La rana
Nel torbido stagno
acquattata
viscido il dorso
di melma verdastra
gracida stupidamente.
La gola ipertrofica
gli occhi sporgenti
nuota nell’acqua
tra gli esili gambi
delle ninfèe
e affiora col capo
deforme.
S’immerge furiosa
se qualcosa
la scuote intenta
nella sua curiosa
ricognizione.
Riaffiora più in là
in un angolo
umido d’ombra,
si sente sicura e gracida ancora.
Com’è facile
per lei
risalire dal fondo!
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