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Istituto Statale d'Arte "C..Levi"
Rionero in Vulture

Liceo Artistico Statale "M..Campanile" Melfi

 

 

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Sentimenti e Parole Inespresse

Annachiara Fontana II° A - L.A.S.

QUANDO SI COMINCIA A CRESCERE
(l'opinione di un'adolescente)

Nessuno può fare a meno di pensare, ma questo non vuol dire che pensare faccia bene.
E' facile spostarsi col pensiero ed entrare nel mondo dei sogni; il piccolo mondo, dove a rifugiamo nei momenti più critici, quando la realtà ci distrugge il cuore. Gli amici non ci possono capire e siamo soli, alla ricerca di un luogo, dove poter essere felici.
Viaggiamo nel nostro magnifico mondo, fatto di inutili sogni e pensieri alla ricerca di pochi attimi di pace.
Tutti almeno una volta ci siamo rifugiati nel nostro piccolo mondo virtuale, dove non ci sono problemi né complicazioni, dove possiamo isolarci e stare in pace.
Siamo sicuri che sognare faccia bene?
Non sono ipocrita, anch'io sogno, forse lo faccio più degli altri. La fase che sto attraversando E' una delle più complicate: l'adolescenza non e facile da vivere: noi adolescenti siamo ribelli, vogliamo essere liberi, non accettiamo nessun tipo di compromesso o regola, sentiamo il forte bisogno di cambiare le cose, di porre fine alle ingiustizie, e non solo!
I primi amori, le prime delusioni, ma anche l'impatto con il mondo degli adulti, non siamo adulti, ma neanche bambini e questo ci fa paura, anche, se, spesso, giochiamo la carta dell'indifferenza. 
Siamo i protagonisti di un romanzo, che dobbiamo scrivere da soli: non riusciamo ad ascoltare,gli adulti, perché cerchiamo la possibilità di fare le nostre esperienze. Poi, spesso, ci scottiamo e non sempre le ferite si rimarginano: quindi vorremmo chiedere aiuto agli adulti ma l'orgoglio ce lo impedisce.
Forse non è solo per questo, gli adulti spesso sono presi dal lavoro, dal problemi finanziari e ci risultano freddi, persone che non sognano, che non hanno vissuto le nostre stesse emozioni. 
So che questo non è corretto, ma spesso essi tendono a sottovalutare i nostri problemi, dicendo che non sono cose serie, che dimenticheremo tutto e che il mondo che ci aspetta sarà molto più duro di quello che stiamo vivendo.
Come possono aver dimenticato la loro adolescenza?
E' possibile dimenticare il dolore, le delusioni, ma anche le forti emozioni del crescere?
Così inizia la mia storia, quando mi sono svegliata e mi sono trovata nei panni di un'adolescente.
Ero una bambina felice, vivace, ma serena.
Avevo un sacco dl amici, ero la capobanda di un gruppetto di ragazzi e mi piaceva molto giocare a calcio.
La mia vita mi piaceva, non avevo problemi, non avevo preoccupazioni, filava tutto liscio.
Ahimè! Non potevo sapere allora che le cose sarebbero cambiate poi, da un giorno all'altro.
Una mattina però, purtroppo, mi accorsi con mio dispiacere di aver preso una piccola cotta. Ero cresciuta senza rendermene conto, iniziavano a piacermi i miei compagni di gioco e la cosa più problematica e che non sapevo come comportarmi.
Da brava bambina cercai di parlarne con i miei genitori, che, ovviamente, sottovalutarono il mio problema dicendo che "tutti noi, prima o poi, cresciamo" e che la mia prima cotta non sarebbe stata poi nulla di eccezionale.
Le loro parole mi buttarono nell'oscurità più profonda, pensavo che fossero corrette ma crudeli.
Continuavo a ripetermi che tutto sarebbe tornato come prima. 
Certo non potevo sapere che quello sarebbe stato l'inizio di una serie di drastici cambiamenti. Improvvisamente cominciarono a proibirmi di fare capanne, mi obbligarono a mettere le gonne più di una volta a settimana, ma, soprattutto, mi vietarono di giocare a calcio. Non riuscivo a capire il motivo di tutte quelle regole, non potevo rispettarle: erano ingiuste.
I miei dicevano che ormai ero una "signorina" e non potevo più comportarmi da maschiaccio. Io non mi sentivo un maschiaccio, io ero me stessa, non potevano cambiare così improvvisamente la mia vita, non era giusto!
Dovevo trovare una soluzione, dovevo inventarmi qualcosa prima che la mia vita si trasformasse in una gabbia, dalla quale non sarei potuta più uscire.
Le cose non potevano continuare in quel modo. Iniziai a cambiare, ben presto divenni una giovane ribelle, rifiutai ogni tipo di regole, non accettai più nessun tipo di compromesso.
Sino a quel giorno avevo sempre avuto un buon rapporto con i miei, ma stavano cambiando le cose. Era cominciata una difficile guerra per salvare la mia parte morale e non dovevo, non potevo perdere, assolutamente.
Iniziai ad essere scostante soprattutto con mia madre. Avevo perduto il rispetto per i miei genitori e per il mondo degli adulti. In poco tempo mi guadagnai la fama di "dura", tutti in paese mi conoscevano e la maggior parte era contro il mio spirito ribelle. 
Non volevo il loro appoggio, non avevo bisogno di sostegno, sapevo di sbagliare, ma ero disperata e il mio comportamento scorretto era rimasta l'ultima carta a mia disposizione e dovevo giocarla a qualunque costo.
Non ero completamente sola, si erano uniti a me il mio amore e la mia banda, anche loro come me stanchi di crescere in un mondo fatto di costrizioni e ipocrisia, dove non era la singola persona a contare, ma l'immagine.
Credevo in noi, nei nostri sogni, nei nostri ideali, ma soprattutto credevo in me. lo ero il capo, non potevo deludere i miei compagni.
Ben presto, però i miei amici mi lasciarono, chi a causa dei genitori, chi per altri motivi. Soltanto la mia amica più cara mi rimase vicino.
Non mi importava degli altri, con lei vicino ero invincibile, ci volevamo bene, credevamo nelle stesse cose e, soprattutto, ci sostenevamo a vicenda.
Poco a poco i nostri genitori si rassegnano e non cercano più di ostacolarci; avevamo vinto la prima battaglia, ma rimanevano ancora i pregiudizi da sconfiggere. Ad un adulto probabilmente queste cose potrebbero sembrare sciocche e senza senso, ma noi credevamo e crediamo ancora oggi a quel sentimento di ribellione che per noi ha significato imparare a parlare senza aver paura della reazione e del giudizio degli altri.
Questa è stata una delle tante piccole battaglie che tutti noi crescendo ci troviamo a combattere. Alcuni hanno il coraggio di andare avanti, altri si fermano per paura.
L'importante E' raggiungere la propria meta.
Oggi sono un adolescente, che ha raggiunto parte dei suoi obiettivi, ma non è ancora riuscita a trovare la felicità.
La bambina, che, un tempo lottava per i suoi ideali si è risvegliata nel suo spirito, sono ritornata quella di una volta e farò di tutto per convincere gli altri, che per raggiungere le mete desiderate non serve sognare, bisogna rimboccarsi le maniche e lottare.

 

APPUNTI SCOLASTICI

La scuola è il luogo dove passiamo gran parte della nostra vita, e non dovrei prenderla in giro.
La verità e che rido per non piangere.....
La scuola è un mondo strano, pieno di contraddizioni.
Ogni giorno ti stupisce, suscitandoti sempre nuovi spunti di riflessione. Ecco, alla rinfusa i primi pensieri che mi sono venuti in mente... ora che sta per finire!!
LA SCUOLA non sarebbe un postaccio se non fosse infestata dai PROFESSORI: esseri sospettosi, contraddittori, che hanno la brutta abitudine di guastarti la mattinata!!
Pensano di sapere tutto loro: chi si credono di essere?
I professori perdono un sacco di tempo per dire: che non c'e tempo da perdere. I professori dopo aver detto: " chi lo sa alzi la mano ", e chi alza la mano rispondono: "sta zitto, tu, che lo sa!! ". 
LE MATERIE: ce ne sono alcune, che mi fanno diventare matta. Ecco alcuni esempi.
SCIENZE: è la sola materia che ti tormenta a vita con un drammatico dubbio: "scienze" si scrive con la 'i " o senza?
GEOMETRIA: ma chi cavolo va in giro a costruire quadrati sull'ipotenusa? Oppure (questo è riferito ai maschi, quando finalmente gli si da un seno, che cacchio se ne fanno del coseno?!
MUSICA: grazie al flauto (o piffero o tastiera a fiato) delle medie, la odi per tutta la vita!!
RELIGIONE: ma, almeno,il papa a scuola la studiava?
EDUCAZIONE FISICA: è una pratica maledetta finalizzata solamente a decomporre le ascelle degli studenti, almeno i maschi si divertono praticando sport.
Alle femmine, invece, tocca subirsi ore ed ore di lunga attesa a chiacchierare prima che finisca la lezione.
E quelle poche, che fanno salto in alto, spesso, si vendicano usando i medesimi indumenti ginnici, custoditi per settimane sul fondo della borsa.
Da tali abiti, spesso, si creano spontaneamente, muffe, funghi, gas ed esseri vomitevoli simili a Godzilla da utilizzare nelle pratiche delle lezioni di chimica.

PS. 1: com'è bello fare ginnastica alla prima ora, sudare come un eschimese in Africa e tornare in classe senza aver fatto la doccia!!

PS.2: qualcuno mi sa spiegare a cosa serve la palla medica? Nessuno parla mai delle PALESTRE delle scuole. No, dico, ci avete fatto caso? Sono gli unici luoghi al mondo dove gli studenti possono accedere solo, se si tolgono le scarpe da ginnastica, che stanno indossando, per infilarsi altre scarpe da ginnastica!!!

I CANCELLINI DELLA LAVAGNA: qualcuno forse ha mai capito con che materiale son fatti?
Io l'ho scoperto: topi morti riciclati. 
E che cosa dobbiamo fare?
Nella scuola, purtroppo, ci cresciamo....!
Stringete i denti, che è finita, ma non dimenticate, che inizierà un altro anno scolastico a settembre.
Un consiglio??
Provate ad iscrivervi a SURVIVOR sarà un ottimo allenamento per SOPRAVVIVER!!!!!!
Buona fortuna a tutti e godetevi le vacanze, portateci, magari, anche me!

 

 

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