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Artisti Lucani

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R. Zaza Padula

le OPERE

Potenza

.


Disincantesimo

 

Rachele Padula Zaza
 

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PLANCTUS MARIAE

 

MADONNA
Me infelice, spenta è la mia vita

l’anima è afflitta senza sole e fiori,

ogni spasimo suo di sofferenza

s’è conficcato come lama nella carne.

È morto Gesù, aveva freddo e sete

e gli hanno dato l’aceto sulla canna,

è morto Gesù e il mio cuore s’è schiantato.

Senza di Lui che senso ha il mio respiro,

o Pilato, Pilato, era giusto che sul Golgota

salissi io con le spine sulla fronte,

che fosse sacrificato in vece sua

il ventre mio che l’ha partorito.

Accorri, o Padre onnipotente, accorri

apri le nubi, libera l’azzurro
i suoi carnefici in preda allo sconcerto

sappiano che è davvero Figlio tuo.

Una schiera d’angeli radiosi

con le vesti e le spade fiammeggianti,

forti di cielo e di vittoria,

difendano l’offerta benedetta

e staccato il corpo santo dalla croce

lo poggino piano sul mio grembo.

Nessun segno mi viene di soccorso,

non mi restano che lacrime e compianto
e l’animo è un deserto d’abbandono.

Figlio, figlio la mia ricchezza

chi t’ha battuto chi t’ha snodato

chi ha forato i tuoi piedi santi

figlio mio, gioia e incantamento

chi t’ha violato chi t’ha flagellato

chi t’ha esposto al ludibrio della gente.

In questa triste ora di sconforto

abbracciata alla croce del martirio

voglio morire anch’io; una comune sorte

unisca me e Gesù il Nazareno.


CORO
Un cielo nero cupo di tempesta

spegne ogni luce e colore sulla terra

smorza dovunque il pianto e il furore

il vento si leva forte e minaccioso

e squarcia in due il velo del tempio:
è morto Gesù, il figlio di Maria.

Maria Maria, povera Maria

del tuo bel Figlio è finita l’agonia,

Maria la dolce nello scialle nero

Maria la santa in ogni suo pensiero.
Maria Maria dallo sguardo smarrito,

umile serva del Padre e Marito,

dolce Maria nel travaglio affogata

da sette spade nel petto trapassata.


MADONNA
O Dio Dio perché ci hai abbandonato!

Se meriti ho ai tuoi occhi santi

per aver accettato il tuo mistero,

SPOSO mai conosciuto nell’amplesso

eppur spirito vivo nella carne mia,

rendimi Gesù per comporlo in sepoltura.

E nostro Figlio, il Figlio mio diletto.

L’hanno lacerato, spogliato, offeso,

vedi quanto sangue dalle sue ferite:
è tutto gonfio e nero d’agonia.

Gesù, corpo gioioso, volto chiaro

d’acqua cristallina dei rivoli d’agosto,

Gesù, occhi di fiordaliso rugiadoso

umido d’alba col calice d’argento,

è ancora qui sulla croce inchiodato.

Un soldato s’avanza con la lancia,

la scaglia e lo colpisce nel costato

e del Figlio mio giovane e beato
continua lo scempio dopo ch’è spirato.

Non mi predisse questo giorno di lutto

Gabriele l’annunciatore coi riccioli d’oro

“Piena di grazia” disse “tu sei l’eletta

partorirai il figlio di Dio, il Redentore”.

Gesù nacque tra le mie doglie sante

in una notte di neve a Betlemme,

tra rami bianchi e aghi di cristallo,

e crescendo divenne la mia luce.

Ahimè! Pietà, sono sperduta nell’affanno,

su questa croce è morto il Figlio mio

i tendini spezzati i muscoli dolenti

la bocca arsa bruciata d’acquamara.

Su questa croce è morto un innocente

Egli è l’agnello delle profezie,

per Lui si riapre il perduto Paradiso

Egli vi salva e voi lo rinnegate.


CORO
Agnus Dei qui tollis peccata mundi

parce nobis Domine

Agnus Dei qui tollis peccata mundi

exaudi nos Domine
Agnus Dei qui tollis peccata mundi

miserere nobis.

Scendi dal Golgota, Maria di pena scura,

lascia questo luogo di tortura

vieni via Madonna del Cordoglio

Madonna nera, Madonna dello Scoglio,

Madonna Immacolata, Madonna del Periglio,

che dura prova t’hanno ucciso il Figlio!

Madonna nostra, Madonna addolorata

ogni mamma nel dolore ti sia raccomandata.
 

 
 

 

 

 

 

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