EMIGRATI IN AMERICA DEL SUD
SANGELILLO BENEDETTO
VENEZUELA
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I coniugi |
Benedetto Angelillo, nato a Rapone il 3 aprile
1934 da Angelo Maria Angelillo e Maria Giuseppa Annese. Negli anni
Cinquanta a Rapone come in altri paesi non vi era grande possibilità di
lavoro e di istruzione e si pensava sempre di andarsene dal paese.
Nell’anno 1955 Benedetto ebbe la possibilità di partire per Caracas
(Venezuela), quindi pensò di emigrare. Giunto in Venezuela lavorò prima
come cameriere, poi come operaio in una ditta dove si cucivano sacchi di
zucchero.
Qui incominciò a imparare il mestiere da sarto e per perfezionarlo
frequentò il maestro Francesco Cappiello di Rapone. Trascorsi tre anni
ritornò in paese per sposarsi con Rosa D’Onofrio nel 1958.
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Il giorno del loro matrimonio |
Rosa, nata a Rapone il 9 ottobre 1937 da
Giovannina Cappiello e Vito D’Onofrio. I due giovani appena sposati
ritornarono in Venezuela dove lei lavorava come sarta nelle ditte che
confezionavano vestiti per bambini, poi si trasferì a lavorare col
marito.
Rosa invitò ad andare in Venezuela il fratello Antonio, l’unico della
famiglia a seguirla, gli altri familiari emigrarono in Australia e
Germania. Nel 1961 nacque il primo figlio dei coniugi: Roberto. Un anno
dopo Rosa rientrò nella terra natia per far conoscere il figlio ai
parenti. Benedetto lavorò fino al 1964 come sarto dal compaesano Del
Gaudio, nello stesso anno pensò di mettersi in proprio e aprì un negozio
di abbigliamento da uomo, nello stesso tempo faceva il sarto per uomini
e donne.
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I figli sulla nave durante un viaggio in Italia |
Nel 1966 nacque la seconda figlia: Angela. Dopo
due anni Benedetto la portò in Italia a conoscere i parenti. La
nostalgia del paese natio è stata sempre tanta; ogni volta che si
rientrava la nostalgia e la gioia erano immensi.
Nel 1979 comprò un negozio dove lavorò in proprio come sarto. E’ stata
sempre una persona molto presente nelle associazioni italiane,
conservando le radici.
Attualmente la famiglia è composta da: Roberto di 44 anni, ingegnere
edile; Angela, 39 anni, psicologa; Rosa (madre) casalinga. Purtroppo
nell’ anno 2002 Benedetto venne a mancare a Chieri (Torino) Italia; il
suo corpo riposa a Caracas.
Il Venezuela è stato il paese delle opportunità: lavoro, figli, benessere;
a questa terra benedetta da Dio va tutto il nostro ringraziamento, però
il nostro cuore resta sempre in Italia e nel nostro amato paese: Rapone.
Il nostro cuore batte per la nazionale italiana quando sentiamo l’inno
di Mameli. Abbiamo portato in Venezuela un esempio di lavoro, serietà,
onestà e responsabilità, però il nostro mangiare, la musica, il vestire,
gli atteggiamenti sono italiani conservando così le radici di Rapone
che, anche se tanto lontane, portiamo nell’anima.
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Benedetto al lavoro |
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Grazie per questa opportunità di farci esprimere
i nostri sentimenti.
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CANTORE ANGELO
BRASILE
Questa è la mia storia:
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Angelo Cantore |
il mio nome è Angelo Cantore, di Rapone emigrato
in Brasile e, precisamente, a San Paolo nel lontano 1955. Dopo la mia
partenza da Rapone che, come tanti altri, ho lasciato per cercare un
lavoro e una situazione economica migliore, sono tornato per la prima
volta nel 1957 a causa di un lutto familiare. Nel corso degli anni ho
svolto molti lavori fino ad approdare al lavoro con cui, dopo tanti anni
e molti sacrifici, sono andato in pensione. Il mio ultimo lavoro è stato
come commerciante e con questo ho avuto la possibilità di venire spesso,
anche due volte in un anno, in Italia e di tornare, anche se per pochi
giorni, nel mio amato paese dove ho lasciato gli affetti più cari. Oggi
sono in Brasile dove mi sono formato una famiglia e vivo bene, ma la
nostalgia di tornare in Italia è sempre molto forte, anche perché dalla
mia partenza, all’ultima volta che sono venuto, il paese è notevolmente
migliorato. La mia famiglia è formata da me, mia moglie Wilma
(brasiliana), una figlia di nome Carla e un nipote di nome Bruno.
Saluti a tutti
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CAPPIELLO FRANCESCANTONIO
VENEZUELA
- Figlio di: Cappiello Vito e Savone Rosa
Sposato con Rosa D’Onofrio
- Figlia di: D’Onofrio Donato e Angela Zarrillo
Figli: Vito e Rosangela
Nipoti: Maria Rosaria, Maurizio e Gabriella
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1955 - Francesco Cappiello mentre lavorava come calzolaio a San
Augustin (Caracas) |
Io sono partito da Rapone nel mese di agosto
dell’anno 1953, e sono arrivato insieme a due paesani, Antonio Cappiello
e Antonio Patrissi, al porto della Guaira – Caracas (Venezuela).
I primi anni sono stati duri, partire non è stata una scelta ma una
necessità. In Italia dopo la guerra non c’era lavoro e l’abbiamo dovuto
cercare altrove.
Arrivare in un paese dove non si conosce la gente, e nemmeno la lingua,
non è facile, ma con l’aiuto di altre persone sono andato avanti.
Il primo lavoro che ho svolto è stato come calzolaio, ero dipendente; poi
dopo diversi anni mi sono messo in proprio.
Sono ritornato in Italia per la prima volta dopo 8 anni. Sentii una grande
emozione che ancora oggi mi fa un nodo alla gola e non ho parole per
esprimerla: la cosa che mi colpì fu vedere le piccole luci nel paese
uguali a come le avevo lasciate, e vedere tutta la mia famiglia.
Sono ritornato una seconda volta nell’anno 1964, per sposarmi con Rosa
D’Onofrio, anche lei raponese, e siamo partiti l’ 1 giugno 1964.
Certamente anche per lei è stato duro lasciare i suoi genitori, tanto più
essendo figlia unica.
Mia moglie si è dedicata alla casa e mi ha aiutato a portare avanti la
famiglia che intanto incominciava a crescere.
Nel 1960, insieme a mio cugino Gerardino, abbiamo creato una ditta che
produceva infissi in alluminio, i primi anni sono stati duri, ma poi
abbiamo avuto contratti con ditte importanti in Venezuela e abbiamo
prodotto molto.
Mia moglie è ritornata in Italia la prima volta dopo 4 anni, e come tutti
ha sentito un’emozione, prima di tutto nell’incontrare i suoi genitori,
e poi nel vedere il suo paese e la sua gente.
Veramente la scelta che ho fatto, come ho detto, nel primo momento è stata
obbligata, ma adesso, dopo tanti anni, e dopo avere formato una
famiglia, mi sembra di non aver sbagliato, tuttavia mi piacerebbe
passare più tempo nel mio paese.
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Francesco Cappiello, Enrico Del Gaudio, Donato Aulisi, Giuseppe
Cappiello, Carmine e Benedetto Angelillo |
1968 - Colonia Tovar (Venezuela): Rosa D’Onofrio, Maddalena Pierno,
Dona Repole, Mariantonietta, Vito, Rosangela, Assunta e Franco
Cappiello, Anna Repole. |
(Testimonianza scritta da Francesco Antonio Cappiello, inviata al circolo
C.S.I. di Rapone)
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TUOZZOLO VITO MICHELE
Caracas, VENEZUELA
Vito Michele Tuozzolo, emigrato a Caracas dall’1 dicembre 1953, sposato
con Lida.
Dal suo arrivo a Caracas ha sempre lavorato nel settore del commercio di
prodotti industriali metallici. La prima volta che rientrò in Italia fu
a Pasqua del 1965, è stato emozionante per lui dopo dodici anni
riabbracciare la propria famiglia, rivedere i propri amici e le proprie
origini.
Il pensiero di ritornare in Italia non ha mai sfiorato la mente di mio
padre, perché la vita e il destino sono stati buoni con lui (ha sempre
condotto un buon tenore di vita).
Oggi la nostra famiglia è composta dai figli: Francesco, sposato con
Monica (hanno una bambina di nome Alessandra Tuozzolo), Juan Josè e Vito
Michele Jr.
(Testimonianza mandata via e-mail dal figlio Vito Michele Jr. Tuozzolo)
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CAPPIELLO GERARDINO –PIERNO MADDALENA
VENEZUELA
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Primo rientro in Italia, insieme alla famiglia, anno 1962. Porto di
Napoli |
Vi aggiungo un piccolo racconto della vita di mio
padre da quando è partito da Rapone nel 1953. Come lui raccontava, è
arrivato in questa terra insieme a un altro paesano, Vincenzo Tuozzolo.
Partì dal porto di Napoli nel 1953, il viaggio sulla nave durò una
ventina di giorni. E’ arrivato a Caracas, dove c’era suo cugino ad
aspettarlo.
I primi anni sono stati duri, ma poi ha trovato lavoro in una compagnia
che si chiamava “Ininca” e per vari anni ha lavorato come tecnico, poi
nel 1960 insieme al cugino Francesco fondarono una ditta che si dedicava
alla realizzazione di infissi in alluminio, chiamata “Taller Olimpico,
C.A.”. Ritornò in Italia la prima volta dopo nove anni (nel 1962), per
sposarsi, e per ripartire un’altra volta con sua moglie, originaria di
San Fele (PZ).
Lui raccontava che quando ha visto il suo paese dopo 9 anni ha sentito una
grande emozione, in primo luogo per il fatto di ritrovarsi con la sua
famiglia e poi per aver visto come incominciava piano piano a cambiare e
a fare progressi.
Mio padre non ha mai smesso di tornare in Italia; ritornava ogni due o tre
anni, ma allo stesso modo teneva alla nazione che lo aveva accolto,
perché gli aveva dato la possibilità di formare una famiglia, giacché
sono nate le sue due figlie, e di stabilirsi tanto socialmente quanto
economicamente.
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Arrivo nel porto La Guaira (Venezuela) anno
1962, insieme a sua moglie Maddalena |
Ha fatto parte per vari anni, insieme ai suoi
cari compari Gerardo Repole e Antonio Cappiello, a Donato Aulisi ed
altri paesani, del comitato per la festa di San Vito. La festa in onore
del santo si realizzava sempre il sabato dopo il 15 di giugno; si
riunivano non solo i raponesi ma molti altri amici italiani e del resto
del mondo.
La festa di San Vito più rinomata è stata quella dell’anno 1981, dopo il
terremoto che colpì l’Italia meridionale.
Tutti i paesani hanno partecipato in diversi modi: le donne hanno
preparato i piatti tipici della cucina raponese, come la ciambotta, i
mugliulatieddi e cauzun r cicir, e i fondi raccolti dalla loro vendita
sono stati tutti inviati a Rapone come contributo per la ricostruzione
della cappella del santo.
Mio padre è morto nel gennaio del 1985, e non ha mai smesso di parlare del
suo paese; era fiero dei suoi paesani, giacché quando si riunivano per
lui era sempre una festa.
Oggi la moglie vive in Venezuela con la figlia Maria Antonietta, mentre
Filomena, sposata con Angelo Lomonaco vive a Rapone con i suoi figli
Vito e Sofia.
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Anno 1960 - Gerardino Cappiello, mentre lavorava |
Da sinistra a destra: Antonio Repole, Francesco, Giuseppe e
Gerardino Cappiello |
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REPOLE GERARDO VITO
VENEZUELA
Nato a Rapone il 7 aprile 1940
Padre: Giuseppe Nicola Madre: Maria Teresa Fasciglione
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Repole Gerardo Vito |
Ho lasciato Rapone e l’Italia nel gennaio del
1959.
Sono ritornato dopo dieci anni. E’ stato emozionante il ritorno e
soprattutto rivedere la mia famiglia ed il nostro paese Rapone.
La mia attività lavorativa svolta e’ stata sempre di carattere commerciale
ed industriale – sono stato proprietario insieme ad altri azionisti di
una ferramenta e di una fabbrica di bulloni. Attualmente possiedo una
agenzia di viaggi gestita dai miei figli.
Sono sposato da 42 anni con Adriana de Santis, nata a Procida (Napoli).
Abbiamo 3 figli: Maria Teresa, Rosalia e Pino. Sono tutti sposati e
abbiamo tre nipotini meravigliosi: Elio, Alessandro e Fabrizio.
Nel 1986 sono stato eletto consultore per l´estero della Regione Campania
(dovuto all´ appartenenza di mia moglie a detta Regione).
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I nipoti |
A Caracas ho fatto parte di un gruppo di italiani
che nel 1964 ha progettato un centro sportivo e culturale per gli
italiani in Venezuela. Ebbene siamo riusciti a realizzarlo. Si chiama
“Centro Italiano Venezuelano”. Siamo 3.800 associati, in una comunità di
24.000 persone. In questa comunità abbiamo come associati anche tanti
raponesi con le rispettive famiglie. Personalmente ho fatto parte di
vari consigli direttivi, attualmente ho l’incarico di Vice-Presidente di
detta Istituzione. E’ attualmente la più grande dell´ America Latina.
Vi chiederete se sono contento della mia scelta di lasciare Rapone.
Purtroppo la scelta di tanti anni fa é avvenuta per necessità. Oggi é
molto difficile giudicare se la scelta é stata buona o se siamo
contenti. Una cosa é certa: mi sento orgoglioso di essere nato a Rapone
e di essere italiano. Nello stesso tempo amo questa terra per avermi
dato opportunità di miglioramento di vita e progresso.
Sono felice per la vostra iniziativa di aver costituito il circolo C.S.I.
formato sopratutto da giovani. Voi giovani siete il futuro e vi auguro
molti successi.
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REPOLE TONINO – PINTO VITA MARIA
VENEZUELA
Repole Tonino amava stare a Rapone; fino all’età
di venticinque anni ha vissuto nel paese nativo, lavorando come
falegname. Gli piaceva tanto stare in compagnia, infatti di giorno
lavorava nella falegnameria e la sera si riuniva con gli amici nel
locale a cantare e ballare.
All’età di 23 anni sposò Pinto Vita Maria; lui continuò la sua attività
mentre la moglie lavorava nei campi come tutte la altre donne. Col tempo
hanno avuto tre figlie: Donatina, Anna, Rocchina (la prima morì qualche
mese dopo la nascita).
Solo con il suo lavoro non potevano permettersi tanto, allora pensarono di
emigrare in Venezuela. Siccome lui a Rapone possedeva un bel mestiere,
arrivato in terra straniera il suo inserimento lavorativo fu facile.
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Tutta la famiglia |
Lui continuò a fare il falegname, la moglie pure
lavorava, mentre le figlie crescevano e si istruivano andando a scuola.
Il loro tenore di vita era buono però il sogno era quello di ritornare a
Rapone. Con la moglie infatti Tonino decise di investire i guadagni
anche a Rapone, costruendosi un’abitazione in Largo Uscigli, pensando
che dopo qualche anno sarebbero ritornati in paese.
Con il trascorrere degli anni le figlie sono diventate grandi, così nel
1988 ritornarono a Rapone per godersi il resto dei giorni che il Signore
donava loro.
Ma questa vita durò poco, infatti Tonino morì a Rapone nel 1991.
La moglie restò sola a Rapone mentre le figlie stavano in Venezuela,
quindi pensò di ritornarsene dalle figlie. Per alcuni anni trascorse
l’estate a Rapone e l’inverno dalle figlie, ma poi incominciò ad avere
problemi di salute e infine morì il 31 dicembre 2003. Le figlie sono
ritornate una volta a Rapone per sistemare l’abitazione dei genitori.
(Tratto dalla testimonianza della sorella Repole Michelina)
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