“Ma ripulire l’uranio in Inghilterra ci costa 1700 € al chilo”

La società incaricata di smantellare le ex centrali e di gestire il materiale nucleare è la Sogin. Questa è diretta dall’ingegnere Ugo Spezia. L’attuale normativa europea, afferma che all’estero possono essere mandati solo combustibile nucleare irraggiato, che veniva usato nelle ex centrali al solo scopo di riprocessarle, ovvero riutilizzare una parte ancora attiva ricavandone delle scorie inutilizzate. La normativa prevede che tali scorie vengano necessariamente riportate nel proprio Paese di provenienza, conservata con la massima sicurezza in siti idonei. La sicurezza in questo campo, quando si parla di scorie e quindi di barre di Uranio, avendo un’altissima attività radioattiva, vengono impacchettate e sigillate con la massima attenzione da operai esperti. Infatti il costo di trattamento è pari a 1700 € per combustibile fossile trattato. Gli impianti europei che offrono questo

servizio ovvero la fase imballaggio nelle contezioni, viene eseguito attualmente in due impianti:

- Quello dell'ingegner Spezia;

- Quello di Sellafield in Inghilterra;

- Quello situato in Francia La Haugue.

L'ltalia si è avvalsa di alcuni sevizi ed ha trattato circa 2000 tonnellate di combustibile, in gran parte questo combustibile è stato prodotto dalle ex centrali nucleari in Italia a partire dagli anni Sessanta. Tre erano le centrali nucleari in Italia, ma sono state chiuse grazie ad un voto popolare. Restano da

combattere con il metodo dell’ingegner Spezia circa 350 tonnellate di barre di Uranio, oggi conservate nelle ex centrali e negli ex impianti di produzione nucleare. Cinquanta di queste tonnellate si stanno trasferendo a Sellafield attraverso le ferrovie e le navi, con il costo complessivo di ottantacinque milioni di euro. Quanto alle 300 tonnellate rimanenti, si deve pagare 500 milioni di euro per custodirle al sicuro nel deposito nazionale sotterraneo. Il governo ha deciso di non spedirle all'Estero.

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