Capitolo Quinto
DALLA II GUERRA
MONDIALE AI GIORNI NOSTRI
Mussolini, dopo la guerra d'Africa, fu attratto dalla politica
espansionistica di Hitler e stipulò con i tedeschi il patto d'acciaio.
La Germania nel 1939 invase la Polonia entrando in guerra con la Francia
e Inghilterra, Mussolini il 10 giugno 1940 scese in guerra a fianco
dell'alleato; il 27 settembre venne stipulato un patto tra Italia,
Germania e Giappone.
Le truppe italiane furono impegnate sul fronte francese e greco, in Africa
Orientale e Settentrionale. Gli Stati Uniti, nel dicembre del 1941
attaccati nel Pacifico, entrarono in guerra a fianco degli inglesi e
francesi; da questo momento le sorti del conflitto mutarono. Nel gennaio
del 1943 iniziò la disastrosa ritirata italo-tedesca dalla Russia, nel
mese di maggio ci fu la resa in Africa Settentrionale e il 1 luglio lo
sbarco anglo-americano in Sicilia. Di fronte alla disfatta militare, il
25 luglio del 1943 il Gran Consiglio del Fascismo mise in minoranza
Mussolini, che fu fatto arrestare dal Re. Il Maresciallo Badoglio, nuovo
Capo del Governo, l'8 settembre firmò l'armistizio con gli
anglo-americani; l'esercito italiano, rimasto privo di direttive, di
fatto si sciolse; molti soldati catturati dai tedeschi furono deportati
in Germania, altri ritornarono a casa o si dettero alla clandestinità.
L'Italia si trovò al Sud sotto il controllo degli anglo-americani e al
Nord, dove Mussolini aveva costituito la Repubblica Sociale Italiana,
occupata dai nazifascisti.
La guerra continuò ancora per molto, il 28 aprile 1945 Mussolini,
arrestato dai partigiani, fu fucilato a Dongo; l'11 maggio si arrese la
Germania, il 2 settembre capitolò il Giappone avendo gli Stati Uniti
distrutto con la bomba atomica le città di Hiroshima e Nagasaki (1).
I trivignesi richiamati alle armi furono, in gran parte, inviati in
Grecia, Africa settentrionale e Russia; i giovani che non ritornarono
furono 26 tra Caduti e dispersi, oltre ai 6 mutilati e tre invalidi (2)
(v. Appendice, I, p. 257 ss.).
La guerra coinvolse anche la popolazione civile; terribili furono i
bombardamenti che colpirono le grandi città, molte famiglie rientrarono
in paese spinte dall'esigenza di mettersi al sicuro e dalla necessità di
trovare di che vivere.
Caduti e Dispersi di Basilicata nella guerra 1940-1945,
periodo pre e post armistizio, 8 settembre 1943 (3)
Provincia Caduti Dispersi Cad. e Disp. Tot. perdite
Matera mil. 578 mil. 448 mil. 1026
civ. 76 civ. - civ. 76 1102
Potenza mil. 1660 mil. 1428 mil. 3088
civ. 425 civ. 2 civ. 427 3515
Basilicata mil. 2238 mil. 1876 mil. 4114
civ. 502 civ. 2 civ. 503 4617
L'annunzio dell'armistizio (8 settembre 1943) non rasserenò gli animi;
cominciarono a circolare voci incontrollate di un probabile arrivo dei
tedeschi che ripiegavano verso Nord; il timore spinse molti cittadini ad
allontanarsi dall'abitato. Un triste spettacolo era dato dai soldati che
scampati al bombardamento della Caserma Lucania di Potenza, privi di
qualsiasi direttiva, insieme ad altri militari sbandati tentavano di
rientrare nei paesi d'origine; la popolazione li accolse, fornì loro
cibo, abiti civili, ospitalità nei fienili e nelle case.
Negli anni successivi ritornarono i prigionieri dall'India,
dall'Inghilterra, dagli Stati Uniti, ma trovarono una situazione più
drammatica di quella che avevano lasciato.
1. Il ripristino della vita democratica:
indirizzi e primi interventi amministrativi
a) Il 2 giugno del 1946 si tennero le elezioni politiche per l'Assemblea
costituente e il Referendum sulla forma istituzionale dello Stato (4);
il popolo italiano scelse la Repubblica (12.717.923 voti per la
repubblica, circa due milioni di voti in meno per la monarchia). A
Trivigno, come in molti centri dell'Italia Meridionale, prevalsero i
voti per la Monarchia (680), contro gli 86 per la Repubblica (5). Primo
Presidente della Repubblica fu Enrico De Nicola, uomo politico
napoletano, antifascista di sentimenti liberali. Contemporaneamente si
tennero le elezioni (per la prima volta a suffragio universale) per
eleggere l'Assemblea Costituente, ad essa venne affidato il compito di
svolgere le funzioni di Primo Parlamento della Repubblica Italiana e di
redigere la nuova Carta Costituzionale che entrò in vigore l'1 gennaio
1948. Con il Decreto Legge del 7 gennaio 1946 la Magistratura del
Podestà fu abolita e venne ripristinata la Magistratura Comunale su base
elettiva. Nei primi anni del dopoguerra i partiti politici,
democristiano, socialista e comunista e altri, ripresero a svolgere il
loro ruolo nell'ambito della vita sociale.
A Trivigno si tennero le libere elezioni il 21 ottobre 1946; furono
presentate due liste con i simboli Stretta di mano e Orologio; la prima
gravitava nell'orbita della Democrazia Cristiana, la seconda in quella
Socialista e Comunista. Furono eletti nella lista n. 1:
Prete Ferdinando, Sindaco, con voti 424
De Marco Alfredo, consigliere, con voti 364
Garramone Antonio, consigliere, con voti 350
Guarini Giuseppe, consigliere, con voti 355
Guarini Pietro, consigliere, con voti 355
Maffezzoni Mario, consigliere, con voti 376
Maggio Francesco, consigliere, con voti 360
Marino Andrea, consigliere, con voti 359
Passarella Giovanni, consigliere, con voti 365
fu Domenico
Passarella Giovanni, consigliere, con voti 353
fu Michele
Petrone Alberto, consigliere, con voti 363
Pisani Nicola, consigliere con voti 365
Nella lista n. 2 risultarono eletti:
Crisci Domenico, consigliere, con voti 59
Sodo Vincenzo, consigliere, con voti 52
Stasi Giovanni, consigliere, con voti 49
Elettori 993, votanti 540, schede scrutinate 491, nulle 44, bianche 5 (6).
L'Amministrazione Comunale riprese a svolgere la sua normale attività e si
adoperò per offrire alla popolazione i servizi sociali indispensabili,
come la riapertura della farmacia (1954) che ebbe come titolare il dott.
Matteo Blasone.
b) La situazione politica generale si andò evolvendo positivamente; il
governo, per favorire la ripresa economica del Paese, mise a punto tutta
una serie di provvidenze volte a sostenere lo sviluppo industriale.
Questa politica determinò profondi cambiamenti e accentuò il divario tra
il Nord e il Sud. Nel Meridione non si verificò il tanto auspicato
decollo industriale e l'agricoltura, ancorata ai vecchi sistemi
produttivi, non dava sufficiente reddito.
Negli anni '50 il flusso migratorio portò i trivignesi in Argentina,
Venezuela, Stati Uniti, Francia, Germania, Svizzera e nel triangolo
industriale dell'Italia Settentrionale (7) (v. Appendice, II, p. 263
s.). Moltissimi si spostarono anche nel capoluogo di Regione dove,
seguendo un'antica vocazione, hanno impiantato floridi commerci.
Il progressivo esodo dall'agricoltura verso altri settori, così come è
avvenuto in tanti altri piccoli centri, ha modificato profondamente la
struttura economico-sociale del paese. La famiglia patriarcale si è
dissolta, il decremento demografico (v Appendice Generale, I, p. 271 s.)
è divenuto sempre più sensibile, rallentato dalla flessione della
mortalità dovuta alle mutate condizioni di vita e alle nuove e più
sofisticate terapie mediche.
c) Negli anni '50 si ebbe una ripresa nelle varie attività, specie
nell'edilizia. Il parroco, Don Vincenzo Allegretti, sacerdote energico e
attivo oltre che profondo conoscitore della situazione locale, pur di
porre rimedio allo stato di degrado e alle gravi lesioni delle strutture
portanti, già evidenziate nella perizia del 1935, iniziò con il
contributo dei fedeli la ristrutturazione della Chiesa Madre. I lavori
si protrassero fin dopo il terremoto del 1980, allorché lo Stato
intervenne con i fondi della Legge 219 per la ricostruzione; il 15
aprile 1984 fu inaugurata la torre campanaria (v Appendice, III, p. 265
s.). In quest'opera di rifacimento la struttura originaria interna non
fu rispettata, anzi risultò impoverita. Furono eliminati nel coro i due
ordini di stalli con la sedia arcipretile, i leggii di legno di noce, il
fastigio intagliato e dorato che abbelliva la nicchia di San Pietro
Apostolo, gli altari, ad eccezione di quello del Crocifisso attualmente
detto del SS. Sacramento. Fu sostituito il soffitto della navata
maggiore costituito da un lacunare ligneo intagliato e dorato, con al
centro un dipinto raffigurante San Pietro Apostolo con la scritta: "TU
ES PETRUS ET SUPER HANC PETRAM HAEDIFICABO ECCLESIAM MEAM", e fu
cancellata la frase che correva tutt'intorno alla chiesa al di sopra
della cornice di abbellimento: "DOMINUS DIXIT: DOMUS MEA, DOMUS
ORATIONIS. QUI PETIT, ACCIPIT PULSATE ET APERIETUR VOBIS".
Con il rifacimento del pavimento fu chiusa la grande cripta ipogea al di
sotto del transetto adibita alla sepoltura dei sacerdoti, e la rimanente
parte in cui trovavano posto i fedeli ed eliminate le relative quattro
botole d'accesso; scomparve, inoltre, la sepoltura di Don Carlo Carafa,
Marchese di Anzi e di Trivigno, Principe di Belvedere (8).
Nello stesso periodo con finanziamenti statali furono realizzate varie
opere edilizie fra cui la pavimentazione di via Roma, via Diaz, via
Magenta, la sistemazione della rete fognaria e l'ampliamento di quella
d'illuminazione pubblica. Nel 1961 fu inaugurato, dopo tante attese e
progetti irrealizzati, l'edificio scolastico "Fabrizio Padula" costruito
in località Paschiere, composto da quattro aule di dimensioni idonee,
privo di quasi tutti i locali e gli spazi necessari alle diverse
attività didattiche. Pochi anni dopo (22 dicembre 1965) fu inaugurata la
Scuola Materna ubicata in un immobile costruito con i fondi della Cassa
per il Mezzogiorno, e retta dalle Suore Oblate di Gesù e Maria, venute a
Trivigno per svolgere attività di sostegno alla gioventù (9).
Con l'istituzione della Scuola Media e l'aumento della popolazione
scolastica si sentì l'esigenza di ampliare l'edificio della scuola
elementare, corredandolo di tutti gli spazi, attrezzature e servizi
indispensabili alla realizzazione di una didattica innovativa. Dopo gli
eventi alluvionali del 1973 per rispondere alle nuove esigenze
didattiche si provvide non solo al consolidamento dell'edificio, ma
anche al suo ampliamento, cercando di non mutare il contenuto funzionale
e architettonico dell'esistente, riuscendo a creare un insieme armonico
e organico con il nuovo fabbricato (10). Si provvide alla costruzione
del campo sportivo per dare ai giovani un luogo idoneo alla loro
attività calcistica. Con l'evolversi dell'economia del paese e con
l'aumento del traffico automobilistico si rese necessaria (1969-70) la
ristrutturazione di piazza Plebiscito che ritornò alla sua originale
sistemazione; si provvide alla pavimentazione del Corso Vittorio
Emanuele, piazza IV Novembre, via Diaz e via Magenta (11). Non si
tralasciò di affrontare l'annoso problema dell'approvvigionamento idrico
molto limitato a causa delle aumentate esigenze della popolazione, ma
soprattutto per il cattivo stato della condotta.
La questione fu risolta con l'affidamento della gestione delle acque
all'Acquedotto Pugliese (1961) che allacciò, mediante un raccordo, il
paese alla rete idrica principale, assicurando l'erogazione di una
quantità d'acqua sufficiente a soddisfare tutti i bisogni (12).
L'Amministrazione Comunale negli anni '70 pose mano alla sistemazione
definitiva del Camposanto, ponendo fine ad una vicenda che aveva
impegnato i vari Amministratori pubblici fin dal 1820. Venne predisposta
la sistemazione del vecchio Cimitero e l'ampliamento sul lato destro,
per un'area complessiva di 1280 mq. (13), con la realizzazione,
nell'arco di vari anni e alterne vicende, di opere di contenimento, di
scale, di vialetti pavimentati, della costruzione di una Cappella
cimiteriale, della sala mortuaria, della rete idrica e con
l'installazione di un secondo fontanino nella parte vecchia (1999), di
un secondo ingresso, nonché la sistemazione della strada d'accesso
corredata da un idoneo parcheggio. Nell'anno 2000 sono stati eseguiti
altri lavori che hanno messo a disposizione della popolazione altre
celle mortuarie a cui è possibile accedere attraverso un terzo cancello;
tutti gli ingressi sono illuminati da lampioni.
Di grande utilità per il paese è stata la realizzazione della Basentana,
strada a scorrimento veloce, che con un percorso di soli 25 Km congiunge
la stazione ferroviaria al capoluogo di Regione, eliminando i vecchi
percorsi lunghi e disagevoli.
2. Il terremoto del 23
novembre 1980
Mentre il paese si andava ammodernando, il 23 novembre del 1980 un
violento terremoto si abbattè su Potenza e sui centri limitrofi.
Il sisma provocò a Trivigno non solo paura nella popolazione ma anche
parecchi danni; furono emesse per le abitazioni civili 2 ordinanze di
demolizione, 35 ordinanze di sgombero di alloggi urbani e 39 di case
rurali (14). L'edilizia pubblica risultò compromessa; furono fortemente
danneggiati l'edificio scolastico, tutte le Chiese, la Casa Comunale che
fu temporaneamente ubicata in prefabbricati sistemati a monte della
piazza Fabrizio Padula.
Trascorsi i primi mesi dall'accertamento dei danni e le conseguenti
perizie, con la Legge 219 del 1981 ebbe inizio la ricostruzione. Venne
ristrutturata la Chiesa Madre, si provvide anche al restauro dei dipinti
originali, dei medaglioni e dei riquadri, dell'antico organo e della
cantoria (15) (v Appendice, IV, p. 267).
La chiesa di San Rocco fu ricostruita e consolidata, con la sistemazione
del piazzale antistante e l'apertura di una seconda e comoda via
d'accesso. Nella parte posteriore è stato realizzato un piccolo
belvedere posto a strapiombo sulla vallata, da esso si può, tra l'altro,
godere della vista, sempre suggestiva, delle Murge di Castelmezzano. La
chiesa campestre di Sant'Antonio di Padova, sita in località Pataffio, è
stata consolidata e tutta l'area circostante ben sistemata, recintata e
curata a giardino. Si è provveduto, inoltre, con il contributo dei
cittadini a costruire un altare esterno per consentire ai fedeli di
seguire le funzioni religiose nei giorni di festa senza accalcarsi nella
piccola chiesa (16). Ancora oggi versa in precarie condizioni la chiesa
del Calvario, in stato di abbandono sono i ruderi della chiesetta di San
Leone, primo luogo di culto nel territorio di Trivigno e preziosa
testimonianza della presenza dei monaci benedettini.
In piazza Plebiscito è stata costruita la nuova Sede Comunale, così come
era nei voti degli Amministratori che, fin dal 1979, acquistarono dagli
eredi Beneventi l'antica casa di famiglia, con un congruo contributo
anche del Sig. Luigi Miraglia, emigrato in Venezuela che legò la sua
donazione all'impianto e all'apertura di una biblioteca. La Casa
Comunale, inaugurata il 10 giugno 1990, è stata dotata di tutte le
strutture necessarie per il buon funzionamento dell'Amministrazione,
oltre che di locali in cui dovrebbe essere sistemata la biblioteca;
all'esterno è presente una targa commemorativa in onore del Sig.
Miraglia (17). Si attende che essa sia resa fruibile da tutta la
popolazione, ma occorre una seria opera di sensibilizzazione per avviare
un processo educativo collettivo. In pari data è stata posta la prima
pietra per la Casa di riposo per anziani; la sua realizzazione è stata
auspicata anche dai paesi limitrofi in quanto in tutta l'area manca una
struttura assistenziale di così grande rilevanza sociale (18).
La rete idrica e fognante e quella della pubblica illuminazione sono state
ampliate e migliorate.
Per rendere più funzionale la piazza Fabrizio Padula è stata spostata a
margine la fontana e annesso abbeveratoio e sono stati costruiti banchi
coperti per la vendita di frutta e verdura.
Tra le altre opere pubbliche è stato realizzato un Centro Sportivo (19) e
al rione Casale una bella villa rende amena un'area in passato incolta e
ricettacolo di rifiuti.
Le strade, le scale, gli anditi sono stati sistemati e pavimentati; si è
provveduto, inoltre, all'arredo urbano con la messa in loco di panchine
e fioriere offrendo agli abitanti un ambiente vivibile e confortevole.
Nel corso degli anni, con il contributo dello Stato, sono state
ristrutturate circa il 95% delle abitazioni private danneggiate dal
terremoto; anche per l'iniziativa diretta dei proprietari, tutta
l'edilizia privata è stata migliorata.
Le zone agricole e boschive sono state bonificate, le strade interpoderali
asfaltate; molte vecchie masserie sono state rimesse a nuovo e dotate di
energia elettrica, inoltre, nuove abitazioni sono sorte in tutto il
territorio del Comune. In agricoltura si utilizzano mezzi di produzione
moderni e gli addetti sono, per lo più, proprietari dei terreni e hanno
impiantato aziende agricole e allevamenti di bestiame (20). Il piccolo
commercio è anch'esso ben rappresentato (21), mancano però gli
artigiani; la collettività risente della carenza di barbieri, di fabbri,
di falegnami, di muratori, di elettricisti, di carpentieri, di sarti.
Questo settore, se supportato da seri corsi di formazione potrebbe
offrire lavoro ai giovani; anche l'agriturismo potrebbe rivitalizzare il
territorio permettendo la fruizione di luoghi dalla natura ancora
inalterata. Si auspica che le nuove generazioni trovino sostegno non
solo nello Stato centrale e periferico, ma soprattutto la forza in se
stesse per rimanere nella propria terra che è più importante persino
della sua storia; è la geografia dello spirito che fa apprezzare i
boschi, le colline, le chiese, quell'aria rarefatta e lenta della
montagna così diversa e lontana dalla frenesia della città.
NOTE
1 G. DE ROSA, Storia contemporanea cit., p. 357 ss.
2 A.C.T., Categoria 8, classe II. Leva e truppa.
3 G. BOCCIA, L'albo della gloria della Basilicata, vol. III, p. 121.
Questo testo, mai pubblicato, è reperibile presso la Biblioteca
Provinciale di Potenza.
4 G. DE ROSA, op. cit., p. 412 ss.
5 A.C.T., fasc. "Referendum sulla forma istituzionale dello Stato".
6 Ivi, fasc. "Elezioni Comunali", 21.10.1946.
7 Questura di Potenza, Registri Generali Passaporti Estero. 1947-1970.
8 R. BRINDISI SETARI, Op. cit., p. 32 ss.
9 Notizie fornite dalla Madre Superiora dell'Istituto.
10 A.C.T., Lavori Pubblici: Progetto dei Lavori di ampliamento e di
miglioramento dell'edificio scolastico elementare, 5.10.1976.
11 Finanziamento statale Genio Civile, Impresa Sinisgalli.
12 Notizia fornita dal Comune di Trivigno.
13 A.C.T., Lavori Pubblici. Ampliamento del Cimitero urbano, 21.9.1972,
Geom. Domenico Canosa. Relazione Opere di completamento, 10.3.1978, ing.
C. Spoto.
14 Ivi, Opere pubbliche. Scheda di rilevazione, tab. 1. Finanziamenti ex
legge 219 / 81.
15 R. BRINDISI SETARI, op. cit., p. 21 ss.
16 Ibidem.
17 A.C.T., Lavori pubblici, Casa Comunale. Luigi Miraglia, nato a Trivigno
il 4 febbraio 1917 da Vincenzo e Annunziata Allegretti, coniugato con
Maria Piersanti. Nel 1956 emigrò in Venezuela; per i compaesani fu
sempre un punto di riferimento e di concreto aiuto. Comprendendo il
grande valore della cultura, con una generosa donazione volle dotare il
paese nativo di una biblioteca. Morì a Ciwnad il 14.12.1987.
18 Ivi, Opere pubbliche. Scheda di rilevazione, tab. 1. Finanziamenti ex
Legge 219 / 81 e relativa sistemazione: Casa di Riposo; assegnazione
Fondi CIPE, fino al 1992; assegnazione fondi CIPE ottobre 1994;
assegnazione fondi CIPE 5 agosto 1997.
19 Ivi, Lavori pubblici: rete idrica e fognante, sistemazione piazza F.
Padula, Centro sportivo (con il contributo della Regione Molise).
20 Camera di Commercio di Potenza, Registro delle Imprese, Comune di
Trivigno, 25 marzo 1999.
21 Ibidem. |