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LEO VITALE -
GIANNI PETRELLI |
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Il Rev.
Padre Don Andrea Molfese Chierico Regolare, Professore, Teologo e
Giureconsulto, era figlio di un ricco proprietario terriero. Nato nel
1571, suo padre si chiamava Giovanni ed era di Ripacandida, mentre di
sua madre non si conosce il nome, ma era nativa di Venosa. La sua casa
si trovava nella contrada vicina alla chiesa di San Nicola. A
quattordici anni divenne esperto di lettere umane. Il vescovo di Melfi e
Venosa, Gaspare Cenci, trovandosi in visita pastorale a Ripacandida e
avendo conosciuto le doti spirituali e umane del Molfese, lo invitò a
iscriversi al chiericato e ad entrare nella vita ecclesiastica. Un
giorno mentre pregava davanti all'Immagine Sacra della Vergine nella
chiesa di San Nicola, sentì una voce provenire dall'immagine che lo
spronava ad accettare l'invito fattogli dal Vescovo. Andrea Molfese
partì per Napoli ed intraprese gli studi legali; dopo la laurea in
Giurisprudenza, il giovane avvocato esercitò questa professione nel
foro, ma ben presto si dedicò ad insegnare diritto canonico e civile.
Nel 1602 ci fu un momento di svolta nella sua vita. Un giorno, mentre si
trovava presso una libreria a Napoli per comprare testi di legge con
altri avvocati, passò di lì Sant'Andrea Avellino, un teatino, che chiese
loro quali libri avessero comprato e loro risposero: 'Nuovi libri di
legge'. L'anziano teatino, alzando gli occhi al cielo disse:
'Mentiscono, mentiscono i dottori in legge'. Dopo questo incontro
occasionale, decise di entrare nell'Ordine dei Chierici Regolari. Dopo
quindici anni di vita religiosa esemplare, si ammalò e morì l'otto
agosto del 1617 ad appena 46 anni. Fu autore di numerosi trattati di
diritto canonico e civile.
OPERE DI ANDREA MOLFESE, GIURISTA E TEOLOGO TEATINO:
OPERE MINORI:
1. ESPOSIZIONE DELLA BOLLA IN 'CENA DOMINI'
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