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Come Pierrot

- Poesie -

Rachele Zaza Padula
 

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Il timballo di patate

Un odore sgradevole
raggiunge il mio naso. Ahimè,
s’è bruciato il timballo di patate!
Proprio una brutta storia: rimango
sola triste e senza pranzo.
Comunque, non che ne sia convinta,
m’hanno sempre detto che la vita
come lo spettacolo deve continuare.
 


Il tango

L’aveva notato alla festa
del quartiere. Bruno bello
con la camicia a quadri
rossi e blu. Lo perse
tra la folla le bancarelle
il croccante e le note
di un tango di Piazzolla.
 


Le caldarroste

Compravo le caldarroste
sotto i portici,
a Piazza Prefettura.
Mi scaldavano le mani infreddolite
i guanti di lana
avuti in regalo alla befana.
 


Il santo della povertà

Un cappellino merlettato di sangallo
ombreggiava il viso della bambina
e lo punteggiava di sole.
Posava fiori d’alta montagna
sull’edicola dedicata a Francesco
il santo della povertà.
 


Consolatoria

“Consolatoria” era scritto
sulla cappella al cimitero.
Su di un piccolo altare
tre rose appassite un nastro
annodato una forcina di
tartaruga e un braccialetto
di lapislazzuli celeste cielo.
 


Il girasole

La malevola vecchiaia
m’è rotolata addosso
(addosso con furia)
devastando il poco che restava.
Sono le ultime note della mia canzone
poi, la vita mi cadrà dalle mani.
Nella mia bara
mettete un girasole.
 


Il cavallo

Non c’è creatura più elegante
e poderosa di un cavallo in corsa
con la criniera al vento.
Così sia l’anima mia
nel viaggio verso il dopo.
 


Perdono

Perdono Gesù per quel bambino
scagliato sulla spiaggia
dalle onde impietose.
Un angelo voleva salvarlo
ma le sue ali di madreperla
si sono spente nel buio della notte.
 


Il braciere

In cima alle scale
d’un vecchio palazzo
i ricordi di una famiglia
scomparsa nella furia
del tempo.
Su poche cose il braciere
e la sua ruota di legno.
 


Noè

Finalmente!
Il temporale borbottando s’allontana
ed un vuoto d’attesa occupa l’aria.
Quasi un presagio tra le nubi esplode
una vampa di sole che risplende
mentre, cosa mirabile a vedersi!, un arco
multicolore dalla curvatura perfetta
da ovest ad oriente trascorre il cielo
tornato a tratti sereno.
Noè, il grande patriarca navigatore
intravide in esso un vincolo di pace
ringraziò Jahwéh e lo pregò di guidarlo
a ricomporre il mondo e le sue specie.
L’arcobaleno, intanto, incanta i nostri occhi
li rassicura, poi, si dilegua e trascolora.


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