TORRE MOLFESE E CULTURA IN BASILICATA
Venti Anni di Convegni al servizio delle classi più deboli. E’ con
immenso piacere che raccolgo gli argomenti dei convegni tenuti a S.
ARCANGELO dal Centro Studi sulla Popolazione Torre Molfese in questi
ultimi 20 anni. La spinta iniziale è stata fornita dall’Accademia di
Storia dell’Arte Sanitaria, che, tramite il Presidente del tempo Prof
Angelo Capparoni, affidò allo scrivente l’incarico di costituire in
Basilicata il Centro Regionale Lucano dell’ASAS. Spero di aver compiuto
un buon servizio per la collettività, dal momento che l’impegno mentale
e finanziario è stato notevole anche se la Regione Basilicata è stata
presente come ha potuto. Abbiamo trattato gli argomenti più vari, ma mai
ci siamo allontanati dallo spirito che ci ha spinti a creare questa
struttura: portare sollievo e sostenere le categorie più deboli. Nella
presente pubblicazione saranno riportate le locandine originali dei vari
convegni e saranno illustrati in breve gli argomenti trattati, in modo
che il lettore possa avere una rapida sintesi delle attività e degli
argomenti svolti in questo arco di tempo. A breve pubblicheremo una più
ampia sintesi della attività svolte presso la TORRE MOLFESE, che, da un
rudere, come era stata ridotta dal tempo e dai vandali, è risorta a
centro di nuova cultura per il nostro territorio. Auguriamo alla Torre
Molfese ed alle manifestazioni culturali ivi realizzate ancora lunga
vita.
ROMA 21/2/2015
XX Anniversario-1996-2015 del Centro Regionale Lucano
dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria
Centro Studi sulla Popolazione
Torre Molfese - San Brancato di Sant’Arcangelo (PZ)
XX Anniversario del Centro Regionale Lucano
Sono passati venti anni da quando, nella Torre Molfese restaurata, si è
insediato il Centro Regionale Lucano (1996) e si è cominciato a parlare
di salute, benessere e migliori condizioni di vita. Infatti, con
l’istituzione del centro, emanazione dell’Accademia di Storia dell’Arte
Sanitaria con sede a Roma Lungotevere in Sassia n.3, antico e
prestigioso ente morale, i temi affrontati durante questo arco di tempo
hanno riguardato gli anziani, i giovani e il problema dell’alcool, i
prodotti alimentari tipici della Regione Basilicata, la sicurezza
stradale, la medicina popolare, l’alimentazione naturale quale fonte di
benessere e infine le malattie prevalenti sul territorio. Sono tutti
argomenti interessanti ed attuali, che hanno rappresentato per il Centro
Studi sulla Popolazione un banco di prova non indifferente, affrontati
con competenza e professionalità anche grazie alla partecipazione di
qualificati relatori italiani e stranieri. La Torre, sede del centro in
questi venti anni, ha mostrato il meglio di se stessa, in quanto, di
notte, con la sua illuminazione quasi surreale, è stata paragonata ad
una candela in un bosco, di giorno svetta tra ulivi e viti ed ha
permesso ai numerosi visitatori di ritrovare immagini, documenti e foto
che erano quasi scomparsi dalla loro memoria. Le numerose foto esposte,
che ogni anno aumentano, hanno rappresentato scorci di panorama
(attraverso le cartoline d’epoca), attrezzi agricoli (ormai non più
usati e quindi reperti da museo), ricordi dell’emigrazione (molto attiva
nella nostra zona), la riforma agraria ed alcuni avvenimenti importanti
della nostra regione. I venti anni di attività sono solo l’inizio di una
vita più lunga del Centro Regionale Lucano, che auguriamo quanto quello
della Torre, costruita ben cinque secoli orsono a difesa del Monastero
di S. Maria D’Orsoleo. La cappella votiva della Santa Croce, annessa
alla torre, rappresenta poi un punto d’incontro e di raccoglimento, ma
anche un esempio unico di cappella extra moenia restaurata, riconsacrata
e dislocata sul ridente paesaggio.
Elenco attività svolte dal centro regionale lucano nei venti anni di
attività (1996)
Centro Regionale Lucano dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria -
Centro Studi sulla Popolazione, Torre Molfese - San Brancato di
Sant’Arcangelo (PZ)
Il Centro Regionale Lucano è una emanazione dell’Accademia di Storia
dell’Arte Sanitaria di Roma A livello regionale il Centro Regionale
Lucano dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria si prefigge, di
effettuare ricerche sul territorio, sulle modificazioni che avvengono
nella popolazione ed in particolare sulla condizione:
- dei giovani, per quanto riguarda abitudini alimentari, uso di sostanze
eccitanti ed inebrianti, alcol compreso, disagio giovanile, educazione
scolastica ed inserimento nel mondo del lavoro.
- degli emigranti e delle loro famiglie in terra straniera, nonché dei
gruppi familiari rimasti nel paese di origine, per individuare le cause
del disagio e dei loro bisogni.
- degli anziani, per ciò che riguarda il numero, lo stato di salute, la
situazione abitativa, i bisogni primari per il miglioramento della loro
condizione di vita nel nucleo familiare.
- delle persone in situazione di handicap, per promuovere iniziative
tese a soddisfare i bisogni loro e delle loro famiglie, a rimuovere,
anche come supporto alle autorità preposte, gli ostacoli di ordine
materiale, economico, sociale e culturale, che di fatto limitano il
pieno rispetto delle dignità umana Si intende quindi operare per
contribuire al processo di soluzione dei problemi e di educazione, nel
corso del quale si dovrà portare una persona disabile a raggiungere il
miglior livello di vita possibile sul piano fisico, funzionale, sociale
ed emozionale, con la minor restrizione possibile delle sue scelte
operative, pur nell’ambito della limitazione della sua menomazione.
Il Centro Regionale Lucano si ripropone anche di ricercare sul
territorio pratiche di medicina popolare (mediante l’utilizzo delle
piante officinali autoctone), tramandate oralmente e che rappresentavano
un tempo le sole pratiche che il popolo si poteva concedere dato l’alto
costo della medicina ufficiale.
La sede del Centro Regionale Lucano è situata in una torre del XVI
secolo restaurata – TORRE MOLFESE San Brancato di Sant’Arcangelo -
diretto dal Prof. Dott. Antonio Molfese.
Si elencano i convegni che sono stati tenuti dall’inizio dell’attività
che è avvenuta l’11 maggio 1996:
Torre Molfese 11 maggio 1996: Convegno “Il futuro dell'anziano in
Basilicata alla soglia del terzo millennio. Prospettive nazionali e
locali”.
Torre Molfese 22 maggio 1998: Convegno “I giovani, gli adulti e
l’alcool. Prima indagine conoscitiva nella Regione Basilicata,
realizzata dalla Doxa per l’Osservatorio Permanente sui Giovani e
l’Alcool”.
Torre Molfese – Monastero Santa Maria di Orsoleo 7 settembre 1999,
Convegno “Proposte operative per il migliore utilizzo del complesso di
Santa Maria di Orsoleo: Museo archeologico e scuola di restauro”.
Torre Molfese 20 maggio 2000 “Educazione alla Salute e alla Sicurezza
nella Scuola”
Torre Molfese Convegno 21 maggio 2001: “Salute e natura – Piante
Officinali e prodotti naturali nella Medicina Popolare di
Basilicata…….”.
Torre Molfese Convegno 11 maggio 2002: “Telemedicina e Teleformazione
Nell’assistenza e Cura di Soggetti Non Autosufficienti”.
Torre Molfese Convegno 17 maggio 2003: “Dieta Mediterranea e Salute la
Specificità dei Prodotti Lucani”
Torre Molfese Convegno 22 maggio 2004: “ Terza Età… e Oltre una
Esistenza Migliore ad Ogni Età della Vita”
Torre Molfese Convegno 21 maggio 2005: “Malattie Prevalenti sul
Territorio. Stili di Vita, Prevenzione e Cura” Torre Molfese. Convegno
20 maggio 2006: “Malattie Prevalenti nell’agricoltura moderna”.
Torre Molfese Convegno 26 maggio 2007: “Inquinamento ambientale e danni
alla salute umana”.
Complesso Monumentale S. Maria d’Orsoleo Convegno 17 maggio 2008:
“Realizzazione di un centro di monitoraggio dell’inquinamento ambientale
sul Monte Pollino (acquisizione e studio dei dati, obiettivi da
raggiungere a breve e lungo termine e gestione del centro)”.
Complesso Monumentale S. Maria d’Orsoleo Convegno 23 maggio 2009: “SPORT
E SALUTE” Mens sana in corpore sano”
Complesso Monumentale S. Maria d’Orsoleo Convegno 29 maggio 2010: “L’
anziano in famiglia: l’ assistenza sanitaria integrata sul territorio.
Un’ esistenza migliore ad ogni età della vita”.
Complesso Monumentale S. Maria d’Orsoleo Convegno 28 maggio 2011:
“L’incidenza dei tumori sul territorio in Basilicata . Quale prevenzione
e cura?”.
Complesso Monumentale S. Maria d’Orsoleo Convegno 26 maggio 2012:
“L’emigrazione a 150 anni dall’unità d’Italia. Dalla Basilicata sotto
tutti i cieli”.
Complesso Monumentale S. Maria d’Orsoleo Convegno 25 maggio 2013:
”Malattia e famiglia. Le associazioni di volontariato a sostegno della
vita. Realtà presente ed operante in Italia e all’estero”.
Complesso Monumentale S. Maria d’Orsoleo Convegno 31 Maggio 2014:
“Malattia e famiglia. Le associazioni di volontariato a sostegno della
vita. Realtà presente ed operante in Italia e all’estero”.
Complesso Monumentale S. Maria d’Orsoleo Convegno 30 Maggio 2015:
“Malattia e famiglia le associazioni di volontariato a sostegno della
vita in italia e all’estero. L’importanza dei centri di ascolto”.
ACCADEMIA DI STORIA DELL'ARTE SANITARIA
CENTRO REGIONALE LUCANO
TORRE MOLFESE - CONTRADA MEDERICO
S. BRANCATO DI S. ARCANGELO (POTENZA)
L'Accademia di Storia dell'Arte Sanitaria, fondata il 22 aprile 1920 ed
eretta ad Ente Morale con R.D il 14 Maggio 1922, ha sede a Roma, nei
locali del Museo Nazionale di Storia dell'Arte Sanitaria, al Lungotevere
in Sassia n.3. Suo fine è la diffusione e l'incremento degli studi di
arte sanitaria, in tutti i suoi aspetti e rapporti. Il suo statuto
iniziale, approvato con R.D nel 1934, è stato modificato con D.P.R il 12
Novembre 1987. Sono suoi Enti Fondatori e Membri permanenti del
Consiglio di reggenza: Ministero della Sanità, Ministero per i Beni
culturali ed ambientali, Ministero della Pubblica Istruzione, Ministero
per l'Università e la Ricerca scientifica e tecnologica, Ispettorati di
sanità del Ministero della Difesa, Sovrano Militare Ordine di Malta,
Croce Rossa Italiana, Ordine dei SS Maurizio e Lazzaro, Comune di Roma.
L'Accademia é sotto la tutela e la vigilanza del Ministero per i Beni
culturali ed ambientali in quanto dalla stessa dipende il MUSEO STORICO
NAZIONALE DELL'ARTE SANITARIA.
Le finalità dell'Accademia sono: la gestione e l'arricchimento del Museo
Storico Nazionale dell'Arte Sanitaria, della Biblioteca e dell'Archivio,
la diffusione e l'incremento degli Studi di Arte Sanitaria, in tutti i
suoi aspetti e rapporti, l'attività divulgativa e la pubblicazione
periodica di Atti e Memorie; i Concorsi a premio. L'attività didattica
principale è costituita da Masters post-universitari, organizzati
dall'Accademia in collaborazione con docenti universitari; inoltre, in
quanto polo didattico riconosciuto dalla Federazione degli Ordini dei
Medici, l'Accademia svolge anche corsi di aggiornamento obbligatori per
medici specialisti.
L'Accademia ha sede in Roma ed è divisa in due sezioni: una di scienze
storicosanitarie e l'altra di scienze storico-biologiche. L'Accademia di
Storia dell'Arte Sanitaria è retta da una Giunta Esecutiva e da un
Consiglio di Reggenza. Il Corpo accademico é composto da 150 Membri,
accademici a vita, divisi in due classi, nominati per decreto dell'Ente
tutore su proposta dell'Assemblea Generale.
L'Accademia opera sul territorio nazionale attraverso i suoi Centri
regionali ed interregionali. Essi esplicano, come stabilito dallo
statuto istitutivo, anche attività di didattica con la realizzazione di
corsi post-universitari di perfezionamento e specializzazione, seminari
di aggiornamento e corsi di formazione.
Il Centro Regionale Lucano dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria
è ubicato presso la Torre Molfese – Contrada Mederico, San Brancato di
Sant’Arcangelo (PZ). Nelle pagine seguenti illustreremo la storia del
centro che opera in Basilicata.
ANNO 1996
Il Centro Regionale Lucano ha iniziato la propria attività l’11 maggio
1996, organizzando un Convegno: “Il futuro dell'anziano in Basilicata
alla soglia del terzo millennio. Prospettive nazionali e locali”, che ha
trattato il problema degli anziani in Basilicata ed al quale hanno
partecipato numerose personalità e studiosi della materia.
Nei paesi industrializzati, e in particolare in Europa, si assiste ad un
aumento progressivo dell'età media della popolazione e della percentuale
degli ultrasessantenni; tale fenomeno ha avuto un andamento
costantemente crescente negli ultimi trent'anni e si prevede che il
problema degli anziani diventerà di sempre maggiore importanza, sia da
un punto di vista demografico sia per le implicazioni di carattere
socio-sanitario. In alcune regioni italiane appare costante l'incremento
degli anziani ed è evidente la carenza di strutture sanitarie
specificamente rivolte all'anziano; nasce pertanto l'esigenza di una
programmazione socio-sanitaria in grado di rispondere alle necessità
della popolazione anziana in crescente aumento. Appare di fondamentale
importanza intervenire sul piano della prevenzione, attraverso
l'utilizzo di moderne tecniche informatiche, per valutare lo stato di
salute dei cittadini in fase presenile e senile, al fine di perseguire
un miglioramento della qualità di vita ed una riduzione dei rischi di
malattia.
La cura della persona anziana spesso non può portare alla guarigione,
proprio per le caratteristiche della patologia che più frequentemente la
colpisce (patologia degenerativa e neoplastica), e lo scopo della
medicina generale, specie di quella geriatrica, deve però essere sempre
quello di realizzare, mantenere e recuperare la migliore qualità di vita
possibile e l’autosufficienza, che sono strettamente correlate. Nessun
governo, anche se con mezzi finanziari disponibili, è in grado di
provvedere completamente alla soddisfazione delle esigenze degli anziani
sia sul piano economico che sul piano morale; occorre una fattiva
collaborazione da parte di tutti i cittadini e soprattutto delle
famiglie. Numerosi e vari sono gli orientamenti circa il problema
dell'assistenza agli anziani in relazione allo stato fisico e psichico
del soggetto da curare, ma ciò che è più importante da risolvere è la
conoscenza dettagliata del problema sul territorio circa l'entità
numerica, ma soprattutto sulla qualità dei bisogni, che, per quanto
possibile, debbono essere orientati verso una particolare epoca della
vita, la vecchiaia, che è la più difficile da vivere.
Al convegno ha partecipato:
il PROF. AMADUCCI, CAPO PROGETTO FINALIZZATO INVECCHIAMENTO DEL CNR
il PROF. GIUSEPPE NAPPI, DIRETTORE DELLA CLINICA NEUROLOGICA
DELL’UNIVERSITÀ DI PAVIA.
il DOTTOR TEODOSIO VERTONE, COORDINATORE DIPARTIMENTO SICUREZZA DELLA
REGIONE BASILICATA,
il DOTTOR BIAGIO GERARDI DELLA ASL N. 2
il DOTTOR GERARDO CALVELLO, DIRETTORE CENTRO ELABORAZIONE DATI DELLA
REGIONE BASILICATA.
il DOTTOR DECIO SCARDACCIONE, DOTTORE COMMERCIALISTA
È stato inaugurato il Centro per lo Studio dell’Invecchiamento posto
nella Torre Molfese.
Il Centro si è prefissato anche nell'ambito dell'attività di ricerca e
di studio, di realizzare una prima analisi del problema dell'emigrazione
da S. Arcangelo, piccolo paese agricolo, verso l'America Latina a
partire dal 1936. Questo studio, che è in fase di pubblicazione, è nato
come supporto al Progetto Colombo 2000, che, ideato dal Prof. Giuseppe
Nappi dell'Università di Pavia, viene condotto nelle regioni di
Basilicata, Calabria, Lombardia e Molise, oltre che in Argentina (Buenos
Ayres, La Plata, Cordoba,). Esso si prefigge di studiare la malattia di
Alzheimer; la malattia di Parkinson; Corea di Huntington; le Psicosi
affettive cicliche; la Cefalea a grappolo; la Sindrome premestruale, e
di valutare se contesti sociali, culturali, economici, ambientali e
geografici diversi in popolazioni geneticamente omogenee, italiane ed
argentine, possano spiegare eventuali differenze nell'occorrenza di tali
patologie. La valutazione delle potenziali interazioni fra genetica e
ambiente è un argomento di ricerca che ha avuto negli ultimi anni un
formidabile impulso dallo sviluppo della biologia molecolare e può
trovare nella realtà Argentina uno straordinario laboratorio naturale.
Infatti, sul territorio argentino è presente una consistente comunità di
emigrati italiani, che presentano un patrimonio genetico identico a
quello delle popolazioni di provenienza. La malattia può essere
considerata come un processo a genesi multifattoriale, risultante dal
complesso combinarsi di fattori genetici e fattori ambientali; numerose
sono le evidenze circa la validità di questo paradigma, ma poco noto e'
il peso dei due fattori nel determinismo di quelle malattie che non
hanno una chiara impronta genetica o ambientale. Le popolazioni di
emigrati Italiani in Argentina presentano una predisposizione genetica
uguale a quella delle popolazioni italiane di origine, ma sono state
esposte ad insulti ambientali profondamente diversi; in queste
popolazioni ci si attende pertanto che ogni variazione di occorrenza
delle malattie considerate sia una spia dell'importanza di fattori
ambientali come causa di quella malattia.
In occasione del convegno sugli anziani è stata coniata, in ricordo
della manifestazione, dalla Zecca Italiana una medaglia ed è stato
distribuito un decalogo a tutti gli anziani che vi hanno partecipato.
CENTRO PER LO STUDIO DELL’INVECCHIAMENTO E PER
MIGLIORARE LA CONDIZIONE DELL’ANZIANO IN BASILICATA
TORRE MOLFESE – SAN BRANCATO DI SANT’ARCANGELO (PZ)
11 MAGGIO 1996
DECALOGO DEI DIRITTI FONDAMENTALI DEGLI ANZIANI
1 Diritto alla riverenza: vedete negli anziani il simbolo della
grandezza e della continuità della vita umana e dedicate ad essi affetto
e riverenza per quanto hanno fatto per il benessere e il progresso della
società. In essi onorate quel valore che avete già riconosciuto ai
vostri genitori, e che un giorno vorrete attribuito a voi medesimi da
parte dei vostri figli.
2 Diritto alla sicurezza sociale: cooperate ai programmi e agli sforzi
per assicurare agli anziani i mezzi indispensabili per l’esistenza, per
migliorare le loro condizioni e per assecondare il processo di un felice
allungamento della vita terrena; create intorno agli anziani un ambiente
di tepore e di soddisfazione che coroni la gioia degli anni trascorsi.
Ove occorra, supplite con la vostra forza a quella affievolita degli
anziani nella salvaguardia dei loro interessi.
3 Diritto al benessere fisico: ponete gli anziani in grado di restare in
uno stato di sufficienza fisica finché è possibile e più a lungo
possibile ed apprestate le cure necessarie, anche di carattere
preventivo, per curare le forme morbose comuni alle altre classi di età
e quelle tipiche della vecchiaia.
4 Diritto alla riabilitazione: stimolate e aiutate gli anziani, quando
sia possibile, a uscire dallo stato di menomazione e di inferiorità, nel
quale essi siano venuti a trovarsi per cause fisiche, psichiche o
morali, e a recuperare capacità e dignità ripristinando per essi
condizioni normali o quasi normali di vita.
5 Diritto all’affetto e alla comprensione: attribuite grande importanza
al carattere dei vecchi e cercate con tutti i mezzi a vostra
disposizione, di affinarlo ed evolverlo giacché in quei vecchi, in cui
si trova dignità, gentilezza e cultura, non par grave la vecchiaia,
mentre un carattere bisbetico e rozzo rende incresciosa questa come ogni
altra parte della vita. Non dimenticate che il vecchio se è amato, ama,
se è compreso, comprende, ma se è negletto, trascura, se è odiato, odia.
6 Diritto alla decorosa abitazione: soddisfate il bisogno vivissimo di
ogni anziano di non perdere la propria libertà di ambiente,
particolarmente di conservare una soddisfacente abitazione. Ove non sia
possibile per l’anziano disporre di un’abitazione indipendente, oppure
permanere presso i propri familiari, apprestate per essi un asilo
decoroso che serbi nella sua struttura i pregi del carattere familiare.
7 Diritto all’attività: l’anziano, con il suo sapere e la sua
esperienza, può far ancora molto per il bene comune: non sciupate questa
fonte di ricchezza e non lasciate intristire l’anziano nell’inutilità.
8 Diritto alla ricreazione: date modo all’anziano, entro i limiti delle
sue possibilità, di partecipare alla vita intellettuale, spirituale e
ricreativa della comunità come diritto di ogni cittadino.
9 Diritto alla coesione familiare: salvaguardate la coesione dei
rapporti familiari e particolarmente favorite l’intesa fra gli anziani
coniugi e fra essi e i loro discendenti.
10 Diritto alla preghiera: considerate l’anziano una creatura che si sta
avvicinando al giudizio di Dio, favorite la sua preghiera che dà ali
all’anima e rinvigorite in lui la fede nei valori eterni della vita.
ANNO 1998
CONVEGNO SU "I GIOVANI GLI ADULTI E L'ALCOOL" PRIMA INDAGINE CONOSCITIVA
NELLA REGIONE BASILICATA REALIZZATA DALLA DOXA PER L'OSSERVATORIO
PERMANENTE SUI GIOVANI E L'ALCOOL.
CENTRO LUCANO DELL'ACCADEMIA DI STORIA DELL'ARTE SANITARIA,
TORRE MOLFESE S. BRANCATO DI S. ARCANGELO (PZ).
Si è tenuto il 22 Maggio 1998 presso l'aula magna del Liceo Scientifico
di S. Arcangelo (PZ) il Convegno su "I Giovani gli Adulti e l'Alcool"
Prima Indagine Conoscitiva nella regione Basilicata realizzata dalla
DOXA per l'Osservatorio Permanente sui Giovani e l'Alcool. Il convegno è
stato organizzato per valorizzare il Centro Lucano dell'Accademia di
Storia dell'Arte Sanitaria ubicato presso la Torre Molfese San Brancato
di S. Arcangelo (PZ). La scelta è stata opportuna per il fatto che S.
Arcangelo è situato nella media valle dell'Agri al confine tra Potenza e
Matera, dove la nuova istituzione potrà arrecare enormi benefici al
territorio, dal momento che potrà contribuire nel promuovere -
iniziative culturali (come la istituzione di un museo archeologico e di
una scuola di restauro annessa), - valorizzazione turistica (inserendo
il monumento nel percorso turistico ruderi della Cavallerizza, Torre
Molfese, Monastero di Orsoleo) - formazione culturale, specie dei
giovani in attesa di prima occupazione.
I lavori, come da programma, sono stati aperti dal Prof. Antonio
Molfese, Consigliere del Ministero della Sanità e Presidente della Pro
Loco, il quale, dopo i ringraziamenti di rito, ha illustrato
l'importanza assunta da questa indagine, che è la prima che la DOXA ha
realizzato in Basilicata e che ha permesso di affrontare il problema
dell'alcolismo, sottostimato nella regione, per i danni che può
provocare nella popolazione.
Ha affermato poi che l'alcolismo dal punto di vista medico-sociale può
definirsi quella forma di assunzione di bevande alcoliche eccedente il
consumo quotidiano alimentare o superante il quadro delle abitudini
sociali dell'insieme della collettività considerata; in Europa, come in
Italia ed in Basilicata in particolare, il problema dell'abuso di
bevande alcoliche ha assunto proporzioni allarmanti per i rischi di cui
è causa. La constatazione poi del diffondersi dell'alcolismo a classi
prima esenti, quali quella femminile (le casalinghe e le giovanissime),
costituisce un motivo di enorme preoccupazione. La diffusione sempre
maggiore dell'uso di alcol contenuto nelle bevande alcoliche fa rilevare
come determinate persone possano acquisire verso la sostanza stessa
tolleranza ed assuefazione, con conseguenti disturbi fisici e psichici,
ed andare incontro anche ad un rischio acuto (incidenti stradali,
incidenti sul lavoro) e/o cronico (malattie alcool- correlate), che può
interessare alcune fasce di popolazione, specie i giovani e gli anziani.
Ha preso poi la parola:
Il PROF. GIANNI IACOVELLI, VICE PRESIDENTE DELL'ACCADEMIA DI STORIA
DELL'ARTE SANITARIA, il quale facendo riferimento alle indagini già
avviate dal Centro Pugliese dell'Accademia di Storia dell'Arte Sanitaria
ha posto l'accento sul problema del consumo delle bevande alcoliche, che
anche in Puglia ha mostrato un aumento per alcune categorie come le
casalinghe e i giovani, specie per le patologie alcol- correlate.
Il DOTT. VITA IN RAPPRESENTANZA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE
DI BASILICATA, il quale ha manifestato la disponibilità degli organi
regionali ad approfondire il problema dell'alcolismo sulla base delle
indicazioni che verranno dall'indagine DOXA eseguita in Basilicata. In
particolare ha ribadito che la regione sta portando sul territorio una
politica per contenere i danni prodotti dall'abuso di bevande alcoliche
che prevede l’istituzione di particolari strutture che debbono seguire
le persone che abusano di alcool.
Il DOTT. ROSSI, SEGRETARIO DELL'OSSERVATORIO PERMANENTE SUI GIOVANI E
L'ALCOOL DI ROMA, che ha puntualizzato e fatto un'analisi dettagliata
dei risultati dell'indagine, mettendo in evidenza che la tendenza dei
giovani lucani è orientata più verso gli aperitivi che verso il vino e
la bevanda più consumata è la birra soprattutto in compagnia. Il vino si
conferma bevanda a consumo prevalentemente domestico mentre gli
aperitivi si bevono al bar. L'atteggiamento dei lucani rispetto alle
bevande alcoliche è duplice: da una parte è forte la convinzione che
l'alcool in generale sia sempre e comunque dannoso, che bere molto
equivale a drogarsi e che chi beve alcolici ha maggiori problemi nello
studio e nel lavoro e rischia di diventare violento.
Il PROF.
BUTTOLO, il quale ha portato l'esperienza da psichiatra del problema
dell'alcolismo nel nord- est della nazione e ha messo in evidenza che
solo di recente il Ministero della Sanità ha pubblicato le “linee di
indirizzo per la prevenzione, la cura, il reinserimento sociale ed il
rilevamento epidemiologico in materia di alcol dipendenza”. In
particolare il decreto ha previsto un intervento: a) a livello
regionale, che prevede la raccolta dei dati sui soggetti con problemi e
patologie alcol-correlate, la loro prevenzione, cura e riabilitazione e
l’aggiornamento degli operatori sanitari; b) a livello locale, che
prevede la formazione di équipe per l’alcol-dipendenza, che operi sul
territorio, attuando programmi terapeutici individuali multidisciplinari
ed interventi socio riabilitativi.
IL DOTT.
VITO DE FILIPPO L'ASSESSORE ALL'AGRICOLTURA DELLA REGIONE BASILICATA, il
quale ha confermato l'interesse del suo assessorato al problema pur
rendendosi conto che, mentre da una parte è bene che non vi sia da parte
della popolazione l'abuso di bevande alcoliche, pur tuttavia essendo la
Basilicata una delle maggiori produttrici di vino si trova a dover fare
i conti anche con i produttori, i quali debbono utilizzare al meglio la
produzione. Con l’industrializzazione dei processi di fabbricazione
delle bevande alcoliche a medio contenuto di alcol e dei superalcolici
si è avuta un’enorme disponibilità in tutte le parti del mondo,
condizione che ha contribuito non poco alla loro diffusione.
IL
MONSIGNOR ANTONIO SILVESTRELLI PRESIDENTE DELLA FISPA, il quale ha
affermato che le misure relative alla cura delle persone riconosciute
dedite ad abuso di bevande alcoliche e quindi considerate alcolisti sono
ispirate al principio che lo stato deve attivamente intervenire per
limitare i danni provocati dall’abuso di tali sostanze. Bisogna per
questi soggetti intervenire per prevenire l'abuso di bevande alcoliche
mediante una prevenzione che può essere primaria, secondaria e
terziaria; è verso la prevenzione terziaria, la riabilitazione ed il
reinserimento che bisogna rivolgere gli sforzi; in campo alcologico, la
riabilitazione ed il reinserimento possono essere assunti come una tappa
preventiva importante. Dovrebbero essere previste al più presto delle
strutture pubbliche, territoriali, in grado di fornire adeguate
prestazioni di trattamento, riabilitazione e reinserimento sociale dei
soggetti portatori di PPAC (patologia prevalentemente alcolica). Tali
servizi, in relazione alla genesi multifattoriale dei PPAC, devono
essere in grado di occuparsene con il massimo di qualificazione e
professionalità nell’ambito di un’attività integrata e
multidisciplinare. E' intervenuto poi il Dott. Tramice ed il Prof.
Cudemo che, ognuno per proprio conto, hanno illustrato le proprie
esperienze fatte in ospedale e nella scuola rispettivamente.
Durante il Convegno è stato dato in omaggio ai partecipanti il volume
del Prof. Molfese dal titolo "Alcolismo e guida dell'automobile in
Italia e nei paesi Scandinavi", che illustra la ricerca compiuta nella
Comunità Europea, rivolta allo studio dell'organizzazione dei servizi di
prevenzione, alla valutazione dei metodi di trattamento e cura
(assistenza sanitaria e sociale dell'alcolista), nonché alla prevenzione
dei danni causati da guida di autoveicoli sotto influenza di bevande
alcoliche. L'autore, dopo aver descritto il fenomeno dell'alcolismo in
Italia (con particolare riguardo alla guida di autoveicoli in stato
d'ebbrezza), ha passato in rassegna il problema e il modo in cui viene
vissuto nei paesi scandinavi Svezia, Danimarca, Norvegia e Finlandia.
Per quanto riguarda questi paesi, oltre ad illustrare l'organizzazione
dei servizi di prevenzione e i metodi di trattamento e cura, si è
soffermato sui danni causati dalla guida di autoveicoli sotto influenza
di bevande alcoliche.
La manifestazione è terminata alla Torre Molfese, dove è stato servito
un ricco buffet in un suggestivo paesaggio, con l'omaggio ai relatori di
una medaglia in argento raffigurante la Torre coniata appositamente
dalla Zecca di Stato.
ANNO 1999
Il
Convegno organizzato dal Centro Regionale Lucano Accademia di Storia
dell’Arte Sanitaria, dalla Pro Loco e dal Comune di Sant' Arcangelo su
PROPOSTE OPERATIVE PER IL MIGLIOR UTILIZZO DEL COMPLESSO DI SANTA MARIA
DI ORSOLEO: MUSEO ARCHEOLOGICO E SCUOLA DI RESTAURO, si è tenuto il 7
settembre 1999 con lo scopo di vedere realizzato il desiderio della
istituzione nel complesso restaurato, di un museo e di una
scuola-laboratorio di restauro per i reperti museali messi alla luce sul
territorio; tutto ciò per valorizzare nel migliore dei modi le numerose
risorse che il nostro territorio ci mette a disposizione. Dal momento
che politici illuminati, già molti anni orsono, su consiglio del
sovrintendente del tempo, si fecero promotori di una legge (mi riferisco
al senatore Coviello), per cui nel complesso monumentale di Orsoleo dopo
i necessari lavori fossero istituiti un museo ed una scuola di restauro,
e dal momento che la Regione, che ha acquistato la chiesa e gli immobili
annessi nonché un’area circostante il complesso monumentale, ha
finanziato il restauro (in via di completamento) con la supervisione
della sovrintendenza di Potenza e Matera, spetta ora alle autorità
locali Comune, Comunità Montana e Pro Loco, di attivarsi per rendere
realizzabile ciò che era stato deciso molti anni prima. Oggi il restauro
è in via di completamento, e dal momento che le parti già restaurate
soffrono di nuovo di "mancanza d'uso" (mi riferisco alla chiesa che
dovrebbe almeno una volta alla settimana essere aperta e in cui alla
Domenica essere celebrata la Santa Messa) è tempo che si concretizzi con
le risorse che abbiamo la realizzazione al più presto per il restaurato
monumento di ciò per il quale era stato predestinato. L’istituzione di
un museo delle genti italiche potrebbe essere inserito in un percorso
turistico locale che, partendo dai "muri dei giardini" ( mi riferisco ai
ruderi esistenti sulla sponda destra del fiume Agri, immensa dimora
costruita da Eligio Della Marra pare da parte di architetti francesi,
conosciuto come "viridario" di Sant' Arcangelo, e alla quale era annessa
una "carriera", dove venivano allenati cavalli facenti parte di una
razza speciale, della quale non è stato tramandato nulla o quasi nulla),
passando attraverso la Torre Molfese del XVI secolo con annessa cappella
votiva, entrambe restaurate, giunge a Orsoleo, situato su una collina
che domina la valle del fiume Agri, ma visibile anche dalla valle del
fiume Sinni.
Porta patens esto nulli claudatur honesto (Questa porta è sempre
aperta alle persone oneste).
Al Convegno hanno partecipato:
IL PROF. ANTONIO MOLFESE E LA SIGNORA ELVIRA D’ALESSANDRO DELLA PRO LOCO
SANT’ARCANGELO
L’AVVOCATO TERESA TEDESCO, SINDACO DEL COMUNE DI SANT’ARCANGELO
l’ARCHITETTO MICHELE SPAZIANTE, BENI AMBIENTALI E ARCHITETTONICI DI
POTENZA
IL PROFESSOR ROMUALDO COVIELLO, SENATORE DELLA REPUBBLICA
IL PROFESSOR GIOVANNI BULFARO, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA
BASILICATA
PROFESSOR ANTONINO MONTELEONE, SENATORE DELLA REPUBBLICA
IL DOTTOR VITO DE FILIPPO, ASSESSORE ALLA AGRICOLTURA
La
realizzazione di un museo permetterà di valorizzare i numerosi reperti
ritrovati nelle nostre contrade e disseminati nei musei vicini e molte
volte non esposti per mancanza di spazio o perché non restaurati, mentre
la scuola-laboratorio di restauro concepita secondo le direttive dell'
Unione Europea permetterà a docenti e ad alunni provenienti dall'Europa,
ma anche da altri continenti (America del Nord e America Latina), di
rendere viva l'istituzione per il continuo ricambio di persone e di idee
che si avrebbe.
A questo proposito il "progetto Raffaello", di recente finanziato, che
prevede di sostenere i progetti di cooperazione per la salvaguardia e la
valorizzazione del patrimonio culturale europeo anche per i prossimi
anni, potrà contribuire in associazione con la regione Basilicata, il
Comune, la Comunità Montana e la Pro Loco a portare a termine un’azione
congiunta per valorizzare i beni culturali già esistenti, quelli
possibili anche mediante la realizzazione di progetti speciali per la
riqualificazione della immagine del proprio artigianato anche artistico,
un tempo spontaneamente presente sul territorio ed ora quasi scomparso.
Al nuovo millennio l'Italia arriva con un problema non risolto: l'
integrazione delle aree meridionali (compresa la Basilicata) con il
resto del paese; dovendo contare sempre più sulle proprie potenzialità
per ridurre le distanze, l' unica via percorribile è quella del turismo,
dal momento che le enormi ricchezze del sottosuolo non hanno apportato
alcun beneficio al territorio, per il fatto che i soggetti interessati
alla soluzione del problema si sono e si stanno comportando come i
capponi di Renzo di manzoniana memoria.
ANNO 2000
CENTRO
REGIONALE LUCANO
DELL’ACCADEMIA DI STORIA DELL’ARTE SANITARIA
CONVEGNO “EDUCAZIONE ALLA SALUTE E ALLA SICUREZZA NELLA
SCUOLA” – TORRE MOLFESE – S. BRANCATO DI SANT’ARCANGELO (PZ)
20 MAGGIO 2000
Organizzato dal Centro Regionale Lucano dell’Accademia di Storia
dell’Arte Sanitaria e dalla Pro Loco di Sant’Arcangelo, si è tenuto il
20 maggio 2000 presso l’aula magna del Liceo Scientifico di
Sant’Arcangelo il convegno che è stato aperto dal Preside Prof.
Francesco Damiano, il quale ha ringraziato il Centro Regionale Lucano
dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria, che annualmente organizza
riunioni su argomenti di attualità: quest’anno è toccato alla educazione
alla salute e alla sicurezza nella scuola.
Il Prof. Antonio Molfese, Direttore del Centro Regionale Lucano, dopo i
ringraziamenti alle autorità, alle persone presenti al convegno e agli
Enti che hanno patrocinato e reso possibile la manifestazione, tra cui
il Consiglio Regionale di Basilicata, l’Accademia di Storia dell’Arte
Sanitaria di Roma, l’Ordine dei Medici della provincia di Potenza e di
Matera, l’Automobil Club di Potenza e di Matera ed i componenti del
Consiglio della Pro Loco, ha illustrato il tema del convegno.
L'educazione sanitaria della popolazione, specie degli alunni delle
scuole, è il primo obiettivo che si è posto il Servizio Sanitario
Nazionale; si ritiene che solo attraverso un’intensificazione
dell'informazione ed una modifica di alcuni comportamenti negativi per
la salute (fumo, alcol, droga e psicofarmaci), possano essere attuate
forme di prevenzione ed evitate molte malattie croniche ad andamento
degenerativo, che incidono notevolmente sul bilancio sanitario. Si
tratta di mettere ciascuna persona di fronte alla responsabilità che ha
nei confronti della propria salute e della propria sicurezza; oggi
l'educazione alla salute ed alla sicurezza, specie nella scuola, punta
sempre alla modificazione consapevole degli atteggiamenti negativi. Se è
ben vero che difficilmente si riesce a modificare un comportamento
sull'individuo isolato, a meno che questi non sia altamente motivato,
migliori risultati si ottengono utilizzando le tecniche di gruppo;
all'inizio del terzo millennio l'educazione alla salute e alla sicurezza
nella scuola, modulata per fasce di età, servirà a rendere l'individuo
consapevole che la salute è un bene prezioso, che deve essere difesa
quando esiste a tutte le età e non ricercarla quando è scomparsa.
Nell'ambito degli interventi informativi ed educativi del Ministero
della Pubblica Istruzione, la Legge 26 giugno 1990, n° 162, detta le
norme circa le attività di educazione alla salute e di prevenzione delle
tossicodipendenze; il Ministero inoltre promuove e coordina le attività
di educazione e di informazione sui danni derivanti dall'alcolismo, dal
tabagismo, dall'uso delle sostanze stupefacenti e psicotrope, nonché
sulle patologie correlate. Il Ministero della Pubblica Istruzione
assegna, annualmente ai Provveditorati agli Studi, fondi per le attività
di educazione alla salute e questi ultimi, d'intesa con i Consigli
d'Istituto e con i servizi pubblici per l'assistenza socio-sanitaria ai
tossicodipendenti, dovrebbero istituire Centri di Informazione e
Consulenza rivolti agli studenti delle scuole secondarie superiori; la
partecipazione attiva degli studenti può poi favorevolmente condizionare
la realizzazione di iniziative nell'ambito dell'istituto con la
collaborazione del personale docente che abbia dichiarato la propria
disponibilità. La civiltà moderna, apparentemente così ricca di comodità
e di benessere, nasconde delle notevoli insidie per la salute dell'uomo
e della donna adulti; sono insidie che generalmente dipendono dal nostro
stesso modo di vivere. L'uomo di oggi, non è un mistero, si concede
troppi alcolici, fuma troppo (anche se non mancano certo i rapporti
scientifici sulla dannosità del tabacco) e beve troppo caffè; e su
questa strada lo sta seguendo anche la donna, diventata accanita
fumatrice e consumatrice di bevande alcoliche, come denunciano
chiaramente le statistiche. Tra le insidie più tremende della civiltà
non è possibile dimenticare quella della droga, un flagello che
interessa praticamente tutto il mondo e che giornalmente miete le sue
vittime, particolarmente tra le persone giovani. Le insidie della
civiltà, in poche parole, racchiuse soprattutto nelle cattive abitudini
quotidiane dell'umanità (e fra queste bisogna anche considerare l'uso di
psicofarmaci) conducono ad un'altra, e non certo minore, insidia, che è
una delle più salienti caratteristiche di questo secolo: la sfrenata,
massiccia motorizzazione. Oggi moltissimi hanno l'automobile, tutti o
quasi tutti aspirano a possederla, ma essa incide negativamente sulla
salute perché limita il movimento e l'attività fisica e soprattutto
perché è alla base di quella che è stata definita una delle maggiori
malattie di questi tempi: l’infortunistica da incidenti della strada.
La
PROF.SSA TUCCI DOCENTE E REFERENTE PER L’EDUCAZIONE ALLA SALUTE DEL
LICEO CLASSICO “PLAUTO” DI ROMA, ha parlato sull’esperienza di
educazione alla salute ed alla sicurezza nella scuola e sugli sforzi da
fare per modificare i comportamenti negativi degli alunni presi
singolarmente così come in gruppo ed ha portato l’esperienza di un liceo
romano.
Il DOTT.
FRANCESCO SOLIMENA, DIRETTORE DELL’AUTOMOBIL CLUB DI POTENZA, ha parlato
dell’educazione alla sicurezza specie dei giovani nuovi patentati ed ha
accennato al PROGETTO PILOTA DI INSEGNAMENTO DELLE NORME DI PRIMO
SOCCORSO PREPARATORIO AL CONSEGUIMENTO DELLA PATENTE DI GUIDA
DELL'AUTOMOBILE, DA METTERE IN ATTO IN CASO DI INCIDENTE STRADALE
(DIRETTIVA CEE 1263/80).
Il DOTT.
LUIGI DE TRANA, PRIMARIO DI ANESTESIA E RIANIMAZIONE DELL’AZIENDA
OSPEDALIERA S. CARLO DI POTENZA, ha parlato della necessità di prendersi
bene cura del paziente traumatizzato per evitare che soccorsi,
intempestivi e mal condotti, possono portare enorme danno al
traumatizzato ed ha ribadito anche il concetto che le morti evitabili
sono quelle per le quali nella prima ora dall’accadimento dell’evento
sono state messe in atto misure idonee e tempestive per soccorrere il
traumatizzato.
La
DOTT.SSA MARIA MANDIA, ASL 2 di SALERNO, ha illustrato, tramite uno
scritto, l’educazione alla salute motoria per contenere i paramorfismi e
i dismorfismi, ed ha trattato delle posizioni errate assunte dagli
alunni nei banchi di scuola, dall’eccessivo peso dei libri trasportati,
dall’insufficiente movimento che provoca unitamente alla cattiva
alimentazione un eccesso di peso, che molto spesso si tramuta in
obesità.
Inaspettatamente, ma molto ben accolta, è intervenuta la PROF.SSA LUIGIA
MELILLO, PRESIDENTE DELL’IRSSAE BASILICATA E DIRETTRICE DEL CENTRO
REGIONALE CAMPANO DELL’ACCADEMIA DI STORIA DELL’ARTE SANITARIA, la quale
ha portato il suo saluto al convegno esprimendo lodi al tema scelto, dal
momento che l’educazione alla salute ed alla sicurezza nella scuola è un
importante tema da trattare continuamente aggiornandolo alle necessità
dei tempi.
Il
DOTTOR VITO DE FILIPPO, ASSESSORE ALLA SOLIDARIETÀ E SICUREZZA SOCIALE,
NONCHÉ VICE PRESIDENTE DELLA REGIONE BASILICATA ha chiuso il Convegno.
Agli
oratori al termine del convegno è stata data in omaggio una serigrafia
raffigurante la sede del Centro Regionale Lucano dell’Accademia di
Storia dell’Arte Sanitaria, ed è stato offerto a tutti i partecipanti un
rinfresco presso la Torre Molfese, torre del XVI secolo, di avvistamento
e di protezione del Monastero di Orsoleo, immersa in un incantevole
paesaggio di uliveti e vigne.
PROGETTO PILOTA DI INSEGNAMENTO DELLE NORME DI PRIMO SOCCORSO
PREPARATORIO AL CONSEGUIMENTO DELLA PATENTE DI GUIDA DELL'AUTOMOBILE. DA
METTERE IN ATTO IN CASO DI INCIDENTE STRADALE (DIRETTIVA CEE 1263/80).
Il
numero elevato di vittime in conseguenza di incidenti stradali ha già da
tempo richiamato l’attenzione dei governi e dei paesi dove maggiore è
l’incidenza, specie degli studiosi della sicurezza del traffico, quali
medici, giuristi, sociologi, tecnici e costruttori di automobili a
ricercare il modo come far diminuire, o quanto meno contenere, il numero
dei morti e feriti a causa del traffico sempre in aumento.
Gli studiosi che analizzano le cause degli incidenti considerano ormai
il comportamento del guidatore la causa prima dell’evento, specialmente
quando esso è influenzato da particolari stati psicofisici indotti anche
da farmaci e da bevande alcoliche. La grande diffusione delle terapie
farmacologiche più svariate da parte di soggetti che continuano le loro
ordinarie occupazioni, tra cui la guida di veicoli a motore e lo
svolgimento di attività a rischio, costituisce un potenziale rilevante
fattore, peraltro di difficile valutazione nei singoli casi, di
pericolosità. A questo fenomeno si aggiunge, oggi, anche quello
dell'alcol, delle droghe d’abuso ed infine l’uso frequente di farmaci e
droghe associati all’alcol. Dal momento che il comportamento dell’uomo è
la causa prima dell’evento-incidente, specie quando esso diventa
imprudente e negligente, è necessario intervenire preventivamente sul
soggetto attivo modificando i suoi atteggiamenti, spesso errati, con
norme di educazione stradale e comportamentale alla guida di
autoveicoli. E' verso il fattore umano che bisogna agire e fare sì che
migliorino i requisiti fisico-attitudinali del conducente, siano
intensificati ed approfonditi gli accertamenti periodici sui guidatori,
anche mediante prove sui simulatori di guida, sia attuata un’educazione
alla salute e alla sicurezza nelle scuole, sia informato il conducente
del rischio connesso ad un’incongrua alimentazione ed all’assunzione di
bevande alcoliche e psicofarmaci prima di mettersi alla guida di un
autoveicolo. L'educazione sanitaria della popolazione giovanile,
soprattutto degli alunni delle scuole, si pone lo scopo di mettere
ciascuna persona di fronte alla responsabilità che ha nei confronti
della propria salute e della propria sicurezza e di rendere l'individuo
consapevole che la salute è un bene prezioso e deve essere difesa,
quando esiste, a tutte le età e non ricercata quando è scomparsa.
Alla luce di questi problemi, è stato dato alle stampe un volume -
Molfese A. "Alterazioni psicofisiche del guidatore da sostanze
voluttuarie (alcol, sostanze stupefacenti) e psicofarmaci” - Simone
Editore di Napoli - ed è stato realizzato presso il Centro Regionale
Lucano dell'Accademia di Storia dell'Arte Sanitaria, Torre Molfese, S.
Brancato di Sant'Arcangelo, un convegno dal titolo: "EDUCAZIONE ALLA
SALUTE ED ALLA SICUREZZA NELLA SCUOLA", che si è tenuto il 20 maggio
2000 presso l'aula magna del Liceo Scientifico di Sant'Arcangelo (PZ),
durante il quale sono stati discussi, da addetti ai lavori, i problemi
inerenti al tema in discussione. Il convegno, oltre che dibattere sui
messaggi da fornire per modificare alcuni comportamenti negativi per la
salute (L. 26 giugno 1990 n° 162 art. 26 comma 1), ha gettato le basi a
che personale qualificato (medici di Enti Pubblici, di Croce Rossa e di
Assistenza Pubblica Volontaria) possa impartire negli ultimi due anni
delle classi delle scuole secondarie superiori norme di primo soccorso,
anche a coloro che intendono conseguire la patente di guida (Direttiva
Cee 1980/1263); è un esperimento pilota che sarà iniziato in Basilicata,
con l’ausilio degli Automobile Club di Potenza e Matera, e che potrà
essere esteso agli automobil club delle rimanenti province italiane e
porterà notevole beneficio soprattutto ai giovani, sempre più esposti ai
pericoli della strada.
Il progetto pilota è stato presentato ufficialmente al XII Convegno
Commissione Tecnica Automobile Club d’Italia “L’uomo e l’automobile, la
mobilità in ambiente urbano nel quadro di uno sviluppo sostenibile”,
tenutosi dal 22 al 24 giugno 2000 a Paestum (Salerno), dove, alla
presenza di esperti provenienti da tutta Italia, è stato accolto con
entusiasmo e a cui numerosi automobil club hanno già formalmente
aderito. È stato preparato, quindi, un “MANUALE DI PRIMO SOCCORSO
NELL’INCIDENTE DELLA STRADA”, che sarà distribuito nelle ultime due
classi delle scuole secondarie superiori della regione Basilicata, con
il quale gli studenti potranno, sotto la guida di medici qualificati,
apprendere in 10/12 ore di lezione le nozioni di primo soccorso. Al
volume a stampa viene allegato un filmato esplicativo in videocassetta ½
pollice “LA NUOVA RICETTA PER LA VITA” tradotto dall’americano, che
impartisce le nozioni fondamentali da mettere in atto in caso di arresto
cardiaco e respiratorio. Sarà in questo modo recepita la Direttiva CEE
80/1263 che finora è risultata disattesa.
Prof.
Antonio Molfese - Direttore del Centro Regionale Lucano dell’Accademia
di Storia Dell’Arte Sanitaria – Torre Molfese S. Brancato di
Sant’Arcangelo (PZ) - V.le Mazzini, 123 - 00195 Roma – Fax. 06/37350101.
ANNO 2001
Il
Centro Regionale Lucano dell'Accademia di Storia dell'Arte Sanitaria
Torre Molfese Centro Studi sulla Popolazione Contrada Mederico S.
Brancato di S. Arcangelo (PZ) ha organizzato un convegno su:
“SALUTE
E NATURA – PIANTE OFFICINALI E PRODOTTI NATURALI NELLA MEDICINA
TRADIZIONALE POPOLARE DI BASILICATA”
Il
convegno si è tenuto il 19 maggio 2001 presso l'Aula Magna del Liceo
Scientifico S. Brancato di S. Arcangelo (Potenza). Lo studio della
medicina popolare riveste una grande importanza antropologica in quanto
raccoglie, ricerca, conserva, interpreta e tramanda il patrimonio del
sapere popolare, che la vita moderna così consumistica e caduca rischia
di cancellare. In questi ultimi anni si è avuta una rivalutazione della
medicina popolare che si collocava come “altra medicina” rispetto a
quella ufficiale. Fino ad allora essa era stata dominata dal tecnicismo
più spinto, dal laboratorio, dall’industria che hanno orientato ed
imposto, alcune volte prevaricando, sia ai malati in atto, che a quelli
potenziali l’uso ed oserei dire quasi l’abuso di farmaci. La riscoperta
della medicina popolare e della medicina non convenzionale ha assunto un
tono esotico perché spesso “l’arte del guarire” ritorna a noi da terre
lontane attraverso il “turismo medico”, attraverso le terapie
orientaleggianti apprese da guru, santoni ed agopuntori e infine da una
ventata di ritorno ai prodotti naturali, sollecitati forse
inconsciamente da tutti i disastri ecologici causati dalla tecnologia.
Sensibili a questa spinta di ritorno alla natura anche organizzazioni
mediche nazionali ed internazionali hanno favorito, stimolato e
finanziato studi per chiarire il meccanismo di azione ed i principi
attivi presenti in molte cure empiriche fatte con erbe e prodotti
naturali. Sull’onda di queste riscoperte non sembra inutile una
rivisitazione della medicina popolare di casa nostra, una mescolanza ben
riuscita di magia e medicina quale risultato della sapienza popolare. La
medicina popolare, regionale lucana in particolare ed italiana in
generale, possiede un patrimonio di nozioni accumulate attraverso secoli
di enorme interesse; essa affonda le sue radici nella notte dei tempi,
affianca rimedi empirici e rimedi magici sempre più spesso confermati
dalla medicina ufficiale e sottolinea la strenua lotta sostenuta in
passato dalle classi subalterne in difesa della propria salute.
Alla
presenza di un qualificato e numeroso pubblico ha aperto il convegno il:
PROF. ANTONIO MOLFESE, DIRETTORE DEL CENTRO REGIONALE LUCANO E
PRESIDENTE DELLA PRO – LOCO DI SANT’ARCANGELO, il quale ha illustrato
l’importanza che riveste ancora la medicina popolare nella cura di
alcune malattie sia con l’impiego di erbe medicinali che di prodotti
naturali.
Hanno preso poi la parola:
LA
PROF.SSA SIMONETTA FASCETTI, FACOLTÀ DI AGRARIA DELL’UNIVERSITÀ DI
BASILICATA, che ha illustrato le piante officinali che con più frequenza
si trovano in Basilicata e quale è il loro impiego sia in medicina che
in altri usi;
Il PROF.
FRANCESCO CAPASSO, FARMACOLOGIA SPERIMENTALE DELL’UNIVERSITÀ DI NAPOLI
FEDERICO II, il quale ha parlato dell’importanza che le erbe officinali
offrono nell’estrarre alcuni principi attivi, che opportunamente
manipolati dagli scienziati, servono a curare mali che la farmacologia
clinica riesce alcune volte a fatica a debellare;
Il DOTT.
GERARDO DELFINO, AMMINISTRATORE UNICO DELL’ALSIA DI BASILICATA, che ha
fornito dati su come produrre sul territorio le piante officinali e
soddisfare in parte le richieste sempre più massicce che provengono
dalle case farmaceutiche;
Il DOTT.
VITO DE FILIPPO, ASSESSORE ALLA SICUREZZA E SOLIDARIETÀ SOCIALE – VICE
PRESIDENTE DELLA REGIONE BASILICATA, il quale ha tracciato le linee su
come sfruttare la coltivazione di erbe officinali, da istituzioni
pubbliche e private, che, adeguatamente seguite, porteranno benefici
economici a molte zone della Basilicata. È stato distribuito ai
partecipanti un volume di Antonio Molfese “Medicina popolare in
Basilicata”, che raccoglie le ultime pubblicazioni sull’argomento.
Il
Convegno si è concluso alla Torre Molfese, immersa in un paesaggio di
olivi e viti, dove la Pro Loco di Sant’Arcangelo ha offerto un gradevole
rinfresco nonché una serigrafia in argento in ricordo della
manifestazione.
ANNO 2002
CENTRO
REGIONALE LUCANO DELL'ACCADEMIA DI STORIA DELL'ARTE SANITARIA TORRE
MOLFESE CENTRO STUDI SULLA POPOLAZIONE CONVEGNO: “TELEMEDICINA E
TELEFORMAZIONE NELL’ASSISTENZA E CURA DI SOGGETTI NON AUTOSUFFICIENTI”
Il
convegno si terrà l’11 maggio 2002 presso l'Aula Magna del Liceo
Scientifico
S. Brancato di S. Arcangelo (Potenza)
La
telemedicina rappresenta l’integrazione, il monitoraggio e la gestione
dei pazienti, nonché l’educazione degli stessi e del personale di
assistenza e cura con l’uso di sistemi che consentono un pronto accesso
alla consulenza di esperti ed alle informazioni del paziente,
indipendentemente da dove esso o le informazioni risiedono. Ha la
finalità di assicurare un’assistenza medica a pazienti lontani dai
centri sanitari, ma anche di rinnovare il sistema sanitario con
particolare attenzione ai servizi d’emergenza, di organizzazione medica,
di educazione sanitaria, di didattica, di addestramento ed aggiornamento
professionale. Tutto ciò comporta enormi benefici per i cittadini in
quanto i confini spazio-temporali tra tipologie di assistenza medica si
spostano di continuo: potendo far viaggiare le informazioni, infatti,
non è più necessario, in molti casi, concentrare in un unico luogo
l'offerta di servizi, causando spesso la moltiplicazione delle medesime
competenze. Nell'ambito della pratica clinica quotidiana, queste
innovazioni tecnologiche possono offrire un valido contributo alla
diagnosi tramite il confronto tra più soggetti che lavorano in
condivisione su uno stesso caso. I supporti tecnologici che fornisce
questa nuova disciplina potrebbero essere impiegati, oltre che
nell'abbattere i "tempi morti" dell'assistenza all'abitante di una
comunità di montagna, di un'isola o di un contesto urbano decentrato
anche sul territorio, per l’assistenza e cura, specie del soggetto non
autosufficiente,che potrebbe essere curato a domicilio. L’introduzione
della telemedicina sta venendo a modificare i rapporti tra medico e
paziente ma anche tra gli stessi medici e potrà servire, se
correttamente impiegata, a migliorare le prestazioni sanitarie, a
razionalizzare i servizi, a ridurre i costi e a favorire l’educazione
sanitaria anche a distanza. Le nuove tecnologie (teledidattica e
teleformazione) sono utilizzate anche per realizzare aule virtuali
interattive in cui persone spazialmente distribuite in diverse località
sono coinvolte in un processo di insegnamento e di apprendimento e
assolvono quindi ad un duplice compito: quello di fornire mezzi
tecnologici di utilizzo pratico per la diagnosi, assistenza e cura del
paziente e quello di formare, aggiornare ed educare i potenziali
fruitori all’utilizzo delle tecnologie impiegate che sono in costante,
continua e rapida evoluzione.
PROGRAMMA:
9:30 - A. Molfese medico giornalista Apertura dei lavori:
9:45 - Marcello Canali – Ministero delle Comunicazioni. Telemedicina: la
rete sul territorio.
10:00 - Luigi Gentilini –Direttore Scientifico Med e Med Teleformazione.
10:15 - Giuseppe Germanò – Docente di Medicina Interna Università La
Sapienza Telematica in sanità
10:30 - Trasmissione di un ECG, di una radiografia ed una cartella
clinica per il consulto a distanza con l’Istituto di Medicina Domani di
Genova e il Policlinico Militare Celio di Roma, ed un collegamento in
tempo reale con un istituto di Ricerca di San Diego, California (USA).
11:30 - Luigia Melillo, Presidente IRRSAE di Basilicata. Teledidattica
sul territorio
11:45 - Vito De Filippo – Assessore alla Sicurezza Sociale. Vice
Presidente Regione Basilicata - Chiusura dei lavori e dibattito.
12:00 - Rinfresco Torre Molfese
ANNO 2003
PROGRAMMA
Auditorium Polifunzionale, Viale Europa, S. Brancato di Sant’Arcangelo
(PZ)
DIETA
MEDITERRANEA E SALUTE.
LA SPECIFICITÀ DEI PRODOTTI LUCANI
La
nutrizione alimenta la qualità della vita
9:30 - Antonio Molfese medico giornalista Apertura dei lavori
9:45 - Giovanni Lacertosa Metapontum Agrobios. Metaponto (MT). Il valore
biologico dell’olio extravergine di oliva.
10:00 - Emilia Carnovale – Istit. Naz. di Ric. per gli Alimenti e la
Nutrizione – Roma. Qualità nutrizionali dei prodotti tipici lucani.
10:15 - Video su: Colture Biologiche e specificità dei prodotti lucani.
10:30 - Donato Scavone, Presidente della Lega delle Cooperative –
Potenza. Produzioni mirate e commercializzazione.
10:45 - Carmine Nigro, Assessore alle Attività Produttive e Politiche
dell’Impresa – Regione Basilicata, Potenza. Prodotti di qualità e valore
aggiunto.
11:00 - Donato Salvatore, Assessore all’Agricoltura e Politiche Agrarie.
Regione Basilicata – Potenza. Conclusioni e chiusura del convegno.
12:00 - Rinfresco Torre Molfese.
Il vecchio detto popolare “noi siamo quello che mangiamo” assume un
nuovo, importante significato alla luce delle più moderne acquisizioni
nutrizionistiche; oggi, più che mai, l’alimentazione è tornata alla
ribalta come fattore primario di salute e di benessere per tutto
l’organismo. Con un’alimentazione giusta (dieta mediterranea), bene
equilibrata nei suoi componenti, completa, adatta alle diverse età della
vita è possibile mantenere la migliore efficienza dell’organismo,
sfuggendo a tutta quella serie di malattie, che trovano appunto negli
errori alimentari la loro prima radice. Il rapporto esistente tra salute
e alimentazione era già noto agli antichi, che non avevano le conoscenze
scientifiche dei nostri esperti, ma che già vedevano i danni di
un’alimentazione sempre uguale o troppo abbondante o carente in qualche
elemento. È nota la dipendenza della salute del cuore e dei vasi dal
contenuto di grassi nella dieta, i pericoli del sovrappeso e come
l’aterosclerosi non sia altro che il risultato di una lunga somma di
errori dietetici. Individuare quantitativamente e qualitativamente
1‘adeguatezza della nutrizione è importante nelle più diverse condizioni
di sviluppo e di situazioni fisiologiche, così come, nella prevenzione e
nella cura di un gran numero di malattie, rappresenta oggi il centro
focale della ricerca nella scienza della nutrizione. Fondamentale è la
necessità di conoscere, praticamente, quali alimenti usare, e in quale
misura, per promuovere una maggiore salute e un più largo benessere
dell‘organismo. In questi ultimi tempi le coltivazioni biologiche (a
base di prodotti naturali) per produrre alimenti costituenti la dieta
mediterranea si sono estese sul territorio e, dopo una naturale latenza,
molti benefici apporteranno ai consumatori abituali, alle persone sane
che vogliono mantenersi tali, scegliendo in ogni occasione
l’alimentazione più idonea a quanto stanno facendo (sport, guida
dell’automobile, studio, ecc) oppure al particolare momento fisiologico
che stanno attraversando (crescita, vecchiaia, gravidanza, ecc) oppure
al tipo di lavoro abituale (sedentario, leggero, pesante, ecc). Per un
lungo periodo di tempo le grandi scoperte della farmacologia hanno messo
in ombra l’importanza dell’alimentazione e oggi le molte
controindicazioni sull’uso dei farmaci hanno risvegliato un vasto
interesse sul ruolo che svolge la dieta nella prevenzione e anche nel
trattamento di molte malattie. Un‘alimentazione adeguata, come è la
dieta mediterranea, può creare delle abitudini di vita che da sole
varranno a tenere lontani certi malanni e può risultare più efficace del
farmaco più prestigioso e attivo.
ANNO 2004
Nell’anno
2004 l’argomento del convegno è stato
“TERZA ETA’… E OLTRE. UNA ESISTENZA MIGLIORE AD OGNI ETÀ DELLA VITA”.
ATTI DEL
CONVEGNO
PROGRAMMA
Auditorium Polifunzionale, Viale Europa, S. Brancato di Sant’Arcangelo
(PZ)
9:30 -
Antonio Molfese medico giornalista Apertura dei lavori.
9:45 - Vincenzo Marigliano, Dipartimento Scienze dell’invecchiamento.
Università “La Sapienza” – Roma. “Invecchiamento: problema del III
millennio”.
10:00 - Alessandro Ciammaichella, Primario Medico - Roma. “Stili di Vita
dell’anziano”.
10:15 -Video: Consigli di Centenari. 10:30 - Vincenzo Costigliola.
Presidente European Medical Association. Bruxelles. “La Terza Età in
Europa”.
10:45 - Salvatore Tardi, Primario Geriatra Ospedale Civile – Matera.
“Come migliorare la condizione dell’anziano sul territorio”.
11:00 – Antonio Capano, Direttore Museo Nazionale dell’Alta Val D’Agri
Grumento Nova. “L’anziano nel mondo antico”.
11:30 - Conclusioni e chiusura del convegno.
12:00 - Rinfresco Torre Molfese.
Il
convegno si è tenuto il 22 maggio 2004 presso l’Auditorium
Polifunzionale, Viale Europa, San Brancato di Sant’Arcangelo ed hanno
partecipato numerosi oratori. Ha aperto i lavori il giornalista Antonio
Molfese, Medico e Direttore del Centro Regionale Lucano dell’Accademia
di Storia dell’Arte Sanitaria, Centro Studi sulla Popolazione – Torre
Molfese – San Brancato di Sant’Arcangelo, che, dopo una breve
introduzione sul problema relativo agli anziani, ha presentato gli
autorevoli oratori.
Il Prof. Vincenzo Marigliano, Direttore dell’Istituto per lo studio
dell’invecchiamento dell’Università La Sapienza di Roma, ha tracciato le
linee di intervento più attuali per la prevenzione, la cura e
l’assistenza degli anziani. Ha introdotto il concetto di medicina
preventiva, una branca della medicina che permette di prevedere mediante
l’utilizzo di tecniche di laboratorio, di analisi statistica, di calcolo
delle probabilità, di identificazione dei fattori di rischio genetici ed
ambientali di malattia, di pronosticare la probabile storia clinica del
singolo individuo, in qualsiasi momento, o di rallentarne lo sviluppo,
suggerendo stili di vita e/o terapie personalizzate; dovrà inoltre
aiutare il singolo individuo a saper “amministrare e spendere” la
riserva funzionale dei propri organi, il patrimonio funzionale del
proprio organismo per raggiungere una età adulta ed anziana in buone
condizioni.
Il Prof. Alessandro Ciammaichella, Primario Medico di Roma, ha
illustrato gli stili di vita che l’anziano deve seguire per poter
raggiungere in buona forma e condizione un’età avanzata data l’attuale
elevazione della speranza di vita.
Il filmato “Consiglio di centenari”, presentato a metà del convegno, ha
mostrato le interviste realizzate a Roma ad alcuni centenari, i quali
hanno, a loro giudizio, elargito i consigli su come raggiungere l’età di
100 anni.
Ha ripreso la parola il Dott. Salvatore Tardi, Direttore del Servizio di
Geriatria presso l’Ospedale di Matera, il quale ha illustrato le attuali
metodiche per l’assistenza degli anziani sul territorio, anche in
relazione ad una ricerca che l’Università La Sapienza di Roma sta
conducendo con l’Università di Basilicata sull’argomento.
Ha poi esposto il suo contributo il Dott. Vincenzo Costigliola di
Bruxelles, Presidente dei Medici Europei, il quale ha illustrato la
strategia che si pone l’Unione Europea per quanto attiene l’assistenza
agli anziani; ha ribadito che la politica improntata dalla Commissione
della Comunità Europea è rivolta a tre obiettivi comuni: accessibilità
per tutti, alta qualità delle prestazioni, un valido sostegno
finanziario.
Ha poi preso la parola il Dott. Antonio Capano, Direttore del Museo
dell’Alta Val d’Agri, il quale, con ricchezza di particolari, ha
illustrato la figura dell’anziano nell’antichità cui era improntata
quella dei nostri nonni fino agli anni 50.
Ha concluso i lavori il Dott. Vito De Filippo, Presidente del Consiglio
Regionale di Basilicata, il quale ha illustrato le attuali politiche
della Regione verso gli anziani, improntate, secondo i modelli europei,
a che gli stessi vivano nel proprio ambiente fino a quando è possibile.
Il Convegno si è concluso alla Torre Molfese dove ai partecipanti è
stato servito, come ogni anno, un variegato buffet nel quale erano anche
presenti i prodotti tipici della Regione.
Nell’ambito dell’argomento scelto lo scorso anno su “COLTIVAZIONI
BIOLOGICHE E ALIMENTAZIONE MEDITERRANEA DELL’ANZIANO”, sono scaturite
delle proposte operative con i vari studiosi che hanno partecipato alla
manifestazione.
Sono state poste le basi per eseguire una ricerca a livello
internazionale sul consumo dell’olio d’oliva e l’insorgenza di placche
ateromasiche a livello della biforcazione della carotide.
La ricerca ideata dal Centro Regionale Lucano dell’Accademia di Storia
dell’Arte Sanitaria, sarà diretta dal Dipartimento per lo Studio
dell’Invecchiamento della Università La Sapienza di Roma, diretta dal
Prof. Vincenzo Marigliano anche con l’ausilio del Centro Europeo di
Medicina con sede a Bruxelles. Come partners stranieri della ricerca vi
saranno studiosi norvegesi, greci, francesi e romeni. La ricerca
inizierà in Basilicata ed avrà come fulcro il territorio che riguarda
Sant’Arcangelo e continuerà in una regione del nord Italia (Lombardia,
Piemonte).
Nell’ambito di questa ricerca è scaturito un invito rivolto al Direttore
del Centro Regionale Lucano di tenere una conferenza in Inglese a Oslo e
Bergen (Norvegia) 26 settembre – 03 ottobre 2004 sulla Dieta
Mediterranea e sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari (si
parlerà anche dell’impiego dell’olio d’oliva).
Dalla discussione del convegno tenuto nel 2004 e vista la ottima
accoglienza del film sui centenari, è scaturita una proposta di ricerca
congiunta tra il Centro Regionale Lucano, il Dipartimento per lo studio
dell’invecchiamento e l’Assessorato alla Solidarietà e Sicurezza Sociale
della Regione Basilicata sul monitoraggio dei centenari in Basilicata
oltre che a Roma.
Allo scopo sono stati già avviati dei contatti per rendere la ricerca
operativa in breve tempo.
Numerosi enti, dato l’aumento della mortalità per tumori nella zona,
hanno spinto il Sindaco del Comune di Sant’Arcangelo a richiedere al
Centro Regionale Lucano una ricerca negli ultimi trent’anni sulla
insorgenza di tumori nel territorio e sulla mortalità dei soggetti
colpiti. Anche questa ricerca sarà avviata appena saranno reperite le
risorse finanziarie.
Nella prima settimana di maggio e di settembre è stata allestita, nella
sede del centro, come ogni anno, una mostra fotografica: Medicina
popolare in Basilicata, storia della medicina per immagini, riforma
agraria, attrezzi di lavoro per l’agricoltura.
La mostra è stata inaugurata presso la Torre Molfese San Brancato di
Sant’Arcangelo il giorno 3 settembre ed è terminata il 10 settembre 2004
(orari 9-12 / 16-19). È stato portata avanti la raccolta di materiale
storico, riguardante Sant’Arcangelo e la nostra regione, nonché la
conservazione di materiale riguardante i registri di battesimi,
matrimoni e morti di Sant’Arcangelo sia su microfilm che su supporti
magnetici e sarà acquisito anche il catasto onciario (se possibile, sarà
avviata la interpretazione e la trascrizione dello stesso).
Come già in precedenza sarà organizzato d’intesa con gli enti locali
(Comune, Comunità Montana, Pro Loco) un convegno per trovare una degna
soluzione al Complesso Monumentale di Santa Maria di Orsoleo in via di
avanzato restauro.
Nell’ambito di approfondimento degli studi in questione, il Prof. Dott.
Antonio Molfese:
ha
redatto uno studio pubblicato in due volumi dalla Alfa Wassermann di
Bologna (il primo volume è uscito nel settembre 2003) su “EVENTI
SANITARI E SOCIALI DALL’UNITA’ D’ITALIA AL TERZO MILLENNIO. ASSISTENZA
SANITARIA, MALATTIA, EPIDEMIA, EMIGRAZIONE”; il secondo è stato
pubblicato nel dicembre 2004.
ha
pubblicato a cura del CONSIGLIO REGIONALE DELLA REGIONE BASILICATA “LE
MASSERIE NELLA VALLE DELL’AGRI. MASSERIE DI CAMPO E DI ALLEVAMENTO:
LAVORI TRADIZIONALI, USI E CONSUETUDINI”, in cui, tra l’altro, un
capitolo è dedicato alle malattie tradizionali in agricoltura con
particolare riguardo alla loro cura mediante rimedi popolari.
ha
pubblicato un volume “STORIA DELLA MEDICINA PER IMMAGINI” edito dalla
Pfizer Italia (sono 28 tavole a colori in lingua inglese tradotte in
italiano distribuite ai medici dalla Parke Davis negli anni ’50 e ’60).
ANNO 2005
Auditorium Polifunzionale, Viale Europa, S. Brancato di Sant’Arcangelo
(PZ) - 21 maggio 2005
MALATTIE
PREVALENTI SUL TERRITORIO. STILI DI VITA, PREVENZIONE E CURA
PROGRAMMA
9:30 - Antonio Molfese medico giornalista
9:45 - Clemente Crisci, Dipatimento di Chirurgia Toracica Ospedale
“Careggi” Università Firenze
10:00 - Alessandro Ciammaichella, Primario Medico - Roma.
10:15- Gabriella Cauzillo Direttore Osservatorio Epidemiologico
Regionale Dipartimento di Sicurezza Sociale Regione Basilicata - Potenza
10:30 - Renato Sartini Giornalista “La Repubblica”
11:30 - Vito De Filippo – Presidente Regione Basilicata-Potenza
12:00 - Rinfresco Torre Molfese
La
malattia, intesa come stato peggiorativo dell’individuo, è strettamente
legata alle vicende sociali, economiche, politiche e culturali di un
popolo, in un’epoca determinata; un tempo predominavano le malattie
della miseria, attualmente quelle del progresso.
Esse, come fenomeno biologico, non sono immutabili, ma si modificano
profondamente nel tempo, sia per fenomeni naturali (immunità), sia per
fenomeni artificiali determinati dall’uomo (miglioramento delle
condizioni socio-economiche, risanamento dell’ambiente, provvedimenti di
ordine igienico-terapeutico). Le modifiche si manifestano sotto il
profilo: epidemiologico, nel senso che varia la loro distribuzione nella
popolazione, clinico, nel senso che varia enormemente la loro
sintomatologia, tanto che alcune volte è difficile riconoscerle.
Le malattie del presente, diversamente dalle malattie del passato, non
godono tutte di “certezze eziologiche”, e non sempre sono “certificate”
nelle loro cause biologiche: l’ipertensione arteriosa, l’aterosclerosi
non hanno cause né uniche né semplici, ma multiple e complesse.
I tumori, poi, hanno cause addirittura ancora poco conosciute in gran
parte, oppure ipotetiche o controverse.
Vecchia e nuova è la disuguaglianza di fronte alla malattia; i
componenti della famiglia italiana, specie in alcune regioni che
dispongono di un unico, basso reddito, scontano in termini di minore
salute e di minor sopravvivenza tutta una serie di handicap: minore
disponibilità di accesso alle cure e di ottenere prestazioni
qualificate, minore istruzione, informazione ed educazione sanitaria. Si
può inoltre essere socialmente disuguali non solo per fame o
denutrizione, ma anche per ipernutrizione o malnutrizione.
Le migliori condizioni di vita, le maggiori conoscenze mediche in campo
diagnostico e terapeutico e, soprattutto, gli interventi di prevenzione
delle malattie hanno permesso di incrementare notevolmente la durata
della vita media; la priorità della medicina è dunque non tanto
l’obiettivo di far vivere di più, quanto quello di far vivere meglio.
Ogni civiltà, ogni epoca e territorio hanno avuto ed hanno una loro
storia delle malattie.
ANNO 2006
CONVEGNO
“MALATTIE
PREVALENTI NELL’AGRICOLTURA MODERNA”
Auditorium Polifunzionale, Viale Europa, S. Brancato di Sant’Arcangelo
(PZ) 20 MAGGIO 2006
PROGRAMMA
9:00 - Antonio Molfese medico giornalista
9:30 - Dott.ssa Cristina Martini, Primario Pneumologo ASL n. 2 Villa
D’Agri- Potenza, “Le malattie respiratorie in agricoltura.
10:00 - Prof.ssa Ivana Greco, Preside della Facoltà di Agraria,
Università della Basilicata (Potenza). ‘Metodologie innovative
nell’agricoltura moderna’.
10:30 - Prof. Antonio Martino, Direttore Unità Complessa di Trauma
Center del Dipartimento di Emergenza Ospedale “Cardarelli”, Napoli.
‘Malattie acute e infortuni in agricoltura’.
11: 00 - Prof.ssa Rosanna Cerbo, Responsabile Centro Medicina del
Dolore, Policlinico “Umberto I”, Università “La Sapienza”, Roma.
‘Sindromi algiche nelle malattie dell’agricoltura moderna’
11: 30 - Prof. Aldo Di Carlo, Primario di Dermatologia Infettiva
Istituto “S. Gallicano”- IRCCS, Roma: “La dermatite seborroica e l’olio
extravergine d’oliva”.
12:00 - Prof. Alessandro Ciammaichella, Primario Medico - Roma. “OGM
(organismi geneticamente modificati) in agricoltura: luci ed ombre”.
12:30 - Dott. Enrico Mazzeo Cicchetti, Presidente Ordine dei Medici
della Provincia di Potenza - Conclusioni.
13:00 - Rinfresco Torre Molfese.
O
fortunatos nimium, sua si bona norint, Agricolas! At latis otia fundis
O
fortunati appien gli agricoltori se i lor beni sapessero! La pace essi
han nei larghi campi.
(Virgilio)
Siamo nel pieno di una trasformazione radicale del secolare mondo
rurale, sia come territorio agricolo, sia come società, che soltanto 40
anni or sono impiegava oltre 8 milioni di lavoratori nell’esercizio
delle attività agresti e ora ne occupa soltanto 1 milione, ottenendo più
del doppio della produzione. Questa trasformazione, che colpisce gli
ordinamenti agricoli e le strutture familiari e sociali, provoca
cambiamenti nel paesaggio, nei costumi di vita e quindi anche
nell’insorgenza delle malattie ad essa connesse. Indice di questa
autentica rivoluzione non sono tanto i fattori tecnici, come ad esempio
la presenza di oltre 2 milioni di trattori agricoli attuali di fronte ai
50 mila che operavano nel 1951, quanto l’evoluzione culturale delle
moltitudini di operatori del settore, siano essi salariati, piccoli
agricoltori, coltivatori diretti, grandi imprenditori. La società rurale
è cambiata in tutto il paese, ma le situazioni che si sono venute a
creare negli ultimi decenni sono diverse da zona a zona; accanto a molte
e vaste zone di esemplare rinnovamento ve ne sono altre, assai cospicue
per superficie, in generale declino. In alcune aree naturalmente fertili
e con una società molto evoluta è stato possibile realizzare un’armonica
integrazione fra agricoltura, industria e servizi, tale da offrire
l’immagine di un tipo di società cui ispirarsi sia per l’ordinamento
economico e sociale, sia per la conservazione dell’ambiente e della
stessa salute. Le nuove opere e l’impiego delle tecnologie necessarie
per soddisfare le esigenze di un’agricoltura moderna, che sostiene una
industria avanzata, in sintesi il nuovo mondo rurale, hanno condizionato
la insorgenza di nuove malattie che nel convegno gli oratori avranno
modo di illustrare. Il mito del lavoro agricolo, sereno, igienico,
bucolico e salutare va definitivamente sfatato. L’ambiente di lavoro
agricolo, con le sue innumerevoli variabili, che rendono difficile il
suo adeguamento all’uomo, è dunque da considerarsi esposto ad un rischio
ben più ampio di quello della fabbrica o di altre imprese. In molte
zone, poi, la povertà del suolo agrario, l’abbandono degli allevamenti
zootecnici e dell’antica selvicoltura continuano a spingere alla
emigrazione le popolazioni in età da lavoro, con il conseguente degrado
delle case sparse, dei borghi rurali e anche delle piccole opere
idrauliche che assicuravano, in molte aree collinari, la regolazione
delle acque. Anche questo provoca un malessere psicofisico, forse più
nocivo delle patologie in quanto tali.
ANNO 2007
CENTRO
REGIONALE LUCANO DELL’ACCADEMIA DI STORIA DELL’ARTE SANITARIA CENTRO
STUDI SULLA POPOLAZIONE TORRE MOLFESE
SAN BRANCATO DI S. ARCANGELO
“INQUINAMENTO AMBIENTALE E DANNI ALLA SALUTE UMANA”
Auditorium Polifunzionale, Viale Europa, S. Brancato di Sant’Arcangelo
(PZ) 26 maggio 2007
PROGRAMMA
9: 30 - Antonio Molfese medico giornalista
9: 45 - Paolo Bonasoni- Consiglio Nazionale delle Ricerche Bologna. ‘Le
stazioni di ricerca in alta quota per lo studio dell’atmosfera e del
clima’.
10:00 - Federico Valerio- Laboratorio di Chimica Ambientale Istituto
Nazionale Ricerca sul Cancro- Genova. ‘Andamento delle concentrazioni
dei policiclici aromatici e loro fonti ’.
10:15 - Massimo Lopez, Primario Oncologia Medica I.F.O. - Roma.
‘Inquinamento ambientale e tumori’.
10:30 - Clemente Crisci Dipartimento Chirurgia Toracica “Careggi”
Università di Firenze. ‘Inquinamento ambientale ed effetti nocivi
sull’apparato respiratorio’.
10:45 - Rocco Galasso CROB – Istituto Oncologico Regionale - Rionero in
Vulture (Pz). ‘Inquinamento ambientale e danni alla salute sul
territorio’.
11:00 - Vincenzo Sigillito, Direttore ARPAB Potenza. ‘L’inquinamento
ambientale nella Valle dell’Agri’.
11:15 - Antonio Ciaschi, Direttore generale IMONT - Istituto per lo
Studio della Montagna- Roma. ‘Inquinamento ambientale e proposte per il
futuro’.
11:30 - Dibattito.
12:00 - Rinfresco Torre Molfese.
L’inquinamento dell’atmosfera è la conseguenza dell’immissione nella
stessa di sostanze chimiche che, per qualità e quantità, ne alterano le
caratteristiche di salubrità, causando un impatto negativo sulla salute
delle popolazioni ad esse esposte. Purtroppo non è sempre facile
individuare i rapporti tra concentrazione dell’inquinante, esposizione
(o dose) ed effetto, che variano molto al variare dei soggetti esposti
(a parità di dose), anche per una stessa tipologia. Le sorgenti di
inquinamento, naturali ed antropiche, sono dunque molto differenziate
per qualità, quantità e distribuzione territoriale, per cui è sempre
difficile elaborare criteri generali che valgano per tutti. Poiché alla
definizione di inquinante è associato anche il rischio di effetti
nocivi, reali o possibili, è importante mettere in evidenza che
l’eventuale danno può essere causato dagli inquinanti (primari),
direttamente generati nei processi chimici che caratterizzano le varie
attività industriali, oppure da sostanze inquinanti (secondari), formate
successivamente per reazioni chimiche nell’atmosfera. Entrambi, nella
maggior parte dei casi, anche combinati insieme, sono responsabili dei
danni alla salute umana tramite l’ambiente. L’epidemiologia ambientale è
la scienza che cerca, con l’aiuto dei numeri, ma anche delle tecnologie
avanzate, di dare un volto ai nemici della salute che si nascondono
nell’aria e nel suolo. Le «Air Quality Guidelines for Europe» (1987)
hanno indicato le concentrazioni atmosferiche di inquinanti al di sotto
delle quali non ci sarebbero rischi per la salute umana (valore soglia).
Numerosi studi epidemiologici (1990), hanno fatto superare questo
concetto, documentando danni anche a livelli ritenuti di salvaguardia,
ma, nonostante ciò, non hanno recato giovamento alla legislazione in
materia, dal momento che la distinzione tra innocuità e rischio
accettabile rimane tuttora una questione oggetto di dibattito. È stato
dimostrato che la relazione tra esposizione a sostanze tossiche ed
eventi rilevanti sul piano sanitario è presente anche per modesti
livelli di inquinamento ed è coerente con il modello definito
“doserisposta senza soglia”: con l’aumentare della concentrazione di
inquinanti, anche al di sotto dei livelli di attenzione ed allarme,
cresce il numero di persone che vanno incontro a disturbi o malattie.
L’istituzione di un centro per lo studio dell’inquinamento atmosferico e
delle modificazioni del clima sul Monte Pollino potrà rappresentare un
mezzo per limitare i danni anche alle generazioni future.
ANNO 2008
CENTRO
REGIONALE LUCANO DELL’ACCADEMIA DI STORIA DELL’ARTE SANITARIA CENTRO
STUDI SULLA POPOLAZIONE TORRE MOLFESE
SAN BRANCATO DI S. ARCANGELO
“REALIZZAZIONE DI UN CENTRO DI MONITORAGGIO DELL’INQUINAMENTO AMBIENTALE
SUL MONTE POLLINO
(ACQUISIZIONE E STUDIO DEI DATI, OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE A BREVE E
LUNGO TERMINE E GESTIONE DEL CENTRO)”
Complesso
monumentale S. Maria d’Orsoleo Sant’Arcangelo (PZ) - 17 maggio 2008
PROGRAMMA
9:30 - Antonio Molfese medico giornalista
9:45 - Domenico Esposito sindaco di S.- Arcangelo
10:00 - Rosanna Mabilia – CNR – Istituto per lo Studio dell’Inquinamento
di Roma. ‘Illustrazione del progetto da realizzare’.
10:15 - On. Domenico Pappaterra Presidente Ente Parco del
Pollino-Rotonda (Pz). ‘Sviluppi del progetto ed aspettative’.
10:30 - Alessandro Ciammaichella Università di Roma -‘Inquinamento
ambientale ed effetti nocivi sull’uomo’.
10:45 - Salvatore Lambiase – Dip. Ambiente, Terr. Regione Basilicata,
Potenza. ‘Il ruolo delle istituzioni della Basilicata nella
realizzazione dell’opera’.
11:00 - Giuseppe Graziano – Dip. Politiche dell’Ambiente Regione
Calabria, Catanzaro. ‘Il ruolo delle istituzioni della Calabria nella
realizzazione dell’opera’.
11:15 - Decio Scardaccione- Presidente Pro Loco S. Arcangelo.
‘Inquinamento ambientale e territorio’.
11:30 - Luciano Criscuoli – Direttore Generale MIUR – “Inquinamento
ambientale e proposte per il futuro”.
12:30 - Rinfresco refettorio S. Maria d’Orsoleo.
Il problema dell’inquinamento atmosferico suscita attualmente un grande
interesse presso enti nazionali ed internazionali, a causa delle
alterazioni chimiche dell’aria, causate da emissioni nocive che ne
deteriorano la qualità provocando, ovviamente, danni, non solo
all’ecosistema ma anche, quel che è peggio, alla salute umana.
L’epidemiologia ambientale è la scienza che cerca, con l’aiuto dei
numeri, ma anche delle tecnologie avanzate, di dare un volto ai nemici
della salute che si nascondono nell’aria che noi respiriamo. Le attività
antropiche producono, com’è noto, la maggior parte dell’inquinamento
atmosferico e pertanto si può affermare che la loro influenza venga
maggiormente avvertita in prossimità di aree urbane; nonostante ciò, gli
effetti delle emissioni inquinanti vengono rilevati anche a distanza di
centinaia o migliaia di chilometri dal punto di emissione, spesso in
Paesi diversi da quelli in cui sono stati prodotti: per questo il
problema dell’inquinamento transfrontaliero non può essere risolto solo
su scala nazionale. È molto importante accertare quale sia la
composizione chimica dell’atmosfera di ampie zone del pianeta, specie in
alta quota: questo perché, una volta che gli inquinanti vengono emessi
dalla sorgente, sono soggetti ad una serie di trasformazioni chimiche in
quanto reagiscono tra loro o con altri composti già presenti
nell’atmosfera stessa formandone dei nuovi. Per risolvere, o almeno
ridurre, i problemi causati dall’inquinamento, sono previsti dei
controlli, connessi con lo studio della qualità dell’aria, effettuati
anche con la costruzione di opportune stazioni di monitoraggio. Le
stazioni, poste in aree urbane, sono rappresentative solo di un certo
tipo di inquinamento, che è quello più vicino alle sorgenti di
emissione; accanto ad esse, le stazioni in aree remote, specie ad alta
quota, sono in grado di fornire informazioni sui cambiamenti della
composizione atmosferica in seguito a trasformazioni chimiche
intervenute successivamente. Quindi, accanto al monitoraggio in aree
urbane, si colloca un altro tipo di controllo della qualità dell’aria,
strettamente legato all’inquinamento di fondo nelle aree più alte
dell’atmosfera e la sua misurazione potrà fornire dati idonei per
studiarlo più a fondo su scala locale, europea e mondiale.
ANNO 2009
CENTRO
REGIONALE LUCANO DELL’ACCADEMIA DI STORIA DELL’ARTE SANITARIA CENTRO
STUDI SULLA POPOLAZIONE TORRE MOLFESE
SAN BRANCATO DI S. ARCANGELO
“SPORT E
SALUTE”
Mens sana in corpore sano
Complesso
monumentale S. Maria d’Orsoleo Sant’Arcangelo - 23 Maggio 2009
PROGRAMMA
9.30 - Antonio Molfese medico giornalista.
9.45 - Domenico Esposito Sindaco di Sant’Arcangelo.
10.00 - Dott. Domenico Benedetto Otorino Laringoiatra, Sesto San
Giovanni (Mi) “Le vie respiratorie superiori nello sport”.
10.15 - Prof. Alessandro Ciammaichella Università di Roma “Organi ed
apparati nello sport agonistico”.
10.30 - Prof. Carlo Fabbriciani Direttore Ortopedia Università Cattolica
Roma “La spalla e lo sport”.
10.45 - Dottor Vincenzo Russo Presidente Associazione Medico Sportiva di
Napoli “La Medicina dello Sport e la cultura del benessere”.
11.00 - Dottor Decio Scardaccione Presidente Pro Loco di Sant’Arcangelo
“Lo sport sul territorio”.
11.15 - Prof. Alberto Fidenza, Presidente Centro Internazionale di
Vitaminologia, Roma “Le vitamine e lo Sport”.
11.30 - Dottor Bruno Tucci, Presidente Ordine dei Giornalisti del Lazio.
Roma “I mezzi di Comunicazione e lo sport”. Interverrà il Presidente
della Regione Basilicata, Dottor Vito De Filippo.
12.30 - Rinfresco alla Torre Molfese
Carlo
Molfese racconta “Le memorie di un impresario” sabato ore 17.30 Torre
Molfese
La celebre massima di Giovenale (poeta romano del I secolo d. C.)
mantiene a tutt’oggi la sua attualità. Negli ultimi decenni la nostra
salute è molto migliorata ed i mass media hanno amplificato l’importanza
del fare sport attraverso la scelta dell’attività che più si addice alle
diverse età della vita e alle attitudini personali, prendendo in
considerazione gli aspetti sociologici, psicologici e tecnici
applicativi, quali l’allenamento. Lo stile di vita sempre più
sedentario, unito all’uso massivo delle tecnologie, determina livelli
crescenti di inattività fisica tra le persone di ogni età, sia nei Paesi
industrializzati sia in quelli in via di sviluppo. Il convegno al quale
partecipiamo desidera illustrare in termini accessibili, quali benefici
effetti esplica l’attività fisica e lo sport in particolare. Il ruolo
dell’attività fisica, nella prevenzione delle malattie e nella
promozione di uno stile di vita più attiva (active living), è stato ben
definito e riconosciuto anche dall’OMS (Organizzazione Mondiale della
Sanità). L’epoca in cui viviamo è sempre più ricca di attività
intellettuali e sempre meno di attività fisiche, mentre un’attività
fisica regolare, sviluppata insieme a una sana alimentazione, aiuta a
creare una condizione di equilibrio tra il corpo e la mente, condizione
necessaria per una salute sia fisica che mentale. Sono sempre più
numerose le ricerche scientifiche che confermano come un’attività fisica
regolare offra alle persone di ogni età, maschi e femmine, benefici
sostanziali in termini di salute fisica e mentale e del benessere in
generale; è opinione comune che l’attività fisica di massa sia quindi un
ottimo investimento per la salute pubblica, rappresentando un sistema a
basso costo per mantenere un migliore stato di salute della popolazione
e per la prevenzione delle malattie; tali benefici possono essere
ottenuti per mezzo di attività moderatamente impegnative in termini di
tempo ed energia, facili da eseguire e con rischio minimo per la salute.
Le istituzioni scientifiche, consapevoli dei benefici che l’attività
fisica esplica sulla salute, del singolo e della comunità, ritengono
necessario suggerire lo sviluppo di politiche e programmi che mirino a
favorirne l’introduzione nella vita quotidiana delle persone di ogni
età, anche di quelle con esigenze particolari, come gli anziani e i
disabili e soprattutto nelle scuole, negli ambienti di lavoro e
all’interno delle singole comunità. Un’attività fisica regolare è
infatti efficace nel ridurre - il rischio di mortalità prematura; - lo
sviluppo di malattie croniche quali: patologie cardiache,
l’ipertensione, il tumore al colon, il diabete mellito, l’osteoporosi,
nonché la sindrome metabolica; - la diffusione dell’obesità,
dell’alcolismo e di altre forme di dipendenza, nonché dello stress,
dell’ansia e della depressione.
ANNO 2010
CENTRO
REGIONALE LUCANO DELL’ACCADEMIA DI STORIA DELL’ARTE SANITARIA CENTRO
STUDI SULLA POPOLAZIONE TORRE MOLFESE
SAN BRANCATO DI S. ARCANGELO
“L’ANZIANO IN FAMIGLIA L’ASSISTENZA SANITARIA INTEGRATA SUL TERRITORIO”.
UNA ESISTENZA MIGLIORE AD OGNI ETÀ DELLA VITA
Complesso
Monumentale S. Maria d’Orsoleo Sant’Arcangelo - 29 Maggio 2010
PROGRAMMA
9.30 - Antonio Molfese, Medico Giornalista Apertura dei lavori.
9.45 – Domenico Esposito, Sindaco di Sant’Arcangelo.
10.00 – Prof. Vincenzo Marigliano, Direttore Dipartimento di Geriatria
Università: “ La Sapienza” di Roma: “ Qualità della vita ed
autosufficienza dell’anziano”.
10.15 – Prof. Alessandro Ciammaichella, Primario Medico – Roma:
“Problemi medici nell’anziano: aterotrombosi”.
10.30 – Prof. Antonio Martino, Chirurgo Ospedale Pineta Grande,
Castelvolturno (CE): “Problemi chirurgici nell’anziano”.
10.45 – Dottor Donato Disalvo, Primario Medico Ospedale Villa d’Agri:
“Percorsi Assistenziali Geriatrici in Ospedale”.
11.00 – Prof. Pierpaolo Visentin, Direttore Hospice Roma: “L’hospice e
l’assistenza integrata sul Territorio”.
11.15 – Dottor Ciro Romano, Responsabile Cure Domiciliari e Palliative
ASP Potenza: “Assistenza dell’anziano sul territorio”.
11:30 – Dibattito.
12:30 – Rinfresco alla Torre Molfese.
Il
problema degli anziani, visto in una dimensione globale, è il più
scottante del nostro tempo e della nostra realtà sociale in Europa e
anche nel mondo. Vivere a lungo è la speranza di ognuno di noi. Le
migliori condizioni di vita e, soprattutto, le maggiori conoscenze
mediche in campo diagnostico e terapeutico hanno permesso di allungare
notevolmente la durata media della vita; priorità della medicina è
dunque non tanto l’obiettivo di far vivere più a lungo, quanto quello di
far vivere meglio. Quando l’anziano si ammala, la risposta ai suoi
bisogni è in primo luogo l'attivazione dei reparti ospedalieri di
degenza geriatrica, limitati allo stretto indispensabile per evitare che
si trasformino in cronicari, dove egli resta recluso in attesa della
morte (purtroppo in alcune aree i reparti di geriatria sono gli unici
disponibili per la sua cura).Soluzione alternativa nel periodo cronico
della malattia è poter rimanere a casa propria da anziani anche quando
si ha più bisogno e non ce la si fa da soli; tutti vorremmo trascorrere
la vecchiaia in mezzo alle persone che conosciamo nei luoghi e nella
casa che amiamo. Occorre quindi in questi casi una fattiva
collaborazione da parte di tutti i cittadini e soprattutto delle
famiglie; la conservazione e il ripristino del nucleo familiare in cui
debbono coesistere giovani ed anziani è infatti un requisito
fondamentale ed indispensabile. Continuare ad assistere a domicilio e a
far vivere a casa propria chi è avanti negli anni e con gli aiuti
necessari è possibile, in quanto sia i servizi pubblici che privati
cominciano a rispondere alle domande di sostegno. Infatti una equipe
multidisciplinare coordinata dal medico di famiglia permette all’anziano
malato di essere assistito a domicilio con notevole risparmio economico
per lo stato e di peso per le famiglie non idonee ad assisterlo. È
importante anche che la vecchiaia venga vissuta nei termini di
“accettazione del cambiamento”. Ovviamente molto possiamo fare affinché
il cambiamento, il passaggio da una situazione esistenziale all’altra,
avvenga in maniera meno brusca e meno traumatica. Ieri la vecchiaia era
saggezza, esperienza, custodia della memoria storica di un popolo; oggi,
invece, l’uomo fa a meno della tradizione, fa a meno della memoria, in
nome dell’efficienza, della rapidità consentita dagli strumenti tecnici,
seguendo i miti del progresso, della scienza. In alcune regioni italiane
e specie nelle grandi città, nonostante l'incremento degli anziani, è
evidente la carenza di strutture sanitarie specificamente rivolte ad
essi; nasce dunque l'esigenza di una programmazione in grado di
rispondere alle necessità della popolazione anziana in crescente
aumento. Appare quindi di fondamentale importanza intervenire sul piano
della prevenzione, oltre che dell’assistenza, attraverso l'utilizzo di
moderne tecniche informatiche, per valutare lo stato di salute dei
cittadini in fase presenile e senile, al fine di perseguire una
puntigliosa programmazione per migliorare ed adeguare i servizi sociali,
assistenziali e sanitari in modo da raggiungere un miglioramento della
qualità di vita ed una riduzione dei rischi di malattia tra cui
predominano gli incidenti domestici. L’Unione Europea sostiene
attivamente una politica a favore della terza età, nell’intento di
uniformare le iniziative nelle varie regioni europee, in modo che i
traguardi raggiunti da alcune più all’avanguardia vengano trasmessi e
messi in opera da quelle ancora all’inizio.
ANNO 2011
CENTRO
REGIONALE LUCANO DELL’ACCADEMIA DI STORIA DEL’ARTE SANITARIA CENTRO
STUDI SULLA POPOLAZIONE TORRE MOLFESE
SAN BRANCATO DI SANT’ARCANGELO
“L’incidenza dei tumori sul territorio in Basilicata . Quale prevenzione
e cura?”
Complesso
Monumentale S.Maria d’Orsoleo Sant’Arcangelo - 28 maggio 2011
Antonio
Molfese, Medico Giornalista Apertura dei lavori
Domenico Esposito Sindaco di Sant’Arcangelo
Prof. Alessandro Ciammaichella Primario Medico Roma “Tabagismo patologia
neoplastica e non solo”
Prof. Clemente Crisci Direttore Clinica toracica e polmonare Università
Careggi, Firenze “La chirurgia moderna nella cura dei tumori”
Prof. Michele Gallucci, Direttore Reparto Urologia I.F.O. – Ist. Regina
Elena Roma “La chirurgia nella cura dell’apparato urinario”
Dott. Carmine Pizza, Primario Oncologo Ospedale Civile di Nola “Le
grandi tappe nella cura dei tumori”
Dott.ssa Raffaella Pannuti, Segretario Generale ANT Bologna Progetto
Eubiosia: valori etici ed esperienza assistenziale
Dott. Rocco Galasso Registro Tumori della Basilicata Rionero in Vulture
“L’incidenza dei tumori sul territorio”
Dibattito Rinfresco alla Torre Molfese
Un tempo
chiamato cancro, ora tumore, la malattia per la sua dimensione ed
estensione acquisita è considerata malattia sociale. Le grandi tappe
della storia della medicina ed i progressi ad essa connessi hanno sempre
coinciso con i perfezionamenti della tecnica o con la scoperta di nuovi
metodi di investigazione; anche la storia del cancro passa attraverso
queste tappe. E’una malattia antica, anche se alcuni pensano che il
tumore sia una malattia moderna e che le sue cause siano connesse alla
vita di oggi.
Ai nostri giorni vengono diagnosticati e scoperti più cancri, perché la
gente vive più a lungo, per questo sembra che la sua frequenza aumenti.
La scienza ancora non è in grado di spiegare per quale motivo si formi
un tumore e quale ne sia la causa determinante, ma si può, però,
affermare che alla base ci sono numerosi fattori di rischio che bisogna
ricercare e combattere.
La prevenzione resta ancora oggi il mezzo più valido per difendersi
dalla malattia neoplastica, cosi come è determinante la sua cura con
mezzi chirurgici, chimici e fisici.
Quando si arriverà a trovare la cura definitiva per i tumori? La
risposta che viene data dagli oncologi è che non esiste una cura bensì
sono numerose le cure dei tumori. E' già stata scoperta una lista di
geni le cui anomalie predispongono a vari tipi di tumori, alcuni molto
frequenti.
Tutto questo permette di identificare i soggetti a rischio, una diagnosi
più raffinata ed anche ad una terapia personalizzata pensata su misura
per il profilo genetico del tumore da curare. Infatti l’oncologia
molecolare possiede gli strumenti per comprendere quali geni sono
coinvolti nella trasformazione maligna di una cellula ed ha aperto ormai
l’era ai nuovi farmaci biologici o farmaci mirati.
L’oncologo del futuro sarà quindi “ il clinico molecolare”, che saprà
assicurare un impiego appropriato del nuovo armamentario terapeutico.
L’efficacia dei nuovi farmaci è strettamente legata alla presenza della
molecola che si vuole colpire, presente obbligatoriamente su quel
piccolo gruppo di cellule - le staminali del cancro - responsabili del
fenomeno metastatico e che sono le cellule pericolose da eliminare.
Per sconfiggere un determinato tumore, il clinico molecolare dovrà
analizzare il paziente nel suo complesso ed eseguire con l’aiuto di
altri esperti una seria di indagini cliniche e molecolari, per stabilire
il farmaco più adeguato per quel tumore e per quel paziente.
In attesa della vittoria finale, quando non si riesce a guarirlo, ci
accontentiamo,in alcuni casi, di rendere il cancro una malattia cronica
che si cura per tutta la vita. Partendo dal presupposto che molti tipi
di tumori, di differenti organi ed apparati, sono aumentati nella
regione, è necessario scoprire le cause che hanno determinato e
sostenuto il fenomeno, per cui bisogna che questo venga studiato,
approfondito e possibilmente risolto. Uomini politici e di scienza
debbono coalizzarsi e creare una forza comune per portare a soluzione il
problema, coinvolgendo organismi sanitari anche internazionali,
istituzioni centrali, organismi tecnici del territorio per studiare il
fenomeno e scoprirne le cause.
Questo è il modo di far crescere anche l’altra Italia, quella del sud,
dal momento che ancora esistono due sanità in Italia e solo di recente,
anche nel meridione, le conoscenze e le tecnologie hanno iniziato un
cammino per migliorare e raggiungere gli standard del nord dell’Italia e
delle nazioni europee all’avanguardia nel settore. Il 28 Maggio 2011 -
presso il complesso monumentale di Santa Maria di Orsoleo,
Sant’Arcangelo (Pz) - in un suggestivo scenario si è tenuto il convegno
dal titolo ”L’INCIDENZA DEI TUMORI SUL TERRITORIO DELLA BASILICATA.
QUALE PREVENZIONE E CURA? organizzato dal Centro Regionale Lucano
dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria TORRE MOLFESE S. Arcangelo
(PZ), al quale sono intervenute Autorità, sindaci dei comuni limitrofi
ed un pubblico qualificato, che ha seguito con interesse gli oratori che
si sono succeduti.
La
magnifica sala messa a disposizione dal Comune di Sant’Arcangelo,
attrezzata con le più sofisticate tecnologie audio e video, ha
contribuito alla riuscita della manifestazione.
Ha aperto il convegno Antonio Molfese, medico giornalista e direttore
del Centro Regionale Lucano dell’Accademia di Storia dell’Arte
Sanitaria, al suo XVI anno di attività, che ha brevemente illustrato gli
argomenti oggetto del convegno e presentato i relatori partecipanti.
È poi intervenuto Domenico Esposito, sindaco di S. Arcangelo, da poco
rieletto, il quale ha manifestato il suo apprezzamento per una così
importante iniziativa e per la scelta di tenere il convegno a Santa
Maria d’Orsoleo, dove quanto prima sarà allestito un museo multi
scenografico d’Europa.
È seguito l’intervento del Prof. Ciammaichella, il quale ha illustrato
con un linguaggio semplice i danni che il tabacco provoca nelle persone.
Il Prof. Crisci ha illustrato l’importanza della chirurgia toracica
nella cura dei tumori e in modo particolare delle nuove tecnologie
rappresentate dalla robotica.
Ha preso poi la parola il Prof. Gallucci, che ha passato in breve
rassegna i percorsi assistenziali chirurgici tradizionali relativi alla
branca di urologia, comparandoli con le moderne tecniche per nulla
invasive che prevedono l’impiego di computer ed apparecchi robotici di
sempre nuova generazione.
Il Dottor Pizza, dopo alcuni accenni di storia della medicina sui
tumori, ha illustrato le moderne cure farmacologiche impiegate nella
cura delle differenti patologie.
È poi seguita la relazione del Dottor Glisci, che ha sostituito la
Dott.ssa Pannuti, segretaria generale dell’ANT, il quale ha illustrato
il progetto “eubiosia” che si pone l’obiettivo di assistere sul
territorio coloro che sono affetti da tumore.
Ha chiuso il convegno il Dottor Galasso, che ha fatto il punto
sull’incidenza dei tumori nella regione ed ha confermato i dati
riportati circa l’aumento di essi sul territorio. Ha chiesto poi la
parola il Dott. Murgia, il quale ha posto il problema circa la elevata
incidenza dei tumori nei lavoratori esposti negli anni passati all’uso
dell’amianto - che ha causato e continua a provocare le numerose “morti
bianche “.
Il Dottor Mele ha sollevato anch’egli il problema relativo alla cause di
insorgenza dei tumori nei lavoratori impiegati nelle industrie
petrolifere.
* * *
Sulla
base di quanto è emerso dal convegno, avvalorato da dati confermati
dall’ISTAT, dall’Istituto Tumori di Milano e dall’Istituto Superiore di
Sanità, è necessario e doveroso che la Regione Basilicata organizzi una
indagine epidemiologica su tutto il territorio, alla quale dovranno
partecipare epidemiologi dell’OMS di Ginevra, dello IARC di Lione,
dell’Istituto Superiore di Sanità, che dovranno affiancare le autorità
locali nell’espletare l’ indagine non più procrastinabile. Le risorse
economiche le possediamo, mettiamole a frutto per tutelare la salute dei
cittadini, che è un bene che occorre conservare quando lo si ha e non
cercare di riacquistarlo quando lo si perde.
Alla Torre Molfese, imbandierata per il tradizionale rinfresco a base di
prodotti tipici lucani, offerto dalla Pro Loco di S. Arcangelo, è stata
consegnata ai relatori e ad altre autorità presenti una riproduzione in
argento raffigurante la Torre Molfese, sede del Centro Regionale Lucano
dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria.
ANNO 2012
CENTRO
REGIONALE LUCANO DELL’ACCADEMIA DI STORIA DEL’ARTE SANITARIA CENTRO
STUDI SULLA POPOLAZIONE TORRE MOLFESE
SAN BRANCATO DI SANT’ARCANGELO
“L’emigrazione a 150 anni dall’unità d’Italia. Dalla Basilicata sotto
tutti i cieli”
Complesso
Monumentale S.Maria d’Orsoleo Sant’Arcangelo - 26 maggio 2012
9.30 Antonio Molfese Medico Giornalista Apertura dei lavori
9.45 Domenico Esposito Sindaco di Sant’Arcangel
10.00 Prof. Antonio Martino Primario Chirurgo, “Emigrazione e malattie”
Castel Volturno (CE).
10.15 Dott.ssa Catia Monacelli, Direttore Museo dell’Emigrazione di
Gualdo Tadino, “Il museo tempio della memoria” .
10.30 Dott.ssa Valeria Verrastro, Direttore Archivio di Stato Potenza,
“Le fonti dell’Archivio di Stato di Potenza per la storia della
emigrazione lucana”.
10.45 Dott. Nino Martino, Direttore Cineteca Lucana, “L’emigrazione
raccontata da filmati”.
11.00 Padre Vincenzo Rosato, Direttore Centro Studi Emigrazione di Roma,
“La Chiesa come sostegno all’emigrazione”.
11.15 Dott. Antonio Di Sanza, Presidente Commissione Regione Basilicata
dei “Lucani all’estero”, “La Regione e le associazioni dei lucani nel
mondo.”
11.30 Carlo Molfese, Attore-regista, “Il canto popolare e la canzone
nell’emigrazione”.
11.45 Dott. Decio Scardaccione, Presidente Pro Loco S.Arcangelo
“L’emigrazione come fenomeno sociale”.
12.00 Dibattito. 13.00 Rinfresco alla Torre Molfese, dove Carlo Molfese
e Toni Cosenza (ore 17.00) presenteranno “Voci, Canti e suoni
dell’Emigrazione”
Il
fenomeno emigrazione dall’Italia verso le Americhe è iniziato dopo
l’unità d’Italia, favorito dalla propaganda tra quella parte della
popolazione non contenta della vita che conduceva. È solo dal 1880,
quando, emanate le prime leggi e compilate le statistiche, il fenomeno
fu regolato da norme alle quali tutti gli Stati dovevano sottostare. Il
primo grande esodo, specie verso l’America del nord, fu attuato e
realizzato prevalentemente dalle regioni del Settentrione. Verso il
1880/primi del ‘900 furono le regioni meridionali, come la Basilicata, a
preferire l’emigrazione anche verso il Sud America, attratte forse dalla
lingua simile all’italiano e condizionate anche dalla stessa religione.
Partirono braccianti, artigiani e massari, e così i paesi cominciarono a
spopolarsi; si andarono svuotando i paesi della Basilicata, di braccia,
di sentimenti e anche di memoria, ed i piroscafi per anni scaricarono
sulle banchine dei porti del Nuovo Mondo una umanità dolente.
L’emigrazione, nel corso di oltre un secolo e mezzo, ha segnato la vita
di milioni di uomini e di famiglie. Come non ricordare quei tanti che
partirono e neppur misero piede nella “terra promessa”, per i quali
quell’oceano divenne una tomba, per pestilenze scoppiate durante il
viaggio o per le tanti navi tragicamente naufragate nel corso del
viaggio verso l’America. La partenza dal paese era come una veglia di
morte, dal momento che tutti i parenti erano presenti per augurare
all’emigrante ogni felicità. Il ricordo è segnato dall’immagine di una
corriera scassata che sulla piazza del paese caricava capifamiglia con
la valigia di cartone, che partivano per trovare sopravvivenza altrove,
con le mogli avvinghiate e i figli attaccati ai pantaloni, mentre
l’autista della corriera, in quei momenti laceranti, suonava il clacson
perché in ritardo.
Intorno alla prima guerra mondiale le partenze si diradarono, anche
perché le nazioni riceventi gli emigranti emanarono leggi più
restrittive. Gli emigranti, infatti, per espatriare dovevano godere di
buona salute, che veniva accertata prima della partenza, durante
l’imbarco sul bastimento ed all’arrivo nell’America del nord in una
isola, Ellis Island.
In caso di non idoneità, si veniva respinti e rimandati in patria con il
primo vapore a spese del consolato. Con il periodo fascista le partenze
furono sospese e solo pochi riuscirono a partire clandestinamente (gli
atti di chiamata, i matrimoni per procura, furono durante questo periodo
gli unici modi per espatriare).
I soldi ferocemente risparmiati ed inviati a casa costituirono per
decenni la linfa valutaria, che risanò la quasi inesistente ed
agonizzante economia italiana del tempo. Molti, però, non avendo
raggiunto i traguardi che si erano prefissati, malinconicamente
ritornavano al paese spesso malati nel corpo e nella mente.
È stato quello della emigrazione un evento necessario, che ha portato in
molte famiglie serenità e gioia, ma anche dolore e dispiaceri in coloro
che non hanno saputo trovare nel nuovo corso della loro vita
l’appagamento delle loro aspirazioni, serenità e pace.
ANNO 2013
CENTRO
REGIONALE LUCANO DELL’ACCADEMIA DI STORIA DEL’ARTE SANITARIA CENTRO
STUDI SULLA POPOLAZIONE
TORRE MOLFESE SANT’ARCANGELO (PZ)
PRO LOCO
DI S. ARCANGELO (PZ)
”MALATTIA
E FAMIGLIA. LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO A SOSTEGNO DELLA VITA.
REALTÀ PRESENTE ED OPERANTE IN ITALIA E ALL’ESTERO”
Complesso
Monumentale S. Maria d’Orsoleo - Sant’Arcangelo - 25 maggio 2013
9.30 :Antonio Molfese Medico Giornalista Apertura dei lavori.
9.45: Domenico Esposito Sindaco di Sant’Arcangelo
10.00: Alessandro Ciammaichella Primario Medico Roma L’assistenza sul
territorio nella storia della medicina
10.15: Pier Luigi Nardis Ambasciatore del Sovrano Militare Ordine di
Malta nella Repubblica della Liberia: Lebbra malattia del corpo e dello
spirito.
10.30: Direttore Sanitario Avis Basilicata Donare: il sangue è come
donare la vita.
10.45: Saverio Glisci ANT Basilicata: Assistenza medica e psicologica
nella malattia.
11.00: Popia Fabiano Presidente AIDO Basilicata: Donare un organo è come
donare parte della vita.
11.15: Lucia Arcieri AISM Basilicata Associazione Italiana Sclerosi
Multipla: Malattia dei giovani tra sofferenze e speranze.
11.30: Fortunato Mastropietro geologo Pama ANPAS: L’assistenza dei
pazienti sul territorio.
12.00: Decio Scardaccione, Presidente ProLoco S.Arcangelo: Assistenza ai
malati come atto d’amore.
12.15: Antonio Martino Primario Chirurgo Portici (NA) Conclusioni
DIBATTITO
13.00 Rinfresco alla Torre Molfese
Le
associazioni, che assistono in Italia le persone che hanno bisogno di
aiuto ed elargiscono anche consigli tecnici sulla cura delle malattie,
rappresentano un punto di riferimento essenziale su tutto il territorio.
Oltre ad elargire consigli, anche riguardo alle nuove e più recenti
terapie, offrono assistenza psicologica sia al malato che alla famiglia,
supporto essenziale ed indispensabile per superare i momenti difficili,
che si incontrano nel lungo e travagliato iter della patologia in atto.
Alcune volte il sostegno psicologico aiuta le famiglie scoraggiate a non
abbattersi e a lottare, per seguire l’andamento delle malattie, specie
quelle croniche a lenta evoluzione, e per fare sì che vengano messe in
atto tutte le cure mediche e le assistenze psicologiche necessarie a
convivere con il male. Mentre per alcune patologie, e sono le più, si
intravede in lontananza la fine del tunnel, per altre, inesorabilmente
progressive, è particolarmente necessaria la presenza delle associazioni
di volontariato, con presidi medici e psicologici, a continua
disposizione dei malati e delle loro famiglie. Ci sono associazioni che
svolgono il loro lavoro in Italia e all’estero per assistere i malati,
altre invece, per le caratteristiche del male in trattamento,
elargiscono suggerimenti, consigli pratici e qualche volta anche
prestazioni ed assistenza in centri specializzati alla loro cura.
L’importante è che sia la persona che ha bisogno di aiuto, sia la sua
famiglia, in momenti così difficili non si sentano abbandonati, ma siano
certi di essere assistiti dal punto di vista medico e psicologico da
personale qualificato.
Per poter operare sul territorio queste associazioni, senza fini di
lucro, hanno bisogno di essere sostenute dal punto di vista finanziario
da parte dei cittadini, ed è questo anche il motivo che mi ha spinto ad
organizzare un convegno, per ringraziare tali associazioni benemerite e
nello stesso tempo rendere ancora più evidente l’opera svolta da
centinaia di organizzazioni sparse sul territorio, dove ognuna svolge un
ruolo indispensabile nel prendersi cura delle miriadi di patologie
fisiche, psichiche e comportamentali. Fortunatamente queste sono tante
sul territorio e svolgono tutte un servizio altamente meritorio, ma solo
alcune di esse abbiamo potuto invitare e riguardo a queste poche
possiamo spendere qualche parola in più, data la esiguità del tempo a
disposizione. Alle altre centinaia di associazioni, che non hanno, per
ragione di spazio, potuto partecipare a questo evento, va tutta la
nostra ammirazione e il nostro plauso per l’opera svolta. Il
ringraziamento è esteso al Sovrano Militare Ordine di Malta, che,
tramite il suo ambasciatore nella repubblica della Liberia, aiuta questo
popolo colà a curare una delle malattie più diffuse: la lebbra. La
presenza, poi, di un pubblico qualificato ci rende ancora più felici,
dal momento che il messaggio raggiunge coloro che nel gioco della
partita (malattia, paziente, famiglia) sono i dominus, consapevoli di
impiegare tutte le loro energie disponibili. Almeno ce lo auguriamo.
ANNO 2014
CENTRO
REGIONALE LUCANO DELL’ACCADEMIA DI STORIA DELL’ARTE SANITARIA CENTRO
STUDI SULLA POPOLAZIONE
TORRE MOLFESE SANT’ARCANGELO (PZ)
PRO LOCO
DI S. ARCANGELO (PZ)
”MALATTIA
E FAMIGLIA. LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO A SOSTEGNO DELLA VITA.
REALTÀ PRESENTE ED OPERANTE IN ITALIA E ALL’ESTERO” “Aiutatevi gli uni e
gli altri con amore, e sentirete la presenza consolante di Dio” [Papa
Francesco]
Complesso
Monumentale S. Maria d’Orsoleo - Sant’Arcangelo - 31 maggio 2014
9.30: Antonio Molfese Medico Giornalista Apertura dei lavori.
9.45: Domenico Esposito Sindaco di Sant’Arcangelo
10.00 :Alessandro Ciammaichella Primario Medico Roma L’obesità tra
storia e scienza.
10.15:Alcolisti Anonimi di Basilicata. Testimonianza e recupero con il
programma degli Anonimi Alcolisti
10.30 : Giovanni Ballarani Vice Presidente ANGOLA ONLUS. Un sorriso per
l’Angola.
10.45: Raffaele Paradiso Presidente Provinciale LILT Basilicata “La
prevenzione possibile sul territorio”
11.00 : Giulio Francesco Bagnale Presidente. AIAS Melfi: Assistenza
Capillare sul Territorio. Scelta Ottimale.
11.15:Manlio Matera Presidente AIMA Firenze. I bisogni dei malati e
delle famiglie.
11.30: Vittorio Case Presidente Pro Loco S. Arcangelo Assistenza ai
malati come atto d’amore
12.00: Antonio Martino Primario Chirurgo Portici (NA) Conclusioni .
13.00 Rinfresco alla Torre Molfese
”MALATTIA E FAMIGLIA. LE
ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO A SOSTEGNO DELLA VITA. REALTÀ PRESENTE ED
OPERANTE IN ITALIA E ALL’ESTERO”
31 Maggio 2014
Si è
tenuto sabato 31 maggio 2014, nel Complesso Monumentale Santa Maria
d’Orsoleo, organizzato dal Centro Regionale Lucano dell’Accademia di
Storia dell’Arte Sanitaria, dal Centro Studi sulla Popolazione “Torre
Molfese” e dalla Proloco Sant’Arcangelo un convegno dal titolo “Malattia
e famiglia. Le associazioni di volontariato a sostegno della vita.
Realtà presente ed operante in Italia e all’estero”.
Ha aperto i lavori Antonio Molfese, che con molto piacere ha informato
il qualificato pubblico che si è giunti al XIX Convegno organizzato da
questo Ente,ha presentato i vari partecipanti e l’argomento trattato. Ha
poi passato la parola al Sindaco, Domenico Esposito, che ha illustrato
le varie attività svolte dal Comune e dalla Regione; ha proseguito i
lavori il Professor A. Ciammaichella, il quale ha illustrato il problema
dell’assunzione del cibo in eccesso che provoca tra l’altro obesità
specie negli adolescenti in Italia. La rappresentante degli Alcolisti
Anonimi ha illustrato il programma per la cura e la prevenzione di
questa patologia molto diffusa sul territorio. Ha poi preso la parola il
Dott. Giovanni Ballarani, dell’ ANGOLA ONLUS, che ha parlato della
difficile situazione sanitaria di questa nazione, relativa anche a
problemi dentali. E’ intervenuto poi il Dott. Raffaele Paradiso,
Presidente Provinciale della LILT Basilicata, che ha illustrato il
programma di prevenzione messo in atto nella nostra Regione per la
prevenzione dei tumori. A seguire il Dott. Giulio Francesco Bagnale,
Presidente dell’ AIAS Melfi, il quale ci ha parlato dell’opera meritoria
svolta dall’ AIAS a favore di persone disabili. Il dott. Manlio Matera,
Presidente dell’ AIMA di Firenze, ha illustrato con dovizia di
particolari l’attività svolta dall’ Associazione sul territorio ed ha
fornito preziosi consigli sull’istituendo centro di ascolto per malattie
neurologiche (Parkinson, Alzheimer) presso la Torre Molfese. La Pro Loco
di Sant’ Arcangelo è stata presentata da Nicola Infantino, che ha
sostituito il Presidente Vittorio Case, il quale ha confermato la sua
disponibilità a continuare l’ottima collaborazione finora realizzata.
Infine il Professor Martino ha fatto una sintesi conclusiva dei lavori
che si sono succeduti nel convegno. Agli oratori è stata offerta una
riproduzione della Torre Molfese, del XVI secolo, nonché un manufatto in
ceramica a ricordo del Convegno. Il tempo inclemente non ha permesso di
tenere alla Torre Molfese, tutta imbandierata, il rinfresco che è stato
allestito presso il Monastero di Santa Maria d’Orsoleo, dove i
partecipanti hanno gustato i prodotti locali appositamente cucinati per
l’occasione dall’ Agriturismo di Vito Nigro.
Roma
28/10/2014 Antonio Molfese
ANNO 2015
CENTRO
REGIONALE LUCANO DELL’ACCADEMIA DI STORIA DELL’ARTE SANITARIA CENTRO
STUDI SULLA POPOLAZIONE
TORRE MOLFESE SANT’ARCANGELO (PZ)
PRO LOCO
DI S. ARCANGELO (PZ)
XX ANNO
DI ATTIVITA’
“MALATTIA E FAMIGLIA LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO A SOSTEGNO DELLA
VITA IN ITALIA E ALL’ESTERO.L’IMPORTANZA DEI CENTRI DI ASCOLTO”
“Aiutatevi gli uni e gli altri con amore, e sentirete la presenza
consolante di Dio” [Papa Francesco]
Complesso
Monumentale S. Maria d’Orsoleo - Sant’Arcangelo - 30 maggio 2015
9.30: Antonio Molfese Medico Giornalista Apertura dei lavori
9.45: Sindaco di Sant’Arcangelo
10.00 :Alessandro Ciammaichella; Primario Medico Roma. “Le sindromi
cardio-cerebrali”
10.15:Valeria Martano; Comunità di S.Egidio ROMA L’assistenza dei
bisognosi sul territorio
10:30 Vincenzo Costigliola; Presidente.European Medical Association
Bruxelles. I centri d’ascolto nella Comunità Europea
10.45: Domenico Santomauro; Dir. Dip. Riabilitazione e Lungodegenze A.O.
San Carlo Potenza “La Sclerosi Laterale Amiotrofica e la presa in carico
della persona con SLA in Basilicata:”
11.00 Nicola. Paciello; Neurologo A.O.San CarloPotenza. La Telemedicina
nelle valutazioni geriatriche comportamentali
11.15: Andrea Barra; Psichiatria A.S.P L’importanza dei centri di
ascolto nell’assistenza alle famiglie
11.30 Achille Foggetti; Cons. Naz. AISM Genova Assistenza ed aiuto al
malato sul territorio
11.45 Vittorio Case; Presidente ProLoco S.Arcangelo Aiutare i malati
come atto d’amore
12.00: Antonio Martino, Primario Chirurgo Portici (NA)
Presentazione
filmato FORETERRE .
Conclusioni .
13.00 Rinfresco alla Torre Molfese con pomeriggio musicale
Anche quest’anno all’apertura del XX convegno che tratta dell’assistenza
ai malati e alle famiglie da parte di organizzazioni senza fini di lucro
da noi organizzato con tanta fatica desideriamo rivolgere un
ringraziamento alle tante persone presenti che hanno preso parte a
questi eventi e ci auguriamo di aver portato una ventata di tranquillità
nelle famiglie e benefici ai malati. Abbiamo in questi 20 anni passato
in rassegna i problemi sociali più emergenti riguardanti gli anziani,la
loro assistenza integrata in famiglia e mediante anche tecnologie
moderne come la telemedicina. Abbiamo parlato di alcolismo,di dieta
mediterranea, di malattie prevalenti sul territorio , di inquinamenti
ambientali e di malattie prevalenti in agricoltura. Abbiamo trattato di
salute e natura e come le piante officinali entrano a far parte della
medicina popolare. Abbiamo approfondito il problema dei tumori,della
emigrazione ed in questi ultimi tre anni di come le associazioni di
volontariato in Italia ed all’estero aiutano le famiglie che hanno in
casa malati a dare loro assistenza e cura. Abbiamo svolto, con tanto
impegno mentale e finanziario questo compito anche se la cittadinanza
specie la più evoluta, è stata assente per motivi da noi non conosciuti.
Abbiamo in questi anni solo portare alle classe più deboli un aiuto,un
sostegno,un segnale che non erano stati dimenticati. Il convegno sarà
aperto dal prof Ciammaichella,ormai decano della manifestazione che ci
parlerà della sindrome cardio cerebrale che è molto grave per il
paziente affetto e che si manifesta in seguito ad un cedimento del
cuore-arresto cardiaco- per gravi cause(aritmia atriale,fibrillazione
ventricolare) e che si ripercuote pesantemente sulla circolazione
cerebrale per cui al ripristino del battito cardiaco residuano
deficienze cerebrali a volte difficilmente superabili dal paziente. Sarà
illustrata di come viene assistito un paziente con scleroso amiotrofica
laterale in ospedale già di per se impegnativo e come alcune famiglie
nei primi tempi di insorgenza della malattia assiste con enormi
difficoltà il paziente al proprio domicilio. Recenti contributi della
scienza ha dato qualche speranza su una delle cause della malattia ed è
stata avanzata anche una probabile cura. Sarà anche mostrato come
vengono assistiti persone bisognose sul territorio, sia dal punto di
vista fisico che psichico dalla Comunità di S. Egidio e di come questa
assistenza è diffusa capillarmente su tutto il territorio italiano ma
anche all’estero. Sarà illustrata di come lo specialista neurologo
interviene a valutare le condizioni fisiche , psichiche e
comportamentali dell’anziano così come le conclusioni cliniche
necessarie per poter così cogliere in tempo utili le prime deficienze
cognitive per le quali è necessario fornire un aiuto. Sara mostrata
l’importanza dello psichiatria nei centri di ascolto nell’aiutare le
famiglie a comprendere la persona affetta da declino cognitivo che non è
in grado di esprimere i propri bisogni,dal momento che chi assiste il
malato deve imparare modi nuovi per comunicare ed esprimere la propria
attenzione al soggetto bisognoso di aiuto. Il problema in discussione
sarà illustrato come viene affrontato e risolto nella comunità europea.
Sarà illustrata come vengono assistiti i pazienti affetti da sclerosi
multipla sul territorio ed anche per questa malattia i ricercatori hanno
dato qualche speranza mediante l’uso di cellule staminale nella
risoluzione di alcuni sintomi e speriamo nella cura della malattia. Le
più importanti sono state realizzate dal European Brain Council,
dipartimento di scienze farmaceutiche, Università di Milano e che hanno
messo a punto importanti ricerche circa lo stato della biologia
molecolare nelle malattie neurodegenerative; in particolare lo studio
del cervello e della plasticità delle sinapsi sia in condizioni
fisiologiche che patologiche con lo scopo di curare le malattie
neurodegenerative.
Più
approfondite notizie sui convegni tenuti nei venti anni di attività
potranno essere richiesti al Centro Studi sulla Popolazione, Torre
Molfese, ([email protected]) che potrà fornire la raccolta
dettagliata degli interventi dei vari autori partecipanti nei venti anni
di attività, raccolta degli atti a stampa, nonché copia dei filmati
inerenti le varie manifestazioni,quando l’immagine digitale ha
sostituito la carta.
Per
maggiori informazioni:
[email protected]
http://torremolfese.altervista.org
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