Lucania
Dirupi violenti,
montagne dipinte
di verde, nero,
grigio, marrone
biancocra,
vigorose, slanciate,
dolorose;
torrenti che a fatica
si fanno strada
sinuosi, gelidi
verso inutile meta.
Ombre misteriose,
case sparse,
cimiteri isolati,
e, poi, il giallo
intermittente
dei campi di grano,
il verde degli orti,
la potenza dei pini.
Il canto dei grilli
e delle cicale
nelle lande assolate
d’agosto
tra le restoppie bruciate
e l’urlo dei lupi
nelle bianche tempeste.
La voce del vento
tra le rocce e le gole
diventa parole
e dice la miseria e la passione
della gente
incorruttibile e generosa,
la forza repressa
degli antichi Lucani
nello storico travaglio secolare.
Quiete le sere
scendono dai monti
e avvolgono
il fumo dei casolari,
i sospiri degli emigranti
pronti all’espatrio,
i superstiziosi pensieri
delle vecchie
e quelli dolcissimi delle spose
solerti
al richiamo del desco e della culla.
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