LA MEDICINA DI OGGI E DI
DOMANI
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L'ILLUSTRAZIONE
La medicina è antica e al tempo
stesso moderna. Le scoperte e il progresso scientifico che derivano
dall'attività di migliaia e migliaia di uomini di medicina nel corso
di ben cinquanta secoli sono a disposizione dei medici di oggi, e
grazie a loro, si concentra sulle esigenze dei pazienti. Mai prima
d'ora nella storia del mondo, la gente ha beneficiato delle cure
mediche che sono oggi disponibili. I medici, i ricercatori, gli
specialisti della produzione e della distribuzione collaborano allo
sforzo costante di migliorare il servizio medico e di mettere a
punto migliori diagnosi, migliori terapie e migliori medicine per un
mondo migliore. |
PREMESSA
Il
tempo svela tutto e lo porta alla luce.
Cancro,
invecchiamento, malattie cardiache, fisiologia e patologia del sistema
nervoso: questi i fronti immediati della medicina del futuro;
l'aspirazione a prolungare la vita umana è antica e fino a oggi ha
coinciso con quella di liberarsi dalle malattie, dalle sofferenze e
dalla fame. Oggi l'allungamento della vita si pone come problema
autonomo: se si eliminassero tutte le malattie, di che cosa morirebbe
l'uomo? E quando?
Non vi è dubbio che la medicina ha allungato la vita umana e, vi è una
serie di statistiche che possono dimostrarlo; c'è inoltre un fattore di
rischio in più, costituito dalla longevità relativa della popolazione.
Alla 'rivoluzione terapeutica' dei farmaci e vaccini alla 'rivoluzione
tecnologica' delle macchine diagnostiche e terapeutiche guidate dalla
mano e dalla mente dell'uomo, si aggiunge, nei paesi a sviluppo
avanzato, la rivoluzione anagrafica, dovuta in buona parte a quegli
stessi farmaci e vaccini e a quelle stesse macchine. Nel breve volgere
di due generazioni si passa da un'attesa di vita alla nascita non molto
diversa da quella dei primi anni del secolo a quella di fine Novecento
che prevede 75 anni per gli uomini e 85 anni per le donne. Si profila
inoltre un sorpasso epocale: il numero dei 'vecchi' di età superiore ai
65 anni che sorpassa il numero dei 'giovani' di età inferiore ai 15
anni.
Con l'abbassarsi della mortalità infantile le curve statistiche
documentano la sconfitta delle malattie infettive; in modo costante,
nonostante qualche impennata, il grafico delle morti per queste malattie
durante l'ultimo secolo si avvicina sempre di più allo zero. Di chi sarà
il merito(1)?
Con la miglior buona volontà non riusciamo a scorgere nessuna traccia né
dei sulfamidici né della penicillina e si direbbe quasi che la curva
scenda per forza propria, senza tener conto dei farmaci e delle loro
vittorie; il dubbio non viene allontanato dall'esame di altre malattie e
mentre la mortalità per malattia dell'apparato respiratorio (in cui è
inclusa la polmonite) non subisce scosse negli anni dei sulfamidici e
degli antibiotici, la curva del morbillo, malattia che non si curava nel
1870 come non si cura oggi, ha una discesa a sbalzi molto irregolari, ma
che punta senza possibilità di errore verso lo zero.
Di fronte alle curve che scendono vi sono quelle che salgono: i tumori, le
malattie cardiache (comprese le malattie aterosclerotiche e degenerative
del cuore) le patologie del sistema nervoso e la loro diffusione
aumenta, la mortalità cresce in modo costante ma non in modo massiccio.
I numeri, del resto, sono difficili da interpretare, anche perché a volte
errati e in ogni caso non suggeriscono una conclusione confortante; i
pochi che abbiamo a disposizione sembrano accreditare una tesi a prima
vista inaccettabile: non sono le terapie, né quelle farmacologiche né
quelle chirurgiche, a influenzare lo stato generale della salute, ma
altri fattori. Quali?
L'idea che ci viene suggerita si chiama condizioni di vita, igiene; con
ogni probabilità, secondo quanto scrivono molti autori, medici e non
medici, sono ancora le condizioni di vita a essere chiamate in causa, ma
in senso inverso, per le «malattie aterosclerotiche e degenerative del
cuore». L'infarto è la malattia dell'uomo moderno, nutrito di cibi
grassi e abbondanti, del dirigente nevrotico, delle grandi città
paralizzate dal traffico congestionato; nessuno tuttavia saprebbe dare
una spiegazione soddisfacente all'andamento della curva 'tumori', ma un
ruolo importante è rappresentato dal rischio chimico (pesticidi).
Dobbiamo quindi svalutare il ruolo della farmacologia moderna?
La medicina che viviamo oggi non è solo quella che si sviluppa dal 1936 in
poi (cioè proprio a partire dall'introduzione dei sulfamidici); viviamo
anche un'altra medicina, sicuramente nata nei tempi moderni, ma legata a
una mentalità antica, prescientifica. Vi sono in essa contraddizioni
curiose: mentre i casi di malattia diminuiscono, mentre la mortalità
decresce rapidamente, il numero dei malati aumenta, il numero dei posti
letto, pure in continuo aumento, non è mai sufficiente a soddisfare una
domanda crescente. La medicina si espande, in certi casi si inflaziona.
La malattia acuta fa posto alla malattia cronica; è ovvio che cure
sempre più perfezionate ed efficaci, spesso più lunghe, richiedono
un'attrezzatura più vasta; è ovvio anche che non è ancora stato colmato
un ritardo, una distanza tra bisogno di assistenza e possibilità di
fornirla, che datava da secoli.
Ma alla crescente domanda si risponde anche in modo sbagliato: ad esempio
con l'inflazione dei farmaci, con le false terapie, con le spese
inutili. Il costo del malato aumenta di giorno in giorno: a New York un
posto letto costa 110 dollari al giorno , a Los Angeles 117(2),
e ciò è dovuto solo in parte all'impiego di impianti più costosi, ma
utili; se la medicina assorbe tanta parte delle nostre disponibilità, lo
dobbiamo anche all'enorme spreco di farmaci inutili: ne sono
responsabili in egual misura il medico, l'organizzazione sanitaria e la
mentalità del paziente, che vuole a ogni costo un rimedio al suo
disturbo, reale o immaginario. Perché il malato immaginario di Molière
non è scomparso, ma si è perfezionato ed è diventato il paziente ideale
de Il trionfo della medicina di Jules Romains. L'inflazione delle
medicine si è verificata prima che venissero risolti i problemi
elementari dell'assistenza, il superfluo è stato offerto prima del
necessario: del resto è una caratteristica inevitabile di questa e di
molte altre fasi della civilizzazione umana.
Oggi, se si trattano cento persone con uno stesso farmaco, è realistico
pensare che trenta, quaranta pazienti saranno davvero curati: gli altri
non risponderanno alla terapia o, nel peggiore dei casi, soffriranno di
effetti collaterali (una media decisamente inaccettabile alla luce delle
conoscenze della medicina moderna, che deve pretendere di curare tutti i
pazienti).
Poiché gran parte della responsabilità nella risposta ai farmaci è da
imputare ai geni, è fondamentale capire quali siano quelli implicati nel
metabolismo e nell'azione di ogni preparato: questo è l'obiettivo della
farmacogenetica, possibile soprattutto grazie ai recenti progressi nella
comprensione del genoma umano.
Una volta individuati i geni che hanno un ruolo nelle diverse terapie, il
passo successivo è sottoporre ogni paziente da indirizzare al
trattamento a test che facciano luce sul suo bagaglio genetico: il
farmaco sarà così prescritto solo a chi potrà rispondere meglio alla
cura. Selezione accurata dei pazienti e farmaci intelligenti, quindi o,
piuttosto, un uso intelligente dei farmaci: questo è ciò che si propone
la 'figlia' della farmacogenetica, la cosiddetta farmacogenomica.
Cure personalizzate, è questa la parola d'ordine della nuova metodica che,
attraverso l'esame dei geni, è in grado di testare la reale efficacia
dei medicinali su ogni singolo individuo.
Personalizzazione della terapia è la parola chiave: perché individui, in
apparenza uguali per sesso, età, peso e quant'altro, possono rispondere
in modo drasticamente diverso a uno stesso medicinale, proprio a causa
del loro diverso bagaglio di geni. Per curarli è importante
diversificare la terapia in base al genotipo, ovvero il corredo genetico
di ognuno.
Si è arrivato anche a proporre la creazione di un uomo-topo, cioè un topo
con il cervello umano, iniettando nell'embrione di un topo, allo stadio
iniziale dello sviluppo, cellule primitive (staminali) rilevate da un
embrione umano per osservarle, mentre si trasformano in cellule di
sangue, ossa e cervello. Ciò permetterebbe agli scienziati di testare
farmaci innovativi per malattie come il morbo di Parkinson, cardiopatie
e tumori.
Cellule staminali embrionali sono in avanzato studio e manipolate
geneticamente sono in grado di 'spegnere' il gene responsabile di alcune
malattie (Alzheimer, cecità congenita, tetraplegia traumatica); poi con
un metodo efficace si è riusciti a purificare i tessuti e ciò permette
di controllare quale tipo specifico di tessuto verrà formato dalla
crescita delle cellule staminali (ad esempio cellule cerebrali che
producono la dopamina, quelle che muoiono in conseguenza del morbo di
Parkinson).
Con la sempre più approfondita conoscenza del genoma umano, si possono
individuare le alterazioni dei geni e si può riuscire a trovare il modo
per colpire quelli che producono proteine anomale (proteine tumorali) e
come colpirle con 'farmaci intelligenti' anche personalizzate
estremamente distruttive per le cellule tumorali, mentre minimo è
l'effetto sulle cellule sane. Con l'impiego dell'analisi molecolare del
tumore si può meglio valutare la sua pericolosità e cercare il
trattamento migliore. Lo 'studio degli oncosoppressori', geni che
sovrintendono, come 'guardiani' del genoma, che cellule alterate non si
riproducano, sono allo studio e presto si spera di svelare un altro
mistero relativo ai tumori.
In attesa di avere a disposizione per ogni individuo farmaci mirati per la
cura delle diverse malattie, dobbiamo accontentarci di tecnologie più o
meno sofisticate utilizzate per la loro cura e specie di alcune di esse,
come i tumori. L'uso di particelle subatomiche ad alte energie
(adroterapia) che aggrediscono le cellule tumorali senza toccare i
tessuti sani circostanti e che sono utilizzabili per tumori come i
sarcomi, i carcinomi del polmone, del pancreas e del fegato,
notoriamente resistenti alla radioterapia, saranno in uso fra poco.
Tra la medicina dell'oggi e del domani è poi in via di attuazione la
tecnica di crioterapia e termoablazione con radiofrequenze per la cura
di alcuni tumori, così come l'immunoterapia con l'impiego di linfociti
killer per la distruzione di cellule neoplastiche residue disseminate, e
la radio immuno terapia che impiega speciali anticorpi radioattivi, una
sorta di 'missili radio comandati', capaci di attaccarsi alla cellula
tumorale in maniera selettiva.
Di recente i progressi della genetica hanno permesso di svelare
tempestivamente da quali malattie ciascuno di noi dovrà guardarsi,
suggerendo perfino il modo migliore per prevenirle.
LA
SCHEDA
La
medicina è un paradosso: è antica e al tempo stesso sempre nuova.
Praticarla è un'arte, ma un'arte che va collocata sulle solide
fondamenta della scienza, della praticità e delle esigenze del paziente.
Essa rappresenta una delle branche più importanti della scienza, anche
se nella pratica utilizza e applica principi che appartengono ad altri
campi scientifici. Oggi(3),
coloro che praticano la medicina possono usufruire di tutta la gamma di
scoperte e di conoscenze acquisite in oltre cinquanta secoli, eppure
devono affrontare una congerie di fattori ignoti altrettanto formidabili
di quelle che si presentarono ai loro predecessori. È una sfida
impegnativa che richiede urgentemente una soluzione, se si vogliono
soddisfare i bisogni di un'umanità che deve far fronte a processi vitali
accelerati, che superano di gran lunga la capacità dell'uomo di
adeguarvisi.
Alle sue origini l'uomo cercava di spiegare le difficoltà e le incertezze
di ciò che lo circondava immaginando di essere un burattino nelle mani
degli dèi e cercava sollievo tentando di propiziarsi ciò che gli era
ignoto. Oggi, con gli strumenti messi a disposizione dai vari rami della
scienza, l'uomo cerca di capire la realtà e di circondarsi delle
comodità e degli agi che egli e i suoi simili si sono creati,
spingendosi sempre più avanti verso nuovi orizzonti. Le sue conoscenze e
le sue capacità gli permettono di immaginare di raggiungere obiettivi
impensabili qualche decennio fa e di avanzare fìduciosamente e
coraggiosamente verso tali mete. La sua fiducia lo sostiene e lo fa
andare avanti ... fino a quando la malattia e il dolore non lo
colpiscono. A questo punto, l'uomo moderno reagisce più o meno allo
stesso modo dei suoi antenati: va in cerca d'aiuto, rivolgendosi ai
religiosi e ai medici, cercando di trovare qualcuno in cui riporre la
propria fiducia e che possa aiutarlo a recuperare la salute e la fiducia
in se stesso.
Mai prima d'ora è stato possibile usufruire di medicine e di servizi
sanitari paragonabili a quelli attualmente disponibili. Le conoscenze
acquisite da infinite generazioni di uomini di medicina sono oggi a
disposizione del medico moderno e, attraverso di lui, esse vengono
utilizzate per soddisfare le esigenze del singolo paziente, al suo
capezzale, in laboratorio, in ambulatorio e in ospedale. In nessun'altra
epoca storica, prima del XX secolo, l'uomo ha assistito a un progresso
così rapido e rivoluzionario, sia in campo medico sia nelle possibilità
di migliorare la qualità della propria salute, e il ritmo accelerato con
cui procede la ricerca scientifica sembra promettere dei passi avanti
ancora più grandi negli anni che verranno.
Sin dall'inizio del XX secolo i grandi progressi realizzati nel secolo
precedente vennero consolidati e perfezionati, si cominciò a comprendere
meglio l'anestesia e l'asepsi, nonché le potenzialità mediche dei raggi
X. La combinazione di questi elementi rese possibili enormi progressi
nel campo della chirurgia. Il settore della medicina biologica (i
vaccini per prevenire le malattie e le antitossine per curarle) si
espanse velocemente. La chemioterapia, che aveva già elaborato
analgesici di base come l'aspirina e la fenacetina, si preparava a
esprimere pienamente il suo potenziale.
Nei primi anni del secolo la dipendenza da farmaci di origine vegetale, la
fonte più ricca di medicine allora a disposizione dei medici, iniziò a
declinare man mano che il progresso scientifico apportava notevoli
miglioramenti alle terapie farmacologiche. Sebbene molti farmaci
efficaci derivanti da fonti vegetali (efedrina, reserpina) siano ancora
in uso, la scomparsa di parecchie medicine di dubbia efficacia è stata
accelerata grazie al contributo della chemioterapia. Dopo l'elaborazione
da parte di Ehrlich delle arsfenamine come farmaci specifici contro la
sifilide, i chimici misero a punto diverse nuove classi di farmaci:
anestetici, barbiturici e antimalarici. Tuttavia, la ricerca nel campo
della chemioterapia raggiunse il pieno ritmo solo quando, nel 1937
circa, il sulfanilammide e i suoi affini chimici entrarono a far parte
dell'armamentario del medico. Dopo i sulfamidici fu la volta degli
antibiotici, un concetto completamente nuovo nella produzione di
farmaci. La dimostrazione che malattie fino ad allora mortali potevano
essere curate con successo grazie a questi nuovi farmaci restituì la
fiducia nella chemioterapia e diede il via ad uno straordinario
progresso nella ricerca industriale medica e chimica. I laboratori
decuplicarono la propria forza-lavoro e ne risultò un'enorme
accelerazione delle scoperte e dell'elaborazione di nuovi composti utili
alla medicina.
Nel frattempo la ricerca dava i propri frutti anche in altri campi. Un
impiego degli ormoni in campo medico (inizialmente, nel 1891,
dell'estratto di tiroide per curare il mixedema, seguito dalla scoperta
dell'epinefrina prodotta per la prima volta dalla Parke, Davis, la quale
mise in commercio col marchio Adrenalin nel 1900) favorì lo studio di
altre funzioni ghiandolari. Da una fase di questo studio proviene la
teoria che nel 1921 portò Banting e Best alla scoperta dell'insulina, la
quale salvò e allungò la vita di milioni di diabetici. Dalla ricerca
ormonale trasse impulso anche lo studio della complessa chimica degli
steroidi, inaugurando così un'altra nuova fonte di composti utili per la
medicina.
Lo studio dei disturbi causati da carenza di vitamine progredì grazie al
lavoro di molte persone in varie parti del mondo: in Estremo Oriente con
le scoperte di Eijkman e dei suoi colleghi, negli Stati Uniti con
Casimir Funk, nel 1911 e con Joseph Goldberger, nel 1914. Questi studi
scientifici non solo permisero di comprendere meglio le cause e la cura
delle malattie da carenza vitaminica, ma resero anche possibile un
miglioramento delle abitudini alimentari. Nuovi prodotti alimentari e
nuovi metodi per preservare il contenuto vitaminico naturale degli
alimenti, nonché l'arricchimento dei cibi con l'aggiunta di additivi,
hanno molto contribuito alla prevenzione delle malattie da carenze
alimentari che un tempo affliggevano un'ampia fetta di popolazione. In
quelle aree geografiche dove sono state adottate misure nutrizionali
preventive, la pellagra, il beriberi e il rachitismo sono quasi
scomparsi.
La necessità di apportare miglioramenti ai sulfamidici portò i chimici a
effettuare migliaia di esperimenti con i composti sintetici, molti dei
quali li condussero a esplorare terreni fino a quel momento sconosciuti.
Da questi esperimenti emersero composti che aprirono nuove aree di
studio. Il Promin (glucosolfone di sodio), il primo farmaco sintetico
che si dimostrò veramente efficace contro la lebbra, scaturì dal nuovo e
profondo interesse per i composti sintetici. Dalle ricerche sui derivati
dei sulfamidici proviene inoltre un gruppo di composti diuretici e di
farmaci antidiabetici orali capaci di integrare e a volte anche di
sostituire le iniezioni di insulina.
Sempre in ambito chemioterapico ricordiamo infine gli stimolanti psichici,
i tranquillanti, gli antistaminici, gli anticoagulanti e un gruppo di
composti che potrebbe portare al controllo di alcuni tipi di tumore.
Parallelo all'elaborazione dei composti chimici di sintesi è stato lo
sviluppo di insetticidi più efficaci.
Mentre le nuove medicine riescono a curare diverse malattie causate dagli
insetti, ci sono stati molti progressi nell'eliminazione alla radice di
questi problemi, specialmente per quanto riguarda la malaria e la febbre
gialla, grazie all'impiego di misure preventive. Spruzzando le paludi,
le capanne, le case e gli individui con DDT, e con i composti che questo
campo di ricerca ha elaborato, in varie parti del mondo si sono ottenuti
dei grossi risultati in termini economici, nonché nella prevenzione di
diverse malattie invalidanti.
La ricerca sull'impiego di preparati recentemente scoperti per i mangimi
animali ha contribuito a migliorare la qualità e la produzione di carne
e pollame; mentre nuovi fertilizzanti agricoli hanno permesso di
incrementare e migliorare la qualità dei raccolti. Tutti questi
risultati collaterali della ricerca scientifica hanno contribuito in
modo indiretto ma significativo alla salute dell'umanità.
Ma risultati non meno straordinari, né meno importanti per i pazienti
provengono da altri settori.
Si sono ottenuti grossi miglioramenti negli anestetici sia iniettabili sia
inalabili. La comprensione dell'importanza dell'equilibrio elettrolitico
dei liquidi corporei ha reso possibili notevoli progressi in chirurgia,
aumentando le probabilità di una rapida ripresa del paziente. Gli
sviluppi in ambito fisico-medico, come il polmone, il rene e il cuore
artificiali, hanno molto ampliato il campo operativo del chirurgo. Le
banche di organi e di tessuti, permettendo di effettuare trapianti di
cornea, sostituzioni di arterie, di ossa e di altre parti del corpo,
hanno restituito una vita attiva a pazienti che altrimenti sarebbero
rimasti invalidi. Il riconoscimento dell'importanza dei vari componenti
del sangue e del loro utilizzo ha allungato la vita di altri pazienti.
Coraggiose esplorazioni nella chirurgia del cervello, migliori diagnosi
delle malattie mentali, progressi in campo psichiatrico e l'uso di
tranquillanti e stimolanti psichici, tutto ha contribuito enormemente a
far tornare molti pazienti alla normalità e a ridurre la popolazione
degli istituti psichiatrici.
Spingendosi oltre i procedimenti ritenuti possibili solo dieci o vent'anni
fa, la chirurgia cardiaca, è riuscita a correggere diverse lesioni,
congenite o croniche, e ha offerto la possibilità di una vita attiva a
persone altrimenti destinate a morire o a rimanere invalide. Gli
sviluppi meccanici, come le valvole cardiache artificiali e gli
apparecchi elettronici che stimolano o regolano il funzionamento del
cuore, hanno anche particolarmente contribuito a migliorare la qualità
della vita di parecchie persone.
L'applicazione delle nuove conoscenze nell'ambito delle radiazioni, e
soprattutto l'uso medico dei prodotti dell'era atomica, hanno allungato
ulteriormente la vita di coloro che sono affetti da lesioni non curabili
con la chirurgia.
I progressi del XX secolo non solo hanno rivoluzionato la pratica
terapeutica della professione medica, ma hanno avuto un forte impatto
sulla vita di tutto il mondo civilizzato:
- Le aspettative di vita di coloro che sono nati negli anni Sessanta sono
aumentate di circa 25 anni, a fronte di quelle dei nati all'inizio del
secolo.
- Oggi milioni di persone, che nel primo quarto del secolo sarebbero morte
a causa di malattie infettive, sono vive.
- Nel corso del secolo il tasso di mortalità femminile durante il parto è
diminuito del 90%, mentre la mortalità infantile si è molto ridotta.
- Le morti per influenza sono diminuite anch'esse del 90% in 25 anni, e le
morti per tubercolosi e per febbre reumatica sono scese di più dell'80%.
- Grazie ai progressi delle ricerche sui vaccini e sulle medicine
biologiche, iniziate appena prima dell'inizio del secolo, la difterite e
il vaiolo sono quasi scomparsi, la febbre tifoide e il tetano si
riscontrano raramente nelle comunità autoctone, mentre la minaccia della
poliomielite si è grandemente ridotta.
- Il 90% dei farmaci prescritti oggi dai medici erano sconosciuti fino a
25 anni fa(4).
Anche nella pratica medica ci sono stati parecchi cambiamenti. È aumentata
la specializzazione, che si è arricchita di normative e consigli
direttivi che regolano ciascun gruppo. Mentre il 'medico di famiglia' di
vecchio stampo sta quasi scomparendo, i medici generici organizzano, nei
quartieri e nei piccoli centri, corsi di qualificazione per paramedici
che assicurano alle famiglie un alto livello di assistenza medica.
Inoltre essi sollecitanogli organismi preposti all'istruzione a non
sottovalutare il fabbisogno di medici generici che continuerà a esserci
anche in futuro.
L'avvento delle cure ospedaliere, chirurgiche e mediche prepagate ha avuto
il suo impatto sui medici e sui pazienti. Un'ulteriore sperimentazione
di questi servizi relativamente nuovi eliminerà senza dubbio gli attuali
inconvenienti e servirà a fissare degli standard da cui tutti potranno
trarre beneficio.
Da quando si sono resi disponibili migliori metodi di cura e farmaci più
efficaci, che hanno allungato la speranza media di vita, sono sorti
nuovi problemi per i pazienti, per i medici, per gli altri
professionisti del settore e per i ricercatori. L:abbassamento del tasso
di mortalità dovuto alla sconfitta delle malattie infettive ha fatto sì
che una quantità maggiore di persone raggiunga un'età avanzata e di
conseguenza la medicina ha dovuto focalizzare l'attenzione su una serie
di patologie non così frequenti in passato. Attualmente, sono
soprattutto le malattie degenerative, in particolare quelle che
riguardano il sistema circolatorio, i processi mentali e le varie forme
di cancro, a impegnare maggiormente le energie di medici, chirurghi e
ricercatori.
Anche la componente psicosomatica richiede sempre più l'attenzione della
medicina, dal momento che i pazienti sono sottoposti alle pressioni e
allo stress del moderno modo di vivere e di lavorare. A ciò si aggiunge
la preoccupazione, che i medici condividono con i sociologi e con gli
ingegneri, per gli aspetti socio-psicologici del crescente tasso di
lesioni causate da incidenti, in particolare quelli legati ai rapidi
mezzi di trasporto di massa.
È probabile che in futuro la ricerca nei vari campi scientifici collegati
alla medicina conduca a grandi scoperte in settori nuovi, da cui trarrà
beneficio tutto il mondo. Le ricerche sulla medicina preventiva, sulla
chemioterapia, sugli antibiotici e sugli ormoni riservano grandi
promesse per il futuro. La ricerca intensiva di agenti, sia biologici
sia chimici, efficaci contro il cancro permetterà indubbiamente di
trovare dei mezzi per combattere le varie forme di questo terribile
male.
Che cosa comporterà per la medicina l'avvento dell'era spaziale? Nessuno
lo può sapere, ma con ogni probabilità gli uomini e le donne del XXI
secolo guarderanno alla medicina dei nostri giorni con lo stesso
miscuglio di superiorità, ironia e commiserazione con il quale noi oggi
a volte consideriamo i metodi di cura utilizzati dai medici del XIX
secolo.
Tuttavia, è bene ricordare che tali sentimenti di superiorità o ironia non
sono giustificati: dobbiamo essere grati ai medici del XIX secolo per il
contributo che hanno dato alla medicina.
Tra i progressi realizzati in tale secolo ricordiamo: il riconoscimento
che la causa delle malattie sono i germi, i numerosi progressi nella
comprensione dell'anatomia e delle patologie cellulari, la scoperta dei
principi dell'anestesia e dell'asepsi, della batteriologia e delle
medicine biologiche, nonché l'invenzione di strumenti fisici come
l'oftalmoscopio, l'otoscopio, lo stetoscopio e i raggi X. In un certo
senso i medici e gli scienziati di oggi reggono sulle spalle di quegli
uomini coraggiosi di ieri. È certo che, con l'avanzare del progresso
scientifico e tecnologico, contribuiranno, direttamente o
indirettamente, a creare prodotti e procedure che incrementeranno
l'efficacia delle terapie mediche ed estenderanno il campo operativo dei
chirurghi.
Il futuro porterà sicuramente dei cambiamenti nella pratica della medicina
e della chirurgia, nell'assistenza ospedaliera e nei rapporti con i
pazienti. Una popolazione più sofisticata necessiterà di servizi
adeguati al mondo progredito in cui vive; tuttavia, qualunque sia l'età
o il grado di sviluppo del mondo, ci saranno sempre uomini e donne
istruiti, esperti, dediti al loro lavoro e spinti da compassione, pronti
a offrire il proprio aiuto a tutti coloro che hanno bisogno di
assistenza medica.
Per quanto elevata o infima possa essere la posizione dell'individuo nel
sistema socio-economico del futuro, quando suo figlio piangerà di notte,
tormentato dal dolore e dalla febbre, il primo pensiero sarà: «Chiamare
il dottore!». Quando lui stesso si ammalerà, l'antichissimo istinto di
paura e di autoconservazione supererà senza fatica il sottile strato di
sofisticazione, e ancora una volta verrà pronunciata la richiesta che è
rimasta immutata nei secoli:
«Dottore, sto male. Cosa può fare per me?».
NOTE
1 -
Molte sono le risposte, ma nessuna fino a ora è esauriente.
2 -
Dati rapportati agli anni Sessanta, mentre il costo attuale è
decuplicato.
3 - Il
presente capitolo riguarda la condizione degli Stati Uniti tra gli anni
Cinquanta e Sessanta, e la loro specifica realtà [nota del curatore].
3 -
Queste erano le percentuali riferite agli Stati Uniti negli anni
Cinquanta e Sessanta. Anche i dati statistici si riferiscono a tale
periodo
"Glossario dei Rimedi di Origine
Vegetale" SEGUE >>
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