Il tarlo
Non c’è ruga del mio viso
che io non conosca.
Arabeschi che il tempo disegna
lento e paziente come un tarlo.
Dal pizzicagnolo
Vorrei tornare bambina quando
dal pizzicagnolo Tutino in rione
Tavolaro compravo il pane e dieci
liquirizie per me e le mie sorelle.
Protezione
Talvolta nella mia solitudine
qualcosa mi avvolge in protezione.
È l’abbraccio del tempo.
Il gufo
Sul ramo un gufo reale
mi guarda stupefatto.
È un uccello che mi diverte
nonostante il suo bubolare.
Chissà dove
Il cielo si colora di pervinca
sul borgo lieto di canzoni.
Le note volteggiando nell’aria
vanno lontano. Chissà dove.
Le caramelle
Che incanto i barattoli di caramelle
nella drogheria della signorina Satriani
che dava sullo slargo della SS. Trinità.
Siamo ormai in pochi a ricordarla!
Cicerone
Cicerone srotolò le parole
le affrancò le convertì
ne era mago e signore
nonostante Catilina.
Il vento
Affidare alla poesia il proprio
cammino è affidarlo al vento
che avvolge svolge le nuvole
e sussurra agli alberi una canzone.
Il presagio
Alla mia età è da incauti
scrutare nel fondo del bicchiere
per conoscere il presagio temuto:
meglio affidarsi alle ore fugaci
e all’incontro fatale con le stelle.
Schegge
Ho trovato il sogno di mio padre
tra i suoi libri; sui fogli
ove annotava schegge di pensieri
e rime alla maniera dei poeti antichi.
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