Ad un amico
Amico mio
è la fine.
I tuoi occhi
mi fissano malinconicamente,
cercano ancora
in me quell’ideale
per cui io
tu, noi
abbiamo vissuto e creduto.
Consideriamo insieme.
Faticosamente
tra insidie, terrore
lavoro e catene
l’uomo dalle caverne
vince la sua bestialità.
E’ persona
è spirito
ama ed è amato
è figlio del progresso.
Secoli lunghi
tenebrosi
han preceduto
l’uomo libero di oggi
che ora, ahimè!, dimentico
del suo passato di martirio
soggiace di nuovo alla violenza
e si riempie di colpe e di rimorsi
violando
le leggi del creato.
Distrugge la natura
rinnega lo spirito
per la materia
uccide il suo feto
torna alla bestialità.
Non posso più lottare,
sento un languore
entrare nei miei pensieri
e nelle lacrime.
Sono rimasta sola
su questa via bagnata
d’autunno
in questa solitaria
provincia abbandonata
a cantare i beni
del cielo e della luce,
ma non c'è eco
alle mie dolci note.
Sempre rimarrà
nei miei occhi
l’immensa tristezza dei tuoi
dilatati e lucenti.
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