A CANIO MARIA
I tuoi occhi lucenti di sorpresa
conservano la meraviglia primordiale:
con te ritrovo il sorriso dei colori
l’antico incanto dell’innocenza
la gioia dimenticata delle attese
e l’abbandono senza difesa
ai lieti richiami
che ognuno gode a inventare per te.
Mai più nella vita a venire
ritorni a te il pianto oscuro
del primo respiro
quando, estratto dal grembo materno
che t’aveva avvolto in protezione,
perso nella nuova dimensione
nel vuoto, nel nulla dell’incoscienza
patisti il puro dolore esistenziale.
Sempre le verdi chiome degli alberi
se la calura infiamma l’aria
ti diano ombra e ristoro,
sempre il limpido ruscello d’acqua
dolce
nel suo cammino, di pietra in pietra,
ti canti in armonia col vento
leggende di magnanimi eroi, storie
di fede d’amore e d’ideali.
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