PENSIERI
Chi ama un amico rilegge con piacere le lettere ricevute, per riviverne i
momenti di intimità già gustati.
Possano queste "perle" tratte dagli scritti di san Gerardo, impreziosire la
vita spirituale di quanti amano questo grande santo.
Egli si farà sentire nuovamente accanto a coloro che sono nella prova o
nella gioia, con quella tenerezza e dolcezza che lo caratterizzavano nei
suoi rapporti con quanti lo avvicinavano.
N.B. I brani delle lettere di Gerardo e dei suoi pensieri sono trascritti
nel gergo genuino in cui il Santo si è espresso nel linguaggio tipico del
Settecento.
I Pensieri, che seguono sono stati estratti dal libro: "Le lettere di S.
Gerardo Maiellà", a cura di Domenico Capone e Sabatino Majorano, Valsele
Tipografica, Materdomini (AV) 1980.
Le sigle usate: L = Lettere R = Regolamento D = Desideri S = Sentimenti P =
Propositi E = Esame nel mio nascosto interno Re = Ricordi Fr = Frammenti
O Tu Divino Amore, sii sempre presente nel cuore di questa tua diletta e
cara sposa (lettera n. 1, pag. 243).
Vado domandando l'aiuto della reverenda madre... acciocché veramente faccia
la volontà del mio e comune Padre (lett. n. 1, pag. 244).
O eccesso di carità, o stupendo prodigio, o amore di vero pastore in
ricercare con tante industrie le smarrite pecorelle! Io per me altro non
posso dire che, della carità usata verso di rie, sia renditore il sangue di
Gesù Cristo, unito con li dolori di Maria (lett. n. 1, pag. 244).
Allegramente, su dunque, e non temete! Statevi forte e con coraggio alle
battaglie, per vincere poi più valoroso trionfo al nostro regno del cielo
(lett. n. 2, pag. 246).
Non ci prendiamo spavento bensì di quello che il maligno spirito semina nei
nostri cuori, perché quello è l'officio suo. E l'officio nostro è di non
darli vinto nelle opere sue (lett. n. 2, pag. 246)
L'unica ragione, che mi tocca al vivo del cuore, è che tutte voi spose mi
ricordate e rappresentate la Madre divina. Io in tale condizione vi stimo
(lett. n. 5, pag. 252).
Stia allegramente e di buon animo, perché non sono cose queste da darci
pena, ma piuttosto allegrezza. Quando si tratta di volontà di Dio ceda ogni
cosa (lett. n. 6, pag. 254).
Io non mi sono ancora potuto far capace come un'anima spirituale, consacrata
al suo Dio, possa mai trovare amarezza su questa terra col non piacergli in
tutto, sempre, la bella volontà di Dio, essendo questa l'unica sostanza
dell'anime nostre (lett. n. 6, pag. 254).
Gran cosa è la volontà di Dio! O tesoro nascosto ed imprezzabile! Ah sì, ben
ti comprendo! 7z sei che vali, quanto l'istesso mio caro Dio. E chi può
comprenderti se non il mio caro Dio? (lett. n. 6, pag. 255).
Viva il nostro caro Dio. Dio vi guardi! Il nostro caro amoroso Gesù sia
sempre con voi, e Mamma Maria Santissima vi conservi sempre nell'essere
amoroso del nostro caro Dio. Amen (lett. n. 10, pag. 262).
Evviva quella santa fede dimostratavi, che m'insegna così alto mistero! Fede
ci vuole ad amare Dio; che chi manca di fede, manca a Dio... La fede mi è
vita e la vita mi è fede (lett. n. 10, pag. 263).
Via su, animo grande in amare Dio e fatevi santa grande! (lett. n. 11, pag.
264).
Dio lo sa come vi amo in Dio: io vorrei vedere serafina piena d'amore di
Dio, acciò la vostra vista infocasse tutte cedeste vostre figlie (lett. n.
15, pag. 271).
Mi dite che mi contenti della volontà di Dio. Sissignore, levami questa e
poi vedi che ci resta in me, sì (lett. n. 16, pag. 273).
Per Dio ci si deve mettere il sangue e la propria vita, perché è causa di
Dio (lett. n. 18, pag. 277).
La correzione si incomincia con la dolcezza. Con questa vi resta una certa
tranquillità, che fa conoscere il suo errore (lett. n. 18, pag. 278).
Conformiamoci alla divina volontà... poiché il centro del vero amore di Dio
consiste ad essere in tutto data a Dio e sempre in tutto conformata al suo
divino volere e colà fermarsi per tutta l'eternità (lett. n. 21, pag. 282).
Amate Dio di cuore e fatevi santa; e non importa che patite. Via sù, patite
per Dio, ché le vostre pene vi saranno qui in terra un secondo paradiso
(lett. n. 22, pag. 283).
Tutti siamo tentati sulla vocazione; e Dio è quello che manda le tentazioni
per vedere la nostra fedeltà. Perciò statevi allegramente ed offritevi
sempre a Dio senza riserva, ché Lui vi aiuterà (lett. n. 23, pag. 284).
Sorella mia, chi potrà darvi pace, se non Dio? Quando mai il mondo ha
saziato il cuore umano, ancorché di principessa, di regina o d'imperatrice!
(lett. n. 23 pag. 284).
Bella cosa è essere sposa di Gesù Cristo. In Lui si trova ogni felicità,
ogni bene. A che servono le brevi apparenze del mondo con quella celestiale
ed eterna beatitudine, che si gode in cielo da chi è sposata con Gesù
Cristo? (lett. n. 23, pag. 285).
Considerate la brevità del mondo e la lunghezza dell'eternità; e riflettete
che ogni cosa finisce (lett. n. 23, pag. 285).
...e mi credo che le mie pene sono eterne, ma non me ne curerei che fossero:
basta che amassi Dio e in tutto dessi gusto a Dio (lett. n. 24, pag. 287).
(Io dico): questa è la volontà del mio celeste Redentore, di star inchíodato
su d'est'amara croce. Chino il capo e dico: questa è la volontà del mio caro
Dio. Io l'accetto, e ne godo di far quanto Lui comanda e dispone. La mia
volontà sta tutta rimessa in mano dei miei superiori: facciano che vogliono
di me, ché io son contento (lett. n. 31, pag. 298).
Non vi meravigliate del mio scrivere che vi fò così affezionato, perché vi
ho tre motivi: il primo è perché siete sposa di Gesù Cristo e da tale io vi
stimo e venero; lo secondo è perché siete figlia di Teresa mia cara e per
tal stima, che io ne ho, metterei lo sangue e la vita, per difendere sempre
e innalzare la gloria del mio caro Dio; lo terzo è perché siamo fratello e
sorella nel mio Signore, perciò giustamente ci dobbiamo sempre puramente
amare in Dio (lett. n. 32, pag. 299).
Benedetta sia, per tutta (eternità, la bontà divina, che m'ha usato tante
misericordie e fattomi tante grazie, poco da me conosciute, che nel giorno
del nostro SS. Redentore io già feci la santa professione e con tale mi
consacrai a Dio (lett. n. 9, pag. 260).
Ora più che mai sta con allegrezza, perché sei sposa novella del mio
Signore! Ahi mille volte beata! se col riflettere notte e giorno la tua
grande sorte, ti confondi e metti in esecuzione li perfetti costumi che il
vostro gran stato ricerca (lett. n. 34, pag. 304).
Aprite gli occhi e venerate ogni mattina questa divina bontà, che ti fa
tante grazie. Via su, fatevi santa grande, giacché, per divina pietà, vi
ritrovate in tal santa occasione (lett. n. 34, pag. 304).
Lo Spirito Santo sia quello che vi faccia conoscere quanto più dovreste
patire per amore di chi tanto patì per amor nostro (lett. n. 41, pag. 315).
Abiate pazienza nelle vostre tribolazioni, ché tutto ciò permette il Signore
per vostro bene. Dio vuole che ti salvi l'anima e ti ravvedi (lett. n. 41,
pag. 315).
Uno è necessario: soffrire tutto con rassegnazione alla divina volontà, ché
questo vi aiuterà per la vostra eterna salute. Mettetevi al sodo, ché questo
vi aiuterà contro le tentazioni. Sperate con viva fede, ché tutto otterrete
dal caro mio Dio (lett. n. 41, pag. 315).
Iddio riduce l'anima fra le miserie ed amarezze, per farla entrare in se
stessa a conoscere che cosa vuol dire un Dio offeso. In questo caso non v'è
cosa migliore se non piangere continuamente le colpe e pregare Iddio
acciocché ci allunghi i giorni per aver tempo di piangere e patire per Lui
(lett. n. 42, pag. 316).
Statevi di buon animo, confidate in Dio, ché Dio vi darà la forza per
superare il tutto (lett. n. 42, pag. 316).
Allegramente, padre mio caro, che non è niente. Raccomandatemi a Dio, che mi
faccia fare sempre la divina volontà (lett. n. 43, pag. 318).
Non c'è altro, se non amare Dio solo e niente più. Perciò vi prego vi
spogliate di tutte le occasioni ed attacchi del mondo e v unite e stringete
tutta in Dio (lett. n. 44, pag. 320).
Che bella cosa essere tutta di Dio! Lo sanno quelle benedette e beate anime
che lo provano (lett. n. 44, pag. 320).
Che serve ad amare il mondo, se non per provare continuamente triboli ed
amarezze? (lett. n. 44, pag. 320).
Quando vedete (nel vostro cuore) che vi vuole entrare qualche passione, o
altra cosa che non è Dio, dite fra voi stessa: "Il mio cuore è preso, se
l'ha pigliato Dio, il mio caro Dio. Onde non vi è luogo per altri che non
sia mio Dio; perciò squagliate, sparite voi tutte che non siete il mio Dio,
mio divino sposo" (lett. n. 44; pag. 320).
La sposa ha da essere gelosa dello sposo divino, perciò continuamente, in
tutte le sue azioni, s'ha da guardare da ogni vana apparenza con somma
attenzione. Ha da custodire il suo cuore, che deve chiamarsi tempio di Dio,
casa di Dio, abitazione di Dio. Così si chiamano quei cuori consacrati al
nostro caro Dio (lett. n. 44, pag. 320).
Amare assai Dio. Unito sempre a Dio. Far tutto per Dio. Amare tutto per Dio.
Conformarmi sempre al santo suo volere. Patire assai per Dio (lett. n. 45,
pag. 323).
Spigolature dal regolamento
Ho tutte le occasioni favorevoli a farmi santo, via sù dunque mi voglio fare
santo. Oh quanto importa farmi santo!
La migliore orazione è stare come piace a Dio: essere franto al divino
volere, cioè in continui impieghi per Dio. Questo vuole Dio da te.
Non metterti soggezione di te stesso e di tutto il mondo. Basta solo aver
Dio presente nei detti impieghi e d'esser sempre in Dio.
Veramente quanto si fa e si fa per Dio solo, tutto è orazione.
Certi hanno l'impiego di fare questo e quello; ed io ho solo l'impiego di
fare la volontà di Dio.
È pena infinita il patire e non patire per Dio; patire tutto e patirlo per
Dio è niente.
Voglio operare in questo mondo come fossimo Dio e io.
Molti mi dicono che gabbo il mondo. Oh Dio, che gran meraviglia sarebbe
questa, che io gabbassi il mondo? Meraviglia sarebbe se gabbassi Dio!
Riflessioni
Se mi perdo, perdo Dio: e che mi resta da perdere, perduto Dio?
Signore fa' che mi sia raccomandata particolarmente la vivezza della fede
del SS. Sacramento dell'altare.
Propositi
Ahi! Che di me non me ne posso fidare, perché solo mi fido dell'infinita
bontà e misericordia vostra, ché siete Dio infinito e nelle promesse non
potete mancarmi.
Da oggi avanti voglio che siate in me... E certamente da voi, fonte
infinita, il tutto spero. Amen.
Esame del mio nascosto interno
Io mi eleggo lo Spirito Santo per mio unico consolatore e protettore del
tutto.
E tu, unica mia gioia, Immacolata vergine Maria, tu ancora mi sii unica,
seconda protettrice e consolatrice in tutto quello che mi accadrà. E sii
sempre (unica mia avvocata appresso Dio.
Mi fido solo e spero in Dio, perché io ho rinunciato tutta la mia vita nelle
sue mani, acciò egli faccia tutto quello che ad esso piace; perciò sto colla
vita senza vita, perché la mia propria vita è Dio.
Ricordi
Mio caro Dio, unico amor mio e vero Dio, oggi e sempre mi rassegno alla
vostra divina volontà; e così dirò in tutte le tentazioni e tribolazioni di
questo mondo: fiat voluntas tua.
Dio mio, per l'amor tuo io obbedirò a' miei superiori, come mirassi ed
obbedissi alla vostra stessa persona divina; e sarò come io non fossi più
mio, ma quello che voi stesso siete nell'intelletto e volontà di chi mi
comanda.
Non parlerò mai se non su questi tre capi:
1° - che quello che debbo dire sia la vera gloria di Dio.
2° - di bene del prossimo.
3° - per qualche mia necessità.
Ad ogni parola che volessi dire, dalla quale non vi cavasse gusto di Dio,
surrogherò una giaculatoria: Gesù mio, io ti amo con tutto il cuore.
Sempre scuserò il mio prossimo ed in lui considererò la stessa persona di
Gesù Cristo quando veniva innocentemente accusato da quegli Ebrei; e lo farò
specialmente in sua assenza.
Ultima risoluzione di darmi tutto a Dio. Perciò mi siano davanti agli occhi
queste tre parole: sordo, cieco e muto.
In tutto il tempo del silenzio m'impiegherò nella considerazione della
passione e morte di Gesù Cristo e dei dolori di Maria Santissima.
Le mie continue preghiere, comunioni ecc... siano sempre in beneficio dei
poveri peccatori, offerendole a Dio col preziosissimo Sangue di Gesù Cristo.
Pratica degli atti d'amore: Dio mio, intendo amarvi con quanti atti d'amore
vi hanno fatto Maria Santissima e tutti gli spiriti beati sin dal loro
inizio e tutti i fedeli di questa terra ed insieme con quello dello stesso
amore che Gesù Cristo porta a se stesso ed a tutti i suoi diletti,
moltiplicando in ogni volta i suddetti atti. Così ancora a Maria Santissima.
Da oggi avanti tratterrò con sacerdoti con tutto il rispetto possibile, come
se fossero la stessa persona di Gesù Cristo, ancorché non siano tali,
riguardando in essi la loro grande dignità.
Affetti
O mio Dio, e vi potessi convertire io tanti peccatori quanti sono i granelli
dell'arena del mare e della terra, fronde degli alberi, foglie de' campi,
atomi dell'aria, stelle del cielo, raggi del sole e della luna, creature
tutte della terra.
Viva Gesù e Maria, Michele e Teresa, Pazza S. Maria Maddalena de' Pazzi e
Luigi. Amen.
Dai frammenti
Uniformatevi in tutto alla volontà di Dio e mettetevi in capo di sempre
patir per Gesù Cristo e godere solo della sua divina volontà.
Amiamo il nostro Dio che solo merita di essere amato: e come potremmo
vivere, se di cuore non amassimo il nostro caro Dio?
La divina grazia sia sempre nei nostri cuori e Maria Santissima ce la
conservi. Amen.
Desideri
Amare assai Iddio.
Unito sempre a Dio.
Far tutto per Dio.
Amare tutto per Dio.
Conformarmi sempre al suo santo volere.
Patire assai per Dio.
Sentimenti più vivi del cuore
Una volta ho la bella sorte di farmi santo e se la perdo la perdo per
sempre.
E se una volta ho la fortuna di potermi far santo...
Dunque che mi manca a farmi santo? Ho tutte le occasioni favorevoli a farmi
santo.
Via su, dunque, mi voglio far santo.
Oh quanto importa il farmi santo! Signore che pazzia è la mia!
Mi ho da far santo a spese di altri e poi mi lagno?
Fratello Gerardo, rivolgiti con darti tutto a Dio.
Da ora metti giudizio e pensa che non ti faresti santo collo stare solo in
continua orazione e contemplazione.
La migliore orazione è stare come piace a Dio: esser franto al divino
volere, cioè in continui impieghi per Dio. Questo vuole Dio da te.
Non metterti soggezione di te stesso e di tutto il mondo. Basta solo aver
Dio presente nei detti impieghi e d'esser sempre in Dio.
Veramente quanto si fa e si fa per Dio solo tutto è orazione.
Certi hanno l'impegno di fare questo e quello; ed io ho solo l'impegno di
fare la volontà di Dio.
Niuna pena è pena quando si op<e>ra dav<v>ero.
Alli 21 di settembre 1752 mi feci più capace di questa massima, cioè: se
fossi morto dieci anni addietro, non cercherei, né pretenderei cosa veruna.
È pena infinita il patire e non patire per Dio; patire tutto e patirlo per
Dio è niente.
Voglio operare in questo mondo come fossimo io e Dio.
Molti mi dicono che gabbo il mondo. Oh Dio, che gran meraviglia sarebbe
questa, che io gabassi il mondo? Maraviglia sarebbe se gabassi Dio!
Riflessione
Signore, fa che mi sia raccomandata particolarmente la vivezza della fede
nel SS. Sacramento.
Se mi perdo, perdo Dio: e che mi resta da perdere, perduto Dio?
Propositi
Signor mio Gesù Cristo, eccomi colla carta e colla penna in mano per
scrivere e promettere alla vostri divina Maestà i seguenti propositi, che
già erano fatti e per virtù di santa ubbidienza di nuovo li confermo. Ma
piacesse a voi, Signor mio, che quanto di nuovo vi prometto, ve l'osservassi
tutto. Ahi! che di me non me ne posso fidare, perché non mi conosco capace
di promettere. Ma solo mi fido dell'infinita bontà e misericordia vostra,
ché siete Dio infinito e nelle promesse non potete mancarmi.
Via su, bontà infinita, se per lo passato ci ho mancato, sono stato io. Ma
da oggi avanti voglio che siate voi in me. Sì, Signore, fatemeli osservare
con ogni minuta puntualità. E certamente da voi, fonte infinita, il tutto
spero. Amen.
Esame del mio nascosto interno
lo mi eliggo lo Spirito santo per unico mio consolatore e protettore del
tutto. Egli sia il mio difensore e vincitore di tutte le mie difese. Amen.
E tu, unica mia gioia, Immacolata Vergine Maria, tu ancora mi sii unica,
seconda protettrice e consolatrice in tutto quello che mi accaderà. E sii
sempre l'unica mia avvocata appresso Dio per questi miei propositi.
Ricordi
Mio caro ed unico amor mio e vero Dio, oggi e per sempre mi rassegno alla
vostra divina volontà; e così dirò in tutte le tentazioni e tribolazioni di
questo mondo: fiat uoluntas tua. E tutto me l'abbraccerò nell'intimo del
cuor mio, alzando mai sempre gli occhi al cielo, per adorare le vostre
divine mani, che spargono su di me gemme preziose del vostro divino volere.
Signor mio Gesù Cristo, farò quanto la santa madre chiesa cattolica mi
comanda.
Dio mio, per l'amore tuo io obbedirò a miei superiori, come mirassi ed
obbedissi alla vostra stessa divina persona; e sarò come io non fossi più
mio, ma quello che voi stesso siete nell'intelletto e volontà di chi mi
comanda.
Sarò poverissimo di ogni piacere, cioè di mia propria volontà, e ricco di
ogni miseria.
Fra tutte le virtù, che a te sono grate, Dio mio, la più che mi piace è la
purità e chiarezza in Dio. Oh infinita purità, io certamente spero da te che
mi liberi da ogni benché minimo pensiero d'impurità, nel quale io,
miserabile, posso cascare in questo mondo.
Non parlerò mai se non su questi tre capi:
1. che quello che debbo dire sia la vera gloria di Dio;
2. di bene del prossimo;
3. per qualche mia necessità.
Nelle ricreazioni mai parlerò, se prima non sono interrogato, oppure come
sopra.
Ad ogni parola che volessi dire, dalla quale non vi cavasse il gusto di Dio,
surrogherò una giaculatoria: Gesù mio, io ti amo con tutto il cuore.
Non mai dirò bene o male di me stesso, ma farò come se non ci fossi in
questo mondo.
Mai mi scuserò, ancorché io abbia tutta la ragione possibile, basta che in
quello che mi vien detto non ci sia offesa di Dio op<p>ure non portasse
pregiudizio al prossimo.
Sarò nimico di ogni particolarità.
Non risponderò mai a chi mi riprende, se prima da lui non sarò domandato.
Non mai accuserò o dirò i difetti degli altri, nemmeno per ischerzo.
Sempre scuserò il mio prossimo ed in lui considererò la stessa persona di
Gesù Cristo quando veniva innocentemente accusato da quegli Ebrei; e lo farò
specialmente in sua assenza.
Avviserò ognuno, ancorché fosse lo stesso nostro p. Rettore Maggiore, quando
dice male del prossimo.
Tratterò con ogni diligenza, per sfuggire ogni occasione di fare
impazientare il mio prossimo.
Quando io [mi] accorgerò di qualche difetto commesso dal mio prossimo,
avvertirò ben'io di non avvertirlo in presenza di altri, ma tra me e lui,
con tutta la carità e voce bassa.
Quando vedrò il gran bisogno di alcun padre o fratello, io lascerò il tutto
per aiutarlo, purché non ci sia obbedienza in contrario.
Visiterò più volte il giorno gl'infermi, cioè quando mi viene permesso.
Non m'intrigherò mai degli offici altrui, come a dire: il tale ha fatto
quella cosa malamente, ecc.
In tutti gli uffici nei quali sarò posto per aiutante, ubbidirò al capo
attentissimamente, senza replica.
Venendo comandato, non ardirò mai di dire che questa o quella cosa non vada
bene, non mi piace.
In quelle cose però che io per esperienza conoscessi non operare egli bene,
dirò ciò che mi parerà, senza però farla da maestro.
In tutti gli uffici, in cui mi metteranno insieme cogli altri, ancorché
siano cose piccole e basse, come scopare, portar roba, ecc., sfami per
regola di non essere mai il primo a prendere il miglior luogo, comodo o
l'istrumento più atto ad operare in detto ministero, ma darò il miglior
luogo e comodo agli altri, lasciando a me di prendere quello che Dio mi farà
restare. E così resteranno contenti essi ed io.
Non mi offerirò mai da per me ad officio alcuno o a qualunque altra cosa,
senza esser da altri prima comandato.
Nella mensa non mirerò mai qua e là, se non per bene del prossimo o per mio
proprio officio.
Prenderò il piatto dalla tavolina a me più vicina, senza mirare gli altri.
In tutti i movimenti interni alla ragione ribelli avvertirò di non subito
risponder loro: così a chi mi riprendesse op<p>ure a chi mi accusasse, darò
prima luogo che passi l'amarezza, acciò venga appresso la dolcezza.
Ultima risoluzione di darmi tutto a Dio. Perciò mi siano avanti gli occhi
queste tre parole: sordo, cieco e muto.
Non siano mai in me queste parola: voglio - non voglio, vorrei - non vorrei.
Ma voglio solo che in me sint Deus vota tua et non vota mea.
Per fare quello che vuole Dio, bisogna non far più quello che voglio io. Sì,
io, io, io voglio solo Dio. E per Dio non voglio Dio, ma voglio solo ciò che
vuole Dio. E se io voglio solo Dio, bisogna che mi distacchi da tutto ciò
che non è Dio.
Mi scorderò di cercare cosa per comodo proprio.
In tutto il tempo di silenzio m'impiegherò nella considerazione della
passione e morte di Gesù Cristo e dei dolori di Maria Santissima.
Le mie continue preghiere, comunioni, ecc. siano sempre in beneficio dei
poveri peccatori, offerendole a Dio col preziosissimo sangue di Gesù Cristo.
Quando io so o mi viene raccontato che alcuna persona stia come piace al
divino volere ed essa non più si fida di patire e cerca aiuto, io pregherò
Dio per lei, offerendole ancora quanto farò almeno per tre giorni continui,
acciò ottenga dal Signore la santa uniformità al suo divino volere.
Pigliando la benedizione dal superiore, considererò come se la pigliassi
dalla stessa persona di Gesù Cristo.
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