PLANCTUS MARIAE
MADONNA
Me infelice, spenta è la mia vita
l’anima è afflitta senza sole e fiori,
ogni spasimo suo di sofferenza
s’è conficcato come lama nella carne.
È morto Gesù, aveva freddo e sete
e gli hanno dato l’aceto sulla canna,
è morto Gesù e il mio cuore s’è
schiantato.
Senza di Lui che senso ha il mio
respiro,
o Pilato, Pilato, era giusto che sul
Golgota
salissi io con le spine sulla fronte,
che fosse sacrificato in vece sua
il ventre mio che l’ha partorito.
Accorri, o Padre onnipotente, accorri
apri le nubi, libera l’azzurro
i suoi carnefici in preda allo sconcerto
sappiano che è davvero Figlio tuo.
Una schiera d’angeli radiosi
con le vesti e le spade fiammeggianti,
forti di cielo e di vittoria,
difendano l’offerta benedetta
e staccato il corpo santo dalla croce
lo poggino piano sul mio grembo.
Nessun segno mi viene di soccorso,
non mi restano che lacrime e compianto
e l’animo è un deserto d’abbandono.
Figlio, figlio la mia ricchezza
chi t’ha battuto chi t’ha snodato
chi ha forato i tuoi piedi santi
figlio mio, gioia e incantamento
chi t’ha violato chi t’ha flagellato
chi t’ha esposto al ludibrio della
gente.
In questa triste ora di sconforto
abbracciata alla croce del martirio
voglio morire anch’io; una comune sorte
unisca me e Gesù il Nazareno.
CORO
Un cielo nero cupo di tempesta
spegne ogni luce e colore sulla terra
smorza dovunque il pianto e il furore
il vento si leva forte e minaccioso
e squarcia in due il velo del tempio:
è morto Gesù, il figlio di Maria.
Maria Maria, povera Maria
del tuo bel Figlio è finita l’agonia,
Maria la dolce nello scialle nero
Maria la santa in ogni suo pensiero.
Maria Maria dallo sguardo smarrito,
umile serva del Padre e Marito,
dolce Maria nel travaglio affogata
da sette spade nel petto trapassata.
MADONNA
O Dio Dio perché ci hai abbandonato!
Se meriti ho ai tuoi occhi santi
per aver accettato il tuo mistero,
SPOSO mai conosciuto nell’amplesso
eppur spirito vivo nella carne mia,
rendimi Gesù per comporlo in sepoltura.
E nostro Figlio, il Figlio mio diletto.
L’hanno lacerato, spogliato, offeso,
vedi quanto sangue dalle sue ferite:
è tutto gonfio e nero d’agonia.
Gesù, corpo gioioso, volto chiaro
d’acqua cristallina dei rivoli
d’agosto,
Gesù, occhi di fiordaliso rugiadoso
umido d’alba col calice d’argento,
è ancora qui sulla croce inchiodato.
Un soldato s’avanza con la lancia,
la scaglia e lo colpisce nel costato
e del Figlio mio giovane e beato
continua lo scempio dopo ch’è spirato.
Non mi predisse questo giorno di lutto
Gabriele l’annunciatore coi riccioli
d’oro
“Piena di grazia” disse “tu sei
l’eletta
partorirai il figlio di Dio, il
Redentore”.
Gesù nacque tra le mie doglie sante
in una notte di neve a Betlemme,
tra rami bianchi e aghi di cristallo,
e crescendo divenne la mia luce.
Ahimè! Pietà, sono sperduta nell’affanno,
su questa croce è morto il Figlio mio
i tendini spezzati i muscoli dolenti
la bocca arsa bruciata d’acquamara.
Su questa croce è morto un innocente
Egli è l’agnello delle profezie,
per Lui si riapre il perduto Paradiso
Egli vi salva e voi lo rinnegate.
CORO
Agnus Dei qui tollis peccata mundi
parce nobis Domine
Agnus Dei qui tollis peccata mundi
exaudi nos Domine
Agnus Dei qui tollis peccata mundi
miserere nobis.
Scendi dal Golgota, Maria di pena scura,
lascia questo luogo di tortura
vieni via Madonna del Cordoglio
Madonna nera, Madonna dello Scoglio,
Madonna Immacolata, Madonna del
Periglio,
che dura prova t’hanno ucciso il
Figlio!
Madonna nostra, Madonna addolorata
ogni mamma nel dolore ti sia
raccomandata.
|