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R. Zaza Padula

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Come Pierrot

- Poesie -

Rachele Zaza Padula
 

 

 

 

 

Fabulae

Vivere per me è avere un racconto nel cuore

 

INDICE

Pierrot
Prigioniera
Dal medico
Primavera 2022
Il giocoliere
Lo swing
L’universo
Il grillo smeraldo
Le Nereidi
Un alunno di Lagopesole

Il baco da seta
La luna
3 maggio 2017
Il gufo
A Maria Teresa
Il vento di aprile
L’edera
La passiflora
Il treno
Una futile conferenza

Le formiche
La solitudine
Le marmotte
La filigrana
La farfalla
Rondini
Forse
Il cerchio
Trasmigrazione
Il bottone di madreperla

Lucania anni ’20
Una orlatura d’oro
Il picchio e il topo di campagna
La tartaruga
Ottobre
Alla finestra
Le matite
I Re Magi
Il Compianto
Ad Avigliano

Atarassia
29 maggio
Il tessitore
Nelle notti insonni
Guenda è stata violentata
La teca di cristallo
Modernità
Mago Merlino
Settembre
È sera

Ad un giovane disincantato
La septem punctata
19 dicembre
Il pettirosso
Il fiore
L’aldilà
Il conto
A Teodosio
Estate
Giorno di visita

Il timballo di patate
Il tango
Le caldarroste
Il santo della povertà
Consolatoria
Il girasole
Il cavallo
Perdono
Il braciere
Noè

Fragmenta
In viaggio
Il dolore
La tua voce
Assenza
Il poeta
Illusione
La vecchiezza
La solitudine
La cincia

Il tarlo
Dal pizzicagnolo
Protezione
Il gufo
Chissà dove
Le caramelle
Cicerone
Il vento
Il presagio
Schegge

Le stagioni
Abbandono
Finzione
Pasqua
Castelmezzano
Il melograno
La crespa marina
Le rondini
Mistero
Progetto

Zefiro
L’orologio
Orizzonte
Dove sei?
L’alba
La confessione
Aprile 2020
L’ironia
Il gelo
L’abito da sposa

Oltre la scienza
I calanchi
La fortuna
Presepi
Le favole
Il tempo
Maggio
Turbinio
Novembre
Il foglio

Il lago
Il gabbiano
Eroismo
Pasqua 2020
Gli anni fioriti
Il dono
La fine
L’approdo
L’eco
Il vuoto

Il suggello
Pandemia
Gli angeli
I tuoi occhi
Felicità
Inverno
La melodia
Incomprensione
Paradiso perduto
Miraggio

La fiaba
Autunno
La sera
Speranza
Le parole
Novembre 2020
L’enigma
Condominio
Nostalgia
La stella alpina

Esilio
2021
La giovinezza
Febbraio 2022
L’usignolo
Il gallo
Il non ti scordar di me
La gramigna
L’allodola
Come una volta
La cicogna

In Chiesa
La mia vita
Infinito
Vita col padre

Questa silloge poetica è il frutto di uno sguardo fermo, disincantato e attento che dalla finestra di casa - il tema della finestra che inquadra il resto del mondo è ricorrente - vede ben oltre il pezzo di cielo che si spalanca davanti. Vede il trascorrere della luce, lo scivolare delle stagioni e il rapido passaggio di uccelli e piccoli animali, ma lo sguardo punta altrove, lontano.

La prima sezione della raccolta, Fabulae, rivela anche nel titolo il registro prosastico che la caratterizza, brevi racconti con al centro un correlativo oggettivo: un oggetto, un animale, a cui è affidato un sentimento, un'emozione che diventa la chiave di volta del racconto, in bilico tra realtà materiale e metafora. Il meraviglioso bestiario poetico presente in questi versi- il baco da seta, il gufo contrariato, le formiche, la marmotta, la farfalla, le rondini, il picchio e il topo di campagna, la tartaruga, la coccinella, il pettirosso, il cavallo, il gallo - proprio come nelle fabulae di Fedro, è un insieme di simboli e paradigmi.

Nella seconda sezione, Fragmenta, Rachele Zaza Padula recupera la tensione espressiva della tradizione ermetica: il verso è disgregato in unità brevi, con un effetto di dilatazione della singola parola per lo più derivante da un lessico antiletterario (il pane, le liquirizie, le caramelle) o di timbro familiare (un due tre stella) o di tono favolistico (il calesse di legno con i pomelli d'oro). A volte la dilatazione se- mantica opera su una semplice preposizione, come "nonostante" nella fulminea chiusa poetica: "Cicerone srotolò le parole/le affrancò le convertì/ne era mago e signore/ nonostante Catilina" La parola, nuda ed essenziale, e le pause di silenzio si alternano come attesa e rivelazione.
 

Rachele Zaza Padula ha lavorato nella vita sociale con la paziente orditura che si usa nella famiglia, nella scuola, nel frattempo non ha mai smesso di esercitare la propria creatività e la voglia di indagare nella storia e nell'antropologia a partire dai versi introspettivi ed ermetici delle prime raccolte.

RAFFAELE NIGRO

 

Nel montaggio dei versi e delle poesie di Rachele Zaza Padula è sottesa una logica degli affetti. Ritrovata la terra perduta e ritrovata, e nuovamente amandola, entrano in scena i genitori emanazione e simboli della terra. Nel racconto cristiano il padre fa festa al figlio perduto e ritrovato: una festa del genere, si parva licet, mi sento di farla io a Rachele Padula che si è concessa di ritrovare le sue radici sentimentali.

PASQUALE FESTA CAMPANILE



La "misura" di Rachele Zaza Padula, la sua sottile "consapevolezza" letteraria e storica è rara.

CLAUDIO MARABINI



Il verso scorre semplice, allineando le parole, come si può fare in un discorso in prosa, salvo il lampo improvviso, che presto getta la luce sull'intera lirica.

GIOVANNI CASERTA



Cara Rachele, mi complimento con te per il ritmo delle tue pubblicazioni che spaziano in vari domini dell'espressione letteraria benché tu sia, secondo me, una narratrice per il bisogno che hai di raccontare, di descrivere: e sappiamo bene che nella narrativa scrivere è descrivere. Quasi tutte le tue poesie, ancorché brevi racchiudono una storia, ma sarebbe limitativo notare soltanto il loro spessore sociale, biografico o formale, c'è, infatti, soprattutto in esse un piano di lettura propriamente letterario, dove la poesia è poesia, solo poesia senza rimandi di sorta.

GINO AGNESE



Nelle poesie di Rachele Zaza Padula c'è una brevità da epigramma, più che il sulfureo dell'epigramma, ci ho trovato il breve e il lancinante dell'accensione lirica. Le liriche sono spesso intense, nate da un quotidiano trasfigurato in immagini pensose, scaturite da una osservazione della natura che diviene, sovente, vibrazione, attesa, codice segreto, grido nel silenzio.

LUCA DESIATO



Il fascino dei versi di Rachele Zaza Padula a cui il lettore si avvicina con perfetta spontaneità, senza essere messo sull'avviso da consonanze contemporanee facilmente registrabili, consiste nell'accento colloquiale, facilitato da rievocazioni di oggetti familiari, che ci prende fin dall'inizio. È un diario interiore, un tempo ritrovato, riprendendo il solo filo che conti, a cui ogni volta ci avviciniamo. Inoltre, ciò che colpisce è la schiettezza, quasi spoglia, del discorso.

FERRUCCIO ULIVI



Rachele Padula con la freschezza di una poesia sorgiva che non cede ad allettamenti di mode letterarie (e la sua cultura potrebbe consentirglielo) con l'immediatezza di un linguaggio spontaneo, persino colloquiale ci conduce nel suo rovello... la maturità e persino la vecchiaia sono soltanto leggibili da segni esteriori, ombre che si posano sulla incontaminata luce del cuore.

LUCIANO LUISI

 

Osanna Edizioni - Giugno 2022

 

 

 

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