Home Page

Artisti Lucani

Guest Book

Collaborazione

Torre Molfese

le OPERE

S. Arcangelo


.
Famiglia
vita quotidiana e società
in Santo Arcangelo

ANTONIO MOLFESE
 

 


 

(Pubblicazione Autorizzata dall'Autore)

UN PAESE DI BASILICATA
NEL CATASTO ONCIARIO DEL 1742

  - Premessa

  - Il catasto onciario

  - Sant'Arcangelo dalle origini al 1742

  - Il territorio di Sant'Arcangelo

  - Evoluzione della popolazione nel tempo

  - La società nel 1700

  - Lavoro

  - La medicina com'era praticata nel 1700

  - Malattie dell'apparato muscolare osseo

  - Malattie dell'apparato respiratorio

  - Malattie degli occhi

  - Ernia dei bambini

  - Malattie connesse all'agricoltura

  - La nobiltà del catasto onciario

  - Glossario

  - Bibliografia

  - Indice

Brillano le prime stelle,
scintillano di là dall’Agri i lumi
di Sant’Arcangelo…

Carlo Levi
 


PERCHÉ IL CATASTO ONCIARIO E QUESTO LIBRO

Allorquando decisi come direttore del CENTRO REGIONALE LUCANO dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria, Centro Studi sulla Popolazione, TORRE MOLFESE - San Brancato di Sant’Arcangelo (PZ), di interpretare il Catasto Onciario di SANTO ARCANGELO e farlo conoscere anche agli studiosi di storia regionale, ero molto perplesso dal momento che avevo scarsa conoscenza in materia.
Ho avuto la fortuna di incontrare Daniela Camelia, appartenente alla famiglia Molfese, che mi ha proposto di mettere in chiaro il documento e realizzare insieme questa idea. Il mio desiderio di pubblicare il catasto onciario risaliva già agli anni ’70 quando ho iniziato a interessarmi di storia locale e regionale, avendo compreso fin da allora quale fosse l’importanza di questo documento. Un’intuizione andata confermandosi in questi ultimi anni quando, girando in internet, notavo che alcune regioni, come la Calabria, avevano pubblicato o resi utilizzabili tutti i manoscritti o quasi riguardanti i catasti onciari di molti paesi del nord della regione e che le pubblicazioni in me rito hanno cominciato a farsi numerose. La trascrizione digita le, faticosamente realizzata anche in considerazione della mole di dati contenuti, ha permesso di ottenere l’indice dei nomi di persona, l’indice dei nomi delle località topografiche e geografiche nonché le “ricchezze” che la popolazione del tempo possedeva.
L’importanza di questo documento consiste nel fatto che era espressione di un rivoluzionario tentativo di riorganizzazione fiscale del Regno di Napoli. La sua istituzione, voluta da Carlo III di Borbone e coordinata dalla Regia Camera della Sommaria, aveva lo scopo di porre fine alla caotica situazione lasciata dal vice regno spagnolo e, nello stesso tempo, di garantire una maggiore perequazione sociale, in quanto ridimensionava in modo drastico i privilegi fiscali della nobiltà e del clero. Il documento descrive in modo molto preciso la situazione demografica del paese, i beni mobili ed immobili, le attività e le professioni svolte, oltre alle tasse che si pagavano. Rappresentava e rappresenta quindi una fonte autorevole ed inesauribile di no tizie per la conoscenza della storia economica e sociale di Santo Arcangelo nel Settecento.
Questo lavoro costituisce il coronamento degli sforzi pro grammatici ed operativi del Centro Studi sulla Popolazione
Torre Molfese nel campo della storia locale e rappresenta un elemento fondamentale degli scopi culturali che ci siamo prefissi. Il poderoso impegno in questo settore è stato profuso non in chiave nostalgico-campanilistica, bensì perché riteniamo che le vicende municipali rappresentino un importante strumento di ricerca dell’identità di una comunità, servano a far capire, apprezzare ed amare il proprio paese, inculchino l’amore ed il rispetto per “i beni culturali locali”, quali preziose testimonianze del passato, contribuiscano infine alla formazione di un’autentica coscienza civile. Sarebbe molto riduttivo circo scrivere in questo limitato ambito il presente lavoro, di più ampio respiro, che dischiude ben più vasti orizzonti culturali e che, proprio per ciò, vogliamo mettere a disposizione non solo dei cittadini, ma anche degli studiosi e di quanti vogliono approfondire le conoscenze della Basilicata e dell’intero Mezzo giorno.
La sintetica immagine delle condizioni di Santo Arcangelo, attraverso i dati contenuti nell’onciario del 1742, dimostra come esso, pur essendo strumento fiscale imperfetto e legato ad un sistema arcaico tributario, possa rappresentare una fonte inesauribile per ulteriori indagini storiche e sociali, grazie alle informazioni reperibili sulla popolazione, sui mestieri, sulle professioni e sulla distribuzione delle poche ricchezze. Lascia mo agli autorevoli storici del paese l’approfondimento di alcuni aspetti che abbiamo fedelmente riportato, specie riguardo le famiglie notabili, alcune delle quali si sono estinte ed altre, se pur con difficoltà, continuano ad essere presenti sul territorio.
A ragione dunque scriveva Nunzio Federico Faraglia nel 1898 sulla sala dei catasti dell’Archivio di Napoli: «Resta però il catasto onciario un monumento insigne di grande utilità, per le ricerche le quali ogni dì occorre di fare per notizie di fami glie, di confini di terre, di possidenze di chiese, di demani di Università. Offre poi un largo campo a chi volesse fare studi di statistica e di economia. Questo è il contenuto della Sala, la minuta descrizione del Regno al tempo di Carlo di Borbone».
A corredo del Catasto Onciario di Santo Arcangelo, che sarà pubblicato come documento a parte a cura della DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA DELLA BASILICATA, si è ritenuto interessan te, in aggiunta a informazioni sulla compilazione del catasto, arricchire il lavoro anche con notizie circa le origini del paese e la descrizione del territorio oltre a dare una descrizione della vita quotidiana dell’epoca, con particolare riguardo a come era composta la famiglia, a dove e come vivevano specialmente le classi più povere, con accenni all’alimentazione e al lavoro. Si è poi descritto il matrimonio e la figura della donna appartenente alle differenti classi sociali.
Ma, soprattutto, essendo stato Sant’Arcangelo un paese prevalentemente agricolo, si è dedicata una descrizione particolare alle malattie connesse all’agricoltura, dando largo spazio alla medicina del tempo e alle cure praticate dai medici, ma anche da barbieri e apotecari, o speziali, che preparavano i rimedi del tempo a base di erbe medicinali dispensate spesso tramite oli o  vini medicati. E, infine, poiché in questi paesi era presente anche una sparuta nobiltà per censo e forse per rango si è illustrato come si entrava a farne parte, dal momento che le leggi dell’epoca in merito erano abbastanza ferree.
E’ questo quindi uno spaccato di vita paesana, che illustra come era vissuta la vita nel passato, e in particolar modo nel 1700, e fa comprendere al lettore come erano distribuiti i beni e la ”si fa per dire ricchezza” nella società dell’epoca.


 

"Consulti medici epistolari"  SEGUE >>
 

 

 

 

[ Mailing List ] [ Home ] [ Scrivimi ]