SCHEDA VI
IQUIQUE
140.000 abitanti ed uno dei maggiori porti del SudAmerica nel
Pacifico, lquique è la città cilena col maggior indice di
crescita: 14% annuo. Si trova 1853 km. a nord di Santiago, lungo
la PanAmericana, su una stretta terrazza ai piedi della catena
montuosa costiera, che si erge bruscamente di 600 m. al di sopra
della città.
Prima dell’invasione spagnola lquique era un piccolo centro
abitato da indios Chango della zona costiera, che barattavano
pesce e guano per mais, patate e altri prodotti della
precordigliera e dell’altopiano. Durante l’era coloniale il
guano divenne sempre più importante, ma la vera
ricchezza della regione era rappresentata dalla miniera
d’argento di Huantajaya. Nel XIX secolo i minerali e i nitrati
del Tarapacá venivano trasportati da ferrovie a scartamento
ridotto verso la Estación de FerrocarriI che collegava le
ofìcinas dell’entroterra al porto di lquique, allora poco
più che un insieme di casupole ai piedi di un arido promontorio.
Darwin osservò che lquique “ha circa un migliaio di
abitanti... i burroni si riempiono di detriti e i fianchi delle
montagne vengono coperti da mucchi di fine sabbia bianca... il
posto ha un aspetto piuttosto triste; il porticciolo, con i suoi
pochi vascelli e un gruppetto di squallida case, appare oppresso
e sproporzionato rispetto al resto del panorama”. Nel giro
di pochi anni, grazie all’industria dei nitrati che si serviva
del suo porto, lquique divenne la capitale mondiale del
salnitro; la popolazione superò i 5000 abitanti e raggiunse i
40.000 all’inizio del secolo, i magnati dei nitrati importarono
terriccio fertile per le plazas pubbliche e i giardini
privati e costruirono ricchissime case padronali (molte delle
quali ancora visibili) come Palacio Astoreca.
Le vicine città fantasma di HUMBERSTONE e SANTA LAURA — oggi
monumenti nazionali — con i loro macchinari arrugginiti
ricordano le origini di questa ricchezza, costruita sulla
sofferenza di un lavoro durissimo.
Oggi l’attività principale ad lquique non è più legata allo
smistamento dei minerali, bensì alla pesca.
La costituzione, nel 1975, della Zona Franca (la Zaini) ha reso
lquique una delle città più fiorenti del Cile, con un tasso di
disoccupazione tra i più bassi del paese e, grazie alla sua
vicinanza al Perù, alla Bolivia e all’Argentina, punto di
richiamo turistico per tutta l’area nord.
Punto di snodo anche terrestre e aereo verso l’interno del cono
sudAméricano, si avvia ad assumere un ruolo nei collegamenti
aerei intercontinentali verso Giappone, Cina, Australia e
NordAmerica.
Pur limitata nella sua espansione dalle montagne, la città
continua a svilupparsi a nord e a sud lungo la costa. Ma sulla
collina verso l’interno ha inglobato anche la piccola comunità
di Alto Hospicio. |
Oggi i lucani residenti a Iquique sono in genere ben inseriti in
fasce medio-alte del settore terziario. Alcuni hanno proseguito il
commercio avviato dai genitori; altri sono diventati imprenditori
immobiliari, gestori di buoni hotels centrali (Lasala,
Sciaraffia, Domingo Lancellotti Tamborino) o
dell’importante catena dei supermercati “Palmira”
(Sciaraffia); docenti in vari ordini di scuole (Ana Rosa
Petruzzi; Iris Di Caro; Lancellotti); ricercatori
universitari, medici, interpreti bilingue (Lancellotti
Guglielmucci).
Spesso quelle precarie e dure attività dei primi anni nel settore
alimentare si sono trasformate nella gestione di panifici, pastifici
e ristoranti (Maria Lucia Daponte, arrivata da Oppido all’età
di 9 anni; Vittorio Giannone, Rosa Giganti Greco,
panificadores). Alcuni lucani hanno aperto pizzerie, un lavoro
naturalmente “importato” dall’Italia: così Lioi Lancellotti,
che l’ha appreso in un mese di permanenza in Italia nel 1976.
Altri, soprattutto donne, lavorano nel settore della sartoria (Lancellotti,
Caterina Cistarelli). Altri ancora, in piena crisi dei
nitrati, non ce l’hanno fatta e hanno tentato la via della capitale,
che in piena fase di urbanizzazione offriva ampie opportunità nel
settore del commercio78.
Infine, in una strada centrale di Iquique, nei pressi di Plaza Prat,
c’è la
“Libreria
Lagonegro”,
aperta da Nunzio Belardi dal 1962
. “Siamo
coloro che uniscono al presente le impronte del passato”.
Così definiscono se stessi i lucani della Regiòn Norte de
Chile79.
E proprio da
Iquique, il 9 settembre 1997 partì un gruppo di ‘turisti’ un po’
fuori dell’ordinario: nativi cileni, ma figli e nipoti di lucani,
col proposito comune di visitare la Basilicata per conoscere la
terra delle proprie origini. L’idea fu stimolata anche da
un’iniziativa della stessa Ambasciata d’Italia in Cile, che invitava
la colonia italiana a organizzarsi per regioni originarie al fine di
collegarsi ai connazionali. Il viaggio aveva una destinazione
precisa: Oppido Lucano: il Comune avrebbe poi messo a loro
disposizione qualcuno per ogni informazione. Dice Rocco
Lancellotti: “un encuentro impensado con un amable lugareño
que ofreció acampañarnos, resultó ser uno de los parientes que
buscábamos!” (“un incontro imprevedibile con un paesano che
gentilmente offrì
di accompagnarci, e che risultò essere uno dei parenti che
cercavamo!”).
Un viaggio che da solo spiega il desiderio di riannodare le fila col
proprio passato e quanto sia sentita l’appartenenza ai propri
luoghi d’origine, in una misura che forse a noi, nati e rimasti in
Italia, sfugge nella sua interezza.
78
V. oltre, SANTIAGO.
79
Prólogo in “Andiamo’, rivista dell’Asociación
Lucana Región Norte de Chile, n. 4/98.
SCHEDA VII
LA
CASA DEGLI ITALIANI.
E’ la principale istituzione della collettività italiana
residente in lquique. Per gli ‘attivisti’ si tratta di un
volontariato che si affianca alle proprie principali attività
lavorative. Supplendo alla mancanza di un Istituto Italiano di
Cultura, il Centro contribuisce da un lato a non disperdere
l’identità dei connazionali, dall’altro si occupa dì far
conoscere la cultura in evoluzione della società italiana.
La nuova sede in Calle Serrano 520 sostituisce l’antico
edificio andato distrutto nell’incendio del 1956, uno di quelli
devastanti di cui abbiamo riferito in altra parte. La sede
attuale fu inaugurata il 12 ottobre 1967, in occasione delle
celebrazioni colombiane.
Numerose le istituzioni affiliate alla Casa degli Italiani: La
Compañía de Bomberos ‘Ausonia”; la Società di Beneficenza
e la Sportiva Italiana; Damas ltalianas; il
Centro Cultural Chileno-ltaliano e, naturalmente, il
Circolo Italiano e la Asociación Lucana Región Norte de
ChiIe.
Dispone inoltre di una moderna biblioteca intitolata ad Antonio
Pigafetta (il cartografo dì Magellano che portò a compimento e
documentò l’impresa del navigatore).
Tra i componenti il Direttivo della Casa degli Italiani ne
figurano molti di origine lucana, a partire dalla carica dl
Presidente (Francesco Lasala Sciaraffia) e di
vicepresidente (Juan Schettini). |
Che bella adora
che tace questa casa
manche se fasse
la speziaria
nu pede cetrangulo
il nato.
I rami son venut
da una strania
se lavive
en orte prelibate
ma l’on misa
alla finestra meia
pa quan passa
la mia namurata
che bella adoro che tace
la piccinena meia
partite bella meia
a cuesta casa
che c’è en solo
che se pose
para che torce ie scise
da en paradiso
pa che ti piglie
care la tua sposa.
(senza nome, da Iquique)80
80
Altri versi di un oriundo di Oppido, da lquique: Il paese che vive
nel pensiero/ è quello antico al piede del’ castello/Lo
circonda il Casale col Paschiere/ e in alto sulla roccia sta la
chiesa;/sulla piazza sovrasto San Giovanni/ e l’Annunziata dorme tra
gli uIivi/Accanto al cimitero c’è il convento/ e sopra il monte
sacro Belvedere/Di questi luoghi un segno porta impresso/ di qualche
modo somigliando ad essi/Porto nel mio cuore! un pensiero
lontano/perché voglio arrivare/pronto a Oppido Lucano.” (senza
nome).
.
Famiglie originarie della Basilicata oggi residenti in Iquique:
Avigliano, Baccelliere, Basilio, Belardi, Calabrese, Calzaretta,
Caputo, Carcuro, Caronna, Caruso, Cervellino, Corbo, Daponte, De
Bonis, De Rosa, De Vivo, Di Caro, Di Mare, Di Capua,
Evangelista, Fasciani, Fiscella, Frontuto, Frissi, Fidanza,
(Giammarino, Giannoni, Giganti, Gilio, Greco, Grimaldi,
Guglielmucci, Lunissi, Ladaga, Lancellotti, La Sala, Lioi, Lo
Russo, Luongo, Manniello Marino, Martino, Massaro, Motta,
Napoli, Palumbo, Pepe, Petrillo, Petruzzi, Provenzale,
Polichiso, Pisani, Saluzzi, Sannella, Scelsi, Schettini,
Sciaraffia, Sprovera, Tamborino, Vaccarella, Viola, Zètola,
Zingaro, Zotta. |
Fu amara legge/ quella dei tributi/ che triplicò in un anno/ le
tasse dei fittavoli/ non ressero le spese/ i miseri raccolti./ Ma il
nonno pagò tutto/ con fierezza/ togliendo il pane/ a moglie e a
figli./ Me lo disse papà/ una sera che aveva freddo/ accanto al
focolare./ Mi chiese una coperta./ Pianse in silenzio/ quando triste
gli sovvenne/ il ricordo di una Pasqua/ assai lontana/ che riunì a
tavola,/ dignitosa una famiglia/ per un pugno di fave.
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Antonio Maria Cervellino
(Oppido Lucano), Nonno Michele.
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