Un aquilone
L’aquilone
fantasmagoricamente colorato
era in aria
e saliva fremente
in perfetto equilibrio
tra il muso e la coda
proteso;
riluceva al sole.
Avido di volo
tirava il filo
e la mano del mio bambino
faticava.
Ad un tratto lo strappo
e via nel cielo,
libero.
Con il vuoto negli occhi e nel cuore
Giuseppe, deluso,
lo seguì tra le nubi
e mi chiedeva
« Mamma,
dove andrà l’aquilone? »
« Sulla luna » risposi.
Serio, con piglio sicuro
« Farò l’astronauta — disse —
per ritrovarlo ».
Riprese a giocare,
pago del suo progetto,
ma io, nostalgicamente,
di tanto in tanto
guardavo in cielo
e inseguivo col pensiero
l’aquilone
come fosse
uno dei miei sogni
perduti per via
malinconicamente.
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