrinazioni".
L'utilità di questo lavoro del Pisani consiste anche nella possibilità di offrire al lettore odierno una riflessione sul rapporto tra il presente e "i passati". Pur essendo questo un obbiettivo non semplice, vale la pena che le nuove generazioni brindisine lo perseguano con maggiori e più sofisticati strumenti storiografici di cui sono sicuramente in possesso.

TOMMASO RUSSO
Centro Studi Annali Storia Sociale
della Basilicata

 

 

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