Idillio
Ho bisogno di pensare
alla gemma che
turgida piano si schiude
e tremule foglie
delicate affida all’aria,
ai rigagnoli freddi
che mormoranti
scendono dai monti,
per dimenticare i mali del mondo
che hanno distrutto
l’amore
e l’orgoglio
di sentirci degni.
Finché ci sarà
una rondine
che farà il nido
sotto la mia grondaia
io sospirerò
un tempo migliore
come la primavera.
Lasciatemi guardare
il ragno che tesse
la sua tela,
abbagliante pugno di sole
la formica che,
perfettamente organizzata,
corre frenetica
ad empire
di provviste invernali
la sua sotterranea
città in miniatura;
il filo d’erba
che nel gioco del vento
si flette,
scompare
e, poi, di nuovo dritto
ondeggia leggero
mentre minuscoli insetti
gli salgono in cresta
a dondolarsi.
Lasciatemi guardare
i mille fiori modesti
del sottobosco
e più in alto
i cerri, i faggi
i pini della mia terra.
Così, ingoiando
lacrime inespresse,
vivo nel doloroso
mondo d’oggi.
|